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Estetica

corso di estetica sul 3 libro del mondo come volontà e rappresentazione di Schopenauer

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Estetica

Anno accademico 2023-2024 “ il mondo come volontà e rappresentazione “ di


Schopenhauer

“ la metafisica del bello capitolo 9”

INTRODUZIONE STORICA:

 Sensibilità e percezione sono termini che derivano tutti dal termine greco Aisthesis
 Kant filosofo idealista tedesco riprende il termine estetica utilizzato da Baumgartner ma
trasformando il significato —> nell’opera Critica della Ragion Pura della 2 edizione del
1787 la 1 sezione è intitolata “ estetica trascendentale” = dedicata alla sensibilità e alle
forme a priori della sensibilità dello spazio e del tempo
 1750 Tatrkievicz scrive 3 libri sull’estetica e l’ultimo volume viene concluso in
concomitanza con la coniazione del termine estetica stesso
 Baumgartner filosofo tedesco di metà 700 è uno dei primi a utilizzare il termine estetica
—> dottrina della conoscenza sensibile dotata di un valore particolare definito valore
poetico , riconosce alla poesia un valore autonomo e riconosce un valore a una
disciplina ritenuta fino ad allora inferiore come l’estetica. Fondando l’estetica si rifà a
Leibniz in cui c’è una dottrina sulle rappresentazioni e le percezioni. Si impegna a
classificare le diverse forme della rappresentazioni e le forme che caratterizzano il
rapporto tra gli oggetti e la conoscenza.

La conoscenza degli oggetti attraverso la sensibilità è una conoscenza confusa= gli


individui inconsciamente percepiscono una serie di elementi della nostra rappresentazione
 esempio rumore del mare costituito da una serie infinita di piccolissimi rumori ( note
costitutive) che non riusciamo a percepire singolarmente ma in modo unitario. Il mare è
quindi una percezione confusa.

3 tipi di percezioni
Percezioni Oscure : non si distingue l’oggetto ( si possono chiamare anche inconscio)
Percezioni chiare confuse: percezioni confuse sono un sotto gruppo delle percezioni
chiare perché ci consentono di identificare l’oggetto) Baumgartner identifica in questa
zona l’estetica
percezioni chiare e distinte: quando riusciamo a distinguere anche le note costitutive
dell’oggetto preso in analisi abbiamo una percezione chiara ma al contempo abbiamo
distinto le note qualitative e i tratti pertinenti che caratterizzano quell’oggetto  Baumgartner
identifica in questa zona la logica
l’estetica è quella disciplina per Baumgartner che si occupa delle idee chiare e idee
confuse  collegamento Bergson : caratteristica degli artisti è di allargare il percepito
attraverso un difetto nella percezione stessa
esistono delle discipline che si occupo delle idee scure?
Psicanalisi : no perché nell’inconscio di Freud ci sono delle figure chiare e distinte e si parla
di vita
Mistica= non esatta perché c’è un dio
Psichedelia = si
L’estetica tratta le idee scure perché fanno riferimento alle informazioni sensoriali perché
non sono analizzabile nelle proprie note costitutive, se qualcuno ci chiede cos’è un triangolo
possiamo spiegarlo senza disegnarlo perché è un concetto, invece se dovessimo mostrare a
un cieco che cos’è il rosso non possiamo spiegarlo. Le idee chiare e confuse la zona
dell’estetica riguarda altri oggetti come: i giudizi di gusto il bello e oggetti che hanno a che
fare con la pratica artistica riferimento al sapere pratico degli artigiani fino ad arrivare al non
so che di un opera d’arte, un artista sa riconoscere un opera d’arte ma non sa spiegare il
perché, e questo è una proprietà dell’oggetto di non essere distinto.

ciò che accade nell’esempio del breve testo dell’artigiano il quale è capace a realizzare un
oggetto ma non è capace a comunicare il procedimento di realizzazione, accade anche per
gli artisti i quali non riescono a giustificare il perché un’opera attrae interesse e un’altra no=
critica del gusto.
Nell’estetica trascendentale di Kant prende le distanze da Baumgartner perché rimanendo
sulla sica di Leibnitz afferma che le percezioni confuse sono il luogo privilegiato della critica
del gusto che riguarda il bello e non ha quindi per oggetto le rappresentazioni sensibili. Nella
nota Kant accusa Baumgartner di cose false, nella sua opera non compare granché la critica
del gusto--> ma parla di (esempio) quando uno scienziato adopera i suoi strumenti logici
deve impegnarsi ad utilizzare percezioni distinte e chiare--> rappresentazioni rigorose. Ma
un oratore un poeta non sempre utilizzano rappresentazioni chiare e distinte a volte
esplicitamente utilizzano rappresentazioni confuse che sono poi quelle rappresentazioni che
utilizziamo quando giudichiamo la bellezza di qualcosa. Si può arrivare a concludere che il
giudizio di gusto non può avere valenza scientifica perché il gusto appartiene all’ordine della
Doxa. La 3 critica scritta da Kant “ la critica del giudizio “ nel 1790 esprime i principi del
gusto come per esempio l’universalità del giudizio di gusto secondo Kant i giudizi di gusto
manifestano un senso comune. Inoltre all’interno della critica del giudizio Kant affronta i
criteri per la legittimità di un giudizio estetico= un giudizio estetico è legittimo se è
disinteressato non interessato al possedimento dell’oggetto in questione ma solamente a
una contemplazione
 Nell’800 con Schelling nasce l’estetica come filosofia con la filosofia dell’arte
 Nel 900 Hegel realizzerà delle lezioni di estetica introducendo la novità stessa del
termine
 1820-1950 l’estetica come filosofia dell’arte si sviluppa nell’estetica di : Adorno, Pier
di Lukas
 Metà anni 80 Deleuze scrive 2 libri che si occupano di cinema  estetica come
filosofia dell’arte
Il bello per lunga tradizione viene visto come un qualcosa di oggettivo per cui l’artista era
colui che riusciva a creare qualcosa dalla tradizione cristiana introduzione della figura di
genio come spartiacque fra artigiano e artista
Per Kant il genio è quella facoltà attraverso la quale la natura dà la regola all’arte, il genio è
una facoltà che non si apprende in nessuna scuola perché sennò apparterebbe all’ordine
della scolastica, il genio è colui che va in accademia.

Rapporto Estetica-Politica
C’è una sovrapposizione temporale dell’estetica a ridosso dell’illuminismo nell’età delle
grandi rivoluzioni :
critica del giudizio di Kant scritta a ridosso della rivoluzione francese
estetica idealista Hegeliana si sviluppa a ridosso del congresso di Vienna
riflessione estetica di Marx  rivoluzione proletaria riprendendo la 3 critica di Kant e il
disinteresse estetico= condizione in cui non mi interessa il possesso della cosa in sé ma
solo la sua contemplazione. Marx all’interno dei manoscritti economici-filosofici del 1844
scrive:

4) Come la proprietà privata è soltanto l'espressione sensibile del fatto che l'uomo diventa
nello stesso tempo oggettivo per sé ed anzi si riduce insieme ad essere un oggetto
estraneo e inumano, che le sue manifestazioni di vita sono l'alienazione della sua vita, che
il suo realizzarsi è il suo annientarsi, è una realtà estranea; così la soppressione positiva
della proprietà privata, cioè l'appropriazione sensibile dell'essere e della vita dell'uomo,
dell'uomo oggettivo, delle opere umane per l'uomo e mediante l'uomo, deve intendersi non
soltanto nel senso del godimento immediato, unilaterale, non solo nel senso del possesso,
nel senso dell'avere qualche cosa. L'uomo si appropria del suo essere onnilaterale in
maniera onnilaterale, e quindi come uomo totale. Tutti i rapporti umani che l'uomo ha col
mondo, vedere, udire, odorare, gustare, toccare, pensare, intuire, sentire, volere, agire,
amare, in breve tutti gli organi che costituiscono la sua individualità, così come gli organi
che sono immediatamente nella loro forma organi comuni, [VII] sono nel loro
comportamento oggettivo o nel loro comportamento di fronte all'oggetto, l'appropriazione di
questo stesso oggetto. L'appropriazione della realtà umana, il comportamento di questa di
fronte all'oggetto è l'attuazione della realtà umana2: l'agire e anche il patire umano, dato
che il patire, umanamente inteso, è un godimento proprio dell'uomo. La proprietà privata ci
ha resi così ottusi ed unilaterali che un oggetto è considerato nostro soltanto quando lo
abbiamo, e quindi quando esso esiste per noi come capitale o è da noi immediatamente
posseduto, mangiato, bevuto, portato sul nostro corpo, abitato, ecc., in breve, quando
viene da noi usato; sebbene la proprietà privata concepisca a sua volta tutte queste
realizzazioni immediate del possesso soltanto come mezzi di vita, e la vita, a cui servono
come mezzi, sia la vita della proprietà privata, del lavoro e della capitalizzazione. Al posto
di tutti i sensi fisici e spirituali è quindi subentrata la semplice alienazione di tutti questi
sensi, il senso dell'avere. L'essere umano doveva essere ridotto a questa assoluta povertà,
affinché potesse estrarre da sé la sua ricchezza interiore. (Sopra la categoria dell'avere
vedi Hess nei Ventun fogli)3. La soppressione della proprietà privata rappresenta quindi la
completa emancipazione di tutti i sensi e di tutti gli attributi umani; ma è una
emancipazione siffatta appunto perché questi sensi e questi attributi sono diventati umani,
sia soggettivamente sia oggettivamente. L'occhio è diventato occhio umano non appena il
suo oggetto è diventato un oggetto sociale, umano, che procede dall'uomo per l'uomo.
Perciò i sensi sono diventati immediatamente, nella loro prassi, dei teorici. Essi si
riferiscono alla cosa in grazia della cosa; ma la cosa stessa implica un riferimento oggettivo
umano a se stessa e all'uomo, e viceversa4. Il bisogno o il godimento hanno perciò
perduto la loro natura egoistica, e la natura ha perduto la sua mera utilità, dal momento che
l'utile è diventato l'utile umano. Parimenti i sensi e il modo di goderne degli altri uomini
sono diventati la mia propria appropriazione. Oltre questi organi immediati si formano
quindi organi sociali, nella forma della società: per esempio, l'attività che io esplico
immediatamente in società con altri, ecc., è diventata organo di una manifestazione vitale e
un modo di appropriarsi la vita umana. S'intende che l'occhio umano gode in modo diverso
dall'occhio rozzo, inumano, l'orecchio umano in modo diverso dall'orecchio rozzo, ecc.
Abbiamo visto che l'uomo non si perde nel suo oggetto soltanto quando questo diventa per
lui o un oggetto umano o un uomo oggettivo. Il che è possibile soltanto qualora l'oggetto
diventi per lui un oggetto sociale ed egli stesso diventi per se stesso un essere sociale, allo
stesso modo che la società diventa per lui un essere in questo oggetto. Per un verso,
quindi, in quanto la realtà oggettiva diventa ovunque per l'uomo nella società come la
realtà delle forze essenziali dell'uomo, come la realtà umana, e perciò come la realtà delle
sue proprie forze essenziali, tutti gli oggetti diventano per lui l'oggettivazione di se stesso,
diventano gli oggetti che realizzano e confermano la sua individualità, i suoi oggetti, in altre
parole egli stesso diventa oggetto. Come gli oggetti divengano per lui i suoi oggetti,
dipende dalla natura dell'oggetto e dalla natura della forza essenziale ad essa
corrispondente; infatti, proprio la particolarità di questo rapporto costituisce il modo
particolare, reale della affermazione. Un oggetto si presenta all'occhio in modo diverso da
quel che si presenti all'orecchio, e l'oggetto dell'occhio è diverso da quello dell'orecchio. La
particolarità di ogni forza essenziale è appunto la sua essenza particolare, e quindi anche il
modo particolare della sua oggettivazione, del suo essere vivente, oggettivo e reale. Non
solo dunque nel pensiero, [VIII] ma anche con tutti i suoi sensi l'uomo si afferma nel mondo
oggettivo.

In queste righe Marx esprime il disagio della società post-industriale in cui l’uomo è
costretto a lavorare per sopravvivere, per cui vive nel bisogno e in un mondo di
preoccupazioni, e quindi non ha la possibilità di godersi il più bello fra gli spettacoli. Marx
descrive la mancanza di sensibilità dell’uomo moderno il trafficante di minerali quindi il
capitalista non vive in uno stato di disagio ma è alienato dal desiderio di arricchirsi sempre
più, mentre il proletario è impegnato a sopravvivere Una società basata sulla proprietà
privata è una società privata dei mezzi per rapportarsi al bello. Gli individui sono essere
sociali per cui società = uomo. se l’essere umano è un essere in società di conseguenza la
proprietà privata è un incomprensione di questa concezione dell’individualità dell’essere
umano stesso . Solo quando consideriamo i beni come condivisi ci troviamo davanti a un
uomo compiuto e non mutilo nei sensi . la Soppressione della proprietà privata è una
concezione delle cose del mondo come degli enti che non sono appropriabili. Giorgio
Agamben “ altissima povertà” Per cui Marx vuole affermare che la società capitalistica
aliena sia il capitalista che è impegnato ad arricchirsi sempre di più, sia l’operaio che è
costretto a un lavoro salariato; questa alienazione ci priva della capacità di percepire
qualsiasi cosa di bello.

Schopenhauer introduzione al mondo come


volontà e rappresentazione
Legame con Hegel
Schopenhauer è un filosofo che viene spesso considerato per essersi opposto all’idealismo
tedesco di Hegel, nonostante la sua filosofia non si basi solo su ciò- commento di colli:
descrive il destino di Schopenhauer come curioso perché finché l’idealismo era la corrente
filosofica predominante egli veniva considerato solo per ciò, una volta passato
l’idealismo viene completamente dimenticato.
Legame con Kant
La sua opera più importante : il mondo come volontà e rappresentazione fu pubblicata nel
1818 circa 20 anni dopo le ore di Kant da cui riprese il concetto di rappresentazione= il
mondo è una mia rappresentazione non si dà niente a questo mondo che non sia un
oggetto per un soggetto conoscente, il mondo non è altro che una rappresentazione di un
insieme di oggetti che si presentano alla coscienza di un oggetto. Questa è la forma a priori
più importante presente nell’opera di Kant. Infatti il 3 libro dell’opera è dedicato alla
liberazione dalla rappresentazione, cioè la rappresentazione sciolta dal concetto di ragione.
Le forme di cui parla Kant sono forme a priori della nostra esperienza perché la nostra
esperienza è l’esperienza di un soggetto che si rappresenta gli oggetti l’eccezione è la
volontà= mondo in sé
L’originalità di Schopenhauer è di considerare il noumeno come aldilà della
rappresentazione, come qualcosa di cui possiamo fare esperienza e lo trascrive con il nome
di volontà
Il mondo si dà sotto 2 aspetti
1 rappresentazione mondo come fenomeno
2 mondo come cosa in sé che si declina nel mondo come volontà
Il mondo che ci appare a noi è un mondo visto con le lenti della rappresentazione quindi con
la forma di pluralità di oggetti, questo mondo è l’espressione di un principio unico di cui tutte
le cose sono rappresentate attraverso la volontà
Come si può superare la volontà come principio della cosa in sé?
Questo è il problema che affronta nel 2 libro che è dedicato alla volontà. Noi siamo
necessariamente obbligati a fare esperienza del mondo come rappresentazione a parte per
un caso in cui possiamo entrare in diretto contatto con la volontà, l’unica via di accesso è il
corpo che è un oggetto fra i tanti e noi lo percepiamo come tale. Ma questo corpo lo sento
vivere sento che io stesso sono questo corpo che sente di aver fame e sarà portato da una
forza-> oggettivazione della volontà esempio i denti sono fame oggettivata
Collegamento Keats “ ode all’usignolo”
Il mio cuore è angosciato e un sonnolento torpore
opprime i miei sensi, come se avessi bevuto cicuta,
o vuotata fino in fondo una coppa d'oppio,
solo un minuto fa, sprofondando nel Lete :
e non è per invidia della tua felice sorte,
ma per essere troppo felice della tua felicità,
che tu, o Driade della foresta, dalle ali leggere
in qualche radura melodiosa
verde di faggi e di ombre infinite
canti felicemente a piena gola tutta la gioia dell'estate.

II.
Oh, chi mi darà un sorso di vino, che sia stato
a lungo in fresco in una profonda fossa nella terra,
di un vino che sa di Flora e del verde della campagna,
e di danze e di canzoni Provenzali e di assolata allegria !
Oh! A me una coppa piena del caldo vino del Sud,
piena del vero, del rosso Ippocrene,
con bolle cristalline che ornano i bordi con perle di schiuma,
e la bocca tinge di porpora;
Oh! S' io potessi bere e abbandonare il mondo senza essere visto,
e con te scomparire nella foresta oscura.

III.
Svanire e dissolvermi, per dimenticare per sempre
quello che tu fra le foglie non hai conosciuto mai,
l'abbattimento, la febbre e l'inquietudine della terra
dove gli uomini odono l'uno dell'altro i gemiti;
ove la paralisi fa tremare gli ultimi melanconici capelli grigi,
dove la giovinezza diventa pallida e spettrale e muore ;
dove il solo pensare riempie di dolore e di disperazione
le palpebre di piombo,
ove la Bellezza non può serbare i suoi occhi lucenti,
e il nuovo Amore struggersi per essi oltre un nuovo giorno.

IV.
Via ! Via da qui ! Verso di te voglio volare,
non sul carro di Bacco e dei suoi leopardi,
ma sulle invisibili ali della Poesia,
nonostante la mia torpida mente sia tarda e perplessa;
però con te! Tenera è la notte,
e chissà, forse la Regina Luna è sul suo trono,
circondata da una miriade di Fate stellate;
Però qui non c'è altra luce
che quella che giunge dal cielo soffiata dalla brezza
attraverso verdi ombre e sentieri umidi e tortuosi!

V
Non distinguo quali fiori sono sotto i miei piedi,
né quale soave incenso scende dai rami
però nella calda oscurità, indovino ogni profumo
con il quale ciascun mese propizio dota il prato,
la macchia, il silvestre albero da frutta;
il candido biancospino e la pastorale eglantina;
le piccole violette, che presto sfioriranno nascoste tra le foglie;
e la prima delle figlie di metà Maggio,
la giovane rosa muschiata rorida di rosea rugiada,
rifugio rumoroso dei moscerini nelle notti estive.

VI
Nell'ombra ascolto; sono stato a lungo
innamorato della benevola morte, l'ho
invocata con nomi soavi nei versi meditati
affinché portasse nell'aria il mio respiro silenzioso,
ora più che mai, mi sembra bello morire,
finire alla mezzanotte senza dolore
mentre tu versi la tua anima intorno a questa estasi!
Tu ancora vorresti cantare, però le mie orecchie saranno inutili
per il tuo alto Requiem trasformato in zolla.

VII.
Non sei stato creato per la morte, uccello immortale!
Nessuna generazione affamata ti calpesta;
la voce che ascolto in questa notte fuggitiva
fu ascoltata anticamente da imperatori e contadini:
Forse la stessa canzone che si fece avanti
nel triste cuore di Ruth, quando presa dalla nostalgia
della sua casa, piangeva in mezzo al grano straniero;
la stessa che molte volte incantò,
aprendo magiche finestre sopra la spuma
di mari pericolosi , nelle fantastiche terre delle Fate.

VII
Questa parola è come una campana
che rintocca per richiamarmi a te dalla mia solitudine.
Addio! La Fantasia, non si può ingannare così bene,
perché essa ha fama, ingannevole Spirito.
Addio! Addio!. La tua triste elegia si perde
attraverso i prati, sopra i ruscelli silenziosi,
risale per i declivi dei colli;
per seppellirsi nelle profondità delle radure della valle vicina:
Fu una visione o fu un sogno ad occhi aperti?
Terminata è quella musica: sono desto o sono nel sonno?

All’interno dell’ode all’usignolo di Keats è presente un riferimento a Schopenhauer in cui l’autore


descrive la forza dell’amore tra gli esseri umani come una spinta a progredire la specie umana ,
assimilabile alla descrizione degli esseri umani e dei loro desideri oggettivazione della volontà
La volontà diventa oggetto quando viene rappresentata da un soggetto
Come avviene la rappresentazione ? il soggetto si rappresenta degli oggetti attraverso le categorie di:
spazio
tempo  principi di individuazione= oggettivazione della volontà

gli uomini si interessano delle cose del mondo solo in funzione del soddisfacimento di un bisogno.
Anche l’oggetto sessuale che può anche essere amore rimane comunque un oggetto. In questa prima
fase Schopenhauer è cinico. A questo livello Schopenhauer afferma che un individuo sorge dal nulla
per poi accedere all’esistenza per poi ritornare nel nulla per un tempo indeterminato ( ???)
supplemento capitolo 41 - secondo Schopenhauer non abbiamo paura del dolore in quanto la morte
sarebbe un sollievo, ma la più grande paura umana è di realizzare che nonostante la morte il mondo
andrà avanti ( però non dovremo soffrire perché anche prima della nostra nascita il mondo continuava
ad andare avanti ). Per cui il suicidio è visto come l’apoteosi della volontà perché si riafferma la
volontà di vivere no la liberazione.
L’obiettivo dell’essere umano è di liberarsi della propria volontà diventando soggetto non sarà più
ente individuale, sarà libero dalle condizioni del fenomeno dello spazio-tempo-causalità

Individuo soggetto puro


Usa le categorie di spazio-tempo-causalità e si rappresenta oggetti puri, che non sono
cioè soggetti alle categorie
L’essenza del mondo sono i fenomeni
Nostre rappresentazioni
La purezza consiste nel fatto che un individuo si è liberato dal principio di individuazione, ma
ciò come avviene?
Attraverso 3 modalità: 1estetica 2 religiosa 3 etica

Estetica
Può essere assimilata all’estasi come contemplazione di qualcosa che sia un oggetto o una
natura morta o un oggetto artistica. L’esperienza estetica risulta essere effimera cioè
conosciamo qualcosa di bello e per un breve momento usciamo da noi e ci identifichiamo in
altri oggetti smettiamo di essere individui.
Nel momento in cui percepiamo un oggetto con interesse smette di piacerci perché il piacere
deve essere disinteressato. L’individuo deve diventare un soggetto estetico cioè un
osservatore definito anche da Schopenhauer puro occhio del mondo. il godimento non
soddisfa la volontà ma risulta essere una mera contemplazione come se fosse uno specchio
es: tramonto come un oggetto estetico si rapporta in me
Rapporto soggetto puro-oggetto puro= il soggetto puro non percepisce più l’oggetto come un
suo interesse cioè non vede più la sua individualità
soggetto puro no io in quanto soggetto ma in quanto parte della specie umana
Oggetto purooggetto rappresentato non più individuato come un oggetto specifico ma in
quanto rappresentante del concetto dell’oggetto stesso  riecheggio platonico = idea della
cosa in sé
Nell’ode all’usignolo di Keats il mondo si presenta come un insieme di idee la volontà si
oggettiva in idee platoniche= tutti gli esseri di una specie sono incarnazione della medesima
idea come nell’idea del canto dell’usignolo svincolata dal principio di individuazione. Noi ci
percepiamo come individui finiti ma siamo eterni aldilà del principio di individuazione=
singolo animale gode dell’immortalità di specie

Etica
Comprende sentimenti di compassione e pietà e nel momento in cui provo pietà per
esempio per un uomo rotolante rompo le barriere dell’individualità e riesco a percepire l’altro
non più come un oggetto ma come un qualcosa di simile a me. Questo accade perché nel
momento in cui siamo soggiogati dalla volontà e percepiamo il mondo attraverso le categorie
di spazio-tempo-causalità percepiamo anche l’altro come un oggetto

La rappresentazione
Schopenhauer legge Kant intendendolo in maniera radicale ovvero dove Kant dice “noi
possiamo conoscere il mondo solo come essere fenomenico”. S. accetta la nozione di cosa
in se e Dunque sono inconoscibili Conserva l’idea della cosa in sé ma la radicalizza. Il
mondo esiste ed è volontà, tutto il resto che ci appare è un’oggettificazione del principio.
Tutte le cose sono rette e guidate da un principio che è cieco, di un desiderio di
acquisizione. Il modo in cui Schopenhauer descrive il nostro rapporto con la realtà ci fa
pensare all’inconscio di Freud Pulsione: traduzione psicoanalitica del termine volontà

sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente


sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente è la prima opera di Schopenhauer
scritta nel 1813 ed è anche la sua tesi di laurea il titolo sta a significare che niente è senza
una ragione per cui sia. In buona sostanza, "principio di ragion sufficiente" indica sempre,
qui e in Schopenhauer, il diritto a chiedere: «Perché?». Principio di ragione ha 4 radici:
Principium rationis sufficientis fiendi
Principio di ragione sufficiente del divenire, noto anche come legge di causalità
(modificazione reciproca degli stati della materia), che il filosofo inserisce, assieme a tempo
e spazio, tra le forme date a priori nell'intelletto umano. Tutti gli oggetti che contribuiscono a
creare il complesso della realtà sperimentabile sono, rispetto al cominciare e cessare dei
loro stati, legati tra loro per mezzo di tale principio; se subentra un nuovo stato di uno o più
di questi oggetti "reali", bisogna che un altro lo abbia preceduto, e che ad esso faccia
seguito uno nuovo, il tutto nella più perfetta necessità. Tali seguire e conseguire
rappresentano ciò che più comunemente si usa indicare sotto il concetto di rapporto causa-
effetto
Principium rationis sufficientis cognoscendi
Principio di ragione sufficiente del conoscere, noto come Ragione e definito come capacità
di concatenazione o opposizione di concetti astratti (il che vuol dire lontani nel tempo e nello
spazio) nella forma sintetica d'un giudizio, da cui discende necessariamente la relativa
conferma della giustezza di esso per affinità ad una delle quattro verità:
Verità logica o formale
Verità empirica
Verità trascendentale
Verità metalogica
principium rationis sufficientis essendi
Principio di ragione sufficiente dell'essere, costituito dalla parte formale delle
rappresentazioni complete ed empiriche già viste nella prima classe, dunque dalle intuizioni
date a priori delle forme del senso interno ed esterno, spazio e tempo. Esse sono di per sé,
in quanto intuizioni pure, oggetti della facoltà di rappresentazione, ma differiscono dalla
prima classe di oggetti empirici appunto per il grado di purezza e dunque per il fatto di non
richiedere l'intervento della materia (e delle sue relative modificazioni di stato) affinché
risultino intuibili; ovvero: se nella prima classe di rappresentazioni (intuitive, empiriche) le
forme di spazio e tempo vengono intuite in quanto "riempite" dalla materia, in questa terza
classe la facoltà rappresentativa rinuncia alla sostanza per divenire pura intuizione di
rapporti spazio-temporali, che dunque si riduce qui a manifestazione di quei rapporti
indissolubili che caratterizzano le interazioni fra queste due forme del conoscere. Più nel
dettaglio, il principio di ragione dell'essere viene sviluppato da Schopenhauer nel modo
seguente:
Ragione dell'essere nello spazio
Ragion dell’essere nel tempo
Principium rationis sufficientis agendi
Questa quarta classe di oggetti della facoltà di rappresentazione è particolarmente cara al
sistema schopenhaueriano, in quanto ad esser preso qui in considerazione è un oggetto
soltanto, immediatissimo, oggetto per il soggetto interno che, come tale, si prefigura come
soggetto del volere. Schopenhauer parte da questa considerazione: ogni conoscenza
presuppone imprescindibilmente un soggetto conoscente e un oggetto conosciuto; la cosa si
ripete anche passando nell'ambito dell'autocoscienza, sicché anche qui abbiamo un
conoscente e un conosciuto: quest'ultimo è adesso solo ed esclusivamente Volontà
Capitolo 41 pagina 614 dei supplementi  interpretazione della nascita e della morte
L’essere e il nulla e la negazione della nascita e della morte: secondo Schopenhauer è
assurdo pensare la nascita e la morte un rapporto tra l’essere e il nulla, è contradditorio
venire dal nulla e tornare nel nulla perché secondo la tesi Parmenidea dove l’essere è e non
può non essere, il divenire vuol dire esse A per poi morire e vedere la nascita di B. per cui
non è sbagliato il fenomeno ma l’interpretazione che diamo al fenomeno stesso.
Problema del sosia o della trasformazione riguarda due oggetti due elementi simili o
uguali. Esempio: lo stesso gatto in due momenti differenti  continuità di un individuo nel
tempo, muta ma la continuità è data dalla memoria di ciò che era. Dunque c’è continuità, ma
dove si trova nel corpo o nella memoria? Ciò è lo stesso problema che si pone
Schopenhauer con il problema di Mery
Principio di Leibnitz : principio di identità degli indiscernibili e dell’eternità della specie
autenticità
Pagina 617 capitolo 41 supplementi  La logica del discorso di Schopenhauer è una
logica inversa di coloro che invitano a cercare l’autenticità della loro esistenza. essere e
tempo si concentra sul tema della Eigentlichkeit (eigen cercare l’autenticità significa fare sì
che l’esistenza sia proprio mia.) accade che c’è una nascita della carne e poi noi ci
appropriamo della nostra esistenza. Significa particolarizzare un'esistenza generica
(Man=si). Trasformare un si vive in un vivere. Fare della propria vita un unicum. L’esperienza
diventa mia quando Sein-Zum-tode ovvero devo appropriarmi della morte per appropriarmi
della vita. Rendersi corso di essere mortali e scegliere la propria esistenza che sarà un
unicum. L’unicità è un valore in cui tutti si riconoscono o. Questa è il contrario della logica in
cui si riconosce Schopenhauer. Egli dice che in fondo tutti noi pensiamo e crediamo una sola
cosa nella vota ovvero l’unicità e nel carattere della mia vita. Non c’è bisogno di conquistare
l’unicità perché è già in noi stessi. Heidegger parte dal si vive e si va L’unicità.
Schopenhauer pensa che si va dal considerarsi individui a percepirsi uguali a tutti gli altri
sella nostra specie.
Lettura libro 3 del mondo come volontà e rappresentazione paragrafo 30
Schopenhauer parla delle idee Platoniche come prima forma di oggettificazione della realtà.
Ci sono due livelli principali:
1 idee platoniche
2 molteplicità data dalle categorie di spazio-tempo-causalità.
Schopenhauer definisce le idee platoniche come molteplicità ma una molteplicità differente
rispetto a quella data dalle categorie:
molteplicità quantitativa= 10 individui tutti umani
molteplicità qualitativa= 10 esseri umani + 3 gatti
inoltre afferma che le idee sono fuori dal campo conoscitivo dell’individuo ma non del
soggetto, se un individuo vuole conoscere le idee deve liberarsi dalle categorie di spazio e di
tempo per divenire soggetto puro
paragrafo 32 Schopenhauer spiega la differenza fra la cosa in sé e l’idea platonica
mostrando l’errore di Kant
l’idea platonica e la cosa in sé sono due cose differenti, l’idea è un oggetto mentre la cosa in
sé non può esserlo e qui c’è la contraddizione di Kant, la cosa in sé non può essere oggetto
sennò diventerebbe oggettivazione della volontà . inoltre la cosa in sé non è conoscibile.
Paragrafo 34 contemplazione dell'idea non insegue più le relazioni conforme al principio
di ragione non vede nelle cose il principio di relazione ma vede l'essenza della cosa. La
contemplazione dell'oggetto esperienza effimera che accade improvvisamente, la
conoscenza dell'oggetto è al di fuori con la connessione con altri oggetti ma ci fissiamo
sull'oggetto in sé. Le relazioni che stiamo abbandonando nella contemplazione ci portano a
conoscere l'essenza dell'oggetto. Avvicina l'esperienza estetica ad un esperienza mistica ,
abbandonare le categorie per assegnarsi alla pura contemplazione della cosa. L'esperienza
del soggetto che contempla è il soggetto che si svuota ed è perduto nell'oggetto
contemplato. Pag. 241 riferimento a Spinoza --> esperienza 5 parte dell'etica proposizione
31 dove si parla della conoscenza sub specie esternitatis, la mente è eterna in quanto
concepisce la cosa o le cose sotto la forma dell'eternità --> avvicinamento a Spinoza perché
c'è un idea di un certo tipo di conoscenza che ci fa conoscere le cose nella loro eternità
( sciolte da tempo spazio e causalità) l'esperienza estetica è metafisica, perché l'esperienza
di Spinoza le considera aldilà del loro essere fisico materiale è un esperienza estetica ed
apre a una conoscenza metafisica delle cose, delle cose ci fa comprendere il lato ideale
delle cose. L'esperienza estetica secondaria nella tradizione moderna viene elevata a
esperienza primaria allo stesso rango dell'esperienza metafisica, anzi è il mezzo attraverso il
quale accendiamo all'esperienza metafisica insieme a quella etica e mistica.
paragrafo 35--> critica della presunzione umana del progresso, della fiducia nel tempo e
nella storia, fiducia caratteristica di Hegel. Schopenhauer incarna una figura diffusa nella
cultura a lui contemporanea= critica nella fiducia del progresso, la natura è interessata alla
specie umana . Tutte le volte che qualcuno si pone in questa ottica dell'esperienza estetica
ed essere interessato alla loro essenza cerca in ogni individuo quelle caratteristiche che lo
determinino rappresentante di una certe specie, non guarda più gli individui le loro
peculiarità ma cerca una natura universale esempio le passioni. Chi è abituato a vedere
nelle cose non la loro singola individualità ma la loro idea Schopenhauer cita gozzi , un
commediografo, la commedia parlo delle cose brutte. La commedia presenta dei caratteri -->
ethos , dipinge degli ideal tipi. La commedia descrive dei caratteri generali dell'essere
umano La tragedia è il più alto dei generi perché fa il contrario della commedia, la commedia
è un genere popolare non solo perché parla del Popolo, ma anche perché sono più seguite.
La commedia accomuna, parifica le differenze fra gli individui, ha un elemento politico vede
ciò per cui gli uomini sono uguali se invertiamo la tragedia è il genere dell'aristocratico,
Bergson dice di guardare il titolo, le tragedie hanno un nome proprio, le commedie un nome
generico. Le cose che capitano nelle tragedie capitano a degli individui, le commedie ridono
davanti al destino .
paragrafo 36 attribuisce a questi 2 comportamenti guardando le cose con il principio di
ragione oppure guardarle sciolte dalle loro relazioni divide queste due attitudini in base alle
attitudini delle loro discipline: le scienze. Nel paragrafo parte con la storia ( Aristotele per 1
differenza la storia dalla poesia perché la storia così come la tragedia parla di individui, la
poesia invece considera gli universali) L'arte è la disciplina che non si occupa delle relazioni
fra le cose, non si occupa degli individui ma si eleva alla contemplazione delle cose -->
funzione eternatrice dell'arte. Chi è un artista ha una facoltà chiamata genio ( solo creatore
no esecutore).C'è una peculiarità del genio--> demolisce la concezione popolare della
creatività artistica o la genialità, perché pensiamo che la genialità sia una caratteristica del
soggetto creatore= le opere siano espressioni idiosincratiche dell'artista. Schopenhauer
elimina ciò perché crede che la caratteristica del genio sia di vedere le cose come esse
sono= genialità ci porta all'oggettività, più si è geniali più le sue opere saranno oggettive.
L'artista non aggiunge qualcosa alla realtà ma toglie qualcosa alla realtà e ci presenta la
cosa in sé, lo sguardo dell'artista è freddo oggettivo spassionato La caratteristica del genio è
di sottrarre ciò che deriva dalla volontà per cui ha una perfetta oggettività. la fisiologia della
genialità, quale sono le caratteristiche fisiologiche del genio?
Visto che la visione del genio è oggettiva si creda che la sua origina risieda nella freddezza
di rapportarsi al mondo. La facoltà del genio non deriva da una mancanza di forza vitale m al
contrario deriva da un eccesso di forza vitale. Questo eccesso non riesce ad esaurirsi —>
desiderio di trovare qualcuno che gli somigli ( follia, irrequietezza) riferimento a Proust in cui
nella Recherche dice che guarda attraverso l’uomo tipo radiografia e non ascolta ciò che
dicono le persone nei salotti
Paragrafo 37 associazione genio e gusto: se i geni fossero completamente chiusi in se
stessi noi ci direbbero nulla invece spesso ci dicono qualcosa e li riconosciamo in quanto
geni e quindi anche in noi c’è un qualcosa di genio. Fra noi e genio differenza di grado, ha
una facoltà comune a tutti noi ma più sviluppata. L’arte di facilità alla rinuncia della nostra
volontà perché separa le cose dalle loro relazioni in una cornice e ci obbliga vedere la cosa
in sé.
Paragrafo 38 la contemplazione estetica ha 2 componenti la conoscenza dell’oggetto
come idea platonica e l’autocoscienza. Anche il piacere del bello nasce da queste sue
componenti quando soddisfiamo un desiderio è un elemosina perché è infinitamente
insoddisfatto. Schopenhauer qui sta ripercorrendo una storia della riflessione occidentale sul
piacere ( cirenaici una vita più è felice maggiore piacere conquistato nella vita ) un piacere
strano è il giudizio estetico che non deriva dalla soddisfazione di un desiderio o bisogno.
Non è più un piacere sensitivo derivante dal desiderio ma è un sentirsi bene con un assenza
di volontà naturalmente la 1 cosa che gli viene in mente mentre delinea un piacere
indipendente dal bisogno pensa a Epicuro —> condizione degli dei siamo liberi dalla
pressione della volontà . Un piacere come liberazione della volontà ed di Schopenhauer è
quotidiano ( cataste matico =stabile Epicuro afferma che c’è la possibilità di essere felici
come gli dei cioè non mancare di nulla = soddisfare solo bisogni fondamentali come fame
sete freddo amicizia la filosofia come ricerca etica ) punto in comune che piacere di
Schopenhauer è un piacere in assenza di bisogno
Paragrafo 41 Schopenhauer riprende la contemplazione estetica che si fonda sul
disinteresse e implica un Interesse del soggetto per le cose e quindi qualsiasi cosa può
interessare il giudizio estetico= no oggetti più validi per la contemplazione estetica . Pag.
277 riferimento pittura fiamminga e poi olandese non è secondario perché diversamente
dalla pittura del rinascimento italiano i soggetti fiamminghi e olandesi sono soggetti popolari,
non raccontano grandi storie. L’essenziale dell’esperienza estetica è l’esperienza in se di
oggetti del mondo
Paragrafo 43  architettura rappresenta oggettificazione delle forme più basse della
volontà come la gravità coesione solidità.
Divisone fra 2 funzioni delle arti:
Arti che fanno prevalere l’elemento conoscitivo è statico :
Arti che sono manifestazioni della volontà : arti che hanno come soggetto la natura animata
e la natura umana esempio la poesia l’arte drammatica (pag. 280 paragrafo 42)
Paragrafo 44 giardinaggio come arte, addomestica le forze vegetali accanto a ciò
Schopenhauer mette la pittura di paesaggio come rappresentazione delle forze vegetali.
Sculture animali superiore a giardinaggio e architettura perché implica un movimento una
espressione dei loro corpi , ancora superiore la scultura di upumani perché hanno la facoltà
di ragione
1 poesia
2 sculture umani
3 sculture animali
4giardinaggio / pittura paesaggi
5 architettura
Un'altra arte al di fuori della rappresentazione che non prende l’oggettificazione della
volontà, a è volontà pura la musica, perché è la più importante, non rappresenta nulla. La
musica è come un oggetto del mondo perché è esso stesso un oggettificaizione della
volontà e non una rappresentazione dell’ oggettificazione della volontà
Pag. 285–> classificazione delle arti partendo da quella più bassa l’architettura in funzione
del tipo di oggetti che vengono rappresentati es naturali nella solidità pesantezza gravità
ecc. troviamo riassunto la questione dell’architettura e dell’altro estremo il dramma la
tragedia . Paragrafo 43 rispetto all’architettura le idee che vengono rappresentate sono le
più basse del oggettivazione della volontà, il piacere davanti a un opera architettonica non è
la contemplazione ma l’elemento soggettivo che ci distacca da noi stessi ecc. distinzione fra
piacere estetico dovuto a elemento soggettivo come contemplazione in quanto tale e
piacere estetico che a che fare con il lato oggettivo, nel architettura prevale il lattò
soggettivo. Le idee del dramma sono quelle più elevate e piene di significato. Nel mezzo tra
architettura e dramma ci sono le arti che raffigurano delle oggettività superiori come la
natura morta o che rappresentano il mondo animale pittura e scultura Paragrafo 35–>
rispetto alla pittura gli oggetti sono più elevati di quelli dell’architettura, la poesia risulta
l’ultima rappresentazione delle idee più alte. Rappresenta il grado supremo del
oggettivazione della volontà cioè l’essere umano. Lo si può rappresentare in maniera statica
o dinamica . Il dramma la poesia epica rappresenta l’uomo non solo nella sua staticità ma
implica anche l’azione il tempo ecc. Anche la storia descrive l’uomo mentre agisce per
esempio anche la biografia descrive l’uomo quando agisce.
Pag. 294/295La poesia è più filosofica della storia perché gli individui vengono depurati
delle contingenze
Pag. 302pittura fiamminga , pittura storica—> essere umano oggettivato per cui la sua vita
è degna di essere rappresentata è legittima anche la pittura fiamminga Cher appresenti le
scene di vita quotidiana= elevazione vita quotidiana sottratta al grande sviluppo della storia.
Le pratiche di cucinare o le modalità di favorire il sonno o il risveglio o il passeggiare sono
tutte attività che si svolgono quotidianamente perché gli affidiamo la nostra gioia ecc. e
venivano escluse dalla grande pittura. La pittura fiamminga e olandese ci mostrano come la
storia sia al di fuori dei grandi momenti storici, la pittura olandese rappresenta delle scene in
cui c’è la l’ace e non la guerra.
(Hegel nel estetica commenta un quadro di murigno in cui ci sono due bambini che
mangiano l’uva, Hegel commenta che sembrano delle divinità greche perché hanno l’ozio è
l’indifferenza tipica delle divinità come se vivessero la loro vita senza importargli del resto
che c’è intorno).
Paragrafo 49 mostra differenza fra L idea e la natura del concetto, concetto è un unita
successiva alla cosa, astraendola singolarità individuale mentre l idea e L’Unità che precede
la cosa , idea oggetto di intuizione è il concetto è oggetto di un pensiero discorsivo, il
concetto è comunicabile estratto dalla pluralità degli individui è definibile. Idea il concetto è
oggetto scienza mentre l’idea è oggetto arte prodotta dal genio
Pag. 307 idea è originaria dal idea c’è la frammentazione del idea che dà vita alla
molteplicità degli individui. Idea la coglie il genio in modo determinato, idea è unita
frammentata nella molteplicità per mezzo spazio temporale del intuizione. Il concetto è un
recipiente inanimato in cui le cose rimangono lì però non si possono tirare fuori cose che
non abbiamo messo mentre le idee sono nuove.
Paragrafo 50 Per Schopenhauer arte è identificazione di un idea e non di un concetto,
idea qualcosa che viene intuito, concetto è dell’ ordine discorsivo è un astrazione idea è ciò
da cui deriva la molteplicità degli individui. Arte ha come obiettivo di identificare un idea
allegoria espressione di un concetto, quando il pittore fa una cosa del genere non fa buon
arte perché il pittore deve rappresentare l’idea stessa. Schopenhauer commenta dicendo
che l’allegoria è un opera d’arte. Divide il terreno fra 2 modalità opposte di intendere la
natura dell’arte:
-di carattere ermeneutico cercando il significato nascosto delle opere d’arte.
-Ciò che è nell’opera d’arte si vede nell’ opera d’arte stessa

Pag. 314 paragrafo 50 –>Riconosce però la necessità dell’ allegoria nella poesia perché la
poesia è un linguaggio implica l’uso del linguaggio che è lo stesso dei concetti, il poeta può
usare concetti perché attraverso i concetti ci si avvicina all’idea . Nel 1 caso l’apporto di
colui che guarda è un apporto che lo deve condurre dalla immagine al concetto invece qui
dalla lettura delle frasi che implicano concetti induce l’autore al l’intuizione dell’ idea , nella
poesia la strada è più lunga verso l’idea ma in ogni caso lo scopo è l’intuizione dell’ idea.

Paragrafo 51 pag. 316–>la poesia è l’idea della rappresentazione dell’uomo . Nella poesia
si passa dall’ uso di concetti astratti al l’intuizione di qualcosa di concreta, si passa dai
concetti al idea solo nel caso in cui si facciano scontrare fra di loro concetti universali in un
certo modo. L’uso dei concetti astratti indica che è necessario un uso peculiare dei concetti.
Valore peculiare delle biografie che si ritrova nella metafisica del bello nel capitolo 16esimo,
perché distinzione fra poesie e storia mentre La storia è inferiore e meno filosofica perché
tratta di fatti contingenti la poesia tratta ciò di che deve accadere. La biografia la
consideriamo parte della storia è tutta via la biografia è come se situasse fra la storia è la
poesia perché nonostante parli di un individuo concreto ma ne parla cercando di mostrarne il
carattere esemplare . La biografia ha un comune con la poesia il fatto che ha un compito di
universalità nel far rapportare gli individui con un individuo particolare. Dentro la
classificazione della poesia Schopenhauer fa delle distinzioni: poesia etica lirica e dramma .
Poesia Epica :parlano di storie mitiche e di eroi, come anche la Bibbia
Poesia lirica :—> fondata su chi parla parla di sé, dei propri sentimenti e dei propri amori,
non parla in 1 persona . (Differenza fra elegia che è un lamento è un inno che è un
esaltazione. )
Dramma: si divide in tragedia e commedia, sia nell’ etica che nel dramma al centro c’è
l’azione, si differenzia nella poesia lirica perché non succede niente, invece nel dramma si
racconta un certo episodio es seppellire il fratello morto . La tragedia è arte suprema perché
meglio di qualsiasi altra arte rappresenta il conflitto con la volontà di se stessi, un voler
vivere contro la natura.
Paragrafo 52 pag. 336–> la musica è l’arte suprema pur non rientrando nelle gerarchie
delle arti, perché è molto differente l’insieme delle arti resta al interni del mondo come
rappresentazione, invece la musica è una forma di espressione che sta al di là della
rappresentazione cioè le opere musicali non sono rappresentazione di qualcosa che esiste
nel mondo ma sono la stessa stregua di cose nel mondo, sono oggettivazione della volontà
stessa p, tutte le cose del mondo sono oggettivazione della volontà ebbene la musica è
oggettivazione della volontà.
parallelismo mondo ed elementi costitutivi della musica bassi corrispondono alle forze del
mondo della natura, acuti forme elevate. Dalla voce più bassa e la voce alta.

Pag. 32 distinzione fra ciò che è bello e gradevole

Rapporto sublime e bello


Cose in comune:
• 3 critica del giudizio di Kant dedicato al sublime dal paragrafo 23 in avanti. Tanto il
bello quanto il sublime fanno parte dell’esperienza estetica ed entrambi i giudizi che
riguardano il bello e il sublime sono giudizi riflettenti e non determinante ( giudizio quando è
riflettente non riguarda la natura dell’oggetto ma la reazione del soggetto all’oggetto,
determinante quando determina forma dell’oggetto)
• Entrambi sono giudizi disinteressati

Differenze
• Bello è qualcosa che a che fare con la forma di un determinato oggetto, invece il
sublime riguarda un oggetto che è illimitato e informe
• Il sublime non implica un piacere positivo ma un piacere negativo ( da Kant: positivo
suscita dei sentimenti positivi che promuove la vitalità e ci riempie di gioia, negativo è quello
che per darci una gioia deve passare per la sua negazione preliminare= piacere dialettico.
piacere negativo ha due momenti: 1 una sorta di dispiacere preliminare e un secondo
momento in cui i piaceri si esplicitano )
• Il sublime non è finalistico  nel bello invece quando guardiamo un oggetto bello è
implicito il fatto che la sua esistenza sia finalizzata al nostro godimento nella
contemplazione. 1 momento del sublime è un momento negativo per questo non succede.
( mare in tempesta è un oggetto sublime ma informe che non possiamo limitare e ci respinge
perché se ci trovassimo dentro il mare in tempesta moriremmo, sembra fatto apposta per
distruggerci più che provocare piacere, tutto ciò sta all’origine del sentimento del sublime)

sublime
Definizione di Kant Il sublime nasce dall’uso che facciamo di ciò che ci si presenta come
prepotente, distruttivo ed illimitato e ci sono diversi modi di come questo uso si può
manifestare o gestire ed è diverso dai tipi di oggetti che ci si presentano :
sublime matematico: qualcosa di infinitamente grande
sublime dinamico : qualcosa di infinitamente potente
c’è un primo momento quando ci troviamo di fronte di qualcosa di infinitamente grande,
qualcosa che la nostra facoltà sensibile non riesce a padroneggiare, es il cielo stellato
impossibilità di quantificare le stelle nel cielo = sentimento di inettitudine 1 momento
negativo del sublime

di fronte a questa inettitudine dell’impossibilità della rappresentazione sensibile si avvia in


noi un processo di immaginazione e incominciamo a figurarci per esempio delle costellazioni
e ci fa tendere all’infinito. In noi c’è una facoltà che supera la nostra facoltà sensibile e Kant
la chiama la facoltà sovrasensibile, una facoltà che tende a sorpassare i limiti imposti dalle
nostre facoltà sensibili es l’immaginazione che tende a figurarsi l’infinito però senza riuscirci
c’è qualcosa che ci destina a un qualcosa di superiore al sensibile e suscita in noi un rispetto
per i nostri simili, che non sono delle bestie senza sensibilità, hanno una facoltà
sovrasensibili
il sentimento del sublime nella sua forma matematica implica un carattere vertiginoso, uno
scontro fra 2 esperienze di una grandiosità e di un immaginazione che vuole andare oltre
questa grandiosità. Es guardare in basso da una grande altezza, senza riuscire a
quantificare l’altezza sublime matematico.
Percezione di essere degli individui che possono essere distrutti, e se questa percezione
provoca il sublime significa che prima vediamo la nostra fragilità dinanzi alla natura, e poi
pensiamo di poterci elevare al di sopra della distruzione e siamo degli esseri che hanno una
tendenza che supera la sensibilità, una nobiltà derivata dal fatto che possiamo godere nel
contemplare la natura e supera il nostro essere materiale che la natura può distruggere in
qualsiasi momento
Paragrafo 28 critica del giudizioesempio del sublime
Sublime dinamico: è rappresentato lo stesso disinteresse nel bello ( Kant distingue bello e
gradevole, giudizio estetico puro quando non c’è un attrazione per l’esistenza dell’oggetto =
non voler possedere l’oggetto) di fronte a una certa situazione per provare il sublime non
dobbiamo esserne attratti ma nemmeno respinti. Non bisogna sentire la repulsione per
provare il sublime come nel bello non bisogna provare l’attrazione.
Metafisica del bello
capitolo 9 pag. 93 Schopenhauer aggiunge già la volontà nella forma della sua
oggettivazione cioè il contrasto con il nostro corpo che è un oggettivazione della volontà.
Descrizione del sublime, come si dia una sensazione del sublime, davanti ad un oggetto
ostile percepiamo solamente l’ostilità e la sfida che l’oggetto rivolge al nostro corpo non
avremo un’esperienza estetica, ma quando riusciamo a prendere le distanze da noi stessi
( elemento non presente in Kant) . in Schopenhauer esigenza di prendere distanze da noi
stessi quando ancora siamo afflitti dalla volontà, quando prendiamo distanza anche dalla
volontà proveremo l’esperienza del sublime.

Pag. 94per Kant siamo delle persone perché non siamo delle scimmie, invece per
Schopenhauer elevarsi significa elevarsi al di sopra della nostra persona, la personalità è
ancora attaccata all’elemento corporeo. Nel bello c’è un assenza di lotta, mentre nel sublime
c’è una continua lotta, nel momento negativo. Momento duplice: distacco dal corpo e dalla
volontà e in contemporanea un ricordo del corpo e della volontà. Nella nostra vita noi
fuggiremmo dalla situazion ma staccandoti dalla volontà e del corpo noi non fuggiamo e
questo distacco implica il sentimento del sublime, il prodotto è che ci trasformiamo in puri
soggetti della conoscenza

Pag. 95 questi esempi ( collegamento infinito di leopardi il soggetto che fa questa
esperienza naufraga, si perde ed è un dolce naufragare) c’è un paesaggio deserto , assenza
di uomini, niente acqua perché invitano la nostra volontà a muoversi, ma la volontà deve
essere messa a tacere, un posto omogeneo, la natura deve tacere. Di fronte a ciò due
reazioni
1 angoscia o noia ( esperienza di Hegel davanti alle montagne) ciò prova piccolezza del
carattere di chi lo prova. ( la caratura intellettuale di una persona si percepisce dalla capacità
di sopportare la solitudine).
2 sublime
Colui che è in una situazione del genere la volontà è indigente, il sentimento del sublime
implica la propria solitudine che ha preso distanze dalla volontà, cercare senza sosta la
soddisfazione della volontà godiamo di tale esperienza in cui non desideriamo più nulla.
Pag. 96- opposizione fra azione e contemplazione, nel giorno siamo in preda alla volontà
agiamo in funzione dei nostri desideri, quando arriva la sera la volontà tace e questa è la
ragione per cui dice che l’assenza di azione, la pace emergono e per cui c’è la possibilità di
provare il sublime.
Il viandante prova il sentimento della nostra lotta con la natura ostile, modo di riprendere
discorso di Kant, il sublime kantiano è uno spettatore di un naufragio a cui non partecipa,
invece qui Schopenhauer ci ha invitato a immaginarci in mezzo al contesto ostile, e capaci di
astrarci dalla paura della natura che ci può uccidere, è significativo ciò perché in s per il
sentimento del sublime ci deve essere memoria della lotta, memoria del fatto che la volontà
possa essere surclassata e capacità di elevarsi al di sopra di tale memoria e cogliere tutto
ciò come sublime e non terrificante. Tutto questo ha a che fare con il sublime dinamico.
Pag. 98sentimento del sublime in Kant può derivare dal fatto che tutti gli elementi potenti
della natura non sono altro che una rappresentazione e chi sa che sono pura illusione lo sa il
soggetto che li contempla che ha superato la volontà, si sente eterno costui non più come
individuo ma come soggetto puro del conoscere
sublime matematico. Confrontarsi con i millenni trascorsi e quelli a venire = esperienza
sublime. La possibilità di avere un esperienza comune con le altre 7 miliardi di persone al
mondo ci fa sentire meno soli

Pag. 100 di fronte alle piramidi viene in mente quante persone e quante ne sono morte, ci
fa pensare che tutte quelle infinità di esseri umani vissuti prima di noi sono tutti morti =
rapporto che abbiamo con la vita e con la morte, gli esseri umani che hanno lasciato la vita
terrena siano tutti finiti nel nulla, scomparsi invece pensare al passato ci suggerisce un’altra
ottica per esempio che Schopenhauer nonostante sia fisicamente morto sia più vivo di noi

Pag. 101espressioni che contengono il sublime esempio il carattere sublime: la


personalità. La superiorità intellettuale è vivere in 3 persona, osservare gli uomini in modo
oggettivo, spassionata quindi elevandosi al di sopra della propria individualità. Come se la
propria esistenza fosse un egli che guarda da fuori, possibilità di rivalutare i propri affetti,
dolori ecc. Schopenhauer da a ciò un carattere metafisico, vivere la propria esistenza
separandosi dalla propria volontà e guardarsi con un occhio oggettivo, smettere di giudicare
gli altri in base alle passioni. Ideale del sublime di carattere stoico come liberazioni dalle
passioni. ( dopo il romanticismo siamo passati all’esaltazione della follia ) in Schopenhauer è
presente un istanza stoica e che la cultura moderna che nasce nell’opera di Schopenhauer
di cui molti pensano sia il rappresentante ma non è così, perché fa un elogio al passato con
il liberamento dalle passioni. Noi figli del romanticismo e non dell’epoca stoica

101-102 antiromantico, continua a essere un classico, una vita grande costruzione di una
vita oggettiva. Riflessione dei carcerati: ( sorvegliare e punire di focu). Possibilità che la
grandezza degli esseri umani consista nell’usare la propria vita per un uso oggettivo es
scrittura di un romanzo, legge scientifica. Per noi è un delitto pensare la nostra vita come un
mezzo ,per noi è un fine come pensa Kant, invece Schopenhauer pensa che debba essere
un mezzo. Piccolezza rimanere chiusi nella propria individualità, grandezza essere parti di
un cosmo, riconoscersi nel tutto delle cose  tradizione stoica

pag. 102-103 Schopenhauer realista pensa che i grandi non siano sempre grandi

pag. 103 concetto di eccitante : ciò che stimola la nostra volontà. È eccitante tutto ciò che
ci viene presentato, come se attira il nostro desiderio, tornare all’individuo come espressione
della volontà, 2 esempi artistici di arte degenerata, un arte che invece di invitarci alla
contemplazione ci pone degli oggetti eccitanti invitando all’esaltazione della volontà ( es
della pubblicità nei nostri tempi) Schopenhauer pag. 103 critica a nature morte fiamminghe
che rappresentano cibo perché include che:
l’autore abbia voluto dipingere per solleticare l’appetito di qualcuno
lo spettatore sia solleticato nell’appetito di guardare nature morte
pag. 104 ci sono certi modi di rappresentare i corpi umani che hanno lo scopo di suscitare
la libido dello spettatore. L’arte deve accedere nel mondo dell’eccitante, anche la letteratura.
Per noi il fascino dell’eccitante è parte integrante dell’opera d’arte, se non ci affascina è
scolastica. Collegamento singolarità del genio. Opera d’arte ha un regime di perfezione ma
se manca la parte emotiva non ci interessa, anche con il cinema. Ragione per cui diamo
valore agli attori e alle star più che ai registi. Concetto di eccitante negativo= disgustoso è
l’effetto che ha qualcosa su di noi che ci spinge a non volere e quindi suscita la nostra
volontà. Anziché avere una negazione della volontà, istigano la volontà stessa esempio
nell’arte, collegamento a Spinoza con fratelli David. Schopenhauer viene preso da un furore
contro questa morte : ultimi dei barbari.

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