Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
484 visualizzazioni116 pagine

Ricerche-Naturalistiche 1

Caricato da

paolo68audisio
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
484 visualizzazioni116 pagine

Ricerche-Naturalistiche 1

Caricato da

paolo68audisio
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 116

Collana Le Guide della Salute

INFORMAZIONI NATURALISTICHE N° 1

Giorgini Dr. Martino

IL METODO NATURALISTICO
DEL DR. MARTINO GIORGINI
In forma di compendio

Elitto Edizioni
Collana Le Guide della Salute

INFORMAZIONI NATURALISTICHE N° 1

Giorgini Dr. Martino

IL METODO NATURALISTICO
DEL DR. MARTINO GIORGINI
In forma di compendio

Elitto Edizioni
INDICE

INTRODUZIONE pag. 7
La putrefazione intestinale
CAPITOLO I causa l’autointossicazione pag. 9
Come arrestare la putrefazione
CAPITOLO II intestinale pag. 15
Digestione, enzimi e
CAPITOLO III malassorbimento dei nutrimenti pag. 21
Per completare la digestione è
CAPITOLO IV necessaria la bile pag. 35
La nascita della medicina
CAPITOLO V farmaceutica moderna pag. 44
L’aumento della permeabilità
intestinale causa intolleranze,
CAPITOLO VI allergie e malattie autoimmuni pag. 50

CAPITOLO VII Entrano in terapia gli antibiotici pag. 64


Recenti conferme e scoperte sui
CAPITOLO VIII fermenti lattici (probiotici) pag. 71
Le erbe “antrachinoniche” e le
CAPITOLO IX fibre alimentari (prebiotici) pag. 76
La pratica del lavaggio
CAPITOLO X intestinale pag. 81
Le tre principali cause delle
CAPITOLO XI malattie e della vecchiaia pag. 91
Vermi parassiti, questi
CAPITOLO XII sconosciuti pag. 98

CONCLUSIONI pag. 107

BIBLIOGRAFIA pag. 110

5
6
INTRODUZIONE
Dedicata a tutti i professionisti del settore salutistico

Alimentarsi è di primaria importanza per la sopravvivenza e,


quindi, è di primaria importanza seguire il percorso del cibo
nel nostro organismo.

La digestione, l’assorbimento dei nutrimenti e l’evacuazione


del cibo che rimane, devono avvenire in modo corretto.
L’alterazione anche di uno solo di questi processi determina
gravi problemi a diversi sistemi del corpo.
Se c’è un’alterazione è difficile individuarla come causa
primaria di una disfunzione dell’organismo, perché le
conseguenze si presentano in maniera lenta, anche se
progressiva. Ecco perché in presenza di una qualunque
malattia bisogna analizzare, prima di ogni altra osservazione e
prima di pensare ai rimedi sintomatici, il funzionamento della
digestione, dell’assorbimento e dell’evacuazione. Cosa non
facile perché ben poche persone, ad esempio, avranno
osservato l’aspetto delle proprie feci, per farne una
descrizione! Se c’è muco, se galleggiano, se ci sono residui di
alimenti non digeriti, ecc., sintomi che sarebbero importanti
perché ci indicherebbero carenza di acido cloridrico, di bile, di
enzimi digestivi.
Qui entra in gioco l’abilità di ognuno di voi nel far loro capire
l’importanza di porre la massima attenzione al proprio
apparato digerente, ma per far questo bisogna che siate voi
stessi convinti della necessità di questa indagine.
Dei tre processi citati (digestione, assorbimento,
evacuazione), bisogna partire dall’evacuazione perché è
quella che non funziona in nessuna persona, fin dalla nascita!
Anzi, da prima, per via dell’evacuazione insufficiente della
7
madre e della sua conseguente intossicazione del sangue e
quindi anche del feto, come constateremo.

Questo testo comprende anche un breve excursus di storia


della medicina che va dalla fine dell’800 alla fine degli anni
’30. Una storia che non è riportata sui testi di storia della
Medicina. Si tratta di una teoria e di una pratica medica
naturale, economica, sicura ed efficace che era condivisa dai
medici di mezzo mondo e che partiva dalle considerazioni che
andrò a esporre.

8
CAPITOLO I
LA PUTREFAZIONE INTESTINALE CAUSA
L’AUTOINTOSSICAZIONE
Nel contenuto del grosso intestino (cieco, colon e retto)
composto da cibi in via di digestione e dalle varie secrezioni
riversate, vivono più di 500 specie di microscopici organismi,
in numero 9 volte superiore a quello di tutte le cellule del
corpo. L’insieme di questi microrganismi viene comunemente
chiamato “flora intestinale”. Flora fa pensare a dei vegetali,
ma sono batteri, batteri innocui, anzi “buoni” dato che
producono delle sostanze e svolgono delle azioni necessarie
al nostro organismo, in particolare all’intestino e al sistema
immunitario.

Nel grosso intestino, detto anche crasso, si possono però


insediare un secondo tipo di batteri. Sono batteri nocivi che
causano dissenteria e infezioni, comprese le più pericolose
che sono tifo e colera.

Oltre queste due, vi è una terza categoria di batteri, i quali non


provocano gravi malattie intestinali come i precedenti, ma non
sono innocui.

Infatti, questi batteri sono in grado di provocare grandi


fermentazioni e decomposizione putrida del contenuto
intestinale e possono dar luogo a disturbi più o meno gravi.

I batteri fermentativi e putrefattivi trovano nel contenuto


intestinale un terreno nutritivo favorevole alla loro vita e
producono delle sostanze per noi tossiche e perfino

9
cancerogene, le quali possono passare nella circolazione
sanguigna generale e perciò disturbare tutto l’organismo.

Metchnikoff, il medico russo che ricevette, all’inizio del ‘900,


il premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina, chiamò
tossiemia questa autointossicazione del sangue.

I prodotti tossici di origine intestinale intossicano, ovviamente,


anche ogni madre, la quale intossica il feto non meno del
neonato allattato al seno.
Ecco perché ho detto che una evacuazione difettosa è
comune a tutti, perché non mi riferivo alla regolarità ma alle
putrefazioni e fermentazioni intestinali.

Già all’inizio del ‘900, Metchnikoff1, con le sue ricerche, aveva


chiarito sia le funzioni utili che quelle nocive dei batteri
intestinali.
Parlando di quella terza categoria di batteri diceva che in
determinate condizioni e stile di vita, possono diventare
prevalenti per numero sulla flora intestinale. Inoltre, diceva
che sono sicuramente dannosi, che possono penetrare
attraverso la parete intestinale e arrivare fino al fegato, milza,
polmoni oppure fermarsi sui gangli mesenterici vicini.
Infine, come si è detto, producono sostanze tossiche che
possono passare nella circolazione sanguigna generale e
disturbare tutto l’organismo.

1Élie Metchnikoff, The Prolungation of Life, New York, 1908.


Edizione Italiana: Il Prolungamento della Vita, tradotto dalla Prof.ssa Francesca Anderson,
supervisione critica e scientifica Lorenzo Morelli, Cesare Schiavi. Segretaria di Edizione
Michela Bianco Prevot. Edizioni Mofin Alce – Novara ©2000.
10
Dalla putrefazione nell’intestino crasso delle proteine si
formano sostanze tossiche, come fenolo, scatolo, indolo,
cadaverina, ecc. più di mille quelle ad oggi note.
Fra queste si possono ricordare le amine vaso-attive (sia
vaso-dilatatrici che vaso-costrittrici dei vasi sanguigni) che
causano anche un aumento della permeabilità intestinale.
In pratica ci può essere una buona percentuale di persone
che soffre di ipo- o di iper-tensione, a causa di amine vaso-
attive prodotte dai batteri putrefattivi intestinali.
In questi casi, si può consigliare la corteccia di Crespino
(Berberis vulgaris), in quanto la sua corteccia, oltre a tante
altre attività benefiche, inibisce la decarbossilasi, l’enzima
batterico responsabile della conversione degli aminoacidi in
amine vaso-attive.

Delle tossine che i batteri fermentativi e putrefattivi producono


nell’intestino, una volta che sono assorbite e passate in
circolo, solo una piccola parte è adatta a essere eliminata
direttamente col sudore e con le urine. Non basta fare una
sauna o tanta “plin-plin”! la maggior parte delle tossine non si
elimina direttamente attraverso gli organi emuntori.

Interviene allora un sistema chiamato reticolo-endoteliale,


composto da cellule (dette cellule del Kupffer dal nome del
suo scopritore) in grado di fagocitare endotossine e batteri
intestinali che inglobano e digeriscono. Il sistema reticolo-
endoteliale è sparso un po’ ovunque nel corpo, ma soprattutto
nella milza e nel fegato, dove costituisce il cosiddetto “filtro
epatico” che filtra il 99% del sangue, ma oltre a una certa
quantità, le cellule del Kupffer non riescono a mangiare!

11
Ci sono alcune piante che rinforzano il sistema reticolo-
endoteliale: le radici di Ginseng (Panax ginseng), le radici di
Echinacea (Echinacea angustifolia, purpurea e pallida), le
foglie e i fiori di Malva (Malva sylvestris), l’erba e i fiori di
Meliloto (Melilotus officinalis), che si possono utilizzare
indifferentemente (scegliendole in base alle altre proprietà che
possiedono).
Vi sono anche alcuni germogli (e relativi gemmoderivati) che
aiutano il sistema reticolo-endoteliale: Cornus sanguinea
(Sanguinella), Fagus sylvatica (Faggio), Juglans regia (Noce),
Rubus idaeus (Lampone), Ulmus campestris (Olmo). Di
queste, le più attive sembrano essere quelle del Lampone
(Rubus idaeus) per le donne, e di Noce (Juglans regia) per gli
uomini.

C’è un altro sistema per le restanti endotossine, così come


per altre numerose sostanze ingerite o prodotte
dall’organismo che, comunque, debbono essere eliminate. Un
sistema che le neutralizza nel fegato, attraverso quelle che
sono chiamate Fase I e Fase II di detossificazione.
Attraverso questa meravigliosa strada metabolica, vengono
eliminati metalli pesanti, farmaci, pesticidi, diserbanti,
inquinanti, xenobiotici, enterotossine, conservanti alimentari,
ma anche sostanze alimentari come caffeina, vanillina e infine
anche ormoni, neurotrasmettitori e diversi metaboliti (per
mantenere l’equilibrio fra la fase anabolica costruttiva e quella
catabolica distruttiva, un processo continuo che si può
chiamare di “rinnovamento continuo”).
La detossificazione epatica di Fase I e II consiste, in estrema
sintesi, nello staccare un pezzetto dalle molecole tossiche con
la Fase I per mezzo di enzimi (citocromo P-450) e, sempre

12
per mezzo di enzimi, nell’attaccare un altro pezzetto con la
Fase II (attraverso 6 vie di detossificazione), neutralizzandole
e rendendole così eliminabili principalmente con la bile, con le
urine o col sudore attraverso gli emuntori naturali, che
comprendono anche polmoni, organi genitali, occhi, orecchie
e naso.
Il citocromo P-450 è un sistema enzimatico formato da un
centinaio di enzimi coinvolti nella detossificazione
dell'organismo, specializzati per certe sostanze da
neutralizzare.
I frutti di Schisandra (Schisandra chinensis) e le foglie di Tè
verde (Camelia sinensis) ne aumentano l’attività.
Gli enzimi della detossificazione di Fase I e II necessitano per
funzionare di determinati aminoacidi, vitamine e sali minerali,
cioè di nutrimenti specifici:
- glutatione e i suoi componenti (glicina, cisteina, acido
glutamico)
- aminoacidi solforati (contenenti zolfo): cisteina (e cistina:
due molecole di cisteina), metionina, taurina, NAC e SAMe
(a questi si può aggiungere l’MSM)
- aminoacidi: glicina, glutamina, arginina, ornitina
- vitamine: B1, B2, B5, B6, B12, C, acido folico, colina
- sali minerali e oligoelementi: magnesio, zinco, rame,
molibdeno e selenio.
Le persone con un sistema di detossificazione di Fase I
insufficiente manifestano intolleranza alla caffeina, ai profumi
e alle sostanze chimiche e sono caratterizzati dal rischio di
contrarre malattie al fegato, oppure le hanno già.
Le persone con un sistema di detossificazione attivo o
iperattivo non sono sensibili alla caffeina.

13
Il citocromo P450 trasforma le tossine in due modi: o le
converte in sostanze meno tossiche rendendole idrosolubili e
direttamente eliminabili (come nel caso della caffeina), oppure
le converte in sostanze maggiormente tossiche che devono
essere neutralizzate in fretta con la Fase II. Infatti, per
ciascuna tossina metabolizzata in Fase I viene generato un
radicale libero che, se non viene neutralizzato (normalmente
dall’antiossidante glutatione) danneggia il fegato. La velocità
con cui la Fase I genera intermedi attivi deve essere
equilibrata dalla velocità con cui la Fase II ne termina la
trasformazione.
Il rizoma di Curcuma (Curcuma longa) rallenta la Fase I e
accelera la Fase II. In questo modo diventa un
anticancerogeno per il fumo delle sigarette, perchè questo
diventa cancerogeno solo dopo la Fase I.

Se le tossine intestinali costano così tanti nutrimenti ed


energia, perché non pulire l’intestino crasso e interrompere
così il flusso delle endotossine (che si producono dalla
putrefazione intestinale dei residui alimentari) che arriva
continuamente al fegato attraverso la circolazione sanguigna?

14
CAPITOLO II
COME ARRESTARE LA PUTREFAZIONE
INTESTINALE
Cosa si dissero i medici verso la fine dell’800?

Bisogna trovare un rimedio per arrestare la putrefazione


intestinale, sorgente dell’auto-intossicazione permanente,
per dare all’esistenza umana una durata più lunga e una
vecchiaia felice ed esente da malattie.

Numerosi antisettici gastro-intestinali chimici furono messi in


uso, ma tutti presentavano l’inconveniente di provocare
intossicazioni loro stessi e poi avevano un’azione limitata sulle
fermentazioni e putrefazioni.

Nel 1862, Pasteur2 scoprì che la fermentazione che


trasformava il latte in una soluzione di acido lattico era
provocata da micro-organismi che chiamò fermenti lattici.
Nel 1885, a seguito della scoperta di Pasteur del meccanismo
della fermentazione lattica, il dottor Escherich (che darà il
nome all’Escherichia coli), dimostrò che l’ingestione di latte
fermentato riduceva la putrefazione nell’intestino crasso e

2
Nel 1882, Pasteur manifestò grande stima per Metchnikoff, invitandolo a lavorare nel
proprio Istituto a Parigi. Qui lo scienziato biologo russo si impegnò senza sosta nella
ricerca per i successivi 25 anni. In particolare si concentrò sul meccanismo della fagocitosi
come strumento di difesa dell’organismo. La sua teoria sulla fagocitosi fu accettata solo
dopo 25 anni e nel 1908 fu insignito del premio Nobel. In seguito, intraprese uno studio
sulla flora dell’intestino umano e sviluppò una teoria secondo cui le malattie e la vecchiaia
sono causate dall’avvelenamento del nostro organismo da parte di sostanze prodotte da
alcuni batteri putrefattivi nell’intestino crasso… Gli abitanti di certi villaggi bulgari vivevano
anche più di cent’anni e Metchnikoff attribuì tale longevità a dei batteri “buoni” contenuti nel
latte acido che bevevano frequentemente...
15
pensò di sfruttare a scopo terapeutico questo antagonismo
per l’ambiente tra i batteri della fermentazione lattica e i batteri
della putrefazione.
Circa il meccanismo di questa azione anti-putrida fu il dottor
Metchnikoff ad affermare che la putrefazione si può stabilire
solo in ambiente alcalino e poiché i fermenti lattici
acidificano l’ambiente in cui vivono, producendo acido lattico,
creano un ambiente del tutto sfavorevole ai batteri putrefattivi.
I batteri della fermentazione lattica non si possono sostituire
con l’assunzione di acido lattico dato che non raggiunge
l’intestino crasso perché viene assorbito prima e usato per
produrre energia, dopo essersi legato agli alcali del sangue.
A New York, il dottor Herter scoprì che nelle urine c’erano i
testimoni indiscutibili della putrefazione intestinale, delle
sostanze chiamate etero-solfo-coniugati.
Constatò, infatti, che mentre il Colibacillo e il Bacillo proteo
aumentavano considerevolmente gli etero-solfo-coniugati, i
bacilli lattici li diminuivano considerevolmente.
Il professor Cohendy si sottopose all’ingestione quotidiana di
colture di microbi lattici per 74 giorni e constatò che la
diminuzione degli etero-solfo-coniugati persistette per 7
settimane dopo la sospensione del trattamento!
Gli stessi risultati furono ottenuti da medici svizzeri e inglesi.
Il dottor Metchnikoff disse, allora, che i bacilli lattici oltre a
creare un ambiente acido, dovevano produrre una sostanza
con proprietà antisettiche.
Ma fu il dottor Belenowsky a dimostrare che il Bacillo bulgaro
secerne un prodotto speciale anti-putrido che sopravvive alla
morte del bacillo.
Metchnikoff pensò anche a una preparazione che chiamò
Lattobacillina, costituita, appunto, da colture del bacillo

16
bulgaro (Lactobacillus bulgaricus), l’antenato dello Yogurt!
Metchnikoff cita anche un medico italiano, il dottor Rovighi, il
quale bevendo quotidianamente un litro e mezzo di Kefir,
constatò nelle sue urine la diminuzione consistente degli
etero-solfo-coniugati.
Il dottor Metchnikoff ha fatto risaltare i numerosi benefici che i
fermenti lattici rendono all’alimentazione umana e del
bestiame. Infatti, impediscono la putrefazione dei vegetali
anche nell’intestino dell’animale erbivoro.
Scoprì, inoltre, che è il pH acido dell’intestino crasso che
stimola la peristalsi, la quale permette un movimento regolare
dell’intestino, per farne avanzare il contenuto per smaltirlo.
Nell’edizione del Medicamenta del 19333, si legge che le
ricerche sui fermenti lattici erano condivise, apprezzate e
divulgate dalla maggior parte dei medici a livello mondiale, i
quali concordavano sul fatto che la causa principale dei
disturbi cronici è l’eccessiva crescita dei batteri dannosi nei
vari settori del tubo gastro-intestinale.

I medici del primo ‘900 conclusero che il miglior


trattamento contro la putrefazione intestinale, e perciò
contro l’autointossicazione, consisteva nell’ingestione dei
bacilli lattici, per una disinfezione intestinale.

Non si trattava, tuttavia, di una scoperta, perché l’uso


terapeutico dei fermenti lattici ha antiche radici nella storia
della medicina. Il latte acido era largamente usato dalle
antiche popolazioni del Medio Oriente e dell’Oriente, per la
prevenzione e la cura di malattie intestinali e generali. La cura

3AA.VV., Medicamenta – Guida Teorico Pratica per Sanitari, IV edizione, Cooperativa


Farmaceutica, Milano, 1933
17
del latte cagliato, del Kefir, del Kumis era praticata da quando
era iniziata l’agricoltura e l’aratura della terra con i buoi, più di
6000 anni fa.
Il miso e il tempeh sono anch’essi derivati latto-fermentati
della soia, in grado di fornire fermenti lattici acidogeni a chi li
consuma (se preparati col metodo tradizionale)
L’ingestione dei fermenti lattici è assolutamente innocua,
essendo sprovvisti di qualunque azione patogena.
Attraversano lo stomaco senza lasciarsi influenzare dai succhi
gastrici, arrivano viventi nell’intestino crasso dove proliferano
subito, a condizione che siano forniti loro gli alimenti
necessari, detti prebiotici. Si tratta delle fibre alimentari solubili
e insolubili in acqua. Con le fibre l’acido lattico viene prodotto
rapidamente trasformando l’ambiente da alcalino in acido, che
è nefasto, come si è detto, per i microbi della putrefazione. Ci
sono già state le prove della loro attività, dalla diminuzione
degli etero-solfo-coniugati nelle urine.
Oltre al Bacillo bulgaro di Metchnikoff (Lactobacillus
bulgaricus), vanno presi in considerazione gli Streptococchi, i
Lattobacilli e i Bifidobatteri.
Tutti possono attraversare il tubo digerente senza perdere né
la molteplicità, né l’azione fermentativa. Quindi, rendere
gastro-resistenti i fermenti lattici è un’operazione del tutto
inutile. Basti pensare che i Lattobacilli producono acidi, quali:
lattico, propionico, acetico, valerico, butirrico.
È controverso se sia meglio usare gli uni o gli altri generi di
fermenti lattici. A me sembrano disquisizioni di marketing più
che questioni di reale efficacia, in quanto la ricerca ha stabilito
che i più utili sono il Lactobacillus acidophilus e il
Bifidobacterium bifidum, per i motivi che esporrò.

18
L’industria, alimentare utilizza, invece, da sempre, per la
produzione dello yogurt, il Lactobacillus bulgaricus e lo
Streptococcus thermophilus.
«Uno dei motivi principali per cui la maggior parte degli yogurt
attualmente in vendita non è molto utile dal punto di vista
clinico è che sono preparati con Lactobacillus bulgaricus e
Streptococcus thermophilus. Questi due batteri hanno qualche
effetto benefico sulla salute, ma non colonizzano il colon»4.
Inoltre, gli yogurt contengono spesso dei conservanti che
uccidono o bloccano gli stessi batteri lattici! Alcune volte sono
dichiarati (benzoato di sodio), altre volte sono “nascosti”
nell’aroma naturale. Lo si capisce dall’alta conservabilità in
frigorifero: non aumenta nemmeno un po’ l’acidità (causata
dall’acido lattico che dovrebbe essere prodotto dai batteri),
neanche dopo alcune settimane… Si osserva, invece, il
contrario con lo yogurt preparato in casa, dove i batteri sono
vivi…
Infine, nessuno dei produttori di yogurt o kefir indica la
quantità di fermenti lattici vivi presenti nella confezione.
Per gli integratori alimentari, invece, il Ministero della Salute
ha stabilito che devono contenere nella dose giornaliera, non
meno di 1 miliardo di cellule vive per ogni genere di fermento
lattico utilizzato nella preparazione.

I medici del primo ‘900 scoprirono che la quantità degli etero-


solfo-coniugati, presenti nelle urine, dipendeva anche dal
regime alimentare.
Un regime vegetariano e latteo, associato all’assunzione di
fermenti lattici, abbassava la quantità degli etero-solfo-
coniugati.

4
J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni.
19
Mangiare proteine animali (pesce, carne, formaggi…), invece,
favorisce un aumento dei batteri putrefattivi, come
conseguenza di un aumento di produzione di ammonio, un
alcali che si forma dal gruppo –NH2 degli aminoacidi,
costituenti delle proteine non-digerite che raggiungono
l’intestino crasso. Dunque, le proteine non-digerite creano
nell’intestino crasso un ambiente alcalino che favorisce i
batteri putrefattivi.
Certo, riguardo alle proteine non-digerite, bisognerà ricercarne
i motivi e le cause nella digestione.

20
CAPITOLO III
DIGESTIONE, ENZIMI E ASSORBIMENTO DEI
NUTRIMENTI

È stato detto molto sull’iper-acidità, ma poco o nulla sulla


ipo-acidità gastrica. Diversi studi hanno dimostrato che la
secrezione di acido cloridrico può diminuire già dai 40
anni e che la metà degli ultrasessantenni non ne produce
più.

Questa carenza favorisce la crescita dell’Helicobacter pylori e


incoraggia i batteri fermentativi.
In primo luogo, una acidità forte (pH inferiore a 4,5) è
necessaria perché la pepsina digerisca le proteine rendendo
così disponibili gli aminoacidi, la vitamina B12 e i minerali
calcio, fosforo, ferro e zinco, che in questo modo possono
essere salificati e quindi assorbibili.
Se le proteine non vengono digerite non forniscono gli
aminoacidi (necessari per la produzione di enzimi, ormoni,
neurotrasmettitori, collagene, ossa, muscoli, ecc), le vitamine
e i sali minerali.

Il corpo quindi comincerà a smontare muscoli e altre parti per


rifornirsi di aminoacidi e altri nutrimenti per sopravvivere.

I sintomi principali della ridotta acidità gastrica sono tutti


caratterizzati dal gonfiore nella parte alta dell’intestino dopo i
pasti, soprattutto se a base di carboidrati (nel caso dell’a-
cloridria, il gonfiore si estende anche allo stomaco):

21
 gonfiore, bruciore e flatulenze immediatamente dopo i
pasti
 presenza di gas nell’apparato digerente superiore
 senso di ripienezza e sazietà subito dopo i pasti
 indigestione, diarrea o stipsi
 allergie alimentari multiple
 nausea dopo l’assunzione di integratori alimentari
 prurito anale
 unghie deboli, irregolari e fragili
 capillari dilatati su guance, zigomi e naso
 acne post-adolescenziale
 carenze di ferro
 presenza di cibo non digerito nelle feci
 parassitosi intestinali e disbiosi
 infezioni intestinali croniche, batteri e funghi
 candidosi cronica
 Helicobacter pylori
 meteorismo nel tratto digestivo superiore
 assenza di rigurgiti acidi gastro-esofagei (reflusso)
 cancro.

Ovviamente se l’acido cloridrico è carente o mancante non si


presenteranno rigurgiti acidi in gola (reflusso gastro-
esofageo), tuttavia possono essere presenti bruciori di
stomaco. Non bisogna lasciarsi ingannare dai sintomi di
acidità di stomaco che potrebbero far pensare a un eccesso di
acido, perché è stato dimostrato che 9 casi su 10 risultano
causati, invece, dalla mancanza di acido cloridrico! Infatti, il
muco protettivo viene prodotto dalle cellule della mucosa
gastrica a seguito della secrezione di acido cloridrico. Se

22
questo manca, il muco protettivo non viene prodotto e la
pepsina va ad irritare le pareti gastriche, provocando un
bruciore che normalmente viene scambiato per ipercloridria (e
perciò trattato con antiacidi). Bisogna provare, invece, ad
assumere una piccola quantità di Betaina cloruro diluita in un
bicchiere o in una bottiglia di acqua da bere durante i pasti.
Infatti, la carenza o la mancanza di acido cloridrico (HCl) può
essere compensata da Betaina HCl (betaina cloruro o
cloridrato o acidolo), da assumere durante i pasti,
debitamente diluita in acqua.

Vien da chiedersi, perché la carenza di acido cloridrico causa


il gonfiore?
Normalmente, la parte alta dell’intestino tenue è priva di
batteri perché, il cibo parzialmente digerito che arriva dallo
stomaco (chimo), è mescolato con gli acidi gastrici. Prima che
questi acidi vengano neutralizzati dalla bile svolgono
un’azione disinfettante nei confronti dei batteri presenti negli
alimenti e contro quelli che potrebbero risalire dalla parte
bassa dell’intestino. Ma se l’acido cloridrico viene a diminuire
o a mancare, i batteri fermentativi risalgono dall’intestino
crasso e invadono il tenue, creando diversi problemi:
 degradano le mucose intestinali, provocando: malassorbi-
mento dei nutrimenti, aumento della permeabilità intesti-
nale, intolleranze alimentari, allergie, malattie autoimmuni.
 disattivano gli enzimi digestivi pancreatici e quelli prodotti
dalla mucosa intestinale (peptidasi, saccarasi, lattasi,
maltasi, isomaltasi…)
 distruggono i flavonoidi, presenti negli alimenti e in molte
piante medicinali.

23
 consumano i nutrimenti per crescere e moltiplicarsi,
soprattutto i carboidrati, ma anche vitamine (soprattutto
B12) e fibre alimentari, causando carenze di nutrimenti.
Nel provocare tutto questo producono molti gas che causano,
appunto, il gonfiore.
I sintomi dell’eccessiva crescita batterica fermentativa
nell’intestino tenue sono, ovviamente, quelli della ridotta
acidità gastrica (vedi pag. 22).
Anche i fermenti lattici producono dei gas, quindi se si
assumono in questa situazione, non risolvono il problema,
anzi, aumentano i gas e saranno rapidamente sopraffatti dai
numerosissimi batteri fermentativi, i quali sottraggono loro gli
alimenti compreso l’ossigeno.

La digestione, l’assorbimento dei nutrienti e l’evacuazione del


cibo che rimane, come si è detto, devono avvenire in modo
corretto per conservare la salute. L’alterazione anche di uno
solo di questi processi determina gravi problemi a diversi
sistemi del corpo e poiché avviene in maniera progressiva, ma
lenta, non si considera mai come causa primaria.
La digestione scarsa degli alimenti, e l’assorbimento
insufficiente dei nutrimenti che ne consegue è un problema
molto più comune di quanto si pensi. L’ingestione dei migliori
cibi è inutile se la digestione e l’assimilazione sono
insufficienti. Inoltre, proteine non digerite, o non
completamente digerite, possono provocare, come si vedrà,
intolleranze, allergie alimentari e malattie autoimmuni, se vi
sono delle lesioni nelle pareti intestinali o un aumento della
permeabilità intestinale (proprio ciò che provocano i batteri
fermentativi).

24
La maggior parte delle molecole degli alimenti non possono
essere assorbite tal quali, ma devono essere “smontate” in
molecole più piccole assorbibili dall’intestino: le proteine in
aminoacidi, i carboidrati in zuccheri semplici, i grassi in acidi
grassi e monogliceridi.
I denti cominciano la digestione frammentando gli alimenti e li
impastano con la saliva. Questa protegge la mucosa della
faringe e dell’esofago con anticorpi IgA secretori. La saliva
facilita anche la rimineralizzazione dei denti con i sali minerali
di calcio, magnesio e fosforo.

L’enzima lipasi linguale inizia la digestione dei grassi, mentre


l’amilasi salivare e la ptialina iniziano la digestione dei
carboidrati.
Lo stomaco impasta il cibo con altri enzimi digestivi ed
emulsiona i grassi formando il “chimo”. Lo stomaco produce
da 1,5 a 3 litri al giorno di succhi gastrici, che hanno diversi
componenti prodotti dalle pareti: l’acido cloridrico; il muco, un
rivestimento della mucosa gastrica resistente all’acido
cloridrico; la pepsina; la lipasi gastrica e gli altri enzimi
digestivi; il fattore intrinseco (necessario per il trasporto e
l’assorbimento della vitamina B12).
L’acido cloridrico rende assimilabili gli aminoacidi e attiva la
trasformazione dei pepsinogeni in pepsina. Inoltre, l’acido
cloridrico impedisce la crescita dei batteri, creando un
ambiente sterile.

Nell’intestino tenue la digestione si completa per mezzo degli


enzimi (prodotti dal pancreas e dalle pareti intestinali) e della
bile (contenente anche lecitina) prodotta dal fegato e secreta
dalla cistifellea (dove viene accumulata).

25
Il pancreas produce circa 2,5 litri al giorno di succhi digestivi
ed è regolato dal nervo vago e dagli ormoni secretina e
colecistochinina, prodotti dal duodeno. La loro produzione è
stimolata dalle proteine, dai grassi e dal chimo acido stesso
proveniente dallo stomaco.
I succhi pancreatici, così come la bile, sono secreti in
soluzione di bicarbonato di sodio che neutralizza l’acidità del
chimo.
L’ambiente leggermente alcalino è necessario per attivare le
proteasi pancreatiche, il tripsinogeno (dal quale deriva la
tripsina), il chimotripsinogeno (dal quale deriva la
chimotripsina), le peptidasi e le disaccaridasi intestinali
(lattasi, sucrasi, maltasi, isomaltasi…).
La bile solubilizza ed emulsiona con la lecitina5 i grassi,
permettendo alla lipasi di idrolizzare i trigliceridi in
monogliceridi e acidi grassi a catena lunga.
La mucosa intestinale sana, oltre agli enzimi digestivi per i
disaccaridi (disaccaridasi) e per le proteine (peptidasi),
produce anche immunoglobuline che proteggono da
microrganismi e tossine.

5 La lecitina è anche una fonte preziosa di fosfolipidi.


«Tutte le cellule dell’organismo sono racchiuse in una membrana [che poi è il loro
cervello mentre il nucleo è il data-base] composte per lo più da grassi essenziali
che formano composti chiamati fosfolipidi. Il fosfolipide differisce da un trigliceride
perché invece di avere tre acidi grassi legati alla molecola della glicerina, ne ha
solo due, il terzo è sostituito da una molecola contenente fosforo (colina, serina,
etanolammina…). I fosfolipidi hanno il ruolo cruciale di determinare l’integrità e la
fluidità delle membrane cellulari» [Murray M. T., Guida Medica Agli Integratori
Alimentari, Edizioni Red].
La giusta fluidità e integrità delle membrane, permette alle cellule di ricevere le
informazioni dall’esterno e trasmetterle all’interno per produrre le proteine (la
risposta) in base agli stimoli.
26
L’amilasi salivare inizia la digestione degli amidi (carboidrati)
nella bocca, ma si interrompe nello stomaco. Nel duodeno
continua la digestione l’amilasi pancreatica, che però scinde
gli zuccheri solo fino a disaccaridi (lattosio, maltosio,
saccarosio…). Questi vengono digeriti in zuccheri semplici (gli
unici che possono essere assorbiti) dai relativi enzimi (lattasi,
maltasi, saccarasi…) prodotti dai microvilli delle cellule
dell’intestino tenue.

L’acido cloridrico e la pepsina iniziano la digestione delle


proteine degli alimenti, seguita nel duodeno dall’idrolisi in
oligopeptidi e in aminoacidi liberi, compiuta dagli enzimi
proteolitici prodotti dal pancreas. La digestione finale la
compie l’enzima peptidasi, prodotto dalle cellule dell’orletto a
spazzola dell’intestino tenue.
Dalle proteine vengono assorbiti solo gli aminoacidi liberi, i
dipeptidi, i tripeptidi e altri peptidi a catena breve.

La digestione delle proteine libera anche la vitamina B 12 e,


come si è detto, alcuni minerali, come calcio, ferro, fosforo e
zinco contenuti negli alimenti.
La bile secreta dal fegato (circa 700 ml al giorno) viene
immagazzinata nella cistifellea, per essere poi secreta durante
i pasti.
I sali biliari solubilizzano ed emulsionano i grassi, permettendo
l’idrolisi enzimatica (digestione necessaria per il loro
assorbimento). La digestione dei grassi è il più complesso dei
processi digestivi e di assorbimento. I grassi, infatti, non sono
solubili in acqua, per cui il tratto intestinale deve trasformarli in
una forma solubile e assorbibile.

27
La digestione dei grassi inizia dalla bocca con la lipasi secreta
dalla lingua. Nello stomaco sono dispersi in una fase chiamata
chimo. Poi gli enzimi prodotti dal pancreas scindono i
trigliceridi (gli oli di semi sono tutti trigliceridi: tre acidi grassi a
catena lunga legati alla glicerina) in monogliceridi e acidi
grassi, i quali si combinano con gli acidi biliari e i fosfolipidi.
Tale processo rende i grassi solubili in acqua e assorbibili
dalle cellule dell’intestino tenue, dove gli acidi grassi vengono

28
riuniti ai monogliceridi e ai trigliceridi per formare i
chilomicroni, che vengono immessi nel sistema linfatico.
Quando i grassi non vengono assorbiti, per una carenza
di bile, le feci galleggiano nell’acqua (steatorrea).
Poiché molti soffrono di sovrappeso, possono essere indotti a
pensare che sia meglio non assorbire i grassi! Ma bisogna
ricordare che sono liposolubili, oltre ai grassi saturi, anche
alcune vitamine (A, D, E, K, beta-carotene), gli acidi grassi
insaturi (essenziali perché il corpo non è in grado di produrli), i
carotenoidi (antiossidanti anti-invecchiamento), i flavonoidi
(antivirali), ecc.

L’indigestione (con la carenza e il malassorbimento dei


nutrienti che ne consegue), viene descritta in vari modi, ma
può derivare da una o più delle seguenti condizioni:
 minore secrezione di acido cloridrico,
 minore produzione e secrezione di bile,
 ridotta sintesi di enzimi digestivi.

Il malassorbimento oltre ai grassi e ai nutrimenti liposolubili,


può interessare anche altri nutrimenti come vitamine
idrosolubili, carboidrati, minerali e acqua ed è variabile.
Questo significa che, aminoacidi, zuccheri, acidi grassi,
vitamine e sali minerali sono assorbiti dalle pareti intestinali
con meccanismo differenti tra loro. Per cui una persona può
soffrire di malassorbimento di alcuni nutrimenti e non di altri.
Oltre alla carente produzione di enzimi digestivi da parte delle
cellule dell’intestino tenue, anche una carenza pancreatica
nella produzione di enzimi digestivi conduce a una
insufficiente digestione e, di conseguenza, a carenze

29
nutrizionali di nutrimenti liposolubili, aminoacidi e fibre e alla
formazione di un ambiente non adatto alla flora “buona”.
La causa più comune di carente produzione di enzimi
pancreatici è l’esaurimento produttivo del pancreas, dovuto al
superlavoro per compensare la mancata o inefficiente
digestione gastrica.

La cosa migliore da fare è assumere enzimi digestivi derivati


da Aspergillus oryzae, un fungo probiotico in grado di produrre
enzimi.

«Molti enzimi derivati da A. oryzae e dalle specie affini restano


altamente stabili e attivi in un intervallo di pH insolitamente
ampio. Queste proprietà li distinguono dagli enzimi animali
come la pancreatina, la pepsina, la tripsina, la chimotripsina,
la lipasi pancreatica e l’amilasi pancreatica, che richiedono
valori di pH spesso diversi da quelli delle persone con
problemi di salute. Per esempio la pepsina è attiva solo a pH
inferiori a 4,5, mentre la pancreatina svolge la sua attività
digestiva in ambiente alcalino. Al contrario, gli enzimi da A.
oryzae sono stabili e attivi per valori di pH che vanno da 2 a
12»6.

Gli enzimi fungini sono impiegati da secoli nella preparazione


di cibo come, ad esempio, per la fermentazione dei semi di
soia nella produzione della salsa di soia, del tamari e del
miso.

Molte persone non digeriscono il lattosio, così come altri


disaccaridi, perché le cellule della mucosa dell’intestino tenue

6
J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op. cit.
30
non producono l’enzima necessario (lattasi) per completarne
la digestione separando i due zuccheri semplici che lo
compongono (glucosio e galattosio). Le pareti dell’intestino
tenue non producono più gli enzimi digestivi (disaccaridasi,
peptidasi) perché sono irritate da batteri fermentativi o
denutrite (fra i nutrimenti indispensabili: butirrati, istidina, acido
glutammico e glutammina) o per cause genetiche.
L’intolleranza al lattosio presenta sintomi quali: dolore
addominale, gonfiore, crampi addominali, flatulenza,
eruttazioni e diarrea.
«La lattasi [da A. oryzae], assunta per via orale nel momento
in cui si ingerisce il latte [o i latticini], è efficace contro la
maldigestione e l’intolleranza al lattosio»7.

Aggiungendo lattasi al latte, poi rimesso in frigorifero, diventa


“ad alta digeribilità”.

Il continuo malassorbimento del lattosio danneggia


costantemente il sistema digerente. Di conseguenza il corpo
non può più ricavare i principi nutritivi necessari perché questa
disfunzione intestinale altera l’assorbimento, anche degli altri
nutrimenti.
Da queste irritazioni intestinali possono derivare infiammazioni
della mucosa e, lo si ripete, aumento della permeabilità con
conseguenze molto gravi, come si vedrà.

L’allergia, o intolleranza al glutine, dovuta a una carenza degli


enzimi digestivi amilasi e proteasi, e alla molto probabile
carenza di bile, aumenta anch’essa la permeabilità intestinale.

7 J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op. cit.


31
È noto fin dagli anni ‘50 che il glutine può essere causa di
lesioni intestinali (malattia celiaca) e che la fonte responsabile
è una parte del glutine, chiamata gliadina.
Negli anni 70 gli studi di frazionamento sono riusciti a
identificare i componenti della gliadina responsabili delle
lesioni. La fonte di tossicità gastro-intestinale del glutine nei
pazienti celiaci è la componente carboidratica della gliadina,
composta in prevalenza da glucosio, galattosio, xilosio e
arabinosio e non, come si credeva in precedenza, la frazione
proteica.

«In vitro l’amilasi è efficace nel trattamento della malattia,


poiché toglie enzimaticamente la porzione carboidratica
tossica della gliadina. Le preparazioni di amilasi rendono i
cereali come il frumento e l’avena sostanzialmente innocui per
gli individui affetti da enteropatia da glutine»8.

Trattando la farina del grano con amilasi durante la


fermentazione, si renderà il pane senza glutine!
Tuttavia, alcuni rari casi di manifestazioni allergiche
sistemiche, sono riferite alla parte proteica del glutine,
dunque, meglio assumere anche la proteasi o la bromelina,
insieme all’amilasi.
Va ricordato, tuttavia, che se c’è insufficienza biliare, e quindi
di lecitina (che funge da emulsionante), gli enzimi e il glutine
potrebbero non interagire tra loro.
Per migliorare la digestione di tutti gli alimenti, proteine,
carboidrati (compresi i disaccaridi come il lattosio) e grassi, lo
si ripete, sono efficaci gli enzimi digestivi prodotti da
Aspergillus oryzae. Questi enzimi, come si è detto, sono

8 J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op. cit.


32
addirittura più efficaci di quelli prodotti dallo stomaco, dal
pancreas e dall’intestino tenue.

«Il glutine di frumento digerito da pepsina ha dimostrato


attività oppioide. Si ritiene che questo sia il fattore
responsabile dell’associazione tra consumo di grano e
schizofrenia. L’ipotesi che il glutine sia uno dei fattori che
determina lo sviluppo della schizofrenia è sostanziata da
osservazioni epidemiologiche, cliniche e sperimentali»9.

La malnutrizione nella malattia infiammatoria intestinale è


dovuta al malassorbimento, che può causare qualunque
malattia.
«Gli estratti di Coleus forskohlii possono essere utili in
numerosi impieghi clinici, tra i quali anche il malassorbimento
e i disturbi digestivi»10.

In mancanza di enzimi digestivi le proteine e gli altri alimenti


non assorbiti, proseguono e arrivano intatti nell’intestino
crasso, dove diventano nutrimento per i batteri putrefattivi che
producono sostanze tossiche (e anche cancerogene) che
intossicano il sangue (tossiemia). Questi batteri producono
anche gas, che crea quindi gonfiore nella parte bassa
dell’intestino e flatulenza, che è il sintomo tipico della
carenza di enzimi digestivi. Se i gas non escono provocano
crampi e dolori addominali. Inoltre, come si è detto, rendono
l’ambiente alcalino perché liberano l’ammonio dalle proteine.
L’alcalinità favorisce la proliferazione di questi batteri che
possono diventare prevalenti sulla flora intestinale

9 J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op.cit.


10 Ibidem.
33
(disbiosi). La flora buona (i fermenti lattici) quindi diminuirà
fino a scomparire e con lei verrà a meno anche l’approvvigio-
namento delle vitamine B, come si vedrà.

Oltre alla presenza di gas nella parte bassa dell’intestino,


i sintomi della carenza di enzimi digestivi si manifestano
con intolleranze alimentari, allergie, malattie autoimmuni,
trombo-flebiti, infiammazioni croniche, feci maleodoranti,
steatorrea.

Non ci sono “effetti” collaterali nell’assicurarsi la digestione


degli alimenti con gli enzimi digestivi, ma solo “benefici”,
tuttavia potrebbero non essere sufficienti, da soli, per
completare la digestione.

34
CAPITOLO IV
PER COMPLETARE LA DIGESTIONE È
NECESSARIA LA BILE
Per completare la digestione degli alimenti, è necessaria
anche la bile che, in soluzione di bicarbonato di sodio,
neutralizza, nell’intestino tenue, l’acido cloridrico proveniente
dallo stomaco. L’ambiente se diventa leggermente alcalino
permette l’azione digestiva degli enzimi prodotti dal pancreas
e dall’intestino tenue. perché agiscono solo in ambiente
alcalino.
La lecitina prodotta dal fegato e riversata con la bile, come si
è detto, agevola la digestione dei grassi, ma oltre il 90% delle
persone ha una scarsa produzione di bile.

La carenza di bile è la causa della formazione dei calcoli alla


cistifellea – 30% della popolazione – e, inoltre, provoca
(oltre alla steatorrea) dei caratteristici e facilmente
riconoscibili problemi digestivi:
- eruttazioni
- rigurgiti acidi gastro-esofagei (reflusso gastro-esofageo)
- digestione lenta e/o difficile di alcuni cibi
- necessità di bevande gassate ai pasti
- gonfiore
- acidità gastrica
- feci maleodoranti
- gastralgie (dolori allo stomaco)
- ernia iatale
Con la carenza di bile e con l’acido cloridrico regolarmente
prodotto, lo stomaco non si svuota regolarmente e resta pieno
per molte ore, causando i sintomi appena riferiti.
Perché succede questo?
35
Fra lo stomaco e il duodeno è situata una valvola (piloro) che
rimane chiusa con l’acidità e si apre con l’alcalinità del succo
biliare (che, come si è ricordato, è in soluzione di bicarbonato
di sodio, così come il succo pancreatico). Così, quando arriva
un po’ di bile il piloro si apre e passa un po’ di cibo predigerito
acido (chimo). Quindi si richiude. Arriva altra bile, si riapre e
così via fino allo svuotamento del contenuto gastrico.

Bisogna sottolineare che quando la bile arriva nell’intestino


crasso, normalmente non è più alcalina, proprio perché il
bicarbonato si è combinato con l’acido cloridrico (NaHCO3 +
HCl → NaCl + H2O + CO2). Se il bicarbonato arriva nel crasso
crea un ambiente alcalino che favorisce i batteri putrefattivi.
Al contrario, quando la bile arriva neutralizzata nell’intestino
crasso esplica direttamente un’azione: antiputrida, di
conservazione della mucosa (regola la produzione della
mucinasi), sedativa sul cuore e sulla respirazione; stimolante
le fibre muscolari striate dei muscoli scheletrici e la peristalsi!
Per aumentare la bile sono necessarie le piante coleretiche e
colagoghe, come le foglie di Boldo (Peumus boldus), le foglie
di Carciofo (Cynara scolymus), la corteccia di Crespino
(Berberis vulgaris), i semi di Cardo mariano (Silybum
marianum), le radici e le foglie di Tarassaco (Taraxacum
officinalis), l’erba con fiori di Fumaria (Fumaria officinalis).
La bile, si può affermare, è il miglior digestivo e perciò lo sono
anche le piante che ne aumentano la produzione.
La Fumaria, va notato, ha proprietà anfocoleretiche, cioè
aumenta o diminuisce la produzione di bile a seconda delle
esigenze e se non vi è necessità non agisce!
La struttura degli acidi biliari è il colesterolo, dal quale si
formano l’acido colico e chemodesossicolico. Questi vengono

36
coniugati con gli aminoacidi Glicina e Taurina che sono
presenti nella bile sotto forma di sali di sodio o di potassio. Nei
carnivori i sali biliari sono coniugati in particolare con la
Taurina, negli erbivori con la Glicina, negli onnivori con Glicina
e Taurina in parti uguali.
Glicina e Taurina sono necessarie per la produzione di bile,
ma servono anche per la detossificazione di Fase II e, quindi,
può essere necessaria la loro integrazione.
La scarsa produzione di bile è associata, perciò, all’aumento
dei livelli di colesterolo, in quanto, come si è detto, è il
principale componente della bile. Aumentando la produzione
di bile, si abbassa il livello di colesterolo nel sangue!

Una scarsa produzione di bile può causare anche la colite


muco-membranosa.
Bisogna sapere, infatti, che la mucosa gastro-intestinale è
protetta da uno strato di muco che lei stessa produce. Tale
muco è necessario, ma non deve essere né troppo
abbondante da intralciare l’assorbimento dei nutrimenti, né
troppo scarso da seccare la mucosa che può così fessurarsi e
ulcerarsi. L’intestino, per questo equilibrio, ha a disposizione
la bile e l’enzima mucinasi. Questo enzima fa coagulare il
muco rendendolo consistente e visibile nelle feci (catarro). Se
la mucinasi non è rallentata nella sua azione, coagulerà
eccessivamente il muco e la mucosa, esaurita, si seccherà: la
colite ulcerosa è alle porte (compaiono delle muco-membrane
nelle feci). Ebbene, l’antagonista della mucinasi è proprio la
bile!

La bile esercita, infine, un’azione stimolante sulle fibre


muscolari sia striate che lisce.

37
La contrazione dei muscoli striati si fa più ampia e l’eccitabilità
diviene maggiore.
Come conseguenza sulla muscolatura liscia si accentua la
peristalsi, cioè il movimento naturale dell’intestino per fare
avanzare il contenuto e favorire il transito del materiale fecale.
Movimento che solitamente scompare nell’anziano e nel
vecchio e si dice allora che l’intestino non ha più tono.
Ci sono alcune piante che tonificano le pareti dell’intestino: le
foglie e i fiori di Assenzio (Artemisia absinthium), la corteccia
di Crespino (Berberis vulgaris), le foglie di Damiana (Turnera
diffusa), le foglie di Malva (Malva sylvestris), le foglie di Salvia
(Salvia officinalis), le foglie e i fiori di Origano (Origanum
vulgare), la radice di Genziana (Gentiana lutea). Queste
piante si possono usare indifferentemente (scegliendole in
base alle altre proprietà che possiedono).
La radice di genziana, se si vince il suo sapore amaro, è
anche il più potente tonico generale:
«ha la proprietà di ricondurre gli organi indeboliti nello stato
più conveniente per il libero esercizio delle loro funzioni…
presa un’ora prima dei pasti eccita moderatamente l’appetito e
favorisce la digestione. Aumentando la dose, i suoi effetti,
dapprima limitati allo stomaco, si estenderanno presto a tutti
gli altri organi e vi produrranno i sintomi della medicazione
tonica. L’uso della Genziana converrà dunque in tutte le
circostanze in cui sarà utile rianimare le forze senza produrre
un’eccitazione troppo viva»11.

L’azione antiputrida della bile provoca la dissoluzione dei


germi. Perfino il vibrione colerico, il bacillo tifico e il colibacillo

11 Campanini E., Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. Tecniche Nuove.


38
vengono facilmente distrutti. La proprietà antiputrida, ovvero
antimicrobica, si ascrive all’acido taurocolico.
Quando le feci, emanano un odore estremamente sgradevole,
siete molto probabilmente davanti a una insufficiente
produzione di bile.
La bile esercita anche un’azione sulle secrezioni dei diversi
apparati ghiandolari, provocandone lo stimolo funzionale.

Se la quantità di acido cloridrico è scarsa o addirittura


mancante, si innescano contemporaneamente dei danni
gravissimi: mancata attivazione degli enzimi proteolitici
(pepsina); mancata digestione delle proteine, che causa una
carenza di aminoacidi; mancata estrazione dagli alimenti della
vitamina B12 e dei minerali ferro, calcio, fosforo, zinco, che
causa carenze fatali; non viene neutralizzato il bicarbonato di
sodio in soluzione nella bile (alcalina) e questo aumenta la
putrefazione intestinale e la tossiemia (come ormai sappiamo)
e sfavorisce la flora batterica acidogena (fermenti lattici, che
producono acidi, in primis, acido lattico).

Una contemporanea insufficienza biliare, di acido cloridrico e


di enzimi digestivi (come avviene in quasi tutti i vecchi),
spalanca le porte a una denutrizione tale da rasentare il
digiuno. Vengono a mancare i nutrimenti semplicemente a
causa della mancata digestione degli alimenti. I sintomi
principali sono la stanchezza e la debolezza estreme. Intanto,
l’autointossicazione, causata dai cibi non digeriti che
fermentano e vanno in putrefazione nell’intestino crasso, non
può essere eliminata dalla Fase I e II, perché mancano i
nutrimenti necessari agli enzimi di detossificazione. Quindi le
enterotossine che vengono accumulate nel liquido interstiziale

39
(che circonda le cellule) aumentano sempre più. Ovviamente
è carente anche l’ossigeno nei tessuti (ipossia) che, lo si
ricorda, è necessario ai mitocondri all’interno delle cellule per
produrre l’energia cellulare (ATP) che serve a far avvenire
tutte le reazioni biologiche (ammesso che siano presenti le
vitamine del gruppo B). Il corpo smonta allora i tessuti
(muscoli e non solo) per procurarsi dei nutrimenti per
sopravvivere. Il timo, la “centralina” del sistema immunitario,
denutrito diventa un tessuto inerte, l’esaurimento fisico sarà
associato all’età, le malattie croniche saranno trattate con
farmaci…. A questo punto, la costituzione e le scorte
nutrizionali della persona determineranno il tempo (più o
meno breve) necessario prima che si presenti la cachessia e
la morte.

Se si pensa che metà degli ultra sessantenni non produce


più acido cloridrico, si può affermare che metà della
popolazione muore di fame con lo stomaco pieno.

Fra lo stomaco e l’intestino, lo ricordiamo ancora, vi è una


valvola (piloro) che si apre e si chiude per mezzo del pH:
l’acidità la chiude e l’alcalinità la apre.
Fra l’intestino tenue e il crasso, invece, c’è la valvola ileo-
cecale che è di “ritegno”, cioè unidirezionale (a senso unico)
verso l’ano, per impedire alle feci di risalire, ma si può
danneggiare a seguito di sforzi per la defecazione dovuti alla
stipsi (per lo stesso motivo si possono formare anche vene
varicose).

40
A questo punto bisognerà chiedersi: qual è il momento più
opportuno per assumere del bicarbonato (ammesso che sia
necessario)? La risposta è due o tre ore dopo l’inizio del
pasto. In quel momento il cibo è sceso nell’intestino tenue per
effetto della bile alcalina e, se non è sceso, scenderà nel
momento in cui il bicarbonato alcalinizza il contenuto gastrico
(che permetterà l’apertura della valvola del piloro e la
prosecuzione della digestione).

ALTERNANZA FISIOLOGICA TRA AMBIENTI ALCALINI E ACIDI


NELL’APPARATO DIGERENTE
CAVITÀ
INTESTINO INTESTINO
ORALE STOMACO
TENUE CRASSO
ED ESOFAGO
il pH deve il pH deve il pH deve il pH deve
essere essere essere essere
ALCALINO ACIDO ALCALINO ACIDO
Per mezzo
Per mezzo del Per mezzo dell’acido
Per mezzo della dell’acido
succo pancreatico lattico prodotto dalla
saliva prodotta cloridrico prodotto
e della bile che flora batterica
dalle ghiandole dallo stomaco e
sono in soluzione di intestinale “buona”
salivari contenuto nel
bicarbonato di sodio (fermenti lattici)
succo gastrico
La ptialina, Gli enzimi digestivi
L’acido lattico
l’enzima prodotto prodotti dallo Gli enzimi digestivi
sfavorisce i batteri
dalle ghiandole stomaco agiscono prodotti dal
putrefattivi
salivari, agisce solo in ambiente pancreas e dalle
intestinali “cattivi”
solo in ambiente acido creato pareti intestinali
(che preferiscono
alcalino per dall’acido cloridrico agiscono solo in
l’ambiente alcalino
digerire gli amidi. che sterilizza anche ambiente alcalino
per vivere e
L’acidità della gli alimenti da per completare la
moltiplicarsi) che
bocca favorisce la eventuali microbi e digestione.
causano la tossiemia
carie e l’alito cattivo loro “uova”

41
Il bicarbonato non va assunto lontano dai pasti, perché
l’ambiente alcalino nell’intestino (come si è ripetuto allo
sfinimento) sfavorisce la flora “buona”, cioè i fermenti lattici e
favorisce i batteri putrefattivi e fermentativi.

Alla frettolosa moda dell’”alcalinizzatevi” bisogna ricordare che


il corpo regola il pH del sangue anche senza bicarbonato.
L’organismo segue diverse strade metaboliche per garantire
la leggera alcalinità necessaria al sangue (pH tra 7,3 e 7,4) e
produrre bicarbonato di sodio. Inoltre, ci sono almeno 4
aminoacidi che alcalinizzano il sangue quando è necessario:
glutamina, arginina, lisina, e istidina.
Anche il sale marino, il sale da cucina (NaCl) il cloruro di sodio
tanto demonizzato, è un doppio regolatore del pH sanguigno:
nello stomaco e nei reni.
A livello dei reni, se il sangue tende verso l’acido viene
eliminato il cloro, se è troppo alcalino viene eliminato il sodio.
A livello dello stomaco, il sale (NaCl), reagendo con l’acido
carbonico (H2CO3) per mezzo di un enzima, produce acido
cloridrico (HCl) e bicarbonato di sodio (NaHCO3): H2CO3 +
NaCl → HCl + NaHCO3
L’acido carbonico proviene dai mitocondri, cioè dalla
“respirazione cellulare”. Qui, l’anidride carbonica (CO2) che si
forma e che non ha trovato posto nei globuli rossi, per mezzo
di un enzima si lega all’acqua: H2O + CO2 → H2CO3,
formando acido carbonico (un acido debole).

Sembra proprio che sia l’ambiente acido a uccidere i microbi.


Cercare di alcalinizzare le urine, ad esempio, non ha molto
senso, soprattutto in presenza di Escherichia coli o altri batteri
che temono proprio l’acido! Inoltre, l’acido ascorbico (vitamina

42
C) una volta che è ossidato (acido deidroascorbico), può
essere rigenerato nella forma ridotta attiva (acido ascorbico),
ma nelle urine, in ambiente anche debolmente alcalino, viene
idrolizzato (acido dichetogulonico) e poi degradato ad
ossalato. Gli ossalati possono formare calcoli alle vie
urinarie…

Come mai, viene da chiedersi a questo punto, i medici non


collegano le problematiche dello stomaco o del fegato
all’autointossicazione dall’intestino crasso? Perché la
tossiemia (che è la causa o la concausa di tutte le malattie)
non è riportata nei libri di medicina?

43
CAPITOLO V
LA NASCITA DELLA MEDICINA
FARMACEUTICA MODERNA
Torniamo ai primi decenni del ‘900.
La teoria di Metchnikoff dell’auto-intossicazione del sangue
attraverso l’intestino crasso, a causa delle putrefazioni, fornì
un fondamento nell’impiego terapeutico dei fermenti lattici, i
quali vennero introdotti in terapia con indicazioni diverse e con
successo.
Nel Medicamenta del 1933 si legge che i medici per eliminare
la tossiemia facevano anche un uso abituale di Agar-agar, di
erbe lassative antrachinoniche e di clisteri per una rapida
evacuazione del contenuto intestinale e delle feci stagnanti e
indurite.
Ma a partire dalla fine degli anni 30, questa modalità di terapia
non venne più insegnata ai medici.
La ricerca degli etero-solfo-coniugati non comparve più fra le
analisi da effettuare nelle urine.
I cibi latto-fermentati furono considerati medicine dei poveri.
Gli effetti salutari dell’Agar-agar, delle erbe purgative e dei
lavaggi intestinali, credenze popolari.
E l’esperienza medica positiva di oltre 40 anni, superata, in
altre parole, non supportata da dati scientifici.

Vien da chiedersi: cosa è successo alla fine degli anni 30


in campo medico perché fosse abbandonata la
conoscenza della tossiemia e le semplici pratiche per
eliminarla, scoperte dal premio Nobel per la Fisiologia e la
Medicina Dr. Elie Metchnikoff?

44
Per rispondere bisogna andare al 190812 negli Stati Uniti,
quando l’American Medical Association e la Carnegie
Foundation, due associazioni private americane, promossero
un’inchiesta negli Stati Uniti e in Canada sulla qualità della
formazione dei medici. Incaricarono tale Abraham Flexner, un
ambizioso insegnante senza alcuna qualifica medica la cui
principale referenza era l’amicizia, tramite il fratello, con i
potenti Rockfeller.
All’inizio del ‘900 i medici erano liberi di scegliere la terapia
che ritenevano migliore. La medicina aveva un’impostazione
basata sull’esperienza e richiedeva al medico la capacità
diagnostica, ma anche quella incline alla sperimentazione.
Nel 1910 uscì il famoso “rapporto Flexner” che denunciava
inadeguata la formazione dei medici.
«C’era da aspettarselo, dato che l’inchiesta era stata
promossa proprio nel momento in cui erano comparse le
prime grandi industrie farmaceutiche!
L’élite finanziaria si accanì sulla presunta pericolosità e scarsa
efficacia dei trattamenti fitoterapici, omeopatici, chiropratici,
idroterapici, insomma di tutti i trattamenti naturalistici.
Dal 1910, i dirigenti universitari di medicina ebbero accesso a
ingenti finanziamenti messi a disposizione dai banchieri. Le
università potevano ampliarsi, costruire nuovi edifici, allestire
nuovi laboratori costosi, ma a delle condizioni…»13.
Dallo stesso anno, 1910, le università esclusero sistema-
ticamente i medici naturalistici dalle cattedre, li privarono di
riconoscimenti e perciò vietarono loro perfino la professione.

12 Nello stesso anno era stato pubblicato a New York il libro The Prolungation of Life del Dr.
Élie Metchnikoff…
13 Marco Pizzuti, Scoperte mediche non autorizzate. Edizioni Il Punto d’Incontro.

45
Fu il primo passo verso la formazione di un Nuovo Ordine
Medico, col pretesto di innalzarne la formazione e perciò la
qualità dell’assistenza sanitaria.
Da quel momento in poi l’unico metodo riconosciuto dal
sistema sanitario americano divenne quello basato sui prodotti
dell’industria farmaceutica.
Le università americane divennero l’esempio scientifico da
seguire. Nei loro laboratori, nuovi di zecca, i ricercatori
allopatici dimostrarono, ovviamente senza una controparte,
che il loro metodo era l’unico efficace, l’unico ad avere
riscontri scientifici.
Negli anni ’30 la grande riforma sanitaria avviata in America fu
estesa a tutto il mondo industrializzato e quindi arrivò anche in
Italia. Ed ecco spiegato perché verso la fine degli anni ’30 fu
abbandonato il metodo naturalistico medico! Metodo che
conservarono gli erboristi di campagna, peraltro abusivi
perché senza alcun riconoscimento professionale, e qualche
medico “all’antica”.
La cura dei malati era passata nelle mani dell’élite finanziaria
che trasformò l’assistenza medica in prodotti chimici
brevettati.
Il potere decisionale sulle cure consentite o da bandire passò
dai governi nazionali ai consigli direttivi dei grandi istituti di
ricerca, cioè a una organizzazione sovranazionale non eletta
dai popoli. I dissidenti furono esclusi dal circuito scientifico e
mediatico che conta.

Nel 1977 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)


estese l’applicazione del “rapporto Flexner” al mondo intero.

46
Ecco spiegata la situazione medica attuale ed ecco perché la
medicina farmaceutica è l’unica ritenuta valida ed è l’unica
consentita e spesso obbligatoria!

Le tradizioni mediche cinese, ayurvedica, indiana, tibetana,


sciamanica, siberiana (e altre tradizioni sciamaniche),
africana, oceaniche, sudamericane, pellerossa, sono basate
tutte sulla energia vitale. Questo concetto non è accettato
dalla medicina allopatica farmaceutica, così l’OMS, nel 1978
(come risulta dalla dichiarazione di Alma Ata del 1978 e
pubblicazioni successive) dichiara che: «…sono ammesse e
lecitamente esercitabili nei Paesi in cui sono nate e diffuse,
sebbene spesso a condizione che ci sia una supervisione
medica secondo la scienza occidentale…

Un’associazione privata continua a decidere, per tutto il


mondo, come deve essere istruito il medico.
«La Carnegie Foundation for the Advancement of Teaching,
che nel 1910 ha contribuito a stimolare la trasformazione
dell'educazione medica [sic] nordamericana con la
pubblicazione del Flexner Report, occupa un posto venerato
nella storia dell'educazione medica americana. Entro un
decennio dalla relazione di Flexner, si affermò una forma di
educazione medica rigorosa e orientata scientificamente; le
sue strutture e i suoi processi sono cambiati relativamente
poco da allora [!]. Tuttavia, le forze del cambiamento stanno di
nuovo sfidando l'educazione medica e stanno emergendo
nuove richieste di riforma.
Nel 2010, la Carnegie Foundation ha pubblicato un altro
rapporto, “Educating Physicians: A Call for Reform of Medical
School and Residency”, che richiede: la standardizzazione dei
47
risultati di apprendimento e l'individualizzazione del processo
di apprendimento; la promozione di molteplici forme di integra-
zione, incorporando abitudini di ricerca e miglioramento,
concentrandosi sulla formazione progressiva dell'identità
professionale del medico.
Gli autori, che hanno scritto il rapporto Carnegie del 2010,
tracciano i semi di questi temi nel lavoro di Flexner e
descrivono le proprie concezioni di essi, affrontando le sfide
precedenti e attuali all'educazione medica, nonché le
raccomandazioni per raggiungere l'eccellenza. Gli autori
sperano che il nuovo rapporto genererà lo stesso entusiasmo
per l'innovazione educativa e la riforma dell'istruzione medica
universitaria e laureata come il Rapporto Flexner ha fatto un
secolo fa […]14.

«In uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The BMJ, i


ricercatori riportano che circa l’80% dei medici statunitensi
all’interno di consigli di amministrazione di associazioni
mediche o che contribuiscono a società mediche, hanno
ricevuto emolumenti dalle principali aziende farmaceutiche
incassando 130 milioni di dollari dal 2017 al 2019.
Esistono prove di ampi legami finanziari tra i professionisti
della salute e l'industria in molte aree dell'assistenza sanitaria
e le richieste per una maggiore indipendenza dall'industria
nella produzione e nell'uso delle prove sono in crescita.
I dati sui pagamenti sollevano domande sull’indipendenza
delle associazioni, su cui i fornitori di servizi medici fanno
affidamento per l’orientamento terapeutico, e sui significativi

14Irby, David M. PhD; Cooke, Molly MD; O'Brien, Bridget C. PhD Calls for Reform of
Medical Education by the Carnegie Foundation for the Advancement of Teaching: 1910
and 2010. Academic Medicine: February 2010 - Volume 85 - Issue 2 - p 220-227.
48
contributi dati dalle aziende farmaceutiche ai medici che
guidano tali associazioni, che potrebbero avere un impatto
sulle indicazioni terapeutiche e comportare maggiori vendite
per i produttori di farmaci…
I pagamenti variano notevolmente tra le associazioni. I leader
della American Society of Clinical Oncology hanno ricevuto in
media 518.000 dollari. Comparativamente, i leader
dell’American Psychiatrich association ne hanno ricevuti
212.000. Complessivamente, i leader dell’American Society of
Clinical Oncology hanno ricevuto la maggior parte dei soldi nei
pagamenti per la ricerca, per un totale di 54 milioni di dollari.
Oltre il 93% di medici con legami industriali con la Orthopedic
Trauma Association e la Infections Diseases Society of
America hanno ricevuto emolumenti da aziende
farmaceutiche»15.

15 Ray Moynihan, Loai Albarqouni, Conrad Nangla, Adam G. Dunn, Joel Lexchin, Lisa
Bero, professor. Financial ties between leaders of influential US professional medical
associations and industry: cross sectional study. BMJ 2020; 369 doi:
https://doi.org/10.1136/bmj.m1505 (Published 27 May 2020) Cite this as: BMJ
2020;369:m1505
49
CAPITOLO VI
L’AUMENTO DELLA PERMEABILITÀ
INTESTINALE CAUSA INTOLLERANZE,
ALLERGIE E MALATTIE AUTOIMMUNI

Persistendo, le fermentazioni intestinali finiscono col


creare nella mucosa un luogo di minor resistenza, si dice
allora che è aumentata la permeabilità intestinale.

L’aumento della permeabilità intestinale nell’intestino tenue,


porta a un assorbimento passivo di sostanze non digerite e
quindi normalmente escluse dal sangue. Il sistema
immunitario si trova a dover neutralizzare sostanze che
normalmente non attraversano la mucosa intestinale. Finché il
tratto intestinale è una barriera sana, non vi è assorbimento di
antigeni, ma quando si formano delle lesioni nelle mucose gli
antigeni penetrano nel sangue e per il sistema immunitario
aumenta il lavoro. La conseguente risposta immunitaria è
scatenata dagli alimenti stessi non digeriti e provoca le
manifestazioni allergiche e le note intolleranze alimentari.
Il sovraccarico immunitario che ne deriva porta anche a
malattie autoimmuni.
Il concetto che la causa delle malattie autoimmuni, come ad
esempio le artriti infiammatorie, sia in rapporto con una
patologia intestinale è accettato da molti ricercatori e anche a
livello ospedaliero. Molti pazienti che soffrono di artrite
reumatoide presentano una crescita batterica eccessiva
nell’intestino, di grado correlato con la gravità della malattia.
I vari test diagnostici delle intolleranze alimentari sono utili per
farci capire quali alimenti dobbiamo ridurre o eliminare per
evitare una inutile esposizione all’agente che ormai scatena la
50
reazione allergica o l’intolleranza, mentre la causa primaria è
stata scoperta 130 anni fa e definita da Metchnikoff disbiosi
intestinale, che causa un indebolimento della mucosa
intestinale.
Quando delle proteine indigerite riescono ad attraversare le
pareti intestinali, stimolano gli ormoni dei tessuti sensibili, detti
citochine. Questi fanno rilasciare le sostanze contenute nei
leucociti chiamati mastociti: istamina, eparina, serotonina.
Tutte sostanze utili, ma non se vengono rilasciate tutte in una
volta!
In questo modo causano:

 naso bloccato
 occhi rossi
 prurito
 abbassamento della pressione
 affaticamento, muscoli doloranti
 mal di testa, emicrania
 nausea
 e perfino schizofrenia16.

Tutti questi fastidi sono causati da proteine non-digerite che


hanno attraversato la parete intestinale indebolita dalle
fermentazioni e che provocano una risposta immunitaria
esagerata. Le sostanze estranee che entrano in circolo e
provocano una risposta immunitaria sono chiamate allergeni e
antigeni.
16 Termine, coniato da E. Bleuler, che fa riferimento alla caratteristica essenziale di un
vasto gruppo di psicosi il cui fenomeno psicopatologico fondamentale è costituito da un
processo di disgregazione (dissociazione) della personalità psichica; questo processo si
traduce in gravi disturbi della strutturazione del pensiero, della dinamica affettiva e
dell’apprezzamento dei rapporti tra ‘Io’ e ambiente circostante.
51
Figura 1
Conseguenze della permeabilità intestinale aumentata.

52
Bisogna sapere che i leucociti si dividono in citotossici e
macrofagi, insieme ai linfociti helper e suppressor. Quando il
numero dei linfociti helper aumenta molto e il numero dei
linfociti suppressor, che sopprimono il ritmo di produzione dei
linfociti helper, resta invariato, la risposta immunitaria è detta
iper-sensibile (esagerata) e si manifesteranno i sintomi delle
allergie, delle intolleranze alimentari e anche delle malattie
autoimmuni. Infatti, succede che gli anticorpi (IgA, IgD, IgE,
IgG, IgM) quando sono troppo numerosi, oltre ad attaccare
sostanze innocue come il polline, la polvere, il pelo del gatto,
ecc., attacchino anche le cellule del corpo. Risultato? Malattie
autoimmuni, che si originano, dunque, da lesioni o alterazioni
della mucosa intestinale. (vedi fig. 1 a pag 52).

Fortunatamente l’aminoacido essenziale istidina regola il


rapporto tra linfociti helper e suppressor.

«L’istidina regola gli anticorpi, impedendo loro di reagire


esageratamente a sostanze innocue come il polline, la polvere
o il pelo del gatto. Questo, assieme al fatto che è un
eccellente chelatore17, la rende uno dei migliori trattamenti
disponibili per le malattie autoimmuni, come le allergie e
l’artrite reumatoide. Uno dei metodi più efficaci per dare
sollievo alle allergie è l’istidina, in quanto regola anche il
rapporto tra linfociti helper e suppressor… L’azione di
bilanciamento tra suppressor ed helper previene attivamente

17 Chelazione letteralmente significa “formare un artiglio”. Le sostanze chelanti quando


trovano dei metalli pesanti tossici e pericolosi gli si aggrappano come avessero degli artigli
e il corpo è in grado di eliminare le due sostanze combinate. Oltre all’istidina, sono
eccellenti chelatori: metionina, cisteina, glicina, acido glutamico, glutatione, carnitina
(cofattori: vitamine del gruppo B, specialmente B6, magnesio, manganese, zinco e
ascorbato di sodio).
53
la risposta allergica. L’integrazione con istidina può sbloccare
il naso, eliminare i rossori e le tumefazioni ed eliminare anche
l’irritabilità, la depressione e l’ansia che spesso
accompagnano la risposta allergica.
Lo squilibrio fra helper e suppressor (una persona su 5 nasce
già con un eccesso di helper) è spesso causato dai radicali
liberi. L’attività dei radicali liberi nei grassi, genera pericolosi
perossidi. Questo potete vederlo anche da soli annusando il
burro che è stato lasciato al caldo troppo a lungo e che è
diventato rancido. La rancidità generata dai radicali liberi ha
luogo anche negli acidi grassi insaturi del vostro corpo ed è
una delle maggiori cause dell’aumento dell’attività delle cellule
helper. Infatti, i perossidi, che risultano dall’attività dei radicali
liberi, lavorano come agenti bloccanti. Impediscono ad una
sostanza degli acidi grassi di metabolizzare (produrre) una
molecola regolante chiamata prostaglandina E1 che stimola le
funzioni delle cellule suppressor. Senza la prostaglandina E1
l’equilibrio delle cellule T è distrutto e il corpo diviene
ipersensibile ad una varietà di sostanze innocue.
La prostaglandina E1 viene prodotta da un acido grasso
insaturo, l’acido linolenico [vedi fig. 2 a pag 55]. Il primo passo
della strada metabolica è la conversione dell’acido linolenico
in acido gamma-linoleico, ed è questa trasformazione che
viene bloccata dai radicali liberi. La carenza di prostaglandine
E1 può portare non solo alle comuni allergie ad alcuni cibi e a
una sensibilità al pelo o al polline, ma anche a malattie
autoimmuni come l’artrite reumatoide.
Si comprende, quindi, l’azione “antiallergica” e “antiartritica” di
taluni bioflavonoidi presenti nelle erbe medicinali, che
eliminano i radicali liberi.

54
ACIDO ACIDO GAMMA ACIDO DIOMO-GAMMA PROSTAGLANDINE
LINOLEICO LINOLEICO LINOLENICO della SERIE 1
(omega-6) (omega-6) (omega-6) (“buone”)

ACIDO ARACHIDONICO PROSTAGLANDINE


(presente nei grassi animali) della SERIE 2
(“cattive”)

ACIDO ACIDO ALFA EPA o ACIDO PROSTAGLANDINE


LINOLENICO LINOLENICO EICOSAPENTAENOICO della SERIE 3
(omega-3) (omega-3) (omega-3) (“buone”)

Figura 2
Le prostaglandine della serie 2 (“cattive”) favoriscono l’aggregazione piastrinica e
possono portare all’indurimento delle arterie (arteriosclerosi) e all’infarto, le
prostaglandine della serie 1 e 3 (“buone”), al contrario, prevengono l’aggregazione
piastrinica. La trasformazione di acido diomo-gamma-linolenico (omega-6) in
prostaglandine della serie 1 è il percorso preferenziale, ma l’acido diomo-gamma-
linoleico può essere trasformato anche in acido arachidonico che a sua volta viene
trasformato in prostaglandine della serie 2. L’enzima che trasforma l’acido diomo-
gamma-linoleico in acido arachidonico, però, preferisce l’acido alfa-linolenico
(omega-3), quindi se l’acido alfa-linolenico (omega-3) è presente ad una
concentrazione adeguata non si forma l’acido arachidonico! L’equilibrio fra gli
omega-6 e gli omega-3 influisce direttamente sul metabolismo delle
prostaglandine, favorendo quelle anti-aggreganti.

55
Bisogna però tener presente che gli oli di semi sono
particolarmente ricchi, per il 75% circa, di acidi grassi omega-
6 e per il 15% circa di acido oleico (omega-9) e non
contengono acidi grassi omega-3 tranne quelli di soja e di
ravizzone che ne contengono l’8% circa, l’olio di semi di ribes
nero 13% e l’olio di semi di lino 58%.
Solo l’olio di pesce contiene unicamente acidi grassi omega-3.
L’eccesso di omega-6 è pericoloso se non è bilanciato dalla
contemporanea assunzione di omega-3 nella produzione delle
prostaglandine pro-infiammatorie.
Nell’alimentazione “normale” il rapporto omega-6/omega-3 è
di circa 20:1, mentre dovrebbe essere di 4:1 per una sintesi
ottimale delle prostaglandine “buone”!
Bisogna assumere sempre molta Vitamina E insieme agli acidi
grassi insaturi, per proteggerli dalle pericolose ossidazioni.

In caso di aumentata permeabilità intestinale, oltre ai fermenti


lattici (produttori di acido lattico e butirrico…), agli aminoacidi
istidina e glutamina (il primo per cicatrizzare le mucose e per
equilibrare il rapporto helper/suppressor; il secondo per fornire
energia alle cellule della mucosa intestinale), possono essere
necessari antiossidanti (per eliminare i radicali liberi) e altri
nutrimenti e piante .
Fra queste, merita citazione la corteccia di Uncaria (Uncaria
tomentosa) perchè si è rivelata molto efficace.
«Azioni principali: antinfiammatoria18 (riduce l’infiammazione);
antimutagenica (protegge le cellule); anticancerosa19 (uccide

18 Aquino R., et al. Plant Metabolites. New Compounds and Anti-Inflammatory Activity of
Uncaria tomentosa. J. Nat. Prod. 1991; 54: 453 - 459
19 Sheng Y., Induction of apoptosis and inhibition of proliferation in human tumor cells

treated with extracts of Uncaria tomentosa. Anticancer Res. Sep-Oct 1998;18(5A):3363-8.


56
le cellule della leucemia); tonifica e bilancia; antiossidante20
(combatte i radicali liberi); antidissenterica…
Usi principali: come pulizia intestinale e antinfiammatorio per il
morbo di Crohn, coliti, diverticoliti, sindrome dell’intestino
irritabile e problemi intestinali; ulcera allo stomaco (anche
come preventivo) e coliti ulcerose; protettrice dell’intestino;
come antinfiammatorio per tutti i tipi di artrite e dolori
muscolari, strappi, danni; come tonico giornaliero generale»21.

I bioflavonoidi naturali inibiscono il rilascio di sostanze pro-


infiammatorie, contribuendo a sfiammare le mucose
intestinali. Inoltre, svolgono un’azione antiossidante: sono gli
spazzini dei radicali liberi, inibiscono la perossidazione,
eliminano i perossidi e bloccano l’ossidazione delle LDL.
Infine, fornire acidi grassi insaturi omega-3 può essere utile
per ripristinare la corretta funzionalità e fluidità delle
membrane anche per le cellule della mucosa intestinale, ma
devono essere sempre assunti assieme alla vitamina E (a
dosi abbondanti), in quanto protegge gli acidi grassi
polinsaturi dall’ossidazione, che li trasformerebbe in pericolosi
radicali liberi.

20 Desmarcher C., et al. Evaluation of the in vitro antioxidant activity in extracts of Uncaria
tomentosa (Willd.) DC. Phytother. Res. 1997; 11 (3): 254-256.
21 Leslie Taylor, The healing power of rainforest herbs, Square One Publishers

57
Ci sono malattie ormai associate alla aumentata permeabilità
intestinale che non lasciano dubbi di dover intervenire per
sanare le lesioni dell’intestino tenue (oltre che eliminare la
causa e riparare alle conseguenze):

 malattie infiammatorie intestinali


 morbo di Crohn (una malattia infiammatoria intestinale)
 artropatia infiammatoria
 artrite reumatoide
 spondilite anchilosante
 sindrome di Reiter22
 dermopatie croniche
 intolleranze/allergie alimentari
 morbo celiaco
 allergie
 schizofrenia
 vasculite
 lupus eritematoso sistemico
 poliarterite
 polimiosite
 glomerulonefrite
 colite
 sclerosi multipla
 alcune connettiviti miste
 gastrite atrofica

Bisogna individuare la causa dell’aumentata permeabilità


intestinale. Gli antibiotici, dunque la disbiosi conseguente,

22Forma di artrite reattiva (è espressione di una reattività infiammatoria anomala o


esagerata alle infezioni) caratterizzata da lesioni cutanee e sinovite.
58
sono i primi sospettati, segue l’ipo-cloridria, la carenza di bile
e di enzimi digestivi. Inoltre, le proteine indigerite che arrivano
nell’intestino si comportano da antigeni ed esauriscono le IgA
secretorie23 che si aggrappano a loro e vengono eliminate. In
questo modo diminuisce la resistenza della mucosa che
causa l’aumento della permeabilità intestinale.

«La digestione è una parte fondamentale dell’equazione


metabolica del corpo. È l’equilibrio fra il cibo che mangiate e
l’uso che il vostro corpo ne fa. Soffrire di una digestione
scarsa scombina questo equilibrio e provoca al vostro corpo
più danni di quanti probabilmente ne immaginate. Potreste
cibarvi con una dieta eccellente, con un equilibrio perfetto di
vitamine, minerali e proteine […], ma se il vostro cibo non
viene digerito in modo appropriato, il vostro corpo
semplicemente non sarà in grado di rinnovarsi e ripararsi
come dovrebbe. Tutti noi abbiamo sofferto di acidità o per uno
stomaco sottosopra. La maggior parte di noi si è
probabilmente imbarazzata per un accidentale rutto o
flatulenza in pubblico. Di solito questi avvenimenti sono
semplicemente di un tratto intestinale leggermente disturbato.
A volte però potrebbero significare che qualcosa vi sta dando
seri problemi digestivi. Se fumate, ad esempio, le probabilità
che soffriate per dei livelli bassi di enzimi e di acido cloridrico
sono alte… Qualunque sia la causa, quando la vostra
digestione non lavora come dovrebbe, le vostre cellule

23 Le IgAs (immunoglobuline A secretorie) sono anticorpi prodotti soprattutto dalle


plasmacellule della muscosa intestinale. Formano una barriera difensiva che riveste le
mucose e svolgono attività antivirali, antibatteriche e hanno un’azione sulla costituzione
fibrillare del muco. L’alterazione o la distruzione di questa protezione immunitaria causa un
aumento della permeabilità intestinale e provoca spesso diverse patologie.

59
vengono affamate dei nutrimenti di cui hanno bisogno per
vivere in salute e le tossine che causano ossidazione e
degenerazione cellulare si accumulano. la resistenza si
riduce, la vostra pelle diviene macchiata, il corpo diventa
flaccido e pesante, le vostre emozioni sono esagerate e
instabili.
Ricordate, il vostro sistema digerente è un condotto che porta
nutrimenti vitali dal cibo alle vostre cellule. La cattiva
digestione blocca il condotto…
L’acido cloridrico dello stomaco è importante perché è il primo
stadio della digestione. Qualunque problema ci sia in questo
tratto verrà enormemente amplificato nel momento in cui il
cibo passerà non digerito attraverso il vostro intestino.
Vediamo perché.
Solitamente, quando il cibo raggiunge lo stomaco attiva il
rilascio di acido cloridrico. Questo ambiente acido è
necessario per stimolare l’azione dell’enzima pepsina, che
digerisce circa il 15% delle proteine, prima che passino
nell’intestino tenue. Ma per quelle persone che hanno una
scarsa produzione di acido cloridrico (causata forse dal fumo,
dal bere, dal processo di invecchiamento) la percentuale di
proteine digerite sarà molto inferiore.
Uno dei primi risultati di questo crollo dell’acido cloridrico nello
stomaco è che il cibo inizierà letteralmente a fermentare… la
minaccia di una pericolosa esposizione delle colonie di batteri
fermentativi nell’intestino viene tenuta sotto controllo dall’acido
cloridrico e dagli enzimi.
Gli stress inibiscono la produzione enzimatica e permettono ai
fermenti di moltiplicarsi. Uno stress può portare a una
insufficiente acidità e a bassi livelli di pepsina. Questo stato

60
rende le colonie dei batteri fermentativi molto attive e in
espansione.
Noi stimiamo che addirittura nove casi su dieci di problemi di
stomaco che vengono attribuiti all’indigestione acida (troppo
acido nello stomaco) siano in realtà il risultato della
fermentazione causata da una scarsità di acido cloridrico!
La risposta comune? Le pastiglie antiacido naturalmente! Ma
queste servono soltanto a ridurre ulteriormente gli acidi dello
stomaco, ed è la cosa peggiore che possiate fare.
Le conseguenze del basso livello di acido cloridrico nello
stomaco non finiscono qui.
Il peggio arriva quando il cibo indigerito e in fermentazione
raggiunge l’intestino tenue… ma con il vostro corpo sotto
stress a causa della scarsità di acidi gastrici, il pancreas non
può far fronte alla maggiore quantità di cibo indigerito. Molto
cibo, quindi, semplicemente si deposita nell’intestino crasso e
va in putrefazione, rilasciando sostanze potenzialmente
pericolose. Con il passare del tempo porta alla diarrea, anche
cronica. Feci e flatulenze che puzzano di putrido e un forte e
spiacevole odore corporeo sono sintomi fisici comuni della
putrefazione. Ricordate, tutti i problemi che derivano dalla
putrefazione [tossiemia], derivano dall’impoverimento degli
acidi gastrici. E le implicazioni di questo impoverimento vanno
persino oltre ai comuni problemi di salute. Leggiamo questa
citazione tratta da La vitamina C contro il cancro, di Newbold:
“ho scoperto che i pazienti malati di cancro sono ipo- o a-
cloridrici…”
La prima cosa da fare quindi, è innalzare i livelli dei succhi
gastrici nei vostri stomaci per permettere alla digestione di
avere luogo…

61
Quindi, per aiutarvi ad innalzare i vostri livelli di acidi la vostra
dieta dovrebbe includere betaina HCl [betaina cloruro], acido
glutammico, glutamina, istidina e glicina… Fornire acido
cloridrico in questo modo è la strada migliore e più diretta per
innalzare i livelli di acidi nello stomaco e aiutare la digestione.
L’acido glutammico ha anche molte importanti funzioni
digestive. Per le persone che assumo grandi quantità di
carboidrati e che sono soggetti quindi a fermentazioni
intestinali, esso aiuta a regolare i livelli di zuccheri nel corpo.
Questo da sollievo al pancreas che produce insulina,
permettendogli invece di secernere gli enzimi digestivi
necessari per l’intestino tenue…
L’istidina promuove le naturali secrezioni di acidi gastrici. Essa
aumenta anche la quantità di saliva in bocca.
Anche la glicina aumenta la secrezione dell’acido cloridrico
La glutamina aiuta a diminuire il consumo di alcool, lavorando
sui centri dell’appetito nell’ipotalamo… [inoltre, ha altre
funzioni tra le quali quella di essere una fonte di energia, circa
il 30%, per le cellule della mucosa del colon, che si rinnovano
ogni 3-5 giorni]»24.

Un’integrazione con questa sostanza migliora il metabolismo


energetico della mucosa gastro-intestinale, stimolando la
rigenerazione e prevenendone i danni. È stato dimostrato che
la glutamina riduce la permeabilità in seguito a danno
intestinale, presumibilmente perché stimola la guarigione
dell’intestino stesso»25.

24 Erdmann R. PH.D., The Amino Revolution, Simon & Schuster


25
J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op. cit.
62
Figura 3
Schema della mucosa intestinale
63
CAPITOLO VII
ENTRANO IN TERAPIA GLI ANTIBIOTICI
Alla fine degli anni ’30 compare la penicillina, il primo e il più
noto degli antibiotici, con la quale fu assicurato ai medici che
era risolta la guerra contro tutti i batteri infettivi, compresi
quelli intestinali.
Fu negli anni ’50 che l’attenzione tornò verso l’intestino per
osservare che gli antibiotici influenzavano sfavorevolmente la
flora intestinale.
Ma solo nel 1962, “grazie” ai gravi danni a carico della flora
intestinale causati dagli antibiotici, furono riproposte
preparazioni di lattobacilli.
L’introduzione in terapia degli antibiotici ha creato molti
problemi collegati alla distruzione di gran parte della flora
batterica commensale, non solo di quella patogena.
Questa distruzione ha comportato la necessità di ricorrere a
fermenti lattici antibiotico-resistenti (come il Saccharomyces
boulardii) assunti insieme, ma questi non risolvono i danni
creati dagli antibiotici e non agiscono come i Lactobacillus e i
Bifidobacterium.
L’alterazione della flora intestinale, disbiosi, può provocare
grandi cambiamenti, specie nei bambini e nei vecchi.
Dopo l’assunzione di antibiotici molti accusano sintomi quali:
nausea, malessere generale, indisposizione in tutta la fascia
addominale, diarrea, flatulenza, gonfiore, perdita di appetito,
allergie e la comparsa del “mughetto”, cioè della Candida
albicans e talvolta perfino del diabete.

La Candida, prima dell’assunzione dell’antibiotico, era tenuta


a bada e resa inoffensiva dal Lactobacillus acidophilus, ma
quando l’antibiotico lo uccide la Candida si scatena.
64
La morte del Lactobacillus acidophilus porta alla proliferazione
anche di altri batteri (Gardnerella vaginalis, Peptostrepto-
coccus, Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum,
Streptococcus viridans) che riusciva a tenere sotto controllo e
sarà anche più facile contrarre la Chlamydia trachomatis
(causa di gravi uretriti e vaginiti).
Il Lactobacillus acidophilus è un componente anche della
normale flora batterica vaginale, mantiene il pH fisiologico
producendo acido lattico e combatte i patogeni con “proiettili”
di perossido di idrogeno, cioè di acqua ossigenata, senza
danneggiare l’ambiente.
Il Lactobacillus acidophilus resisterebbe agli antibiotici, ma ha
necessità per vivere e agire delle vitamine del gruppo B, in
particolare di acido folico e vitamina B2. Il Bifidobacterium
bifidum produce le vitamine del gruppo B, ma non resiste agli
antibiotici.
I lattobacilli vaginali possono essere riportati alla normalità
facendo, due volte al giorno, un’irrigazione con una soluzione
di Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium bifidum, che,
ovviamente, non devono essere gastroresistenti, oppure
introducendo dello yogurt che li contenga.
Non tutti i bacilli producono acqua ossigenata, né si legano
alle cellule epiteliali vaginali.

Un altro problema che causano gli antibiotici è la “ricaduta”,


dopo che è cessata la loro assunzione. Questo si spiega
perché, nemmeno a dirlo, gli antibiotici alterano la flora
batterica intestinale (uccidono i fermenti lattici) a favore di
quella putrefattiva, con la conseguente abnorme produzione di
molteplici sostanze tossiche dagli alimenti che raggiungono
l’intestino crasso. Venendo meno la flora batterica acidogena

65
che contrasta la flora putrefattiva e che normalmente (come
vedremo) protegge dalle infezioni, e possono passare anche 3
o 4 settimane prima che si ristabilisca (forse e in parte), in
questo periodo può verificarsi la ricaduta.

Con l’assunzione degli antibiotici, può verificarsi anche una


pericolosa avitaminosi delle vitamine del gruppo B, dato che
gli antibiotici uccidono il Bifidobacterium bifidum che le
produce sia per gli altri fermenti lattici, che non sono in grado
di produrle, sia per il nostro organismo.
Inoltre, «le vitamine del gruppo B presenti negli alimenti sono
facilmente distrutte dal calore della cottura dei cibi. Tendono a
neutralizzarle tutti i metodi di lavorazione degli alimenti.
Alcool, caffè e tè ne inibiscono l’assorbimento intestinale e ne
accelerano l’eliminazione con le urine. Antagonisti sono gli
antiacidi, gli estrogeni (“pillola” e cura ormonale sostitutiva) e
diversi farmaci. Il fumo e i dolci ne aumentano il fabbisogno,
così come lo stress e gli stati d’ansia. La maggior parte delle
vitamine non vengono immagazzinate nell’organismo e un
eventuale eccesso viene eliminato rapidamente, perciò si
devono introdurre quotidianamente»26.
Fra i vari esempi di danni da avitaminosi del gruppo B, voglio
portare quello della vitamina B1 (tiamina), perché può essere
fatale soprattutto per i bambini e i vecchi. La vitamina B1, oltre
a tutti gli inconvenienti che la rendono scarsa, è già carente
negli alimenti in quanto presente soprattutto nel germe dei
cereali e, quindi, mancante nella farina bianca e nei suoi
numerosi derivati. La vitamina B1, chiamata la “vitamina della
mente” per i suoi benefici effetti sul sistema nervoso e
sull’efficienza intellettuale, è necessaria all’enzima che

26 Earl Mindell, La Bibbia delle Vitamine, BUR


66
trasforma il glucosio in energia. Poiché il sistema nervoso
dipende proprio da questa reazione, è il primo a risentire la
carenza di vitamina B1 e presenta sintomi come memoria
difettosa, scarsa concentrazione e altri comportamenti
anomali del cervello.
Poiché il Bifidobacterium bifidum, che produce le vitamine
necessarie agli altri fermenti lattici (e a noi), è antibiotico-
sensibile e il Lactobacillus acidophilus è antibiotico-resistente,
ma necessita di vitamine del gruppo B, sarebbe sufficiente
assumere vitamine del gruppo B, assieme ai fermenti lattici,
per il periodo in cui si assumono gli antibiotici e per un mese
dopo la loro sospensione, per evitare le “ricadute”, le
avitaminosi e lo sviluppo di Candida che spesso si presentano
dopo la sospensione degli antibiotici.

La spiegazione scientifica per l’aumento di peso e dell’obesità


sta unicamente nello squilibrio fra calorie assunte con
l’alimentazione e calorie bruciate. Sembra logico, se si mangia
molto e se ci si muove poco! Ma se ci fosse, invece, un’altra
causa del sovrappeso e dell’obesità?
Intanto, bisogna sapere che vi è un aumento esponenziale
delle persone che acquistano peso negli ultimi 70 anni. La
colpa è stata attribuita all’ingordigia e alla pigrizia dei paesi
occidentali, ma il fenomeno interessa tutto il mondo!
Oggi una persona su tre sulla Terra è in sovrappeso e una su
nove obeso! L’obesità si sta estendendo come un’epidemia,
anche dove lo stile di vita e l’alimentazione non sono cambiati.
Fino a 70 anni fa, le persone erano quasi tutte magre e
l’obesità era rara!
C’è una malattia che ha avuto uno sviluppo parallelo, oserei
dire sovrapponibile, a quello dell’obesità, si tratta della

67
sindrome dell’intestino irritabile, più propriamente del “colon
irritabile”.
Si tratta di vari fastidi che si presentano singolarmente o a
gruppi: fastidio o dolore addominale, alterazioni della funzione
intestinale, gonfiore, distensione, nausea, stipsi, diarrea,
oppure alternanza di stipsi a diarrea e, inoltre, debolezza,
affaticamento, fatica cronica, ridotta qualità della vita...
I gastroenterologi dichiarano che una su dieci delle persone
visitate soffre della sindrome dell’intestino irritabile.

70 anni fa, o poco prima, sono entrati in terapia gli antibiotici,


che creano un danno intestinale (disbiosi), che si ripercuote in
tutto l’organismo.
Le feci malformate sono il sintomo tipico della disbiosi.
Gli antibiotici non uccidono tutte le specie di batteri, ma tutti i
batteri “buoni” (i fermenti lattici). Fra gli altri, vengono uccisi i
Bifidobacterium bifidum che producono le vitamine del gruppo
B. Vitamine che sono assorbite dal nostro organismo e da
quei lattobacilli che non sono in grado di produrle.
Spesso, la sindrome dell’intestino irritabile comincia dopo
un’assunzione di antibiotici. Peraltro, molti degli effetti
collaterali degli antibiotici (vedi a pag 64) coincidono con quelli
della sindrome dell’intestino irritabile.
Ma non è tanto questo il dramma, ma il fatto che i batteri
sopravvissuti agli antibiotici colonizzeranno l’intestino e, forse,
il Bifidobacterium bifidum non farà più parte della flora
batterica intestinale!
I nuovi batteri che colonizzano il colon sono dannosi,
producono sostanze tossiche per il nostro organismo e non
producono le vitamine del gruppo B.

68
È ormai noto che non sono tanto i grassi a farci ingrassare,
ma i carboidrati: è lo zucchero che diventa grasso negli
adipociti, se non viene “bruciato” nei mitocondri per produrre
energia (ATP), ma per essere bruciato sono necessarie le
vitamine del gruppo B!

Se non verranno prodotte dai batteri intestinali la persona


dovrà fare affidamento solo alle vitamine B presenti negli
alimenti. Queste, sono già scarse in partenza e, in più, sono
facilmente distrutte dal calore della cottura e il loro
assorbimento è inibito da alcol, caffè, ecc.
Dunque, l’avitaminosi B provocata dagli antibiotici potrebbe
essere la causa del sovrappeso, dell’obesità e della sindrome
dell’intestino irritabile.
Infatti, le vitamine del gruppo B sono necessarie a molte
strade metaboliche vitali, quindi, in caso di una loro carenza il
corpo utilizzerà quelle disponibili per soddisfare i bisogni
primari e ne resteranno ben poche per inibire la lipogenesi
bruciando gli zuccheri e producendo un po’ di energia. Di
conseguenza è comune la stanchezza e l’affaticamento, fino a
diventare stanchezza cronica.

«Gli antibiotici e le infezioni non sono le uniche cause della


disbiosi. Una dieta malsana o delle cure mediche sbagliate
producono talvolta lo stesso effetto, mandando fuori strada il
sano equilibrio delle specie di microbi e riducendone la
diversità. È questa disbiosi, qualunque sia la forma, a trovarsi
al cuore delle malattie del XXI secolo, sia di quelle che
iniziano – e finiscono – nell’intestino, come la sindrome

69
dell’intestino irritabile, sia quelle che colpiscono organi e
sistemi di tutto il corpo»27.

La colonizzazione dei lattobacilli nel colon inizia dopo la


nascita.
Il primo è il Bifidobacterium bifidum, dato che produce le
vitamine B, che sono un fattore di crescita per gli altri
lattobacilli che non le producono (e sono nutrimenti per il
nostro organismo) e costituisce un quarto dell’intera flora
batterica.
Più tardi si stabiliscono i Lactobacillus (acidophilus, casei,
brevis, paracasei, plantarum, rhamnosus, ecc.) e gli
Streptococchi, ma, purtroppo, come si è detto, insieme ai
fermenti lattici, arrivano anche i batteri nocivi (fermentativi e
putrefattivi).
All’interno del colon, i batteri “buoni” (fermenti lattici),
fermentano le fibre solubili, l’amido e i carboidrati non digeriti.
Questa fermentazione produce acido lattico, che crea un
ambiente acido sfavorevole ai batteri fermentativi e
putrefattivi, e acidi grassi a catena corta (butirrati) che sono la
fonte principale (70%) di energia per le cellule del colon. Così
i colociti si mantengono sani, completano la digestione e
assorbono bene i nutrimenti.

27 Anna Collen, I batteri della felicità. Hoepli.


70
CAPITOLO VIII
RECENTI CONFERME E SCOPERTE SUI
FERMENTI LATTICI (probiotici)
Negli ultimi decenni gli studi sui fermenti lattici sono ripresi
confermando le teorie del primo ‘900 e aggiungendo alcune
scoperte.
È stato confermato che i fermenti lattici attraversano indenni lo
stomaco e l’intestino tenue ed è quindi inutile il trattamento
per renderli gastro-resistenti.
È stato confermato che i fermenti lattici mantengono il pH
acido producendo acido lattico e altri acidi e che l’ambiente
acido è sfavorevole ai batteri fermentativi e putrefattivi.
È stata confermata l’azione antagonista attraverso la
competizione per le sostanze nutritive, compreso l’ossigeno,
dei fermenti lattici verso le altre specie batteriche ad habitat
intestinale. Antagonismo la cui scoperta risale al 1885 da
parte del dottor Escherich, come si è detto.
All’inizio del ‘900, i medici Weinert e Belenowsky avevano
sperimentato che il bacillo bulgaro è antagonista
dell’Escherichia coli e, inoltre, i medici italiani Cannata e Mitra,
che questo lattobacillo è in grado di far sparire dall’intestino
anche l’Eberthella typhi e le Salmonella paratyphi A e B.
È stato confermato che i fermenti lattici producono delle
sostanze anti-batteriche, come aveva dedotto il professor
Cohendy, che mantenne i benefici (verificati con la ricerca
nelle urine degli etero-solfo-coniugati) per sette settimane
dopo la sospensione dai cibi latto-fermentati.
E’ stato scoperto che si tratta di proteine, chiamate
batteriocine, più potenti degli antibiotici contro i microbi.
Hanno un effetto letale su batteri come Salmonella, Shigella,

71
Staphylococcus aureus, Vibrio cholerae, Escherichia coli e
anche Candida albicans.
È stato scoperto che il Lactobacillus acidophilus produce armi
come il perossido di idrogeno per colpire direttamente i
microbi senza danneggiare l’ambiente, ma deve avere a
disposizione le vitamine del gruppo B, in particolare vitamina
B2 e acido folico.
È stato scoperto che il Bifidobacterium bifidum produce molte
delle vitamine idrosolubili del gruppo B e la liposolubile
vitamina K2 (antiemorragica).
È stato scoperto che è bene assumere fermenti lattici e
vitamine del gruppo B durante e dopo la somministrazione
degli antibiotici, per mantenere in vita il Lactobacillus
acidophilus ed evitare cosi le ricadute, le avitaminosi e la
Candida.
È stato scoperto che i fermenti lattici prevengono l’attacco dei
virus occupando i siti recettoriali, impedendone così la
penetrazione nelle cellule.
È stato scoperto che i fermenti lattici sono la prima linea di
difesa del sistema immunitario. In particolare Lactobacillus
acidophilus e Bifidobacterium bifidum svolgono ruoli
fondamentali, dei quali il principale è quello di inibire la
crescita di batteri, virus, funghi, lieviti e perfino vermi parassiti
intestinali!
Dunque, se i batteri “buoni” prevalgono non si prendono
infezioni attraverso l’intestino e il sistema immunitario è più
forte per contrastare altre infezioni in altre zone dell’organismo
(ad esempio alle vie respiratorie)!

È stato scoperto che il Lactobacillus acidophilus ha una


potente azione anti-tumorale, riducendo l’attività di particolari

72
enzimi, prodotti dai batteri fermentativi e putrefattivi, che
risultano avere azione cancerogena.
Ecco cosa succede.
Uno dei sistemi del fegato (Fase I e II) per detossificare le
sostanze cancerogene è quello di attaccarle all’acido
glicuronico. Neutralizzate in questo modo, vengono poi
eliminate con la bile e, arrivate nell’intestino, eliminate con le
feci. Ma ecco l’enzima glicuronidasi che rompe il legame fra
l’acido glicuronico e la sostanza cancerogena: la sostanza
cancerogena è di nuovo libera, mentre l’acido glicuronico
viene mangiato dal batterio che ha prodotto l’enzima. Questo
enzima è prodotto da diversi microrganismi, tra cui
Escherichia coli, Bacteroides e Clostridium. La sostanza
cancerogena liberata può agire nel colon-retto (dove
avvengono il 70% dei tumori) o essere riassorbita ed entrare
nella circolazione generale del sangue. Dunque, una delle
origini del cancro è la putrefazione intestinale!

L’acido glicuronico viene legato anche a neurotrasmettitori ed


estrogeni per eliminarli, fisiologicamente, nel quadro di
rinnovamento continuo dell’organismo (ciclo anabolico-
catabolico). E’ facile immaginare cosa può succedere quando
aumentano gli estrogeni in circolo, pur non avendo un
aumento della loro produzione da parte dell’organismo: rischio
di cancro a seno, utero e ovaie!
Se poi è un neurotrasmettitore ad aumentare, quale malattia o
squilibrio può creare? In ogni caso, nessuno penserà che la
causa risieda nell’intestino.

Si è scoperto che i batteri putrefattivi producono anche


l’enzima ureasi che metabolizza gli acidi biliari trasformandoli

73
in composti cancerogeni. Si è scoperto che questo enzima è
inibito dal Lactobacillus acidophilus, dal Bifidobacterium
bifidum e dalla dieta vegetariana che, come si è detto, fa
diminuire la putrefazione intestinale.

«Un’altra scoperta dell’attività dei fermenti lattici del colon è la


trasformazione delle fibre alimentari in acidi grassi a catena
corta (acetato, propionato, valerato e butirrato). Questi
costituiscono un importante fattore di stabilità e mantenimento
dell’ecosistema bilanciato del colon e prevengono l’impiantarsi
di microrganismi patogeni come la Shigella e la Salmonella…
L’acido butirrico e i butirrati suoi derivati sono la principale
fonte di energia (70%) per le cellule epiteliali della mucosa del
colon [il restante 30% è fornito dalla glutamina]…
Il butirrato arresta la crescita delle cellule neoplastiche del
colon e inibisce l’iperproliferazione pre-neoplastica indotta da
alcuni promotori di tumori in vitro e inibisce l’espressione di
alcuni proto-oncogeni… Nella lotta contro il cancro gli acidi
grassi a catena corta hanno dato risultati stupefacenti in
esperimenti condotti su animali e sugli esseri umani…
Quindi l’azione anti-cancerogena delle fibre alimentari si
spiega in quanto da queste i fermenti lattici producono l’acido
butirrico.
Una carenza di acido butirrico alle cellule della mucosa del
colon è causa di colite, malattie infiammatorie intestinali e
cancro al colon-retto»28

È stato scoperto che i fermenti lattici e le fibre solubili


(prebiotici) stimolano anche il sistema immunitario alla
produzione e secrezione di IgA secretorie nell’intestino.

28 J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, op. cit.


74
Le IgA secretorie sono degli anticorpi prodotti dal tessuto
linfatico della mucosa intestinale che si legano ai
microrganismi patogeni, ai composti cancerogeni e alle
proteine alimentari allergizzanti per formare degli immuno-
complessi che vengono eliminati con le feci.
Le IgA secretorie si sono dimostrate in grado di impedire
l’adesione all’epitelio della mucosa intestinale perfino del
vibrione del colera e del virus della poliomielite. Ma se la
digestione delle proteine è scarsa (per carenza di acido
cloridrico, di enzimi digestivi e di bile), le proteine alimentari
allergizzanti aumentano in quantità tale da esaurire, come si è
detto, la produzione delle IgA secretorie. In questo modo
diminuisce la resistenza della mucosa e si apre la porta alla
disbiosi che causa l’aumento della permeabilità intestinale.
Inoltre, se la digestione delle proteine è scarsa, queste
saranno cibo per i batteri putrefattivi nell’intestino crasso e
produrranno altre tossine (e conseguenti malattie)…

75
CAPITOLO IX
LE ERBE ANTRACHINONICHE E LE
FIBRE ALIMENTARI (prebiotici)

Ma non aspettatevi, dall’assunzione dei fermenti lattici,


tutti i benefici fin qui elencati e quelli pubblicizzati dai vari
produttori, se prima l’intestino non viene “bonificato” e reso
idoneo per la loro sopravvivenza e moltiplicazione
(colonizzazione). È un allevamento, è come non
mettereste delle mucche in una stalla che già contiene un
metro di letame, così bisogna pulire l’intestino prima di
fare l’allevamento dei fermenti lattici.

I medici dei primi decenni del ‘900, facevano largo uso dei
clisteri (enteroclismi), di erbe emollienti e lenitive, in testa
l’Agar-agar, e di erbe lassative antrachinoniche: la linfa d’Aloe
(Aloe vera), i rizomi di Rabarbaro (Rheum palmatum), le foglie
e i follicoli (frutti) di Senna (Cassia angustifolia) e le cortecce
di Cascara (Rhamnus purshiana) e di Frangula (Rhamnus
frangula).
La terapia purgativa e con clistere è uno degli 8 metodi di
guarigione della medicina tradizionale cinese e della medicina
ayurvedica.
Ai giorni nostri, invece, il sapere comune alla maggioranza
degli addetti del settore salutistico, seguendo le indicazioni
“scientifiche” diffuse ad hoc (conseguenze del rapporto
Flexner), considera le erbe antrachinoniche irritanti per
l’intestino. Ma vediamo come agiscono prima di giudicarle.
I principi antrachinonici sono legati al glucosio e perciò detti
“glucosidi” e transitano, senza alterarsi, lo stomaco e
l’intestino tenue. Nell’intestino crasso, la flora batterica
76
rimuove il glucosio, per mangiarselo, e libera i principi
antrachinonici. Questi vengono scarsamente assorbiti
dall’intestino e agiscono nel lume intestinale stimolando la
secrezione e la motilità del colon.

I principi antrachinonici liberati agiscono in questo modo:


 inducono una secrezione attiva di elettroliti e acqua nel
lume intestinale
 diminuiscono il riassorbimento di acqua, di sodio e cloro,
cioè di sale (sodio cloruro)
 aumentano la secrezione di potassio a livello della mucosa
intestinale
 aumentano la produzione di muco lubrificante
 stimolano la produzione di serotonina, ossido di azoto e
prostaglandine anti-infiammatorie.
L’aumento del contenuto intestinale determina un aumento
della pressione contro la parete intestinale che stimola la
peristalsi. La dose adeguata sarà quella minima per ottenere
feci molli. L’effetto lassativo si manifesta dopo 8-12 ore
dall’assunzione. Dunque, l’unico “danno” che le erbe
antrachinoniche provocano è il consumo di acqua, sale e un
po’ di potassio, nella stessa quantità che si perde con una
sudata o con l’attività fisica tanto raccomandata!
Gli effetti collaterali delle erbe antrachinoniche, in particolare
dell’aloe, sono rappresentati:
 da una leggera colorazione delle urine (come quasi tutte le
altre piante medicinali);
 dal passaggio, anche se leggero, nel latte materno
rendendolo lassativo per il lattante;
 e da una innocua pseudomelanosi reversibile del colon.

77
Questa colorazione, rilevabile con la colonscopia, scompare
entro poche settimane dopo la sospensione dell’assunzione
delle erbe antrachinoniche. Addirittura, questa pseudo-
melanosi, è sicuramente una protezione, basti pensare che è
proprio nella linfa essiccata dell’aloe, cioè nella parte
purgativa, (e non nel gel trasparente erroneamente chiamato
“succo d’aloe”) che sono contenuti i principi antiossidanti,
antimicotici e anticancro come l’acemannano, l’aloctina A e gli
stessi principi antrachinonici!
Le erbe antrachinoniche sono in concorrenza con i farmaci in
generale, perché hanno effetti fisiologici in generale! C’è da
aspettarsi una limitazione del loro consumo, così come è
accaduto recentemente (ingiustamente) per la Curcuma longa
e altre piante medicinali29.

Il disinteresse verso le erbe antrachinoniche è aumentato con


la diffusione del consumo delle fibre alimentari. Queste sono
utilissime, vanno consumate tutti i giorni, trascinano fuori con
le feci, colesterolo, composti tossici e immuno-complessi,
inoltre, sono l’alimento della flora batterica e danno una giusta
consistenza alle feci, ma non puliscono rapidamente l’intestino
crasso dalle feci vecchie, inoltre sono un alimento anche per i
batteri fermentativi e putrefattivi.
A proposito di fibre alimentari solubili, bisogna rilevare che
quelle trattate industrialmente non contengono sali minerali, al
contrario di quelle contenute nelle verdure e negli ortaggi.
Alcune fibre sono addirittura di sintesi (i vari oligo-zuccheri).
Sono utili e noti i vantaggi che le fibre solubili arrecano, ma

29 Inoltre, in alcune avvertenze imposte dal Ministero della Salute, si raccomanda di


“sentire il parere del medico” prima della loro assunzione, nonostante che la Fitoterapia
non venga insegnata ai medici (mentre non si tiene in alcun modo in considerazione il
parere degli Erboristi e dei Naturopati laureati, ma non riconosciuti).
78
bisogna anche sapere che inibiscono l’assorbimento dei sali
minerali.
C’è una sola fibra che non contrasta questo assorbimento:
l’Agar-agar. La prova ce la offrono i vivaisti con la loro attività
di micropropagazione, effettuata su un gel ottenuto con:
acqua, Agar-agar e sali minerali. Se l’Agar-agar inibisse
l’assorbimento dei sali minerali la piantina non crescerebbe
cosi bene come invece avviene. Non è molto usata l’Agar-
agar forse perché è la più costosa delle fibre solubili o forse
perché ignorata.
«Agar-agar è l’estratto gelatinoso dell’alga marina Gelidium
amansii. Cresce a 30 m sotto il livello del mare e si preleva nei
mesi invernali lungo la riva e gli scogli. Agar-agar è incolore e
inodore, è 100% il gel purificato derivato dall’alga
mucillaginosa, con estrazione acquosa in autoclave (cotta
sotto-pressione per 6 ore), che poi viene raffreddata e
macinata in polvere (l’acqua è separata durante il processo di
lavorazione). Ogni anno vengono sottoposte a questo
trattamento circa 6500 tonnellate di Agar.
Agar-agar è capace di assorbire circa 200 volte il suo volume
di acqua per formare un gel che ha un effetto delicatamente
lassativo. Non agisce però come un purgante, ma gelificando
nell’intestino aumenta il volume del bolo fecale, che attiva la
peristalsi per una facile evacuazione delle feci, senza produrre
alcun stato irritativo, pur agendo come un lassativo medio.
Tuttavia, questa gelatina delicata, formata per idratazione,
impedisce alle feci di essere sia troppo dure che troppo
morbide. Così, può avere un’azione lassativa meccanica
contro le feci a palline, ma può essere utile anche per feci
malformate e perfino per la diarrea! Perciò si può associare
con erbe lassative così come con quelle astringenti per

79
ottenere comunque una lenta ma completa e non irritante
pulizia intestinale. Inglobando nella gelatina le feci vecchie
accumulate, tiene puliti anche eventuali diverticoli.
Le indicazioni di Agar-agar riguardano: feci dure e secche,
stitichezza cronica, diverticoli, colite, colite spastica, intestini
delicati (anziani e bambini), appendicite cronica, obesità
(preso prima dei pasti, da solo o con infuso calmante, dà
senso di sazietà»30.

Per quanto fin qui detto, nessun trattamento a qualsiasi


malattia o dolore può avere un esito veramente positivo senza
una profonda pulizia intestinale, effettuata con fibre naturali
come l’Agar-agar e/o erbe purgative secondo i casi o, più
rapidamente, con un lavaggio intestinale.

30 AA.VV. Medicamenta, VI edizione, Cooperativa Farmaceutica Milano.


80
CAPITOLO X
LA PRATICA DEL LAVAGGIO INTESTINALE
Poiché il lavaggio intestinale altro non è che il semplice
clistere (o enteroclisma) e poiché ci sono molti pregiudizi al
riguardo (o ignoranza), per essere più convincente
(nell’interesse di Chi legge), ho pensato utile riportare, prima
della descrizione della sua pratica, alcune osservazioni
relative all’ “intasamento dell’intestino”. Così, ho preso in
prestito alcuni dei chiari messaggi raccolti dal lavoro del Dr.
Ennio Di Cecco31:

Dr. Arnold Ehret - «Gli esperti in autopsia dicono che il 60-


70% dei colon sezionati contengono materie fecali dure come
pietre, vecchie di decine di anni».
«Tutti abbiamo negli intestini almeno 2 kg di scorie non
eliminate che avvelenano il sangue e l’intero corpo».
«I detriti che si incollano alle pareti giorno dopo giorno
possono raggiungere dai 5 ai 7 cm di spessore».

«Metà delle persone, che dicono di essere in buona salute,


portano continuamente con sé, fin dall’infanzia, parecchi chili
di sostane mai eliminate. Una buona evacuazione al giorno
non significa niente».

Dr. V.E. Irons - «Quando una persona soffre di leggere


affezioni come reumatismo, mal di testa, febbre o che sia
affetta da malattie gravi come il cancro, l’artrite, il diabete, il
colon non è mai menzionato né preso in considerazione.
Eppure, per strano che possa sembrare, lo stato di salute è

31 Dr. Ennio Di Cecco, Idrocolonterapia pratica, M.I.R. Edizioni, 2001


81
sempre influenzato, in un modo o nell’altro da un colon
malato. Quest’ultimo può essere la causa diretta o indiretta di
qualunque disturbo. Secondo me c’è una sola malattia:
l’autointossicazione, ossia il corpo che avvelena se stesso.
Sono le sostanze tossiche sparse nel nostro organismo che lo
uccidono; e quindi se non pulite il vostro colon non sarete mai
in buona salute».

Dr. Harvey Kellogg - «Durante le 20.000 operazioni che ho


fatto personalmente non ho mai incontrato un colon normale».

Dr. Henry Picard - «Il cattivo funzionamento intestinale e


l’autointossicazione permanente che provoca, possono avere
un effetto disastroso sul sistema nervoso».

Pr. R. Lautie - «La stitichezza infiamma le mucose enteriche,


provoca delle putrefazioni tossiche e distruttrici della flora
intestinale benefica ed è responsabile del cancro al colon o
almeno della tossiemia che corrode la salute dell’individuo».

Dr. Ann Wigmare - «Il mio lavoro con i malati di cancro ha


dimostrato, senza ombra di dubbio, che il colon è il più
importante degli organi di eliminazione. La stitichezza è il più
importante flagello della salute e, molto spesso, è la causa
stessa del cancro. La maggior parte dei casi di stitichezza è
provocata da un eccesso di amidi e da un’insufficienza di
enzimi per digerire il cibo assorbito. Il corpo umano è stato
costruito per eliminare le sue sostanze di scarto dopo ogni
ingestione. Una sola evacuazione al giorno non è sufficiente
per pulire il colon, che è generalmente pieno di cibo in
decomposizione».

82
Dr. N.N. Walker - «nessun trattamento a qualsiasi malattia o
qualsiasi dolore può avere esito positivo senza una profonda
pulizia intestinale, effettuata attraverso un lavaggio
intestinale».

Dr. Ennio Di Cecco - «Il lavaggio del colon non è una cura, ma
semplicemente la rimozione di materiale fecale che da molti
anni non è stato evacuato e si è aggrappato alle pareti del
colon sempre più. Certo, anche pulendo solo il colon si
ottengono notevoli risultati».
«Dai rapporti di autopsie ospedaliere si rileva che quasi tutte
le persone presentano delle incrostazioni imputridite pari a
circa 2-4 kg di peso. Queste particelle accumulate avvelenano
l’intero corpo».
«I processi di fermentazione e putrefazione combinati cronici
nell’intestino sono diventati oggi la regola, a causa del tipo di
alimentazione errata. I depositi di feci e gli intasamenti, che
ammontano a chili, possono durare decenni».
«L’intossicazione del sangue (tossiemia) che avviene
attraverso l’assimilazione dall’intestino porta ad un
avvelenamento di tutto l’organismo (tossicosi). La
conseguenza di questa tossicosi dell’intero organismo crea
una vasta serie di condizioni acuto-infiammatorie nel sistema
immunitario che si manifestano all’inizio con banali disturbi.
Sintomi come: abbattimento, perdita della vitalità, tendenza ad
uno stato depressivo, manifestazioni cutanee (acne,
eczema…), ostruzione delle vie respiratorie, tendenza
generale all’infiammazione, sinusite, bronchite, raffreddore,
ecc, sono indicazioni di carichi intestinali e quindi da
considerare come reazione di eliminazione attraverso la pelle
e le mucose. I depositi periferici si manifestano attraverso
infiammazioni della cute (neurodermite, cellulite…), della
83
cartilagine (artrosi), delle ossa (artriti) e tutti i tipi di asma.
Attraverso l’intasamento dei circuiti sanguigni e linfatici si
arriva a disturbi di approvvigionamento degli organi. Difficoltà
funzionale e disturbi della vista e dell’orecchio, delle ghiandole
endocrine dell’uomo (ingrossamento della prostata…) e della
donna (infiammazione delle ovaie, disturbi mestruali…) sono
la conseguenza. L’iper o ipo funzionalità della tiroide, l’alta
pressione sanguigna, l’emicrania, il diabete e quanto altro non
può essere qui elencato in modo completo»32.

Il lavaggio intestinale va distinto sia dalla doccia rettale che


dalla irrigazione del colon (idro-colon-terapia).

La doccia rettale è un piccolo lavaggio con 250-500 g di


acqua, praticato con apposite “pere” o “perette” di gomma,
acquistabili in farmacia o parafarmacia. Queste, una volta
inserito il beccuccio, si schiacciano per far entrare il liquido
che era stato prima aspirato dentro la pera, con l’operazione
inversa (si schiaccia per fare uscire l’aria dalla pera, si
immerge il beccuccio nel liquido - acqua tiepida o infuso - e
lentamente si smette di schiacciare e il liquido viene aspirato
dentro la pera, dal vuoto che si era fatto).
La doccia rettale fa evacuare negli adulti gli escrementi che si
trovano nel retto (l’ultima parte dell’intestino crasso prima
dell’ano), ma nei bambini piccoli anche parte degli escrementi
presenti nel colon.
La doccia rettale si può fare tutti i giorni, anche 2 o 3 volte di
seguito negli adulti. Per evacuare, ma anche dopo
l’evacuazione, per tenere pulito il retto nel caso di
infiammazione degli organi circostanti.

32 Dr. Enrico Di Cecco, op. cit.


84
Di solito si usa acqua tiepida del rubinetto o un infuso di fiori di
Camomilla (o un suo estratto diluito).
La doccia rettale diventa indispensabile per eliminare i “tappi”,
le feci “a pecorella” e nella occlusione rettale, che
impediscono lo “spurgo”. In quest’ultimo caso, può non essere
sufficiente la semplice acqua tiepida e l’infuso di camomilla,
perciò consiglio di preparare il seguente infuso:
 senna foglie o frutti (follicoli) 10 g
 solfato di sodio 20 g
 acqua bollente 250 g
Con questo infuso, colato e lasciato intiepidire, si pratica la
doccia rettale.

L’irrigazione del colon (idrocolon-terapia) è un lavaggio del


colon eseguito con molta acqua che, introdotta nel colon con
una cannula a due circuiti, entra ed esce continuamente, per
un’ora, senza che la persona debba muoversi.
Vengono utilizzati circa 100 litri di acqua, alla temperatura del
corpo, attraverso l’utilizzo di un’apposita apparecchiatura.
L’irrigazione del colon deve essere praticata in uno studio
medico, da un Medico esperto, e viene ripetuta almeno 3-4
volte, nel corso di alcuni mesi. Deve essere preceduta da una
dieta leggera e spesso può essere indicata l’assunzione di
prodotti che rendano le feci morbide e riducano il meteorismo.
Tale pratica è eccellente e indicata se si vuole praticare una
pulizia intestinale profonda una volta all’anno. Tuttavia è una
pratica che smuove grandi quantità di tossine e dovrebbe
essere preceduta da una adeguata preparazione (pulizia
intestinale con enteroclisma a casa, uso di integratori che
promuovono il transito intestinale o che ammorbidiscono le
feci vecchie e la depurazione epatica, renale, polmonare e

85
cutanea) e seguita da una reintegrazione di acqua, sali
minerali e fermenti lattici. Personalmente non la consiglierei a
tutti e sarei particolarmente cauto con chi soffre di stitichezza
cronica, debolezza immunitaria, sovraffaticamento epatico e
renale, malattie infiammatorie intestinali e patologie
autoimmuni. In questi casi, così come nei soggetti debilitati,
ritengo che sia necessaria un’attenta valutazione e
preparazione, prima dell’irrigazione intestinale, onde evitare la
reazione di iniziale peggioramento dei sintomi che a volte
accompagna l’eliminazione di grandi quantità di tossine nelle
cure disintossicanti e depurative (tossine che vengono
riversate in gran quantità nel sangue, ma il fegato non riesce a
neutralizzarle tutte).

Il lavaggio intestinale consiste nel far entrare nell’intestino


crasso 2 litri di acqua nell’adulto, e dimeno nei bambini,
proporzionalmente con l’età, usando un semplice strumento
comunemente chiamato “enteroclisma da viaggio” o
“apparecchio del clistere”, acquistabile in farmacia e
parafarmacia. Ci sono pochi modelli e sono tutti composti da:
una sacca di plastica della capacità di 2 litri; un tubo lungo
circa 1 mt; un rubinetto; e due beccucci (quello lungo può
essere usato per le lavande vaginali, quello corto per il
lavaggio intestinale). Una volta montato, di solito lo strumento
non si smonta più, ma è utile ogni tanto igienizzarlo e poi
risciacquarlo abbondantemente. Va trovato il luogo più adatto
nel bagno, dove stendersi per terra su un telo e dove
appendere la sacca piena di acqua. Suggerisco l’uso di una
ventosa (da portare anche in viaggio) da applicare alle
piastrelle, ad una altezza tale da sfruttare tutta la lunghezza

86
del tubo nella posizione scelta, che di solito è quella distesi sul
dorso (sulla schiena).
Si comincia facendo scorrere l’acqua del lavandino finché è
tiepida in maniera costante e a questo punto, dopo aver
chiuso il rubinetto che è in fondo al tubo della sacca, la si
riempie e si aggancia nel luogo scelto. Prima di cominciare il
lavaggio, si porta il rubinetto, che è in fondo al tubo, più alto
della sacca, si apre e poi si abbassa lentamente finché
zampilla l’acqua (e non c’è più aria nel tubo), allora si chiude il
rubinetto e la sacca è pronta. Adesso va trovata tra le
posizioni del corpo quella più consona. Vanno bene tutte,
ognuno scelga quella che vuole: chi sta coricato sul lato
sinistro, chi sul destro, sulla schiena, carponi, seduto sul
water, con le gambe distese o rannicchiate, sollevando il
bacino oppure no. La posizione deve facilitare l’entrata
dell’acqua e deve essere comoda per trattenerla (e bisogna
essere nei pressi del water). Per facilitare l’entrata della
cannula si consiglia un po’ di crema (pochissima, altrimenti la
cannula esce con la pressione dell’acqua, perché diventa
troppo scivolosa) oppure la si tiene ferma con una mano.
Quando l’acqua entra può provocare dei movimenti peristaltici
che fanno sentire il bisogno di evacuare: bisogna imparare a
contrarre i muscoli per vincere il desiderio di liberarsi e poi a
rilassarli per permettere all’acqua di entrare di nuovo. Leggeri
movimenti del corpo possono facilitare l’entrata dell’acqua.
Quando l’acqua è scesa tutta (2 litri in una sola volta), si
chiude il rubinetto e ci si trattiene per alcuni minuti nella
stessa posizione. Efficace la lettura per distrarsi e rilassarsi.
Quando si cominciano a sentire delle contrazioni che invitano
all’evacuazione, si estrae il rubinetto e si scarica nel water.
Anche questa scarica si può perfezionare: cercando di

87
trattenerla qualche minuto, con movimenti, contrazioni,
respirazioni e delicati massaggi all’addome. Si possono
aggiungere all’acqua del clistere estratti o infusi d’erbe, anche
tonici o ricostituenti o altro. La regola è: si può aggiungere
tutto ciò che si può mettere in bocca. Perciò non usare, ad
esempio, il sapone (come verrebbe da pensare per lavare
meglio)!
Può succedere, le prime volte, che i 2 litri non entrino tutti e
che già dopo mezzo litro (la capacità del retto) si sente un
irresistibile bisogno di liberarsi. Meglio liberarsi e ricominciare.
Bisogna insistere perché c’è un problema di intasamento o di
eccessiva contrazione. Può succedere anche che l’acqua entri
tutta (2 litri) in una volta, ma che esca “chiara”, cioè senza
trasportare con sé consistente materiale fecale. In questi casi,
può essere successo che le feci si siano talmente coagulate e
indurite (negli anni) che l’acqua non riesce ad ammorbidirle e
a trasportarle fuori con sé.
Per ammorbidire le feci indurite funziona bene il cremor
tartaro33 purificato (cioè il tartaro che si forma nelle botti, dal
vino messo a stagionare o semplicemente raffreddato),
assunto come bevanda. Causa la “colliquazione” (che è il
contrario della coagulazione) delle feci vecchie e stagnanti. «Il
cremor tartaro è rinfrescante, anti-infiammatorio e
decongestionante dell’apparato digerente, diuretico e
lassativo. Quest’ultimo effetto ne determina la quantità d’uso
giornaliera»34.

33 Il cremor tartaro va assunto per bocca perché è solubile solo in acqua bollente, si lascia
intiepidire e si beve. Preferire il cremor tartaro purificato col sistema tradizionale, che si
riconosce dal colore beige, mentre quello industriale è bianco.
34 AA.VV., Medicamenta – Guida Teorico Pratica per Sanitari, VIª edizione, Cooperativa

Farmaceutica - Milano
88
Si può aggiungere olio di oliva extravergine al clistere, ma
bisogna essere già un po’ “rodati” con il lavaggio semplice.
L’olio, infatti, va aggiunto per primo nella sacca, poi bisogna
aprire il rubinetto in modo che l’olio scenda a riempire tutto il
tubo ed espella tutta l’aria, fino a zampillare.
Un po’ di olio deve rimanere nella sacca (il tubo deve essere
pieno di olio, senza bolle d’aria, e deve rimanere un po’ di olio
nella sacca) che verrà a galla con la successiva aggiunta
dell’acqua tiepida e non entrerà, ma l’acqua spingerà dentro
tutto l’olio che è nel tubo.

L’azione del lavaggio intestinale (clistere) è benefica non solo


per il rapido allontanamento di sostanze in putrefazione, ma
anche all’eliminazione di feci vecchie stagnanti e di un gran
numero di batteri fermentativi e putrefattivi, per preparare così
il terreno alla ricolonizzazione dei fermenti lattici. Nei casi di
malattie croniche, si consiglia un clistere al giorno, per alcune
settimane. Va bene in qualunque momento, ma se proprio si
vuole conoscere il momento più appropriato è la sera prima di
andare a dormire. Si può aggiungere all’acqua del clistere: un
infuso o estratto di fiori di Camomilla (Matricaria chamomilla)
che è antinfiammatoria, antispasmodica intestinale, inoltre,
lega direttamente le endotossine e normalizza la flora
batterica, oppure di foglie e fiori di Malva (Malva sylvestris) o
di radici di Altea (Althaea officinalis) ricche di mucillagini, che
trascinano le tossine fuori dal corpo con le feci, o di altre
piante medicinali.

89
Esempio di come effettuale l’enteroclisma o
clistere*
Materiale necessario per il lavaggio

(enteroclisma da viaggio)
intestinale*

__________________
*Armido Chiomento, Dalla Natura la salute alla portata di tutti, seconda edizione
2009, Soceser Editore, Entratico (BG)
90
CAPITOLO XI
LE TRE PRINCIPALI CAUSE DELLE MALATTIE
E DELLA VECCHIAIA
L’autointossicazione del sangue:
prima causa di malattie e vecchiaia
I batteri putrefattivi e fermentativi, dunque, in determinate
condizioni, invadono l’intestino tenue e lo debilitano, causando
malattie croniche degenerative, oltre che intossicare,
attraverso il sangue, l’intero organismo e causare altre
patologie.
Metchnikoff considerò un altro punto interessante: mise in
luce l’influenza delle putrefazioni intestinali sull’usura
dell’organismo e, conseguentemente, sull’origine della
vecchiaia, provocata da quel terzo tipo di flora batterica
intestinale!
Secondo Metchnikoff la vecchiaia non è fisiologica, ma solo
patologica e, a questo proposito, affermava:
«L’arteriosclerosi, che ne è la sua principale manifestazione,
ci colpisce, infatti, prima dell’età del normale inizio
dell’invecchiamento. La senilità precoce è la malattia del
secolo».
Ai tempi di Metchnikoff la flora intestinale non conosceva
ancora lo sconvolgimento provocato dagli antibiotici…
Ai tempi di Metchnikoff c’era meno inquinamento. Infatti, non
c’erano pesticidi, diserbanti, gas di scarico, inquinamento
industriale e non erano state fatte esplodere 2053 bombe
atomiche! Inoltre, gli animali erano allevati in semi-libertà, gli
alimenti derivavano da coltivazioni organiche, la terra era
arata dai buoi, senza concimi chimici, senza serre, senza

91
lavorazioni industriali, conservanti, irradiamento degli
alimenti…
Ai tempi dei medici dei primi decenni del ‘900, si poteva
affermare che c’era una sola malattia causa di sclerosi
patologica: l’auto-intossicazione del sangue, il nostro corpo
avvelenato dalle putrefazioni e fermentazioni intestinali.
Sostanze tossiche si depositano nel nostro organismo perché
non vengono tutte eliminate e aumentano pian piano e
regolarmente, non diminuiscono mai e lentamente fiaccano,
invecchiano, ammalano e uccidono anzitempo.
Sia che le persone soffrano di disturbi leggeri, come
reumatismi, mal di testa e febbre, sia di malattie gravi come
artrite, diabete, cancro, il colon non viene mai preso in
considerazione come prima causa di malattia.
Sotto questo punto di vista, si potrebbero passare in rassegna
molti capitoli di patologia medica e mostrare la parte
preponderante o ausiliaria delle putrefazioni intestinali in
affezioni multiple.

Le carenze di nutrimenti:
seconda causa di malattie e vecchiaia
Oltre all’evacuazione, bisogna verificare, come si è detto, la
digestione (acido cloridrico, enzimi digestivi e bile) e
l’assorbimento intestinale dei nutrimenti (permeabilità
intestinale aumentata) e lo stato di salute del crasso
(sindrome del colon irritabile).
Bisogna anche compensare la carenza dei nutrimenti nei cibi
stessi con integratori di vitamine, minerali, aminoacidi liberi,
acidi grassi insaturi, flavonoidi, carotenoidi, ecc.

92
Lo stress ossidativo:
terza causa di malattie e vecchiaia
Infine, bisogna anche difendersi con antiossidanti dalle ROS
(sostanze reattive all’ossigeno) e dai radicali liberi prodotti: dai
raggi cosmici, dai raggi U.V., dai metalli pesanti, dalle polveri
sottili, dagli xenobiotici, dall’inquinamento degli scarichi delle
vetture e delle fabbriche, dai veleni utilizzati per uccidere i
parassiti dei vegetali, dai diserbanti, dai solventi, dagli
ossidanti (come il cloro dell’acquedotto e delle piscine), dalle
radiazioni emesse dagli elementi radioattivi immessi
nell’ambiente dalle 2053 bombe atomiche fatte esplodere dal
1945 al 199835 (e dalle centrali nucleari esplose) e dallo stress
e dalle preoccupazioni.

«La nostra sopravvivenza dipende dall’ossigeno,


paradossalmente l’ossigeno è un reagente così potente che
può sconvolgere le funzioni cellulari e danneggiarle attraverso
i suoi radicali liberi. L’1-3% dell’ossigeno respirato si trasforma
in perossidi, producendo circa 10 grammi al giorno di acqua
ossigenata! L’attività dei radicali liberi è una delle cause
maggiori dell’invecchiamento.
Il radicale libero ha una carica elettrica positiva, mentre le
molecole delle proteine (o dei lipidi) con cui entra in contatto,
possiedono una carica elettrica neutra. Il radicale libero attira
e cattura una carica elettrica negativa, cioè un elettrone.
Quando viene a contatto, ad esempio, con una molecola di
collagene, questa comincerà inevitabilmente a perdere
stabilità e col tempo collasserà rendendo la pelle meno
elastica e predisposta all’invecchiamento.

35 Test nucleari ufficiali dal 1945 al 1998”: https://www.youtube.com/watch?v=cjAqR1zICA0


93
Figura 4
Schema di come “funziona” un antiossidante

94
Ricerche recenti hanno dimostrato che l’attacco dei radicali
liberi e i danni ossidativi cumulativi sono associati a numerose
condizioni degenerative, tra cui:

- cancro
- arteriosclerosi
- cataratta
- affezioni polmonari
- disturbi neurologici
- invecchiamento
- morte cellulare
- e più di 100 altre condizioni caratterizzate da danni
ossidativi

Tra i bersagli preferiti dei radicali liberi e delle sostanze


reattive all’ossigeno (ROS) compaiono gli acidi grassi
polinsaturi presenti nelle membrane cellulari, le lipoproteine
del siero del sangue e perfino il DNA nel nucleo della cellula.
Gli antiossidanti sono sostanze idrosolubili e liposolubili che
inibiscono l’ossidazione. La vitamina E è riconosciuta come il
principale antiossidante dei lipidi delle membrane delle cellule.
Seguono la vitamina C, il beta-carotene, il selenio, l’acido
lipoico, i flavonoidi, ecc.
L’ossidazione delle LDL [lipoproteine a bassa densità che
trasportano il colesterolo nel sangue, chiamate anche
“colesterolo cattivo”] e di altre lipoproteine, favorisce la
comparsa dell’arteriosclerosi. Ogni molecola di LDL, come
difesa, possiede in media sette molecole di vitamina E e una
molecola di beta-carotene. L’ossidazione non inizia finché non
sono consumati!»36.

36 Pizzorno J.E. Jr., Murray M.T., Trattato di Medicina Naturale, Red Edizioni
95
Gli antiossidanti cedono un elettrone al radicale libero
neutralizzandolo, senza causare trasformazioni nell’orga-
nismo.

Bisogna ricordare che la vitamina E e il beta-carotene sono


liposolubili e vengono assorbite con i grassi, quindi, le
condizioni che deteriorano la digestione e l’assorbimento dei
grassi riducono il loro assorbimento.

Non si può non citare la vitamina C perché è il più importante


antiossidante idrosolubile dell’organismo, capace di interrom-
pere le reazioni a catena e di reagire con un vasto numero di
ROS e radicali liberi (il fumo di una sigaretta consuma dai 25
ai 100 mg di vitamina C), inoltre è in grado di rigenerare la
vitamina E.
Queste vitamine, insieme ad acido lipoico, resveratrolo,
polifenoli, carotenoidi, bioflavonoidi, luteina, licopene,
quercetina, esperidina, zeaxantina, glutatione, coenzima Q10,
selenio, rame, vitamine B2, B6, D, zinco e altre sostanze
antiossidanti, proteggono le cellule dallo stress ossidativo.
Quando prendiamo il sole i raggi ultravioletti (U.V.) della luce
solare penetrano la pelle e cominciano a ossidare le molecole
d’acqua trasformandole in idrossili: i radicali liberi più
pericolosi.
«Quando la produzione di idrossili raggiunge un certo livello,
provoca il cancro della pelle»37.
Il glutatione è un efficace neutralizzatore degli idrossili, non
per niente è chiamato “cacciatore di radicali liberi”. «Preso

37 Erdmann R. PH.D., The Amino Revolution, Simon & Schuster.


96
insieme alle vitamine A e C, il glutatione protegge le
prostaglandine antinfiammatorie dai danni dei radicali liberi…
Quando volete abbronzarvi, è bene che includiate il glutatione
nella vostra alimentazione»38.

38 Ibidem.

97
CAP XII
VERMI PARASSITI, QUESTI SCONOSCIUTI
Il parassita è un organismo che ricava il suo nutrimento da un
altro organismo vivente. In biologia la parassitosi è un tipo di
interazione tra organismi, estremamente comune. Anche
l'uomo può divenire l'ospite di un elevato numero di parassiti
(più di 100 diverse specie), di cui spesso ignora la presenza e
l'esistenza. Il parassita ha come unico interesse quello di
sopravvivere, quindi raramente la sua presenza risulta letale
per l'ospite che infesta, perché morendo l'ospite morirebbe
anche il parassita. Però il parassita può essere il veicolo di
funghi, batteri e virus letali. I parassiti tendono a convivere con
i loro ospiti anche per anni, sfruttandoli e privandoli di preziose
risorse nutritive, provocando numerosi disturbi difficilmente
riconducibili alla loro presenza.

Ogni generazione prima dell’epoca moderna ha sempre


preso in considerazione l’importanza di depurarsi dai
parassiti, ma la nostra generazione medica ha scelto di
ignorare la questione.

Eppure, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità


(OMS) stima che un quarto della popolazione mondiale sia
infestata da parassiti nell’intestino e che, statisticamente, ogni
persona ha almeno un verme parassita! In realtà, recenti studi
e statistiche riportano cifre ben più consistenti ed il mondo
occidentale non ne è esonerato. Si evidenzia, infatti, che la
diffusione di alcuni generi di parassiti è maggiore nei paesi
industrializzati, rispetto ai paesi del terzo mondo! Inoltre, i
fenomeni di immigrazione, i viaggi e gli scambi commerciali
98
favoriscono e continueranno a facilitare l’interscambio delle
varie specie, la loro espansione e la generale crescita del
fenomeno.

Il Dr. Louis Parrish, specialista in parassiti a New York scrisse


nel 1991: «basandomi sulla mia esperienza, stimo che il 25%
della popolazione di New York è infestata…in proiezione nel
2025 8,3 miliardi di persone sulla terra saranno infestate da
parassiti».

I parassiti intestinali costituiscono un problema serio anche se


poco considerato, purtroppo oggi esiste il concetto sbagliato di
considerare i parassiti come un problema esclusivo dei paesi
in via di sviluppo.
«Le infezioni parassitarie, causate da vermi intestinali, sono
tra le infezioni più diffuse negli esseri umani […]. I parassiti
intestinali causano una significativa morbilità e mortalità nei
paesi endemici. Nematodi, cestodi e trematodi sono tra gli
elminti più comuni che popolano l'intestino umano.
Oltre ai loro effetti sulla salute, le infezioni da elminti intestinali
possono compromettere anche la crescita fisica e mentale dei
bambini, ostacolando i risultati scolastici…»39.
«I parassiti intestinali causano morbilità e mortalità
significative. Negli Stati Uniti si verificano malattie causate da
Enterobius vermicularis, Giardia lamblia, Ancylostoma
duodenale, Entamoeba histolytica. Gli ossiuri provocano
irritazione e disturbi del sonno»40.

39 Rashidul Haque, Human Intestinal Parasites, J Health Popul Nutr. 2007 Dec; 25(4): 387–
391.
40 Corry Jeb Kucik, Gary L Martin, Brett V Sortor. Common intestinal parasites; Am Fam

Physician. 2004 Mar 1;69(5):1161-8.


99
Fra l’altro, aver sottovalutato il problema ha inibito lo sviluppo
e la ricerca dei test diagnostici che, normalmente, sono datati
e inadeguati e sono rari anche i laboratori privati che
eseguono questo tipo di analisi.
Esistono circa 100 specie di vermi parassiti, tuttavia al giorno
d’oggi è possibile testarne solo 50. Il problema dei parassiti
riguarda tutta la popolazione mondiale, attualmente la loro
presenza viene diagnosticata in una percentuale trascurabile
di casi in quanto: i sintomi che possono dare sono molto
variabili ed è molto difficile riconoscere un quadro diagnostico
preciso.
A livello mondiale, per qualche inspiegabile ragione, non viene
data importanza a questo fenomeno e raramente i medici ne
hanno competenze approfondite.
Esistono nel mondo pochi laboratori attrezzati per i test dei
vari parassiti e i protocolli usati per i pochi parassiti presi in
considerazione sono largamente inefficaci.
La vita dei parassiti si svolge in molte fasi e in generale si
rilevano dalle analisi solo nella forma adulta, che è palese
nelle feci o nell'area perianale solo per breve tempo. Infatti in
Africa, quando si presume che un paziente abbia i parassiti
intestinali, lo si purga e lo si tiene in ospedale fintanto che
evacua e l'esame delle feci viene fatto subito, perché dopo
due ore le tracce scompaiono.
I parassiti, oltre all’intestino, possono infestare qualsiasi parte
del corpo umano, inclusi l’addome, il sangue, il torace, il
diaframma, il tratto digerente, l’apparato respiratorio, il
sistema nervoso, compreso il cervello, i piedi, le mani, i
genitali, il fegato, il cuore, i muscoli, la pelle e le braccia.

100
Costipazione: alcuni vermi, a causa della loro forma e
dimensioni, possono fisicamente ostruire alcuni organi.
Infestazioni “pesanti” di vermi possono bloccare il condotto
biliare ed il tratto intestinale rendendo l’evacuazione difficile e
non frequente.
Gas e gonfiore: alcuni parassiti vivono nella parte superiore
dell'intestino tenue; l’infiammazione che ne segue porta a
produzione di gas e a gonfiore con conseguente tensione
addominale e aumento della permeabilità intestinale.
Sindrome dell’intestino irritabile: i vermi possono irritare ed
infiammare le cellule della parete intestinale, portando a una
varietà di sintomi gastrointestinali e a malassorbimento di
sostanze nutritive, in particolare i grassi, con conseguente
evacuazione voluminosa.
Dolori ai muscoli ed alle articolazioni: alcuni tipi di vermi
hanno la capacità di insediarsi nelle sacche sinoviali o
addirittura di incistarsi nei muscoli provocando infiammazioni
di tipo artritico e dolori muscolari.
Anemia: certi vermi si attaccano alla mucosa intestinale e
succhiano le sostanze nutrienti dall’ospite. Se i parassiti sono
presenti in numero considerevole, possono causare una
perdita di sangue tale da rivelarsi una carenza di ferro e di
vitamina B12, anche grave (anemia perniciosa).
Allergie: i parassiti possono irritare e talvolta perforare la
parete intestinale, aumentando la permeabilità a grosse
molecole indigerite. Ciò può attivare la risposta immunitaria
del corpo con incremento dei linfociti eosinofili (cellule
immunitarie specifiche). Questi a loro volta possono provocare
intolleranze alimentari, infiammazione dei tessuti, reazione
allergica, malattie autoimmuni.

101
Affezioni della pelle: i vermi intestinali possono causare
eruzioni cutanee, orticarie, eczemi e altre tipologie di reazioni
della pelle di tipo allergico.
Granulomi: sono masse simili ai tumori che incapsulano larve
e uova di parassiti. Si sviluppano spesso nelle pareti del colon
e del retto ma anche nei polmoni, nel peritoneo, nel fegato e
nell’utero. Possono avere dimensioni anche piuttosto grandi e
comprimere gli organi circostanti.
Nervosismo: rifiuti metabolici dei parassiti e le sostanze
tossiche che rilasciano, possono agire da irritanti per il
sistema nervoso centrale. Irrequietezza e ansietà sono
spesso la risultante di infestazione parassitaria.
Disturbi del sonno: risvegli multipli durante la notte, in
particolare tra le 2 e le 3 del mattino, è possibile che siano
causati dal tentativo del corpo di eliminare rifiuti tossici
attraverso il fegato.
Disturbi del sonno sono anche provocati dalle uscite notturne
di alcuni parassiti attraverso l’ano con conseguente prurito e
intenso disagio (frequente nei bambini).
Bruxismo: un anomalo digrignare di denti è stato osservato
nei casi di infestazione da parassiti. Questo può essere una
risposta nervosa all’irritante interno.
Fatica cronica: i sintomi di fatica cronica includono
stanchezza, febbre, apatia, depressione, mancanza di
concentrazione e vuoti di memoria. I vermi possono essere la
causa di questi sintomi perché provocano malassorbimento di
proteine, carboidrati, grassi e vitamine A e B12.
Disfunzione immunitaria: i parassiti deprimono il sistema
immunitario. Infatti la loro presenza stimola continuamente il
sistema immunitario che a lungo andare può esaurire la sua

102
risposta vitale e permettere l’aggressione di virus, batteri e
miceti (funghi).
Altri sintomi di infestazione da vermi possono essere:
aumento di peso, perdita di peso, fame eccessiva, sensibilità
a particolari alimenti e a situazioni ambientali, alitosi, asma,
diabete, epilessia, acne, mal di testa, prurito in particolari zone
del corpo (orecchie, naso, ano, vulva), riflessi lenti, ittero,
bruciore di stomaco, disfunzione erettile, problemi legati al
ciclo mestruale, ecc...

Da ciò si comprende la difficoltà di effettuarne la diagnosi che,


in mancanza di test adeguati, si affida quasi esclusivamente
all’intuito del Medico, poiché i numerosi sintomi possibili,
difficilmente conducono immediatamente a diagnosticare un
infestazione da parassiti.

Riassumendo, in sintesi, i parassiti provocano:

 traumi fisici cioè perforazioni a carico di: intestino, polmoni,


fegato, sistema circolatorio, ecc...;
 diffusione di sostanze estranee nel sistema linfatico, con
attivazione della risposta immunitaria e allergica;
 rilascio di escrementi tossici e rifiuti metabolici che
intossicano l'individuo;
 sottrazione di sostanze nutritive all'individuo che li ospita.

Si utilizza il termine “Elminti” o “vermi” per indicare animali


appartenenti a 4 diversi tipi, superficialmente assomiglianti fra
loro per la forma allungata del corpo e i movimenti striscianti,
ma in realtà profondamente diversi per struttura e
comportamento. Riporto la classificazione solo per far

103
comprendere che i vermi non sono solo ospiti intestinali (vedi
fig. 5 a pag. 106). Le larve di alcuni generi di vermi, ad
esempio, dall’intestino possono migrare, per completare il loro
ciclo vitale, nel sistema circolatorio e linfatico e da qui
giungere ai polmoni, al fegato, per poi tornare nell’intestino.
La trasmissione avviene, a seconda dei casi: mangiando
carne cruda o poca cotta (di solito di maiale, ma altre 103
specie di mammiferi sono naturalmente infette), frutta e
verdura fresca non lavata bene, pesci crudi o poco cotti,
molluschi, attraverso il contatto della pelle con fonti idriche
inquinate, zone parassitate, ingestione di uova attraverso
sporcizia, la scarsa igiene (ambienti affollati), scuole
numerose. La carne cruda o poco cotta dovrebbe essere
sempre evitata con cura. La sua conservazione deve avvenire
a -15°C per un mese o a -20°C per venti giorni per uccidere le
eventuali uova. La salatura, l’essicazione e l’affumicazione,
non danno sicurezza di sterilizzazione delle cisti (uova) e
nemmeno il forno a micro-onde.
Per quanto fin qui esposto, si consiglia di sverminarsi almeno
una volta o due all’anno, a prescindere, esattamente come si
fa con i cani!
Contro i vermi parassiti sono usate con efficacia da millenni
alcune piante: le sommità di Abrotano (Artemisia abrotanum),
i bulbi di Aglio (Allium sativum), le foglie di Aglio orsino (Allium
ursinum), le sommità fiorite di Artemisia (Artemisia vulgaris),
l’erba con fiori di Assenzio gentile (Artemisia pontica), l’erba
con fiori di Assenzio pontico (Artemisia vallesiaca), erba con
fiori di Assenzio romano (Artemisia absinthium), gemme
floreali di Chiodi di Garofano (Eugenia caryophyllata), foglie di
Estragone (Artemisia dracunculus), erba con fiori di Genepy
(Artemisia glacialis), radici di Genziana (Gentiana lutea), semi

104
di Lupino (Lupinus albus), scorze dei frutti di Melograno
(Punica granatum), i frutti freschi immaturi (verdi) e le foglie di
Noce (Juglans regia), il legno di Quassio (Quassia amara),
l’erba con fiori di Tanaceto (Tanacetum vulgare).
Inoltre, hanno proprietà vermifughe le radici di Enula (Inula
helenium), i rizomi di Zenzero (Zingiber officinalis), i rizomi di
Curcuma (Curcuma longa) e tante altre erbe e la resina di
Propoli.
Sono, infine, da ricordare alte dosi di vitamina C (fino a 50g in
un giorno) che, tuttavia causano flatulenze ed effetto
purgativo, e gli enzimi digestivi Bromelina e Papaina, in grado
di digerire (al contrario delle proteasi) le pareti di chitina di
alcuni vermi.
Per i più piccini c’è il gemmoderivato delle gemme di Noce
(Juglans regia), dal sapore molto gradevole, o i semi di Lupino
(Lupinus albus) in una doccia rettale.

I farmaci medicinali antielmintici sono altamente tossici e


possono, in un individuo con una gran quantità di vermi,
indurre il verme adulto a migrare dall’intestino verso altri
organi, con risultati potenzialmente più gravi.
Le erbe antielmintiche, invece, hanno la capacità di
paralizzare i vermi, che rimangono storditi o addirittura
avvelenati. Quindi, si consiglia di accompagnarle con erbe
antrachinoniche (da assumere la sera), dato che, tutte le erbe
antrachinoniche, oltre a ripulire l’intestino, hanno anche
proprietà antielmintiche.

105
Pseudofillidei
(scolice o testa provvista di 2
organi adesivi)
CESTODI
(tenie; echinococco)
Ciclofillidei
(scolice o testa provvista di 4
organi adesivi)

PLATELMINTI Parassiti dei vasi sanguigni


(vermi piatti)
Parassiti polmonari
TREMATODI
(schistosomi, Parassiti epatici
Fasciola hepatica,
Fasciolopsis buski, Parassiti intestinali
Alaria alata…)

AFASMIDARI Trichinella spiralis

NEMATODI
(vermi cilindrici ) Ascaris lumbricoides;
Toxocara canis;
FASMIDARI Enterobius vermicularis;
Anisakidae
Ossiuri

Figura 5.
Classificazione dei principali vermi parassiti umani

106
CONCLUSIONI

La Medicina Allopatica cerca di curare la malattia, mentre


il Metodo Naturalistico cerca di mettere l’organismo nelle
condizioni di essere lui stesso a curare la malattia.

Lavare
Il Metodo Naturalistico propone di lavare l’intestino crasso e di
rinnovarne la flora batterica (per mantenere un ambiente
acido, cioè antifermentativo e antiputrefattivo) per eliminare
all’origine l’autointossicazione del sangue (tossiemia).
Quando si interrompe l’auto-avvelenamento con la pulizia
dell’intestino crasso, il sangue invece di depositare le tossine
che non sono state eliminate, può caricare quelle depositate
per smaltirle. In quel momento, è utile anche stimolare il
drenaggio linfo-venoso, per lavare l’organismo da dentro, cioè
drenare le tossine fino alla circolazione venosa e poi epatica
per la detossificazione (Fase I e II) e successiva eliminazione
(con acqua, muco, bile, sudore, secrezione sebacea,
espettororato). Utili a questo scopo le radici di Pungitopo
(Ruscus aculeatus) o l’erba con fiori di Meliloto (Melilotus
officinalis)41.
Inoltre, possono essere utili le radici di Salsapariglia (Smilax
medica), perchè sono in grado di neutralizzare direttamente le
endotossine circolanti nel sangue, mentre la corteccia di
Crespino (Berberis vulgaris) e i fiori di Camomilla (Matricaria
chamomilla) le neutralizzano direttamente nell’intestino. Le
foglie e i fiori di Malva (Malva officinalis) e le radici di Altea

41 Non ha proprietà anticoagulanti.


107
(Althaea officinalis), invece, le trascinano fuori con la loro
mucillagine.
Infine, è bene assumere i nutrimenti necessari agli enzimi di
Fase I e II di detossificazione (vedi a pag. 13).

Nutrire
Per sostenere il lavaggio è necessario fornire all’organismo
tutti i nutrimenti necessari con integratori alimentari, ma non
solo. È, infatti, di vitale importanza che la digestione avvenga
correttamente in tutte le sue fasi: stomaco (acido cloridrico,
enzimi, fattore intrinseco), fegato (bile, lecitina), pancreas
(enzimi), intestino tenue (enzimi) e intestino crasso (fermenti
lattici). Se gli intestini hanno delle lesioni (si riscontrano dalla
presenza di intolleranze alimentari, allergie e autoimmunità) e
sindrome del colon irritabile, vanno “restaurati” con dei
nutrimenti e piante medicinali.
Nutrimenti sono necessari anche per “restaurare” le altre parti
del corpo danneggiate dalla continua carenza nutrizionale,
causata dalla loro continua richiesta nella detossificazione
delle enterotossine (Fase I e II). Sono necessari aminoacidi,
sali minerali, vitamine, acidi grassi, nonché numerosi
antiossidanti (vitamina C, E, carotenoidi, selenio, zinco,
bioflavonoidi, ecc.) per ostacolare l’attacco continuo dello
stress ossidativo causa di invecchiamento che si somma
alla tossiemia e alla carenza nutrizionale.
L’integrazione dei nutrimenti è necessaria anche perché gli
alimenti ne sono sempre più carenti, come si può constatare
da qualunque tabella nutrizionale degli alimenti.

108
Vivificare
Infine, il Metodo Naturalistico considera anche l’energia
vivificante (vitale o di vita o prana o Qi…), parametro negato
dalla medicina allopatica farmaceutica pur essendo alla luce
del sole.
Infatti, si sta parlando proprio della Luce del Sole (Elemento
Fuoco degli Antichi), fissata negli alimenti (fotosintesi
clorofilliana) per poi essere ceduta al corpo con l’ultima
digestione nei Mitocondri e, attraverso gli ATP, far avvenire
tutte le reazioni biochimiche delle cellule.
Dunque, il Metodo Naturalistico insegna che bisogna rifornire
anche l’energia di vita. È presente nell’aria, ma non è
sufficiente a mantenerci in vita e bisogna estrarla (digerirla)
dalle verdure crude, dalla frutta fresca, dall’acqua di sorgente
e dagli altri alimenti e preparati veramente naturali, cioè che
contengono ancora la Natura. Cos’è la Natura?
La Natura è proprio quella Forza (Vis), quella Mente
sostenitrice (Medicatrix) della Natura (Naturae), che gli Antichi
chiamavano Spirito Universale.

109
BIBLIOGRAFIA
 AA.VV., Medicamenta – Guida Teorico Pratica per Sanitari, IV Edizione,
Cooperativa Farmaceutica, Milano.
 Andrew Chevallier, Enciclopedia delle piante medicinali, Idea libri.
 Anna Collen, I batteri della felicità. Hoepli.
 Aquino R., et al. Plant Metabolites. New Compounds and Anti-Inflammatory
Activity of Uncaria tomentosa. J. Nat. Prod. 1991; 54: 453 - 459
 Armido Chiomento, Dalla Natura la salute alla portata di tutti, seconda edizione
2009, Soceser Editore, Entratico (BG).
 Corry Jeb Kucik, Gary L Martin, Brett V Sortor. Common intestinal parasites;
Am Fam Physician. 2004 Mar 1;69(5):1161-8.
 Deni Bown, Il libro delle erbe, De Agostini.
 Desmarcher C., et al. Evaluation of the in vitro antioxidant activity in extracts of
Uncaria tomentosa (Willd.) DC. Phytother. Res. 1997; 11 (3): 254-256.
 Earl Mindell, La Bibbia delle Vitamine, BUR.
 Elie Metchnikoff, The Prolungation of Life, New York 1907.
 Ennio Di Cecco, Idrocolonterapia pratica, M.I.R. Edizioni, 2001
 Enrica Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, IIIª edizione,
Tecniche nuove.
 Enrica Campanini, Manuale pratico di gemmoterapia, Tecniche Nuove.
 Erdmann R., Ph. D. with M. Jones, The Amino revolution, Simon & Schuster,
1989.
 Francesco Perugini Billi, Manuale di Fitoterapia, Edizioni Junior.
 http://naturaldatabase.therapeuticresearch.com
 http://www.medicinescomplete.com
 https://www.sciencedirect.com/
 J.E. Pizzorno jr., M.T. Murray, Trattato di medicina naturale, Red Edizioni.
 J.I. Rodale e Collaboratori, Il libro completo dei minerali per la salute, Aldo
Martello – Giunti Editore
 Jean Valnet, Fitoterapia. Cure delle malattie con le piante, Aldo Martello –
Giunti Editore.
 Leslie Taylor, The healing power of rainforest herbs, Square One Publishers.
 Murray M. T., Guida Medica Agli Integratori Alimentari, Edizioni Red, Milano
2005.
 PDR (Physicians’ Desk Reference), Integratori Nutrizionali, CEC Editore,
Milano.
 Pizzuti Marco, Scoperte mediche non autorizzate, Edizioni Il Punto d’Incontro.
110
 Rashidul Haque, Human Intestinal Parasites, J Health Popul Nutr. 2007 Dec;
25(4): 387–391.
 Ray Moynihan, Loai Albarqouni, Conrad Nangla, Adam G. Dunn, Joel Lexchin,
Lisa Bero, professor. Financial ties between leaders of influential US
professional medical associations and industry: cross sectional study. BMJ
2020; 369 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.m1505 (Published 27 May 2020)
Cite this as: BMJ 2020;369:m1505.
 Sheng Y., Induction of apoptosis and inhibition of proliferation in human tumor
cells treated with extracts of Uncaria tomentosa. Anticancer Res. Sep-Oct
1998;18(5A):3363-8.
 Staff del Prevention Magazine, Il Libro completo delle vitamine, Giunti-Martello.
 Tierra M., Planetary Herbology, Lotus Press, Wisconsin USA.

111
Prima edizione: Marradi (FI) - Ottobre 2020

Autore: Dott. Martino Giorgini


Grafica e impaginazione: Ser-Vis srl

ELITTO EDIZIONI

Loc. Val della Meta, 4


50034 Marradi (FI)
Tel. 800.911.939 • Fax 800.910.329

www.drgiorgini.it
e-mail: [email protected]

© Tutti i diritti riservati 2020 Elitto Edizioni


Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta per fini commerciali senza il pre-
ventivo assenso scritto dell’Editore.
Può essere fotocopiato, riprodotto e utilizzato per sessioni formative, citando autore
e titolo.
Le informazioni contenute nel presente libro hanno solo fine informativo.
Per qualsiasi disturbo o malattia è necessario rivolgersi al proprio medico.

ISBN 9788890941016
Martino Giorgini nasce a Castiglione di Cervia (RA)
il 31 ottobre 1950, chimico, biologo
(Laurea conseguita nel 1974 presso l’Università
degli Studi di Bologna), erborista, ricercatore
e imprenditore.
Nel 1977 fonda la Vis Medicatrix Naturae,
ditta che attualmente produce in Marradi (FI),
con erbe, minerali, vitamine e nutrimenti, integratori
e cosmetici naturali d’eccellenza, commercializzati in
Italia e in Europa.

La sua filosofia, trasfusa anche nella propria


attività imprenditoriale, è fondata sulla
Forza Guaritrice della Natura.

€ 3,00

Potrebbero piacerti anche