Estetica
Estetica
INTRODUZIONE STORICA:
Sensibilità e percezione sono termini che derivano tutti dal termine greco Aisthesis
Kant filosofo idealista tedesco riprende il termine estetica utilizzato da Baumgartner ma
trasformando il significato —> nell’opera Critica della Ragion Pura della 2 edizione del
1787 la 1 sezione è intitolata “ estetica trascendentale” = dedicata alla sensibilità e alle
forme a priori della sensibilità dello spazio e del tempo
1750 Tatrkievicz scrive 3 libri sull’estetica e l’ultimo volume viene concluso in
concomitanza con la coniazione del termine estetica stesso
Baumgartner filosofo tedesco di metà 700 è uno dei primi a utilizzare il termine estetica
—> dottrina della conoscenza sensibile dotata di un valore particolare definito valore
poetico , riconosce alla poesia un valore autonomo e riconosce un valore a una
disciplina ritenuta fino ad allora inferiore come l’estetica. Fondando l’estetica si rifà a
Leibniz in cui c’è una dottrina sulle rappresentazioni e le percezioni. Si impegna a
classificare le diverse forme della rappresentazioni e le forme che caratterizzano il
rapporto tra gli oggetti e la conoscenza.
3 tipi di percezioni
Percezioni Oscure : non si distingue l’oggetto ( si possono chiamare anche inconscio)
Percezioni chiare confuse: percezioni confuse sono un sotto gruppo delle percezioni
chiare perché ci consentono di identificare l’oggetto) Baumgartner identifica in questa
zona l’estetica
percezioni chiare e distinte: quando riusciamo a distinguere anche le note costitutive
dell’oggetto preso in analisi abbiamo una percezione chiara ma al contempo abbiamo
distinto le note qualitative e i tratti pertinenti che caratterizzano quell’oggetto Baumgartner
identifica in questa zona la logica
l’estetica è quella disciplina per Baumgartner che si occupa delle idee chiare e idee
confuse collegamento Bergson : caratteristica degli artisti è di allargare il percepito
attraverso un difetto nella percezione stessa
esistono delle discipline che si occupo delle idee scure?
Psicanalisi : no perché nell’inconscio di Freud ci sono delle figure chiare e distinte e si parla
di vita
Mistica= non esatta perché c’è un dio
Psichedelia = si
L’estetica tratta le idee scure perché fanno riferimento alle informazioni sensoriali perché
non sono analizzabile nelle proprie note costitutive, se qualcuno ci chiede cos’è un triangolo
possiamo spiegarlo senza disegnarlo perché è un concetto, invece se dovessimo mostrare a
un cieco che cos’è il rosso non possiamo spiegarlo. Le idee chiare e confuse la zona
dell’estetica riguarda altri oggetti come: i giudizi di gusto il bello e oggetti che hanno a che
fare con la pratica artistica riferimento al sapere pratico degli artigiani fino ad arrivare al non
so che di un opera d’arte, un artista sa riconoscere un opera d’arte ma non sa spiegare il
perché, e questo è una proprietà dell’oggetto di non essere distinto.
ciò che accade nell’esempio del breve testo dell’artigiano il quale è capace a realizzare un
oggetto ma non è capace a comunicare il procedimento di realizzazione, accade anche per
gli artisti i quali non riescono a giustificare il perché un’opera attrae interesse e un’altra no=
critica del gusto.
Nell’estetica trascendentale di Kant prende le distanze da Baumgartner perché rimanendo
sulla sica di Leibnitz afferma che le percezioni confuse sono il luogo privilegiato della critica
del gusto che riguarda il bello e non ha quindi per oggetto le rappresentazioni sensibili. Nella
nota Kant accusa Baumgartner di cose false, nella sua opera non compare granché la critica
del gusto--> ma parla di (esempio) quando uno scienziato adopera i suoi strumenti logici
deve impegnarsi ad utilizzare percezioni distinte e chiare--> rappresentazioni rigorose. Ma
un oratore un poeta non sempre utilizzano rappresentazioni chiare e distinte a volte
esplicitamente utilizzano rappresentazioni confuse che sono poi quelle rappresentazioni che
utilizziamo quando giudichiamo la bellezza di qualcosa. Si può arrivare a concludere che il
giudizio di gusto non può avere valenza scientifica perché il gusto appartiene all’ordine della
Doxa. La 3 critica scritta da Kant “ la critica del giudizio “ nel 1790 esprime i principi del
gusto come per esempio l’universalità del giudizio di gusto secondo Kant i giudizi di gusto
manifestano un senso comune. Inoltre all’interno della critica del giudizio Kant affronta i
criteri per la legittimità di un giudizio estetico= un giudizio estetico è legittimo se è
disinteressato non interessato al possedimento dell’oggetto in questione ma solamente a
una contemplazione
Nell’800 con Schelling nasce l’estetica come filosofia con la filosofia dell’arte
Nel 900 Hegel realizzerà delle lezioni di estetica introducendo la novità stessa del
termine
1820-1950 l’estetica come filosofia dell’arte si sviluppa nell’estetica di : Adorno, Pier
di Lukas
Metà anni 80 Deleuze scrive 2 libri che si occupano di cinema estetica come
filosofia dell’arte
Il bello per lunga tradizione viene visto come un qualcosa di oggettivo per cui l’artista era
colui che riusciva a creare qualcosa dalla tradizione cristiana introduzione della figura di
genio come spartiacque fra artigiano e artista
Per Kant il genio è quella facoltà attraverso la quale la natura dà la regola all’arte, il genio è
una facoltà che non si apprende in nessuna scuola perché sennò apparterebbe all’ordine
della scolastica, il genio è colui che va in accademia.
Rapporto Estetica-Politica
C’è una sovrapposizione temporale dell’estetica a ridosso dell’illuminismo nell’età delle
grandi rivoluzioni :
critica del giudizio di Kant scritta a ridosso della rivoluzione francese
estetica idealista Hegeliana si sviluppa a ridosso del congresso di Vienna
riflessione estetica di Marx rivoluzione proletaria riprendendo la 3 critica di Kant e il
disinteresse estetico= condizione in cui non mi interessa il possesso della cosa in sé ma
solo la sua contemplazione. Marx all’interno dei manoscritti economici-filosofici del 1844
scrive:
4) Come la proprietà privata è soltanto l'espressione sensibile del fatto che l'uomo diventa
nello stesso tempo oggettivo per sé ed anzi si riduce insieme ad essere un oggetto
estraneo e inumano, che le sue manifestazioni di vita sono l'alienazione della sua vita, che
il suo realizzarsi è il suo annientarsi, è una realtà estranea; così la soppressione positiva
della proprietà privata, cioè l'appropriazione sensibile dell'essere e della vita dell'uomo,
dell'uomo oggettivo, delle opere umane per l'uomo e mediante l'uomo, deve intendersi non
soltanto nel senso del godimento immediato, unilaterale, non solo nel senso del possesso,
nel senso dell'avere qualche cosa. L'uomo si appropria del suo essere onnilaterale in
maniera onnilaterale, e quindi come uomo totale. Tutti i rapporti umani che l'uomo ha col
mondo, vedere, udire, odorare, gustare, toccare, pensare, intuire, sentire, volere, agire,
amare, in breve tutti gli organi che costituiscono la sua individualità, così come gli organi
che sono immediatamente nella loro forma organi comuni, [VII] sono nel loro
comportamento oggettivo o nel loro comportamento di fronte all'oggetto, l'appropriazione di
questo stesso oggetto. L'appropriazione della realtà umana, il comportamento di questa di
fronte all'oggetto è l'attuazione della realtà umana2: l'agire e anche il patire umano, dato
che il patire, umanamente inteso, è un godimento proprio dell'uomo. La proprietà privata ci
ha resi così ottusi ed unilaterali che un oggetto è considerato nostro soltanto quando lo
abbiamo, e quindi quando esso esiste per noi come capitale o è da noi immediatamente
posseduto, mangiato, bevuto, portato sul nostro corpo, abitato, ecc., in breve, quando
viene da noi usato; sebbene la proprietà privata concepisca a sua volta tutte queste
realizzazioni immediate del possesso soltanto come mezzi di vita, e la vita, a cui servono
come mezzi, sia la vita della proprietà privata, del lavoro e della capitalizzazione. Al posto
di tutti i sensi fisici e spirituali è quindi subentrata la semplice alienazione di tutti questi
sensi, il senso dell'avere. L'essere umano doveva essere ridotto a questa assoluta povertà,
affinché potesse estrarre da sé la sua ricchezza interiore. (Sopra la categoria dell'avere
vedi Hess nei Ventun fogli)3. La soppressione della proprietà privata rappresenta quindi la
completa emancipazione di tutti i sensi e di tutti gli attributi umani; ma è una
emancipazione siffatta appunto perché questi sensi e questi attributi sono diventati umani,
sia soggettivamente sia oggettivamente. L'occhio è diventato occhio umano non appena il
suo oggetto è diventato un oggetto sociale, umano, che procede dall'uomo per l'uomo.
Perciò i sensi sono diventati immediatamente, nella loro prassi, dei teorici. Essi si
riferiscono alla cosa in grazia della cosa; ma la cosa stessa implica un riferimento oggettivo
umano a se stessa e all'uomo, e viceversa4. Il bisogno o il godimento hanno perciò
perduto la loro natura egoistica, e la natura ha perduto la sua mera utilità, dal momento che
l'utile è diventato l'utile umano. Parimenti i sensi e il modo di goderne degli altri uomini
sono diventati la mia propria appropriazione. Oltre questi organi immediati si formano
quindi organi sociali, nella forma della società: per esempio, l'attività che io esplico
immediatamente in società con altri, ecc., è diventata organo di una manifestazione vitale e
un modo di appropriarsi la vita umana. S'intende che l'occhio umano gode in modo diverso
dall'occhio rozzo, inumano, l'orecchio umano in modo diverso dall'orecchio rozzo, ecc.
Abbiamo visto che l'uomo non si perde nel suo oggetto soltanto quando questo diventa per
lui o un oggetto umano o un uomo oggettivo. Il che è possibile soltanto qualora l'oggetto
diventi per lui un oggetto sociale ed egli stesso diventi per se stesso un essere sociale, allo
stesso modo che la società diventa per lui un essere in questo oggetto. Per un verso,
quindi, in quanto la realtà oggettiva diventa ovunque per l'uomo nella società come la
realtà delle forze essenziali dell'uomo, come la realtà umana, e perciò come la realtà delle
sue proprie forze essenziali, tutti gli oggetti diventano per lui l'oggettivazione di se stesso,
diventano gli oggetti che realizzano e confermano la sua individualità, i suoi oggetti, in altre
parole egli stesso diventa oggetto. Come gli oggetti divengano per lui i suoi oggetti,
dipende dalla natura dell'oggetto e dalla natura della forza essenziale ad essa
corrispondente; infatti, proprio la particolarità di questo rapporto costituisce il modo
particolare, reale della affermazione. Un oggetto si presenta all'occhio in modo diverso da
quel che si presenti all'orecchio, e l'oggetto dell'occhio è diverso da quello dell'orecchio. La
particolarità di ogni forza essenziale è appunto la sua essenza particolare, e quindi anche il
modo particolare della sua oggettivazione, del suo essere vivente, oggettivo e reale. Non
solo dunque nel pensiero, [VIII] ma anche con tutti i suoi sensi l'uomo si afferma nel mondo
oggettivo.
In queste righe Marx esprime il disagio della società post-industriale in cui l’uomo è
costretto a lavorare per sopravvivere, per cui vive nel bisogno e in un mondo di
preoccupazioni, e quindi non ha la possibilità di godersi il più bello fra gli spettacoli. Marx
descrive la mancanza di sensibilità dell’uomo moderno il trafficante di minerali quindi il
capitalista non vive in uno stato di disagio ma è alienato dal desiderio di arricchirsi sempre
più, mentre il proletario è impegnato a sopravvivere Una società basata sulla proprietà
privata è una società privata dei mezzi per rapportarsi al bello. Gli individui sono essere
sociali per cui società = uomo. se l’essere umano è un essere in società di conseguenza la
proprietà privata è un incomprensione di questa concezione dell’individualità dell’essere
umano stesso . Solo quando consideriamo i beni come condivisi ci troviamo davanti a un
uomo compiuto e non mutilo nei sensi . la Soppressione della proprietà privata è una
concezione delle cose del mondo come degli enti che non sono appropriabili. Giorgio
Agamben “ altissima povertà” Per cui Marx vuole affermare che la società capitalistica
aliena sia il capitalista che è impegnato ad arricchirsi sempre di più, sia l’operaio che è
costretto a un lavoro salariato; questa alienazione ci priva della capacità di percepire
qualsiasi cosa di bello.
II.
Oh, chi mi darà un sorso di vino, che sia stato
a lungo in fresco in una profonda fossa nella terra,
di un vino che sa di Flora e del verde della campagna,
e di danze e di canzoni Provenzali e di assolata allegria !
Oh! A me una coppa piena del caldo vino del Sud,
piena del vero, del rosso Ippocrene,
con bolle cristalline che ornano i bordi con perle di schiuma,
e la bocca tinge di porpora;
Oh! S' io potessi bere e abbandonare il mondo senza essere visto,
e con te scomparire nella foresta oscura.
III.
Svanire e dissolvermi, per dimenticare per sempre
quello che tu fra le foglie non hai conosciuto mai,
l'abbattimento, la febbre e l'inquietudine della terra
dove gli uomini odono l'uno dell'altro i gemiti;
ove la paralisi fa tremare gli ultimi melanconici capelli grigi,
dove la giovinezza diventa pallida e spettrale e muore ;
dove il solo pensare riempie di dolore e di disperazione
le palpebre di piombo,
ove la Bellezza non può serbare i suoi occhi lucenti,
e il nuovo Amore struggersi per essi oltre un nuovo giorno.
IV.
Via ! Via da qui ! Verso di te voglio volare,
non sul carro di Bacco e dei suoi leopardi,
ma sulle invisibili ali della Poesia,
nonostante la mia torpida mente sia tarda e perplessa;
però con te! Tenera è la notte,
e chissà, forse la Regina Luna è sul suo trono,
circondata da una miriade di Fate stellate;
Però qui non c'è altra luce
che quella che giunge dal cielo soffiata dalla brezza
attraverso verdi ombre e sentieri umidi e tortuosi!
V
Non distinguo quali fiori sono sotto i miei piedi,
né quale soave incenso scende dai rami
però nella calda oscurità, indovino ogni profumo
con il quale ciascun mese propizio dota il prato,
la macchia, il silvestre albero da frutta;
il candido biancospino e la pastorale eglantina;
le piccole violette, che presto sfioriranno nascoste tra le foglie;
e la prima delle figlie di metà Maggio,
la giovane rosa muschiata rorida di rosea rugiada,
rifugio rumoroso dei moscerini nelle notti estive.
VI
Nell'ombra ascolto; sono stato a lungo
innamorato della benevola morte, l'ho
invocata con nomi soavi nei versi meditati
affinché portasse nell'aria il mio respiro silenzioso,
ora più che mai, mi sembra bello morire,
finire alla mezzanotte senza dolore
mentre tu versi la tua anima intorno a questa estasi!
Tu ancora vorresti cantare, però le mie orecchie saranno inutili
per il tuo alto Requiem trasformato in zolla.
VII.
Non sei stato creato per la morte, uccello immortale!
Nessuna generazione affamata ti calpesta;
la voce che ascolto in questa notte fuggitiva
fu ascoltata anticamente da imperatori e contadini:
Forse la stessa canzone che si fece avanti
nel triste cuore di Ruth, quando presa dalla nostalgia
della sua casa, piangeva in mezzo al grano straniero;
la stessa che molte volte incantò,
aprendo magiche finestre sopra la spuma
di mari pericolosi , nelle fantastiche terre delle Fate.
VII
Questa parola è come una campana
che rintocca per richiamarmi a te dalla mia solitudine.
Addio! La Fantasia, non si può ingannare così bene,
perché essa ha fama, ingannevole Spirito.
Addio! Addio!. La tua triste elegia si perde
attraverso i prati, sopra i ruscelli silenziosi,
risale per i declivi dei colli;
per seppellirsi nelle profondità delle radure della valle vicina:
Fu una visione o fu un sogno ad occhi aperti?
Terminata è quella musica: sono desto o sono nel sonno?
gli uomini si interessano delle cose del mondo solo in funzione del soddisfacimento di un bisogno.
Anche l’oggetto sessuale che può anche essere amore rimane comunque un oggetto. In questa prima
fase Schopenhauer è cinico. A questo livello Schopenhauer afferma che un individuo sorge dal nulla
per poi accedere all’esistenza per poi ritornare nel nulla per un tempo indeterminato ( ???)
supplemento capitolo 41 - secondo Schopenhauer non abbiamo paura del dolore in quanto la morte
sarebbe un sollievo, ma la più grande paura umana è di realizzare che nonostante la morte il mondo
andrà avanti ( però non dovremo soffrire perché anche prima della nostra nascita il mondo continuava
ad andare avanti ). Per cui il suicidio è visto come l’apoteosi della volontà perché si riafferma la
volontà di vivere no la liberazione.
L’obiettivo dell’essere umano è di liberarsi della propria volontà diventando soggetto non sarà più
ente individuale, sarà libero dalle condizioni del fenomeno dello spazio-tempo-causalità
Estetica
Può essere assimilata all’estasi come contemplazione di qualcosa che sia un oggetto o una
natura morta o un oggetto artistica. L’esperienza estetica risulta essere effimera cioè
conosciamo qualcosa di bello e per un breve momento usciamo da noi e ci identifichiamo in
altri oggetti smettiamo di essere individui.
Nel momento in cui percepiamo un oggetto con interesse smette di piacerci perché il piacere
deve essere disinteressato. L’individuo deve diventare un soggetto estetico cioè un
osservatore definito anche da Schopenhauer puro occhio del mondo. il godimento non
soddisfa la volontà ma risulta essere una mera contemplazione come se fosse uno specchio
es: tramonto come un oggetto estetico si rapporta in me
Rapporto soggetto puro-oggetto puro= il soggetto puro non percepisce più l’oggetto come un
suo interesse cioè non vede più la sua individualità
soggetto puro no io in quanto soggetto ma in quanto parte della specie umana
Oggetto purooggetto rappresentato non più individuato come un oggetto specifico ma in
quanto rappresentante del concetto dell’oggetto stesso riecheggio platonico = idea della
cosa in sé
Nell’ode all’usignolo di Keats il mondo si presenta come un insieme di idee la volontà si
oggettiva in idee platoniche= tutti gli esseri di una specie sono incarnazione della medesima
idea come nell’idea del canto dell’usignolo svincolata dal principio di individuazione. Noi ci
percepiamo come individui finiti ma siamo eterni aldilà del principio di individuazione=
singolo animale gode dell’immortalità di specie
Etica
Comprende sentimenti di compassione e pietà e nel momento in cui provo pietà per
esempio per un uomo rotolante rompo le barriere dell’individualità e riesco a percepire l’altro
non più come un oggetto ma come un qualcosa di simile a me. Questo accade perché nel
momento in cui siamo soggiogati dalla volontà e percepiamo il mondo attraverso le categorie
di spazio-tempo-causalità percepiamo anche l’altro come un oggetto
La rappresentazione
Schopenhauer legge Kant intendendolo in maniera radicale ovvero dove Kant dice “noi
possiamo conoscere il mondo solo come essere fenomenico”. S. accetta la nozione di cosa
in se e Dunque sono inconoscibili Conserva l’idea della cosa in sé ma la radicalizza. Il
mondo esiste ed è volontà, tutto il resto che ci appare è un’oggettificazione del principio.
Tutte le cose sono rette e guidate da un principio che è cieco, di un desiderio di
acquisizione. Il modo in cui Schopenhauer descrive il nostro rapporto con la realtà ci fa
pensare all’inconscio di Freud Pulsione: traduzione psicoanalitica del termine volontà
Pag. 314 paragrafo 50 –>Riconosce però la necessità dell’ allegoria nella poesia perché la
poesia è un linguaggio implica l’uso del linguaggio che è lo stesso dei concetti, il poeta può
usare concetti perché attraverso i concetti ci si avvicina all’idea . Nel 1 caso l’apporto di
colui che guarda è un apporto che lo deve condurre dalla immagine al concetto invece qui
dalla lettura delle frasi che implicano concetti induce l’autore al l’intuizione dell’ idea , nella
poesia la strada è più lunga verso l’idea ma in ogni caso lo scopo è l’intuizione dell’ idea.
Paragrafo 51 pag. 316–>la poesia è l’idea della rappresentazione dell’uomo . Nella poesia
si passa dall’ uso di concetti astratti al l’intuizione di qualcosa di concreta, si passa dai
concetti al idea solo nel caso in cui si facciano scontrare fra di loro concetti universali in un
certo modo. L’uso dei concetti astratti indica che è necessario un uso peculiare dei concetti.
Valore peculiare delle biografie che si ritrova nella metafisica del bello nel capitolo 16esimo,
perché distinzione fra poesie e storia mentre La storia è inferiore e meno filosofica perché
tratta di fatti contingenti la poesia tratta ciò di che deve accadere. La biografia la
consideriamo parte della storia è tutta via la biografia è come se situasse fra la storia è la
poesia perché nonostante parli di un individuo concreto ma ne parla cercando di mostrarne il
carattere esemplare . La biografia ha un comune con la poesia il fatto che ha un compito di
universalità nel far rapportare gli individui con un individuo particolare. Dentro la
classificazione della poesia Schopenhauer fa delle distinzioni: poesia etica lirica e dramma .
Poesia Epica :parlano di storie mitiche e di eroi, come anche la Bibbia
Poesia lirica :—> fondata su chi parla parla di sé, dei propri sentimenti e dei propri amori,
non parla in 1 persona . (Differenza fra elegia che è un lamento è un inno che è un
esaltazione. )
Dramma: si divide in tragedia e commedia, sia nell’ etica che nel dramma al centro c’è
l’azione, si differenzia nella poesia lirica perché non succede niente, invece nel dramma si
racconta un certo episodio es seppellire il fratello morto . La tragedia è arte suprema perché
meglio di qualsiasi altra arte rappresenta il conflitto con la volontà di se stessi, un voler
vivere contro la natura.
Paragrafo 52 pag. 336–> la musica è l’arte suprema pur non rientrando nelle gerarchie
delle arti, perché è molto differente l’insieme delle arti resta al interni del mondo come
rappresentazione, invece la musica è una forma di espressione che sta al di là della
rappresentazione cioè le opere musicali non sono rappresentazione di qualcosa che esiste
nel mondo ma sono la stessa stregua di cose nel mondo, sono oggettivazione della volontà
stessa p, tutte le cose del mondo sono oggettivazione della volontà ebbene la musica è
oggettivazione della volontà.
parallelismo mondo ed elementi costitutivi della musica bassi corrispondono alle forze del
mondo della natura, acuti forme elevate. Dalla voce più bassa e la voce alta.
Differenze
• Bello è qualcosa che a che fare con la forma di un determinato oggetto, invece il
sublime riguarda un oggetto che è illimitato e informe
• Il sublime non implica un piacere positivo ma un piacere negativo ( da Kant: positivo
suscita dei sentimenti positivi che promuove la vitalità e ci riempie di gioia, negativo è quello
che per darci una gioia deve passare per la sua negazione preliminare= piacere dialettico.
piacere negativo ha due momenti: 1 una sorta di dispiacere preliminare e un secondo
momento in cui i piaceri si esplicitano )
• Il sublime non è finalistico nel bello invece quando guardiamo un oggetto bello è
implicito il fatto che la sua esistenza sia finalizzata al nostro godimento nella
contemplazione. 1 momento del sublime è un momento negativo per questo non succede.
( mare in tempesta è un oggetto sublime ma informe che non possiamo limitare e ci respinge
perché se ci trovassimo dentro il mare in tempesta moriremmo, sembra fatto apposta per
distruggerci più che provocare piacere, tutto ciò sta all’origine del sentimento del sublime)
sublime
Definizione di Kant Il sublime nasce dall’uso che facciamo di ciò che ci si presenta come
prepotente, distruttivo ed illimitato e ci sono diversi modi di come questo uso si può
manifestare o gestire ed è diverso dai tipi di oggetti che ci si presentano :
sublime matematico: qualcosa di infinitamente grande
sublime dinamico : qualcosa di infinitamente potente
c’è un primo momento quando ci troviamo di fronte di qualcosa di infinitamente grande,
qualcosa che la nostra facoltà sensibile non riesce a padroneggiare, es il cielo stellato
impossibilità di quantificare le stelle nel cielo = sentimento di inettitudine 1 momento
negativo del sublime
Pag. 94per Kant siamo delle persone perché non siamo delle scimmie, invece per
Schopenhauer elevarsi significa elevarsi al di sopra della nostra persona, la personalità è
ancora attaccata all’elemento corporeo. Nel bello c’è un assenza di lotta, mentre nel sublime
c’è una continua lotta, nel momento negativo. Momento duplice: distacco dal corpo e dalla
volontà e in contemporanea un ricordo del corpo e della volontà. Nella nostra vita noi
fuggiremmo dalla situazion ma staccandoti dalla volontà e del corpo noi non fuggiamo e
questo distacco implica il sentimento del sublime, il prodotto è che ci trasformiamo in puri
soggetti della conoscenza
Pag. 95 questi esempi ( collegamento infinito di leopardi il soggetto che fa questa
esperienza naufraga, si perde ed è un dolce naufragare) c’è un paesaggio deserto , assenza
di uomini, niente acqua perché invitano la nostra volontà a muoversi, ma la volontà deve
essere messa a tacere, un posto omogeneo, la natura deve tacere. Di fronte a ciò due
reazioni
1 angoscia o noia ( esperienza di Hegel davanti alle montagne) ciò prova piccolezza del
carattere di chi lo prova. ( la caratura intellettuale di una persona si percepisce dalla capacità
di sopportare la solitudine).
2 sublime
Colui che è in una situazione del genere la volontà è indigente, il sentimento del sublime
implica la propria solitudine che ha preso distanze dalla volontà, cercare senza sosta la
soddisfazione della volontà godiamo di tale esperienza in cui non desideriamo più nulla.
Pag. 96- opposizione fra azione e contemplazione, nel giorno siamo in preda alla volontà
agiamo in funzione dei nostri desideri, quando arriva la sera la volontà tace e questa è la
ragione per cui dice che l’assenza di azione, la pace emergono e per cui c’è la possibilità di
provare il sublime.
Il viandante prova il sentimento della nostra lotta con la natura ostile, modo di riprendere
discorso di Kant, il sublime kantiano è uno spettatore di un naufragio a cui non partecipa,
invece qui Schopenhauer ci ha invitato a immaginarci in mezzo al contesto ostile, e capaci di
astrarci dalla paura della natura che ci può uccidere, è significativo ciò perché in s per il
sentimento del sublime ci deve essere memoria della lotta, memoria del fatto che la volontà
possa essere surclassata e capacità di elevarsi al di sopra di tale memoria e cogliere tutto
ciò come sublime e non terrificante. Tutto questo ha a che fare con il sublime dinamico.
Pag. 98sentimento del sublime in Kant può derivare dal fatto che tutti gli elementi potenti
della natura non sono altro che una rappresentazione e chi sa che sono pura illusione lo sa il
soggetto che li contempla che ha superato la volontà, si sente eterno costui non più come
individuo ma come soggetto puro del conoscere
sublime matematico. Confrontarsi con i millenni trascorsi e quelli a venire = esperienza
sublime. La possibilità di avere un esperienza comune con le altre 7 miliardi di persone al
mondo ci fa sentire meno soli
Pag. 100 di fronte alle piramidi viene in mente quante persone e quante ne sono morte, ci
fa pensare che tutte quelle infinità di esseri umani vissuti prima di noi sono tutti morti =
rapporto che abbiamo con la vita e con la morte, gli esseri umani che hanno lasciato la vita
terrena siano tutti finiti nel nulla, scomparsi invece pensare al passato ci suggerisce un’altra
ottica per esempio che Schopenhauer nonostante sia fisicamente morto sia più vivo di noi
101-102 antiromantico, continua a essere un classico, una vita grande costruzione di una
vita oggettiva. Riflessione dei carcerati: ( sorvegliare e punire di focu). Possibilità che la
grandezza degli esseri umani consista nell’usare la propria vita per un uso oggettivo es
scrittura di un romanzo, legge scientifica. Per noi è un delitto pensare la nostra vita come un
mezzo ,per noi è un fine come pensa Kant, invece Schopenhauer pensa che debba essere
un mezzo. Piccolezza rimanere chiusi nella propria individualità, grandezza essere parti di
un cosmo, riconoscersi nel tutto delle cose tradizione stoica
pag. 102-103 Schopenhauer realista pensa che i grandi non siano sempre grandi
pag. 103 concetto di eccitante : ciò che stimola la nostra volontà. È eccitante tutto ciò che
ci viene presentato, come se attira il nostro desiderio, tornare all’individuo come espressione
della volontà, 2 esempi artistici di arte degenerata, un arte che invece di invitarci alla
contemplazione ci pone degli oggetti eccitanti invitando all’esaltazione della volontà ( es
della pubblicità nei nostri tempi) Schopenhauer pag. 103 critica a nature morte fiamminghe
che rappresentano cibo perché include che:
l’autore abbia voluto dipingere per solleticare l’appetito di qualcuno
lo spettatore sia solleticato nell’appetito di guardare nature morte
pag. 104 ci sono certi modi di rappresentare i corpi umani che hanno lo scopo di suscitare
la libido dello spettatore. L’arte deve accedere nel mondo dell’eccitante, anche la letteratura.
Per noi il fascino dell’eccitante è parte integrante dell’opera d’arte, se non ci affascina è
scolastica. Collegamento singolarità del genio. Opera d’arte ha un regime di perfezione ma
se manca la parte emotiva non ci interessa, anche con il cinema. Ragione per cui diamo
valore agli attori e alle star più che ai registi. Concetto di eccitante negativo= disgustoso è
l’effetto che ha qualcosa su di noi che ci spinge a non volere e quindi suscita la nostra
volontà. Anziché avere una negazione della volontà, istigano la volontà stessa esempio
nell’arte, collegamento a Spinoza con fratelli David. Schopenhauer viene preso da un furore
contro questa morte : ultimi dei barbari.