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PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITÁ 41-107

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'

PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 002
01. Secondo Allport, il "problema dei problemi" della psicologia sociale riguarda

L'identità sociale

Il pregiudizio

La natura della relazione tra individuo e gruppo

Le conseguenze della categorizzazione

02. L'identità sociale fa riferimento

alla definizione di sé sulla base delle caratteristiche individuali

la definizione di sé sulla base delle caratteristice idiosincratiche

alla definizione di sé sulla base delle proprie capacità empatiche

alla definizione di sé sulla base delle categorie e i gruppi a cui si ritiene di appartenere

03. Secondo Tajfel, il comportamento sociale è

dicotomico, vale a dire o di tipo interpersonale o di tipo inter-gruppo

posto lungo un continuum che va dal comportamento prevalentemente irrazionale ed emotivo a quello cognitivo

dicotomico, vale a dire o cognitivo o emotivo

posto lungo un continuum che va dal comportamento interpersonale al comportamento in situazioni di gruppo

04. Secondo Campbell, i fattori che definiscono l'entiatività sono

nessuna delle opzioni fornite

produttività, coordinazione, attrazione interpersonale

adeguatezza, accessibilità, e somiglianza

destino comune, somiglianza, prossimità

05. Secondo Tajfel e Turner, il concetto di sé è costituito

dal modo in cui si attribuiscono le cause del comportamento altrui

dallo stile di attaccamento

da identità personale e identità sociale

da ciò che si apprende in famiglia

06. Posizioni a favore dell'esistenza di una "mente di gruppo" sono attribuibili a

Tajfel e Turner

Sherif e Sherif

Le Bon e McDougall

Allport

07. La teoria dell'identità sociale è attribuibile a

Tajfel e Turner

Sherif e Sherif

Bowlby

Asch

08. Definire il concetto di entiatività e descrivere i fattori che la definiscono.

09. Descrivere le caratteristiche del comportamento interpersonale e di quello in situazioni di gruppo secondo Tajfel e i tre criteri che secondo questo autore
aiutano a chiarire la distinzione tra comportamento interpersonale e comportamento in situazioni di gruppo.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 003
01. La condizione in cui, in un compito di gruppo, viene premiato solo il membro del gruppo che ha dato il contributo maggiore al risultato finale sarà definita

di interdipendenza del compito negativa

di interdipendenza del compito neutra

nessuna delle opzioni di risposta

di interdipendenza del compito positiva

02. In termini di interdipendenza, quando il successo di una persona all'interno di un gruppo è legato all'insuccesso degli altri membri del gruppo si parla di

interdipendenza del compito negativa

interdipendenza del compito positiva

interdipendenza del destino

interdipendenza ciclica

03. Il concetto di "differenziazione intergruppi" fa riferimento al processo psicologico

nessuna delle opzioni fornite

del gruppo minimo

per cui i membri di gruppi diversi vengono visti come maggiormente dissimili di quanto in realtà lo siano

per cui i membri del medesimo gruppo vengono visti come maggiormente simili di quanto in realtà lo siano

04. Indicare l'affermazione più corretta.

L'interdipendenza del destino da sola è sufficiente per spiegare il processo psicologico-sociale di formazione del gruppo

nessuna delle opzioni fornite

L'interdipendenza da sola è sufficiente a spiegare il processo psicologico-sociale di formazione del gruppo

L'interdipendenza da sola non è sufficiente a spiegare il processo psicologico-sociale di formazione del gruppo

05. Dall'esperimento di Rosenbaum e colleghi (1980) è emerso che la coordinazione era maggiore nelle situazioni in cui il compito di gruppo era caratterizzato da

nessuna delle opzioni fornite

interdipendenza neutra (né negativa, né positiva)

massima interdipendenza positiva

massima interdipendenza negativa

06. La condizione che può essere sintetizzata nell'espressione "sentirsi sulla stessa barca" è definita di

interdipendenza neutra

interdipendenza del destino

interdipendenza del compito

interdipendenza pluralistica

07. Dall'esperimento di Rosenbaum e colleghi (1980) è emerso che l'attrazione interpersonale nei confronti degli altri membri del gruppo era maggiore nelle
situazioni in cui il compito di gruppo era caratterizzato da

massima interdipendenza negativa

massima interdipendenza positiva

interdipendenza neutra (né negativa, né positiva)

nessuna delle opzioni fornite

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. Dall'esperimento di Rosenbaum e colleghi (1980) è emerso che la produttività era minore nelle situazioni in cui il compito di gruppo era caratterizzato da

tutte le opzioni fornite

massima interdipendenza positiva

massima interdipendenza negativa

interdipendenza ciclica

09. La condizione in cui, in un compito di gruppo, l'intero gruppo viene premiato per il risultato finale indipendentemente dal contributo del singolo sarà definita

di interdipendenza del compito positiva

nessuna delle opzioni di risposta

di interdipendenza del compito negativa

di interdipendenza del compito neutra

10. Definire il concetto di interdipendenza del compito e riportare un esempio di interdipendenza del compito positiva ed uno di interdipendenza del compito
negativa.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 004
01. Il paradigma del "gruppo minimo" venne ideato da

Asch

Allport

Sherif e Sherif

Tajfel e colleghi

02. Descrivere il paradigma del gruppo minimo.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 006
01. Nel modello di socializzazione di Moreland e Levine vengono descritte

quattro fasi e cinque transizioni di ruolo

cinque fasi e quattro transizioni di ruolo

cinque fasi e due transizioni di ruolo

otto fasi e quattro transizioni di ruolo

02. L'ultima fase del modello di socializzazione di Moreland e Levine è quella del

socializzazione

ricognizione

ricordo

mantenimento

03. Nel modello di socializzazione di Moreland e Levine, entrata, accettazione, divergenza, uscita sono

processi cognitivi

nessuna delle opzioni fornite

transizioni di ruolo

fasi

04. L'ultima fase del modello di socializzazione di Moreland e Levine è quella del

ricognizione

socializzazione

mantenimento

nessuna delle opzioni fornite

05. Descrivere le funzioni dei riti di passaggio.

06. Descrivere in modo esaustivo il modello di socializzazione di Moreland e Levine.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 007
01. Indicare l'affermazione corretta.

A volte, la diversità tra i membri del gruppo e la coesione possono rafforzarsi reciprocamente.

A volte, l'eterogeneità può promuovere l'interdipendenza tra i membri del gruppo e la loro complementarità.

Tutte le opzioni di risposta sono corrette.

Non è sempre necessario che i membri del gruppo siano tutti uguali affinchè vi sia un'identità di gruppo considerabile soddisfacente.

02. Indicare l'affermazione corretta riguardo la teoria della coesione di Hogg.

La teoria della coesione di Hogg si basa sulla categorizzazione di sé

La coesione si riferisce all'attrazione dei membri nei confronti dell'immagine prototipica del gruppo condivisa

tutte le opzioni fornite

La coesione si riferisce all'attrazione dei membri nei confronti dell'idea del gruppo

03. Descrivere la prospettiva di Bales sul funzionamento dei gruppi.

04. Descrivere le principali definizioni del concetto di coesione di gruppo.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 008
01. Gli assunti della teoria dell'identità sociale di Tajfel e Turner includono che

le persone di solito cercano di raggiungere un concetto di sé positivo

le persone di solito valutano la propria appartenenza al gruppo e la relativa identità sociale in modo comparativo

le persone di solito cercano di raggiungere un'identità sociale positiva

tutte le opzioni di risposta fornite

02. Appartenere ad un gruppo può influenzare

tutte le opzioni fornite

la propria autostima

il modo in cui si descrive sé stessi

il modo in cui si definisce sé stessi

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 009
01. Le norme che riguardano affermazioni coniugate al condizionale legate alla percezione di cosa le persone nel gruppo dovrebbero o non dovrebbero fare sono
chiamate

prescrittive

descrittive

euristiche

coercitive

02. Le norme sociali

indicano come come i membri del gruppo si dovrebbero comportare in modo più o meno dettagliato

indicano l'intervallo dei comportamenti accettabili o meno per i membri del gruppo

tutte le opzioni di risposta

costituiscono la base delle aspettative reciproche tra i membri del gruppo

03. Le norme prescrittive

implicano affermazioni coniugate al condizionale che descrivono come il comportamento delle persone nel gruppo dovrebbe essere

implicano affermazioni coniugate al presente che descrivono come il comportamento delle persone nel gruppo effettivamente è

sono delle euristiche

nessuna delle opzioni di risposta

04. Le norme che riguardano affermazioni coniugate al presente legate alla percezione del comportamento del gruppo sono chiamate

descrittive

coercitive

euristiche

prescrittive

05. Le norme che riguardano affermazioni coniugate al condizionale legate alla percezione di cosa le persone nel gruppo dovrebbero o non dovrebbero fare sono
chiamate

nessuna delle opzioni fornite

socio-cognitive

prescrittive

descrittive

06. Descrivere cosa sono le norme sociali.

07. Definire il concetto di norma descrittiva e quello di norma prescrittiva spiegandone la differenza.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 010
01. Indicare l'affermazione corretta riguardo le norme.

Dal punto di vista sociale, esse aiutano a distinguere l'ingroup dall'outgroup

Dal punto di vista sociale, esse aiutano ad attivare una leadership trasformazionale piuttosto che una leadership transazionale

Nessuna delle opzioni fornite è corretta

Dal punto di vista individuale, esse aiutano le persone a sviluppare empatia e promuovono l'emergere del carisma

02. Le funzioni sociali delle norme includono

quella di rafforzamento e di mantenimento dell'identità del gruppo

quella di incoraggiamento delle azioni a favore degli obiettivi del gruppo

quella di regolazione della vita sociale

tutte le opzioni di risposta

03. Indicare l'affermazione corretta riguardo le norme.

Le norme non hanno né funzioni individuali né sociali

Le norme hanno sia funzioni individuali che sociali

Le norme non hanno funzioni sociali ma solo individuali

Le norme non hanno funzioni individuali ma solo funzioni sociali

04. Indicare l'affermazione corretta riguardo le norme.

Dal punto di vista sociale, esse aiutano a regolare il comportamento di chi fa parte del gruppo

Dal punto di vista sociale, esse rendono più facile che gli obiettivi del gruppo vengano raggiunti

Tutte le opzioni fornite sono corrette

Dal punto di vista sociale, esse aiutano a distinguere l'ingroup dall'outgroup

05. La teoria secondo cui gli atteggiamenti che le persone hanno rispetto ad un determinato argomento e la relativa "norma soggettiva" consentono generalmente
di predire l'intenzione comportamentale e l'effettivo comportamento è chiamata

teoria del comportamento pianificato

teoria dei bias cognitivi

teoria della socializzazione di gruppo

teoria delle norme sociali

06. Le funzioni sociali delle norme includono

tutte le opzioni di risposta

quella di coordinamento delle attività dei membri del gruppo

quella di rafforzamento e di mantenimento dell'identità del gruppo

quella di regolazione della vita sociale

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 011
01. Nell'ambito delle norme sociali, cos'è la cosidetta "latitudine di accettazione"?

L'intervallo dei comportamenti considerati accettabili dal gruppo

Nessuna delle opzioni fornite

L'intervallo temporale per decidere se un membro può far parte o meno del gruppo

L'insieme dei comportamenti che definiscono il leader secondo l'opinione dei membri centrali del gruppo

02. Indicare l'affermazione corretta riguardo le norme ed il cambiamento.

Le norme non possono mai cambiare nel tempo

Tutte le norme cambiano nel tempo

Tutte le norme cambiano nel tempo eccetto quelle euristiche

Le norme possono cambiare nel tempo, alcune tendono a rimanere più stabili e altre sono invece più labili

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 013
01. Il tipo di influenza legata alla tendenza delle persone a conformarsi per essere accettate dal gruppo e per evitare la disapprovazione a livello sociale è
chiamata

informativa

nessuna delle opzioni fornite

normativa

informativa referente

02. Il tipo di influenza per cui le persone tendono a conformarsi agli altri perché ritengono che siano fonte di informazioni affidabili e possano fornire “prove
della realtà” è chiamata

normativa

autocinetica

informativa

legittima

03. Descrivere cosa si intende per influenza normativa ed influenza informativa.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 014
01. Quell’effetto per cui si verificherebbe una sensibilità diversa alle critiche a seconda che esse provengano dall’ingroup o dall’outgroup è chiamato

Nessuna delle opzioni fornite

effetto pecora nera

effetto Köhler

intergroup sensitivity effect

02. L'effetto pecora nera si verifica quando

si verifica una sensibilità diversa alle critiche a seconda che esse provengano dall’ingroup o dall’outgroup

nessuna delle opzioni di risposta fornite

un membro del gruppo riduce il suo impegno in un compito di gruppo in quanto è convinto che il suo contributo sarebbe inutile

i membri dell'ingroup sono più indulgenti se a violare le norme è un membro dell'ingroup piuttosto che uno dell'outgroup

03. L'effetto pecora nera si verifica quando

un membro del gruppo riduce il suo impegno in un compito di gruppo in quanto è convinto che il suo contributo sarebbe inutile

le persone dell’ingroup che violano le norme importanti per il gruppo vengono viste dal gruppo stesso in modo più negativo rispetto ai membri dell’outgroup che assumono
comportamenti simili

si verifica una sensibilità diversa alle critiche a seconda che esse provengano dall’ingroup o dall’outgroup

i membri dell'ingroup sono più indulgenti se a violare le norme è un membro dell'ingroup piuttosto che uno dell'outgroup

04. Descrivere il fenomeno della polarizzazione di gruppo e la relativa spiegazione secondo l'approccio dell'identità sociale.

05. Descrivere il fenomeno della polarizzazione di gruppo e la relativa spiegazione secondo la teoria delle argomentazioni persuasive.

06. Descrivere le tre principali spiegazioni del fenomeno della polarizzazione di gruppo.

07. Descrivere cosa si intende per eco-chambers.

08. Cosa si intende per devianza e come si comporta l'ingroup rispetto ai membri che trasgrediscono le norme del gruppo?

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 015
01. Secondo la spiegazione della polarizzazione di gruppo proposta dalla teoria del confronto sociale

questo fenomeno avviene principalmente per via delle nuove informazioni a cui i membri del gruppo sono esposti durante la discussione di gruppo

questo fenomeno avviene poichè i membri del gruppo si conformano sempre più alle norme proprie dell'ingroup differenziandosi dall'outgroup e dalle sue norme

nessuna delle opzioni fornite

questo fenomeno si verifica per via della competizione che avviene tra i membri del gruppo finalizzata a raggiungere la posizione più socialmente desiderabile

02. Quegli spazi chiusi, specialmente sui social media, in cui voci e opinioni concordi tra di loro risuonano continuativamente vengono chiamati

echo-chamber

Nessuna delle opzioni fornite

euristiche

cohousing

03. Il fenomeno per cui la decisione raggiunta dal gruppo o l'opinione finale del gruppo è più estrema della media delle posizioni e delle opinioni di partenza dei
singoli individui nella medesima direzione è chiamato

intergroup sensitivity effect

polarizzazione di gruppo

effetto Köhler

effetto pecora nera

04. Il fenomeno per cui la decisione raggiunta dal gruppo o l'opinione finale del gruppo è più estrema della media delle posizioni e delle opinioni di partenza dei
singoli individui nella medesima direzione è chiamato

effetto pecora nera

nessuna delle opzioni fornite

effetto Köhler

effetto autocinetico

05. Secondo la spiegazione della polarizzazione di gruppo proposta dalla teoria degli argomenti persuasivi

questo fenomeno avviene principalmente per via delle nuove informazioni a cui i membri del gruppo sono esposti durante la discussione di gruppo

nessuna delle opzioni fornite

questo fenomeno si verifica per via della competizione che avviene tra i membri del gruppo finalizzata a raggiungere la posizione più socialmente desiderabile

questo fenomeno avviene poichè i membri del gruppo si conformano sempre più alle norme proprie dell'ingroup differenziandosi dall'outgroup e dalle sue norme

06. Secondo la spiegazione della polarizzazione di gruppo proposta dall'approccio dell'identità sociale

questo fenomeno avviene principalmente per via delle nuove informazioni a cui i membri del gruppo sono esposti durante la discussione di gruppo

questo fenomeno si verifica per via della competizione che avviene tra i membri del gruppo finalizzata a raggiungere la posizione più socialmente desiderabile

nessuna delle opzioni fornite

questo fenomeno avviene poichè i membri del gruppo si conformano sempre più alle norme proprie dell'ingroup differenziandosi dall'outgroup e dalle sue norme

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 016
01. Indicare l'affermazione corretta riguardo le norme.

Nessuna delle opzioni fornite è corretta

Dal punto di vista individuale, esse aiutano le persone a regolare le proprie emozioni utilizzando specifiche strategie cognitive

Dal punto di vista individuale, esse aiutano le persone ad utilizzare le euristiche cognitive e a mostrare empatia nei confronti dei membri dell'ingroup

Dal punto di vista individuale, esse aiutano le persone a prevedere l'ambiente in particolare nelle situazioni caratterizzate da novità ed ambiguità

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 017
01. Uno dei primi studiosi che si occupò di influenza della minoranza fu

Skinner

Turner

Moscovici

Hogg

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 018
01. Vi è maggior probabilità che la maggioranza venga influenzata dalla minoranza quando quest'ultima si mostra

incoerente

la coerenza non è un elemento rilevante nei processi di influenza

sensibile alle critiche

coerente

02. Nel contesto dei tentativi di spiegazione dei processi di influenza, autori che sostennero la spiegazione del "singolo processo" furono

Moscovici

Mackie

nessuna delle opzioni fornite

Latané e Wolf

03. Descrivere a cosa si riferiscono e cosa suggeriscono le ipotesi del "singolo processo" e del "doppio processo".

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 019
01. Il potere legittimo si riferisce

al fatto che l'agente di influenza possa fornire delle ricompense

all'identificazione con il leader

nessuna delle opzioni fornite

al sentirsi in dovere di accettare l'influenza

02. L'aspettativa propria di chi è influenzato da un'altra persona che verrà punito se non accetterà questa influenza si riferisce

nessuna delle opzioni fornite

al potere coercitivo

al potere di riferimento

al potere legittimo

03. La percezione propria di chi è influenzato da un'altra persona che tale persona sia in grado di fornire delle ricompense si riferisce

al potere di riferimento

al potere coercitivo

al potere di ricompensa

al potere legittimo

04. French e Raven (1959) identificarono le seguenti forme del potere sociale

potere di ricompensa, potere della maggioranza, potere della minoranza, potere dinamico, e potere legittimo

potere di ricompensa, potere coercitivo, potere di riferimento, potere della competenza, e potere legittimo

potere euristico, potere coercitivo, potere di riferimento, potere dinamico, e potere legittimo

potere legittimo, potere illegittimo, potere della minoranza, potere della maggioranza, e potere statico

05. Descrivere le basi del potere sociale individuate da French e Raven.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 020
01. Secondo il modello di Fiedler, i tre elementi che sarebbero in grado di determinare la "favorevolezza" della situazione per il leader sono

relazione leader-membro, la struttura del compito, il potere del leader

potere legittimo, potere di ricompensa, e potere della competenza

potere della maggioranza e potere della minoranza

l'interdipendenza del compito e l'interdipendenza del destino

02. Nel classico esperimento di Lippitt e White, gli stili adottati dal leader del gruppo erano

autocratico, democratico, permissivo

prototipico, equo, carismatico

autocratico, carismatico

democratico, direttivo, incoerente

03. Nel contesto della leadership, il modello proposto da Fiedler è chiamato

della contingenza

transazionale

del carisma

della socializzazione di gruppo

04. Fiedler sviluppò

il Big Five

il MLQ (Multifactor Leadership Questionnaire)

nessuna delle opzioni fornite

la scala LPC (Least Preferred Co-worker)

05. La scala del collaboratore meno preferito venne sviluppata da

French e Raven

Fiedler

Hollander

Lippitt e White

06. Nel modello di Fiedler, i tre elementi che sarebbero in grado di determinare la "favorevolezza" della situazione per il leader

nessuna delle opzioni fornite

sono misurabili tramite il Big Five

hanno tutti la stessa importanza

hanno diversi gradi di importanza

07. Descrivere l'esperimento di Lippit e White (1943) sugli stili di leadership.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 021
01. La prospettiva della prototipicità del leader è attribuibile a

Asch

Lippitt e White

Hogg

Fiedler

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 022
01. Quale autore sosteneva che il conformismo del leader fosse necessario all'inizio per permettere che poi la sua posizione divergente successiva venisse presa sul
serio dal gruppo?

Moscovici

Hollander

Nessuna delle opzioni fornite

Zimbardo

02. La caratteristica chiave della leadership transazionale è

la personalità

nessuna delle opzioni fornite

il carisma

la prototipicità del leader

03. Nell'ambito della leadership, la spiegazione che prende in considerazione il credito idiosincratico è quella di

Hollander

Latané e Wolf

French e Raven

Moscovici

04. Nell'ambito della leadership, secondo la prospettiva del credito iodisincratico

nessuna delle opzioni fornite

tanto più il gruppo acquisisce credito agli occhi del leader, tanto più il leader adotterà uno stile di leadership autocratico

il gruppo sarà tanto più disposto ad accettare comportamenti del leader che si discostano dalle norme del gruppo quanto più credito è stato accumulato dal leader stesso

al crescere del credito accumulato dal leader il gruppo sarà meno disposto ad accettare i comportamenti del leader che si discostano dalle norme del gruppo

05. Secondo la prospettiva di Hogg sulla leadership, è più probabile che il leader sia

un membro prototipico del gruppo

un membro dell'outgroup

Nessuna delle opzioni fornite

un membro marginale del gruppo

06. Secondo la prospettiva di Hogg sulla leadership, un aspetto chiave del leader

è la misura in cui accumula credito idiosincratico

è la misura in cui adotta uno stile di leadership democratico

è il tratto di personalità dell'apertura all'esperienza

è la misura in cui rispecchia le caratteristiche del gruppo

07. La prototipicità del leader influenza

tutte le opzioni di risposta fornite

l'affidabilità del leader

l'equità del leader

il carisma del leader

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PSICOLOGIA
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08. Un leader prototipico

può innovare e rimanere leader pur mostrandosi incoerente con gli obiettivi fondamentali del gruppo e violando le norme centrali dello stesso

determina la staticità del gruppo perché qualsiasi innovazione da lui proposta violerebbe le norme del gruppo

può innovare e rimanere leader purchè rimanga coerente con le caratteristiche che definisicono il gruppo e con gli obiettivi cardinali dello stesso

nessuna delle opzioni fornite

09. Descrivere cosa si intende per leadership transazionale.

10. Descrivere cosa si intende per leadership trasformazionale.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 023
01. Con il termine "implementatori di identità" si fa riferimento a quei leader

che fondano il proprio potere sulla competenza

che mettono in atto la propria visione di identità sociale

nessuna delle opzioni fornite

che si identificano con il collega meno preferito

02. Descrivere l'ipotesi di Hollander in merito alla leadership.

03. Descrivere la spiegazione della leadership secondo il concetto di prototipicità del leader.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 024
01. Secondo Hollander

la deindividuazione è alla base dell'irrazionalità che emerge nelle folle

per essere seguito dal gruppo, il leader deve mostrarsi anticonformista sempre e, soprattutto, sin dagli inizi

il comportamento delle folle è profondamente irrazionale e sostanzialmente diverso da quello delle persone prese singolarmente

nessuna delle opzioni fornite

02. I leader capaci di plasmare in modo attivo, tramite narrazioni, identità sociali che li pongono in relazione con il proprio pubblico sono chiamati

implementatori dell'identità

permissivi

imprenditori dell'identità

deindividuati

03. Descrivere i principali approcci alla leadership.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 025
01. La presenza sociale sembrerebbe

nessuna delle opzioni fornite

non aver alcuna relazione con la prestazione

facilitare la prestazione nei compiti complessi e ostacolarla nei compiti semplici

facilitare la prestazione nei compiti semplici e ostacolarla nei compiti complessi

02. La tecnica del brainstorming è più efficace se svolta

prima in modalità privata e poi in modalità interattiva di gruppo

prima in modalità di gruppo e poi in modalità privata

solo in modalità privata

solo in modalità di gruppo

03. Nell'esperimento del tiro alla fune, Ringelmann osservò che

rispetto a quando le persone tiravano la fune da sole, quando la tiravano in gruppo esercitavano, singolarmente, la loro forza maggiore possibile

la forza esercitata non aumentava in alcun modo all'aumentare del numero di persone che tiravano la fune

la forza esercitata aumentava in modo proporzionale al numero di persone che tiravano la fune

la forza esercitata non aumentava in modo proporzionale all'aumentare del numero di persone che tiravano la fune

04. Descrivere il fenomeno della facilitazione sociale e le circostanze in cui si verifica.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 026
01. La teoria della produttività di gruppo è attribuibile a

Hogg

Fiedler

Asch

Steiner

02. Con il termine "social loafing" si indica il fenomeno di

polarizzazione di gruppo

inerzia sociale

brainstorming

laboriosità sociale

03. In letteratura sono stati identificati due effetti opposti, uno è il social labouring l'altro è

il social loafing

la laboriosità sociale

il groupthink

il brainstorming

04. Secondo Steiner, un fattore che può contribuire a peggiorare la prestazione di un gruppo è legato

ai livelli di arousal

alla motivazione

nessuna delle opzioni fornite

ai tratti di personalità

05. Con il termine "social labouring" si indica il fenomeno di

laboriosità sociale

polarizzazione di gruppo

inerzia sociale

brainstorming

06. La conclusione secondo cui i gruppi possono provare ad avvicinarsi alla produttività potenziale senza mai superarla è propria

della teoria della produttività individuale di Reicher & Haslam

nessuna delle opzioni fornite

della teoria della produttività di gruppo di Steiner

degli esperimenti dei campi estivi di Sherif

07. Secondo la teoria della produttività di gruppo di Steiner

nessuna delle opzioni fornite

la produttività potenziale è uguale alla produttività effettiva meno le perdite dovute ai processi difettosi

la produttività effettiva è uguale alla produttività potenziale più i guadagni di processo

la produttività effettiva è uguale alla produttività potenziale meno le perdite dovute ai processi difettosi

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. I compiti divisibili sono quelli

in cui è necessario scegliere tra opzioni diverse, o l'una o l'altra

nessuna delle opzioni fornite

frazionabili in sottocompiti

in cui i contributi vengono sommati l'un l'altro

09. I compiti in cui i contributi vengono sommati l'un l'altro sono chiamati

di ottimizzazione

congiuntivi

additivi

di soddisfazione di uno standard predefinito

10. I compiti in cui è necessario scegliere tra contributi diversi, o l'uno o l'altro, sono chiamati

divisibili

congiuntivi

disgiuntivi

discrezionali

11. Indicare il completamento corretto della seguente frase. Nell'ambito della teoria della produttività di gruppo di Steiner, nei compiti ______________, la
produttività potenziale del gruppo è uguale alla somma dei contributi individuali massimi.

additivi

disgiuntivi

sia additivi che disgiuntivi

nessuna delle opzioni fornite

12. Un aspetto importante per la prestazione di gruppo è

la salienza del gruppo

l'identità sociale

tutte le opzioni di risposta

la significatività del compito

13. Secondo la teoria della produttività di gruppo di Steiner, i cosiddetti "processi difettosi" sono dovuti principalmente

alle caratteristiche del leader del gruppo

ai tratti di personalità dei singoli individui che costituiscono il gruppo

al social labouring

ad un problema di coordinazione

14. Secondo Steiner, in genere, la produttività effettiva di gruppo è

superiore a quella potenziale

uguale a quella potenziale

inferiore a quella potenziale

nessuna delle opzioni fornite

15. Descrivere la teoria della produttività di gruppo di Steiner.

16. Descrivere il fenomeno del social loafing e quello del social labouring.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 027
01. L'efficacia delle decisioni di gruppo è promossa

dal fatto che nel gruppo tutti la pensino uguale e tengano per sé le critiche

nessuna delle opzioni fornite

dal fatto che le voci "dissenzienti" vengano allontanate dal gruppo

dal fatto che nel gruppo sia incoraggiato il pensiero critico e dalla presenza di "più voci" purchè almeno una di esse sostenga l'opzione "corretta"

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 028
01. Secondo Le Bon, il comportamento dei singoli individui ed il comportamento delle folle sono

nessuna delle opzioni fornite

uguali dal punto di vista morale, sociale ed intellettuale

uguali dal punto di vista sociale e morale, ma non da quello intellettuale

sostanzialmente diversi dal punto di vista morale, sociale ed intellettuale

02. Descrivere il BBC Prison Study e indicarne le principali differenze rispetto all'esperimento carcerario di Stanford.

03. Descrivere l'esperimento carcerario di Stanford.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 029
01. Il controverso esperimento della prigione di Stanford venne realizzato da

Moscovici

Zimbardo

Sherif e Sherif

Asch

02. Il modello elaborato dell'identità sociale è attribuibile a

Reicher

Zimbardo

Asch

Moscovici

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 031
01. Dalla ricerca riguardante l'effetto dello spettatore emerge che

il fatto di conoscere gli altri spettatori può far si che le persone siano meno propense a fornire il loro aiuto

nessuna delle opzioni fornite

la conoscenza degli altri spettatori è irrilevante

il fatto di conoscere gli altri spettatori può far si che le persone siano più propense a fornire il loro aiuto

02. L'emergere di un'identità sociale comune tra sconosciuti

aumenta la probabilità che essi possano aiutarsi

non influenza in alcun modo la probabilità che essi possano aiutarsi

diminuisce la probabilità che essi possano aiutarsi

nessuna delle opzioni fornite

03. In genere, le persone sono più inclini ad aiutare

in modo uguale chi fa parte dell'ingroup e chi fa parte dell'outgroup, indipendentemente dall'identità sociale

persone considerate parte dell'outgroup

nessuna delle opzioni fornite

persone considerate parte del proprio gruppo con cui si condivide un'identità sociale

04. Descrivere cosa emerge dalla letteratura sui comportamenti prosociali rivolti all'outgroup.

05. Descrivere cosa emerge dalla letteratura sui comportamenti prosociali rivolti all'ingroup.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 032
01. Il fare esperienza di un destino comune

ostacola l'aiuto tra persone sconosciute

può promuovere l'aiuto tra persone che prima erano sconosciute

può far si che le persone aiutino le persone che conoscono ma non quelle che non conoscono

nessuna delle opzioni fornite

02. Descrivere il modello multistadio dell'intervento di Latané e Darley.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 033
01. La presenza di un obiettivo sovraordinato promuove

l'ostilità

la cooperazione

nessuna delle opzioni fornite

il conflitto

02. Dai classici esperimenti dei campi estivi di Sherif e colleghi emerse che tra i gruppi

l'interdipendenza positiva portava a conflitto ed ostilità tra gruppi, l'interdipendenza negativa portava alla cooperazione e alla solidarietà tra gruppi

sia l'interdipendenza negativa che quella positiva portavano alla cooperazione e alla solidarietà tra gruppi

l'interdipendenza negativa portava a conflitto ed ostilità tra gruppi, l'interdipendenza positiva portava alla cooperazione e alla solidarietà tra gruppi

sia l'interdipendenza positiva che quella negativa portavano a conflitto e ostilità tra gruppi

03. I classici esperimenti dei campi estivi alla Robbers' Cave sono attribuibili a

Moscovici e colleghi

Sherif e colleghi

Milgram e colleghi

Asch e colleghi

04. Negli esperimenti dei campi estivi di Sherif e colleghi, gli obiettivi sovraordinati

incrementavano l'inerzia sociale

incrementavano l'ostilità tra i gruppi

incrementavano la polarizzazione di gruppo

riducevano l'ostilità tra i gruppi

05. Negli esperimenti dei campi estivi di Sherif e colleghi, gli obiettivi sovraordinati erano

obiettivi che potevano essere raggiunti solo nel caso in cui il leader del gruppo avesse adottato uno stile autocratico

obiettivi comuni ad entrambi i gruppi ma che i gruppi stessi non potevano raggiungere indipendentemente

obiettivi diversi tra i gruppi che potevano essere raggiunti indipendentemente dai gruppi

nessuna delle opzioni fornite

06. Negli esperimenti dei campi estivi di Sherif e colleghi, nella fase della riduzione del conflitto

vennero create le condizioni affinchè si creasse una situazione di interdipendenza negativa tra i gruppi

venne introdotto un obiettivo sovraordinato

venne chiesto ai partecipanti di svolgere un compito in cui dovevano dire quale delle linee presentate fosse della stessa lunghezza di quella disegnata dalla sperimentatore

i leader dei due gruppi assunsero uno stile democratico e permissivo, rispettivamente

07. Negli esperimenti dei campi estivi di Sherif e colleghi, in riferimento al rapporto tra i gruppi, nella fase del conflitto intergruppi si passava da una relazione
di

interdipendenza negativa ad indipendenza

indipendenza ad una di interdipendenza positiva

indipendenza ad una di interdipendenza negativa

nessuna delle opzioni fornite perché non vi era alcuna fase di conflitto intergruppi

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. Preso complessivamente, il disegno sperimentale degli studi dei campi estivi di Sherif e colleghi era costitutito dalle seguenti fasi

socializzazione, ricognizione, mantenimento

formazione del gruppo, conflitto intergruppi, e riduzione del conflitto

groupthink, brainstorming, e riduzione del conflitto generato dal brainstorming stesso

valutazione della situazione e presa di responsabilità

09. Gli studi dei campi estivi di Sherif e colleghi erano

cross-sectional

longitudinali

nessuna delle opzioni fornite

meta-analitici

10. Descrivere gli studi di Sherif e colleghi dei campi estivi alla Robbers' Cave.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 034
01. Secondo il modello del contenuto degli stereotipi di Fiske e colleghi, essi variano sulla base delle dimensioni di

senso di colpa e compassione

competenza e calore

norme descrittive e norme prescrittive

rabbia e disprezzo

02. Descrivere il modello del contenuto degli stereotipi di Fiske e colleghi.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 036
01. La situazione in cui si ritiene che il gruppo al quale si sente di appartenere sia discriminato, svantaggiato in modo sistematico e viva in condizioni peggiori
rispetto ad un altro gruppo è chiamata

deprivazione relativa individuale

deprivazione assoluta individuale

deprivazione assoluta fraterna

deprivazione relativa fraterna

02. La situazione in cui si ritiene che il gruppo al quale si sente di appartenere sia discriminato, svantaggiato in modo sistematico e viva in condizioni peggiori
rispetto ad un altro gruppo è chiamata

nessuna delle opzioni fornite

deprivazione assoluta

deprivazione individuale

deprivazione egoistica

03. In situazioni di ingiustizia sociale, sembrerebbe che

la rabbia origini dalla percezione di ingiustizia mentre il disprezzo no

il disprezzo origini dalla percezione di ingiustizia mentre la rabbia no

sia la rabbia che il disprezzo originino dalla percezione di ingiustizia e che provochino le stesse risposte

sia la rabbia che il disprezzo originino dalla percezione di ingiustizia ma che provochino risposte diverse

04. Il tipo di deprivazione relativa che è più probabile che porti alla protesta collettiva è

la deprivazione relativa individuale

la deprivazione relativa egoistica

nessuna delle opzioni fornite

la deprivazione relativa fraterna

05. La deprivazione relativa è

uno stato oggettivo

uno stato soggettivo influenzato da condizioni oggettive

un compromesso

una tipologia di azione collettiva

06. Descrivere cosa si intende per deprivazione relativa fraterna e deprivazione relativa individuale considerandone anche gli esiti.

07. Descrivere le differenze tra rabbia e disprezzo nelle condizioni di ingiustizia sociale in relazione all'azione collettiva.

08. Descrivere e contestualizzare le strategie di mobilità individuale, creatività sociale e competizione sociale.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 037
01. Quando il gruppo privilegiato riconosce la disuguaglianza e reputa lo status quo illeggittimo può provare

tutte le opzioni fornite

compassione

indignazione

senso di colpa

02. Quando il gruppo privilegiato riconosce la disuguaglianza ma reputa lo status quo leggittimo

prova compassione

prova indignazione morale

prova senso di colpa

può manifestare una controreazione

03. Il privilegio può essere detto "invisibile" quando

nessuna delle opzioni fornite

il gruppo delle persone privilegiate lo da per scontato

il gruppo delle persone privilegiate reputa lo status quo illegittimo

il gruppo delle persone privilegiate prova senso di colpa rispetto al privilegio che ritiene di avere

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 038
01. Nella prospettiva di Berry, la preferenza di acculturazione che prevede basso desiderio di mantenimento della propria cultura e alto desiderio di contatto
intergruppi è definita

integrazione

separazione

marginalizzazione

assimilazione

02. Nella prospettiva di Berry, la preferenza di acculturazione che prevede basso desiderio di mantenimento della propria cultura e basso desiderio di contatto
intergruppi è definita

assimilazione

marginalizzazione

integrazione

separazione

03. Nell'ambito del contatto tra gruppi, il contatto vicario

è una forma di contatto indiretto che può avvenire tramite mezzi come il cinema

nessuna delle opzioni fornite

è una forma di contatto indiretto che avviene tramite l'immaginazione

è una forma di contatto diretto

04. Nell'ambito del contatto tra gruppi, il contatto esteso

è una forma di contatto indiretto che avviene tramite l'immaginazione

è una forma di contatto indiretto

nessuna delle opzioni fornite

è una forma di contatto diretto

05. Nell'ipotesi del contatto di Allport, le precondizioni relative al fatto che il contatto abbia successo includono

un tipo di contatto che duri nel tempo e che sia positivo

tutte le opzioni fornite

il sostegno istituzionale al contatto

il fatto che il contatto avvenga in situazioni di parità di status

06. Nell'ipotesi del contatto di Allport, le precondizioni relative al fatto che il contatto abbia successo includono

nessuna delle opzioni fornite

un tipo di contatto di breve durata

un tipo di contatto altamente sporadico

il sostegno istituzionale al contatto

07. Nella prospettiva di Berry, la preferenza di acculturazione che prevede alto desiderio di mantenimento della propria cultura e basso desiderio di contatto
intergruppi è definita

marginalizzazione

assimilazione

separazione

integrazione

08. Descrivere il processo di acculturazione secondo la prospettiva di Berry.

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PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

09. Descrivere l'ipotesi del contatto di Allport.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 039
01. Descrivere le possibili funzioni positive dei gruppi.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 041
01. Descrivere le principali differenze tra comunità generative e non generative.

02. Descrivere cosa si intende per comunità non generativa.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 042
01. Uno dei maggiori esponenti della Scuola di Chicago è

Robert E. Park

Pennie Foster-Fishman

Urie Bronfenbrenner

James G. Kelly

02. Le dimensioni della comunità individuate da Campbell (2000) sono

dimensione emotiva, cognitiva, e comportamentale

nessuna delle opzioni fornite

dimensione psicologico-culturale, socio-strutturale, e spaziale

dimensione olistica e settoriale

03. Il termine utilizzato per riferirsi al "prendersi cura della generazione successiva alla propria" e, in tal modo, "della comunità nel suo complesso" è

deindividuazione

generatività

competenza

prosocialità

04. Il termine generatività viene utilizzato per riferirsi

nessuna delle opzioni fornite

al prendersi cura della comunità in generale prendendosi cura della generazione che viene dopo quella a cui si appartiene

al mettere in atto comportamenti di aiuto in situazioni di emergenza

ad intervenire per aiutare il prossimo quando si è in gruppo e ci si accorge che gli altri non interverranno

05. Uno dei maggiori esponenti della Scuola di Chicago è

Pennie Foster-Fishman

Robert E. Park

Roger Barker

Urie Bronfenbrenner

06. Descrivere cosa si intende per comunità generativa.

07. Descrivere la prospettiva ecologica della Psicologia di Comunità.

08. Descrivere i principi ecologici di Kelly.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 043
01. La nascita ufficiale della Psicologia di Comunità avviene

in Norvegia negli anni '90 del 1900

in Portogallo negli anni '60 del 1900

negli Stati Uniti negli anni '40 del 1900

negli Stati Uniti negli anni '60 del 1900

02. Definire il concetto di setting comportamentali secondo Barker.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 044
01. I setting comportamentali possono essere definiti come

un numero maggiore o uguale a due entità che tramite le loro reciproche interazioni costituiscono una struttura piuttosto organizzata che funziona in modo unitario (vale a
dire, "come un tutto").

nessuna delle opzioni fornite

quell'insieme di comportamenti specifici messi in atto durante un conflitto o durante una situazione di cooperazione, innescati dalle emozioni di base

"le architetture o le unità di base" della quotidianità in cui il fatto che le persone interagiscano in un dato ambiente genera degli schemi comportamentali regolari

02. Nell'ottica della Scuola di Chicago, il processo che fa si che le persone ed i gruppi facciano parte di una cultura comune e di una comunità in cui la coesistenza
è regolata dall'integrazione di ordine sociale e biotico è chiamato

competizione

successione

assimilazione

conflitto

03. Nella prospettiva di Barker, i "behavior settings"

tutte le opzioni di risposta fornite

incoraggiano l'emissione di alcuni specifici comportamenti

restringono i comportamenti che possono essere messi in atto

scoraggiano l'emissione di alcuni specifici comportamenti

04. Barker introdusse il concetto di

ciclo delle risorse

esosistema e microsistema

assimilazione e accomodamento

setting comportamentali

05. Tra i principi ecologici di Kelly troviamo

i setting comportamentali

l'interdipendenza e l'adattamento

la deprivazione relativa individuale

tutte le opzioni fornite

06. Tra i principi ecologici di Kelly troviamo

la prosocialità

il ciclo delle risorse e la successione

la deprivazione relativa individuale

tutte le opzioni fornite

07. Nell'ambito dei principi ecologici di Kelly, e più in generale della prospettiva di Kelly e di Trickett, il termine "risorse" include

conoscenze e competenze

beni materiali

tutte le opzioni di risposta fornite

denaro

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. I principi ecologici di Kelly includono

l'interdipendenza

il ciclo delle risorse e la successione

tutte le opzioni di risposta fornite

l'adattamento

09. Tra i principi ecologici di Kelly troviamo

il mesosistema ed il cronosistema

tutte le opzioni fornite

l'adattamento e la generatività

il ciclo delle risorse e l'interdipendenza

10. Secondo la Psicologia di Comunità Ecologica proposta da Kelly e Trickett, essa è

una scienza che implica anche un set valoriale

un insieme di valori e norme che non possono essere considerati scientifici

una scienza in cui la dimensione valoriale è vista come una variabile di disturbo che deve essere isolata ed eliminata dal processo scientifico

una non-scienza

11. Nella prospettiva di Bronfenbrenner, il sistema che influenza i livelli che lo precedono e che è costituito da ambienti con cui l'individuo non entra in contatto
direttamente è definito

macrosistema

quello descritto non è un sistema individuato da Bronfenbrenner

mesosistema

esosistema

12. Nella prospettiva di Bronfenbrenner, il microsistema è costituito

da tutti quegli ambienti con cui la persona entra in contatto e vive in modo diretto, in prima persona

dalla rete di microsistemi di cui fa parte la persona e dalle relative interconnessioni tra di essi

nessuna delle opzioni fornite

dalle norme e dalle credenze che definiscono atteggiamenti e ideologie che a loro volta hanno un effetto su tutti gli altri sistemi

13. Nella prospettiva di Bronfenbrenner, il mesosistema è costituito

nessuna delle opzioni fornite

dalla rete di microsistemi di cui fa parte la persona e dalle relative interconnessioni tra di essi

da tutti quegli ambienti con cui la persona entra in contatto e vive in modo diretto, in prima persona

dalle norme e dalle credenze che definiscono atteggiamenti e ideologie che a loro volta hanno un effetto su tutti gli altri sistemi

14. Un contributo importante per l'introduzione dell'approccio sistemico nella Psicologia di Comunità è stato fornito da

Moreland e Levine

Pennie Foster-Fishman

Roger Barker

Sherif

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

15. James G. Kelly introdusse

i principi ecologici

il concetto di setting comportamentale

nessuna delle opzioni fornite

il concetto di esosistema e microsistema

16. Indicare il completamento corretto della seguente frase: ________________ studiò le città come comunità biologiche caratterizzate dai seguenti processi
fondamentali ____________________________________

Roger Barker; competizione, conflitto, accomodamento, assimilazione

Roger Barker; micro-sistematico, macro-sistematico, ed eso-sistematico

Scuola di Chicago; ciclo delle risorse, interdipendenza, adattamento, successione

La Scuola di Chicago; competizione, conflitto, accomodamento, assimilazione

17. I principi ecologici di ciclo delle risorse, interdipendenza, adattamento, e successione sono attribuibili a

Pennie Foster-Fishman

Roger Barker

Urie Bronfenbrenner

James G. Kelly

18. Bronfenbrenner distingue tra

ciclo delle risorse, interdipendenza, adattamento, e successione

setting comportamentali individuali e di gruppo

microsistema, mesosistema, esosistema, macrosistema e cronosistema

competizione, conflitto, accomodamento, assimilazione

19. Descrivere la prospettiva della Scuola di Chicago.

20. Descrivere la prospettiva di Bronfenbrenner sull'ambiente ecologico.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 045
01. Indicare il completamento corretto della seguente frase: ________________ possono essere considerati/e come un numero maggiore o uguale a due entità che
tramite le loro reciproche interazioni costituiscono una struttura piuttosto organizzata che funziona in modo unitario (vale a dire, "come un tutto").

I setting comportamentali

I sistemi

Gli accordi psicosociali

Le risorse

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 050
01. L'empowerment è

un costrutto fisso

un costrutto mutevole

una caratteristica specifica della leadership

un tratto di personalità

02. L'empowerment è

un costrutto mutevole e indipendente dal contesto

un costrutto fisso, stabile, indipendente dal contesto

un costrutto mutevole, dinamico, legato al contesto

nessuna delle opzioni fornite

03. Descrivere le caratteristiche principali del concetto di empowerment.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 051
01. Secondo il modello di McMillan e Chavis, il senso di comunità è costituito dalle seguenti dimensioni

appartenenza, deindividuazione, empowerment, strategie di regolazione emotiva

appartenenza, influenza, integrazione e soddisfazione dei bisogni, connessione emotiva condivisa

nessuna delle opzioni fornite

appartenenza, dominanza sociale, empowerment, connessione emotiva condivisa

02. Il modello del senso di comunità di McMillan & Chavis (1986) è un modello

unidimensionale

bidimensionale

multidimensionale

nessuna delle opzioni fornite

03. La riformulazione di McMillan (1996) del modello del senso di comunità di McMillan & Chavis (1986) indica le seguenti dimensioni

spirito, fiducia, connessione emotiva condivisa, empowerment

appartenenza, influenza, integrazione e soddisfazione dei bisogni, connessione emotiva condivisa

spirito, fiducia, arte, scambio

nessuna delle opzioni fornite

04. Secondo il modello di McMillan e Chavis, il senso di comunità è costituito

da un continuum

nessuna delle opzioni fornite

da un'unica dimensione

da più dimensioni

05. La riformulazione di McMillan (1996) del modello del senso di comunità di McMillan & Chavis (1986) indica

due dimensioni

quattro dimensioni

tre dimensioni

una dimensione

06. Definire il senso di comunità secondo McMillan e Chavis (1986) e descrivere il modello di senso di comunità da loro proposto.

07. Descrivere le dimensioni del senso di comunità indicate da McMillan nella riformulazione del 1996.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 053
01. Il volontariato implica

la gratuità

tutte le opzioni di risposta fornite

la non obbligatorietà

la prosocialità

02. La disobbedienza prosociale

implica la volontà di promuovere un cambiamento esclusivamente nel gruppo a cui si appartiene

corrisponde con l'attivismo

implica la volontà di promuovere un cambiamento nella società nella sua interezza

implica l'accettazione incondizionata della situazione

03. Le funzioni motivazionali del volontariato includono

tutte le opzioni di risposta fornite sono corrette

quella valoriale

quella di carriera

quella di protezione dell'Io e quella di accrescimento dell'Io

04. La probabilità che un processo decisionale inclusivo abbia effetti positivi aumenta se è

di facciata

genuino

simbolico

nessuna delle opzioni fornite

05. Una forma di processo decisionale inclusivo è

il volontariato

la consultazione

la disobbedienza prosociale

nessuna delle opzioni fornite

06. La disobbedienza prosociale si basa su

inclusione morale e volontariato

inclusione morale e responsabilità sociale

assistenzialismo e volontariato

responsabilità sociale e assistenzialismo

07. Identità sociale, indignazione morale, convinzioni morali, efficacia di gruppo sono state indicate come

"ponti" per la partecipazione

caratteristiche della leadership

tratti di personalità

"vie" che conducono all'azione sociale

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. Le funzioni motivazionali del volontariato includono

quella di conoscenza

quella valoriale

quella di carriera

tutte le opzioni di risposta fornite sono corrette

09. Definire i processi decisionali inclusivi e riportarne un esempio.

10. Definire il volontariato e riportarne due esempi.

11. Definire l'azione collettiva e riportarne due esempi.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 054
01. Secondo l'Istitute of Medicine, gli interventi di prevenzione possono essere

selettivi

tutte le opzioni di risposta fornite

indicati

universali

02. Le dimensioni del benessere del modello I COPPE di Prilleltensky et al. (2015) includono

nessuna delle opzioni fornite

benessere interpersonale, benessere comunitario, benessere occupazionale, benessere fisico, benessere economico, e benessere psicologico

benessere dell'interdipendenza, benessere collettivistico, benessere olistico, benessere flessibile, empowerment, e benessere positivo

benessere dell'interdipendenza, benessere collettivistico, benessere olistico, benessere fisico, empowerment, e benessere psicologico

03. Descrivere il modello di Prilleltensky sul benessere.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 055
01. Nel contesto delle reti sociali, Moreno (1934) distingue tra

legami sociali e legami asociali

reti a maglia larga e reti a maglia stretta

legami forti e legami deboli

legami funzionali e legami affettivi

02. Gli indicatori individuati da Mark Granovetter (1973) per distinguere i legami deboli da quelli forti sono

consultazione, volontariato, emozioni condivise, ed empoweremnt

tempo passato insieme, intimità, cooperazione, e conflitto

tempo passato insieme, volontariato, emozioni condivise, ed empowerement

tempo passato insieme, intimità, emozioni condivise, e servizi scambiati

03. Le reti sociali più funzionali per il supporto emotivo e pratico sono quelle caratterizzate da

legami deboli

legami forti

legami simbolici

legami instabili

04. Granovetter (1973) distingue tra

reti a maglia larga e reti a maglia stretta

legami funzionali e legami affettivi

legami sociali e legami asociali

legami forti e legami deboli

05. Le reti sociali caratterizzate da legami deboli

nessuna delle opzioni fornite

sono più chiuse al loro interno

esercitano un maggiore controllo e limitano il cambiamento

possono essere più funzionali per lo scambio di informazioni

06. Tra le funzioni delle reti sociali è possibile individuare

nessuna delle opzioni fornite

quella di deprivazione relativa

quella di disobbedienza prosociale

quella di riferimento normativo e quella di promozione del sostegno sociale

07. Il sostegno sociale include

tutte le opzioni di risposta

supporto emotivo

supporto informativo

supporto materiale

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. "Il supporto informativo, emotivo, e materiale che è possibile scambiare all'interno delle reti sociali" è una buona definizione di

prevenzione

rete

sostegno sociale

empowerment

09. Descrivere cosa sono le reti sociali, gli aspetti che le caratterizzano e le loro funzioni.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 057
01. Il Project Cycle Management è costituito da fasi di durata

uguale

standard

predefinita e rigida

piuttosto variabile

02. La sequenza delle fasi nel Project Cycle Management è

rigida

vincolante

predefinita

orientativa

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 058
01. Gli obiettivi specifici di un progetto dovrebbero

descrivere in modo specifico gli aspetti finanziari dell'implementazione del progetto

nessuna delle opzioni fornite

essere raggiungibili e verificabili in modo concreto ed in un tempo definito

descrivere le finalità ultime del progetto

02. Generalmente, gli obiettivi specifici di un progetto sono Una volta che il problema è formulato va declinato in obiettivi generali e specifici:
• l’obiettivo generale descrive lo scopo ultimo del progetto, il suo orientamento (anche
nessuna delle opzioni fornite valoriale) e la portata delle sue attività;
• gli obiettivi specifici sono propositi di cambiamento tangibili in riferimento al problema
individuato per i beneficiari del progetto. Secondo l’acronimo SMART dovrebbero essere
organizzati in modo gerarchico e molteplici specifici, perseguibili, raggiungibili e verificabili concretamente in un tempo definito. Possono
focalizzarsi non solo sul cambiamento individuale, ma anche sulle reti sociali prossimali
misurabili solo anni dopo il termine del progetto (micro-sistema), sui contesti sociali organizzati e fisici (meso-sistema), sulle relazioni tra essi
(eso-sistema) o sugli aspetti culturali o politici legati al problema (macro-sistema).
tutti sullo stesso piano e descrivono lo scopo ultimo del progetto

03. Uno strumento che consente di analizzare la catena logica delle componenti di un progetto è

il diagramma di Gantt

il quadro logico

il photovoice

nessuna delle opzioni fornite

04. Il Project Cycle Management è costituito da

due fasi fondamentali

sei fasi fondamentali

tre fasi fondamentali

nessuna delle opzioni fornite

05. Descrivere e contestualizzare il Project Cycle Managment.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 059
01. La valutazione dell'andamento del progetto compresi i suoi aspetti di debolezza e di forza è quella che viene fatta

ex-post

ex-ante

in itinere

tutte le opzioni fornite

02. La valutazione dell'efficacia del progetto viene effettuata nella valutazione

ex-post

ex-ante

in itinere

nessuna delle opzioni fornite

03. Generalmente, la valutazione in itinere è distinta in

valutazione realista e inquiry

Assess e Vision

valutazione di processo e monitoraggio

analisi della proposta e analisi della domanda

04. Descrivere come e in quali momenti può avvenire la valutazione di un progetto.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 060
01. Solitamente, la durata massima del focus group è di

4 ore

30 minuti

15 minuti

90 minuti

02. Indicare l'affermazione corretta sul focus group.

Il focus group prende in considerazione le interazioni tra le persone nel gruppo

I focus group prevedono la presenza di partecipanti, di un osservatore, e di un moderatore

Il focus group permette di ascoltare i vari punti di vista su uno specifico argomento

Tutte le affermazioni fornite sul focus group sono corrette

03. Il focus group è una tecnica di rilevazione di tipo

individuale

qualitativo

statistico

quantitativo

04. Il focus group è una tecnica basata

sulla discussione di gruppo

nessuna delle opzioni fornite

sull'immaginazione

sulla realizzazione di un video

05. Indicare l'affermazione corretta sul focus group.

Le domande vengono poste secondo un preciso ordine

Nessuna delle opzioni fornite

Generalmente i focus group hanno una durata di otto ore (un'intera giornata lavorativa)

Generalmente i focus group sono costitutiti da 40 o 50 partecipanti

06. La costruzione di una road map è caratteristica del

photovoice

focus group

nessuna delle opzioni fornite

Community Visioning

07. La cross-pollination è particolarmente usata

nel photovoice

nel metodo World Café

nei focus group

nessuna delle opzioni fornite

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. Nel Community Visioning, la fase del processo partecipativo che è più orientata alla pianificazione è quella denominata

Vision

Assess

Road Map

Cross-pollination

09. Nel Community Visioning, la fase del processo partecipativo più di tipo elaborativo è quella denominata

Vision

Assess

Cross-pollination

nessuna delle opzioni fornite

10. Quella di "processo democratico e partecipato volto a sviluppare conoscenza pratica" è una definizione di

Azione Partecipativa

Ricerca-Azione Partecipata

Cross-pollination

Inchiesta Partecipata

11. Descrivere il metodo del focus group.

12. Descrivere il metodo del World Cafè.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 061
01. Nelle ricerca-azione vi sono fasi

simboliche

cicliche

nessuna delle opzioni fornite

indipendenti le une dalle altre

02. La ricerca-azione prevede

tre fasi quali valoriale, di attivismo, e di disobbedienza

tre fasi quali pianificazione, esecuzione, e valutazione dei risultati

due fasi quali di attivismo e di empowerment

due fasi quali pianificazione ed esecuzione

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 062
01. Descrivere cosa si intende per Ricerca-Azione Partecipata.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 063
01. Nell’analisi organizzativa multidimensionale partecipata, la dimensione che si concentra sul clima organizzativo è quella

psico-ambientale

funzionale

strategico-strutturale

psicodinamica

02. Nel contesto dei profili di comunità, il profilo che analizza variabili come il senso di comunità, l'identificazione collettiva, le reti sociali, ed il senso di
appartenenza è chiamato

profilo psicologico

profilo del futuro

profilo demografico

profilo del potere

03. Nell’analisi organizzativa multidimensionale partecipata

le dimensioni "hard" sono quelle psicodinamica e psico-ambientale

solo la dimensione funzionale viene definita "soft"

solo la dimensione strategico-strutturale viene definita "soft"

le dimensioni "soft" sono quelle psicodinamica e psico-ambientale

04. Nel contesto dei profili di comunità, il profilo demografico si riferisce ai dati relativi

alla struttura della popolazione e alla relativa stratificazione

ai servizi come quelli socio-sanitari, socio-educativi, e socio-ricreativi

all'organizzazione politico-amministrativa

alla storia della comunità nonché la sua coesione e i suoi valori

05. Descrivere i principali metodi di Ricerca-Azione Partecipata e chiarire perché sono considerati tali.

06. Descrivere i profili di comunità.

07. Descrivere l'analisi organizzativa multidimensionale partecipata.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 065
01. Gli interventi evidence-based sono quegli interventi

che si concentrano sull'empowerment

non basati su dati sperimentali perché la loro efficacia è già evidente di per sé e, dunque, non è necessaria la verifica sperimentale

verificati da controlli sperimentali rigorosi

nessuna delle opzioni di risposta

02. Descrivere le principali tipologie di intervento della Psicologia di Comunità nell'ambito delle dipendenze.

03. Descrivere cosa si intende per interventi manual-based e per interventi locali nell'ambito della Psicologia di Comunità.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 066
01. La violenza autodiretta include

nessuna delle opzioni di risposta fornite

la violenza comunitaria

la violenza economica

la violenza familiare e del partner

02. La violenza collettiva include

la violenza familiare

nessuna delle opzioni di risposta fornite

l'auto abuso

la violenza del partner

03. La violenza collettiva include

la violenza politica

la violenza familiare

la violenza comunitaria

la violenza del partner

04. Il processo che caratterizza le interazioni tra gruppi e nazioni quando due gruppi si contrappongono l'uno all'altro, assumono delle posizioni via via sempre
più estreme, reagiscono alle minacce (presunte o reali), si distanziano e si attaccano sempre di più per indebolirsi e per distruggersi l'un l'altro è chiamato

groupthink

polarizzazione di gruppo

radicalizzazione reciproca

violenza comunitaria

05. La violenza collettiva include

la violenza economica

la violenza sociale

tutte le opzioni di risposta fornite

la violenza politica

06. Descrivere i concetti di radicalizzazione e radicalizzazione reciproca.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 067
01. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, esempi di "fattori istituzionali" includono

avere problemi di salute

le caratteristiche demografiche

aver vissuto eventi traumatici

nessuna delle opzioni fornite

02. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, esempi di "fattori individuali" sono

l'accesso ai servizi e il welfare

lo status famigliare e l'eventuale dipendenza da sostanze

l'accesso ai servizi e lo status famigliare

le caratteristiche demografiche e l'eventuale dipendenza da sostanze

03. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, esempi di "fattori istituzionali" includono

la disuguaglianza economica

i cambiamenti politici

la complessità delle procedure per accedere ai servizi

i cambiamenti nel welfare

04. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, esempi di "fattori individuali" sono

il numero di alloggi pubblici disponibili e l'avere problemi di salute

mancanza di sostegno sociale e l'aumento dei costi delle case

mancanza di sostegno sociale e difficoltà ad accedere ai servizi

avere un reddito basso e aver vissuto eventi traumatici

05. La condizione in cui mancano i beni necessari che garantiscono il soddisfacimento dei bisogni primari è indicata come

povertà soggettiva

deprivazione relativa

povertà relativa

povertà assoluta

06. La condizione in cui la disponibilità delle risorse di una persona è minore di quella media della popolazione di riferimento è chiamata

stigmatizzazione

povertà relativa

povertà soggettiva

povertà assoluta

07. La condizione in cui la disponibilità delle risorse di una persona è minore di quella media della popolazione di riferimento è chiamata

povertà assoluta

stigmatizzazione

povertà soggettiva

nessuna delle opzioni fornite

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

08. Nel processo che porta alla condizione di marginalità sono coinvolti

solo fattori individuali e relazionali

fattori individuali, relazionali, istituzionali, strutturali

solo fattori individuali e istituzionali

solo fattori relazionali ed istituzionali

09. Quella di "contesti che favoriscono l'empowerment grazie a uno specifico funzionamento che promuove simultaneamente sviluppo personale, miglioramento
delle condizioni della comunità e cambiamento sociale positivo" è una buona definizione di

behavioral settings

housing first

empowering community settings

community coalitions

10. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, un esempio di "fattori istituzionali" è

il welfare

l'accesso ai servizi

le caratteristiche demografiche

lo status famigliare

11. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, esempi di "fattori individuali" includono

tutte le opzioni di risposta

aver vissuto eventi traumatici

avere problemi di salute

avere un reddito basso

12. Rispetto al tema delle condizioni di marginalità, esempi di "fattori individuali" includono

i cambiamenti nel welfare

la complessità delle procedure istituzionali

i cambiamenti politici

nessuna delle opzioni fornite

13. Descrivere i fattori coinvolti nel processo che porta alla condizione di marginalità.

14. Descrivere cosa sono gli empowering community settings e le condizioni affinchè possano essere considerati tali.

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 069
01. Gli eventi che sono di origine naturale ma la cui disastrosità è determinata dall'intervento dell'uomo sono definiti

umanistici

nessuna delle opzioni fornite

naturali

antropico naturali

02. I disastri sono quegli eventi che

influenzano le persone prese singolarmente ma non la comunità

hanno un impatto sulla collettività e ma non sono associati a reazioni collettive

nessuna delle opzioni fornite

hanno un impatto sulla collettività e sono associati a reazioni collettive a vari livelli tra cui quello emotivo, dei comportamenti, e delle azioni sociali

03. Nei disastri, da un punto di vista temporale, la fase dell'impatto è

nessuna delle opzioni fornite

il momento in cui viene definita una strategia per la ricostruzione della comunità

il lasso di tempo nel quale avviene l'evento in questione colpendo la comunità e causando danni

il momento in cui si affrontano i danni subiti

04. Nel contesto delle emergenze, a livello temporale, la fase della luna di miele è generalmente compresa

tra una settimana ed uno o due anni dopo l'evento

dai tre ai quattro anni dopo l'evento

nessuna delle opzioni fornite

tra la fine dell'evento e la settimana successiva

05. Nel contesto delle emergenze, la fase in cui ci si sente amareggiati, risentiti, arrabbiati perché l'aiuto promesso non è arrivato è stata definita fase

di disillusione

nessuna delle opzioni fornite

della luna di miele

eroica

06. Descrivere le tipologie di intervento in situazioni di emergenza.

07. Descrivere cosa si intede per eventi antropici e le relative sottocategorie in riferimento alle emergenze collettive.
Le situazioni di emergenza si presentano con caratteristiche specifiche in relazione ai contesti e alle persone che sono coinvolte; pertanto,
l'intervento psicologico si declina in relazione alle criticità individuate, alle fasi dell'emergenza.
1. Soccorso psicologico L'intervento psicologico ha come obiettivo la gestione della crisi, l'ha presa in carico degli aspetti simbolici profondi a
assi connessi. L'intervento ha lo scopo di offrire supporto alle persone colpite dagli eventi per gestire la stabilizzazione emozionale, la
preparazione necessaria affinché i superstiti possano far fronte di fatto a ciò che il prossimo futuro gli riserverà. Tecniche: defusing e debrifing
2. Interventi psicosociali Volti ad attivare strategie di coping, così come autoprotezione sia individuale che collettiva, nella popolazione colpita e
ripristinando le risorse a diversi livelli. Tiene conto dell'interdipendenza individuo-contesto. Gli interventi psicosociali possono essere attivati
nelle diverse fasi di emergenza, quindi sia in fase preventiva, sia in fase post-evento, sia in fase acuta.
3. Interventi di prevenzione e riduzione del danno Rivolti ai cittadini in modo che questi acquisiscano preventivamente determinate informazioni
su cose come agire in caso di emergenze.
4. Interventi di formazione Destinati a coloro che sono chiamati a intervenire nella gestione di un disastro e sono solitamente focalizzati sui
risvolti psicologici dovuti agli eventi traumatici, ma anche sulle strategie di coping e di problem solving.

Due tipi di eventi:


• Eventi naturali: fenomeni che si manifestano in natura (come eruzioni e terremoti) che nel loro manifestarsi
sfuggono al controllo dell'uomo. Colpiscono per la qualità dei danni, provocati sia a livello del territorio che della
popolazione a seconda dell'intensità e della portata dell'evento.
• Eventi antropici: derivano direttamente dall'azione dell'uomo e sono suddivisibili in diverse sottocategorie
- Eventi antropici dovuti a conflittualità sociopolitica (es. atti terroristici, conflitto armato): qualsiasi evento
scatenato per ottenere intenzionalmente degli effetti sul piano sociale o politico
- Eventi antropici dovuti a errori o Inadeguato utilizzo della tecnologia (es. grandi incendi, incidenti aerei,
dispersioni di sostanze tossiche)
- Eventi antropico naturali: eventi che sono sì naturali originariamente, ma che divengono disastrosi in virtù
dell'intervento dell'uomo (es. inondazioni dovute al ristringimento del letto del fiume da parte dell’uomo).

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Set Domande: PSICOLOGIA DEI GRUPPI E DI COMUNITA'
PSICOLOGIA
Docente: Massullo Chiara

Lezione 070
01. Un modo di abitare collaborativo per cui si ha una propria abitazione riservata ma si condividono i servizi è chiamato

empowerment

stigmatizzazione

cohousing

community coalition

02. Un modo di abitare collaborativo per cui si ha una propria abitazione riservata ma si condividono i servizi è chiamato

nessuna delle opzioni fornite

Cross-pollination

behavioral setting

stigmatizzazione

03. Descrivere cosa si intende per cohousing.

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