Lezione II (4_11) parte 2
Lezione II (4_11) parte 2
La cosa molto interessante secondo me, e’ che, (sono moltissimi i siti reali), anche qui c’e’ il sito della
caccia, il casino sul lago Fusaro, fatto da Vanvitelli, che e’ un luogo di caccia, ma niente a che fare
con Stupinigi, e’ una palazzina piccolina sul lago, pero’ molto interessante il fatto che molti di questi
siti affiancano alla residenza reale dei luoghi produttivi. Quindi a San Leucio abbiamo una manifattura
tessile, mentre la reggia di Carditello e’ destinata all’allevamento del bestiame, ed e’ veramente
curioso vedere come queste funzioni di rappresentanza e economiche, si fondano in un sito che, si
vede molto chiaramente, e’ proprio costruito su impronta dell’antichita’, e’ un ippodromo con i 2
obelischi che fanno da perno, ha questo andamento cosi’ allungato, con la palazzina, palazzo al
centro, e con tutta una serie di ambienti sussidiari e di stalle per l’allevamento del bestiame.
Vi vedo un po’ spaesati ragazzi di fronte a queste architetture, abitazioni ..con queste cose territoriali,
visuali. Capisco che sia un po’ disorientante rispetto a tutti i ragionamenti che abbiamo fatto
sull’architettura del ‘500/’600.. però la storia cambia, bisogna cambiare registro, e entrare in un’ottica
un po’ diversa.
Le nostre opere di riferimento per questo periodo dell’italia, che sono Superga, Caserta, l’albergo dei
poveri, ci riporteranno un po’ a delle zone un po’ piu’ comfort zone, iniziamo percio’ con la basilica di
Superga
La prima cosa da notare, dopo la sua posizione, e’ il fatto che la Basilica di Superga
si caratterizza per una chiarezza di volumi veramente esemplare.abbiamo questo
grande pronao d’ingresso (molto profondo, quasi come quello del pantheon) e
abbiamo questo corpo circolare della chiesa che quasi non si vede perche’ e’
strettamente collegato, sembra far parte del monastero, che sta alle spalle della
chiesa e che e’ questo grande complesso con un grande cortile centrale. La chiesa
centrale e’ alla fine segnalata praticamente sola dalla cupola. Una cupola molto alta,
molto slanciata, con un tamburo che richiama un po’ quelle che abbiamo visto a
Roma, con le colonne binate, con la trabeazione cosi’ michelangiolesca, e poi un
secondo tamburo piu’ piccolo, aperto da finestre e una calotta che e’ leggermente
rialzata.
Perché sottolineo così tanto questa cosa dei volumi? Perche’ Juvarra
ragiona proprio cosi’, c’e’ un disegnino, foglietto piccolino, in cui comincia a
ragionare sulla Chiesa, e pensa bene, c’e’ la collina, metto la Chiesa sulla collina e il
monastero lo affianco piu’ in basso, a un livello secondo. E poi invece ci ripensa e il
monastero passa dietro, Chiesa e monastero diventano tutt’uno e si vede benissimo cio’ anche nella
facciata, perche’ la facciata e’ allo stesso tempo facciata della Chiesa e facciata del monastero (poi il
monastero ha 2 ingressi laterali, molto nobili, sempre disegnate dallo Juvarra). C’e’ quindi questo
cambiamento fondamentale nella posizione degli elementi principali del progetto, che e’ seguito da
una serie di riflessioni sull’aspetto di queste fabbriche.
Il bellissimo modello ligneo del 1716 ci fa vedere una soluzione in cui la chiesa
ancora si vede, anche se abbastanza integrata nel complesso del monastero,
questo perche’ sporge con un pronao schiacciato appena appena avanzato, e
quindi questo corpo cilindrico della Chiesa mantiene una sua identificabilita’,
identita’, rispetto al monastero.
La cupola e’ molto alta, questo perché l’idea di fondo e’ di mostrare questa
cupola da lontano, di fargli una specie di faro, di elemento centrale, quindi primo
tamburo, secondo tamburo e calotta, con naturalmente lanterna. I campanili,
come nell’edificio realizzato, sono posizionati ai lati della facciata del monastero,
e sempre in modo ambiguo, non si capisce se faccia parte o meno della Chiesa.
E’ tutto un gioco di sintesi e integrazione delle parti, per cui non e’ possibile
separare una cosa dall’altra.
La pianta della Chiesa e’ una pianta circolare centrale, con dei pilastri disposti ad ottagono
che però non compongono un ottagono regolare perché gli assi maggiori sono più ampi e quelli
diagonali più stretti.
c'è una cappella maggiore con l’altare maggiore sul fondo, affiancata da altre cappelle minori,
sacrestie etc..
Questa pianta e’ molto simile a quella che Juvarra aveva presentato all’Accademia
di San Luca nel 1707 come omaggio accademico (nel momento in cui era entrato
come membro dell’Accademia).
Molto simile perche’ ci presenta tanti elementi che ricorrono: pianta ottagonale, con
assi maggiori e diagonali distinti, i due campanili che inquadrano la cupola, la
cupola stessa che ha un tamburo con delle edicole, al posto delle colonne, la
calotta forata dalle aperture alla base.
E questo disegno e’ interessante perche’ esiste una fase di progetto di questo
disegno, in cui J. gioca come se fossero dei lego, spostando elementi sulla pianta,
perche’ il risultato deve essere un organismo con tutte le parti integrate. Quindi i campanili che prima
erano pensati avanzati sulle diagonali a inquadrare la Chiesa, si spostano sull’asse maggiore a
diventare degli elementi laterali a inquadrare il corpo di fabbrica della Chiesa che avanza.
Opera che si propone l'obiettivo irrealizzabile, cioe’ quello di eliminare la poverta’. E’ un’opera che si
inserisce in un lunghissimo processo che parte dal ‘500, di assistenza ai poveri.
Assistenza ai poveri che avviene lungo 2 filoni principali: quello della Chiesa, poveri come immagine
di Cristo, degni di essere assistiti, e anche da quello delle istituzioni civili, perche’ nel corso del ‘600 e
soprattutto del ‘700, il povero assume anche un’altra caratteristica, povero come pericolo, come
elemento di disturbo della societa’, come soggetto che non rientra nella societa’, quindi le istituzioni
civili, che fino ad adesso hanno seguito principalmente la linea ecclesiastica, a partire dal ‘600/700
assumono un po’ il controllo, in Italia ma anche in Francia. A Torino proprio alla meta’ del ‘600 si
istituisce un albergo dei poveri, albergo nel senso proprio di luogo in cui far abitare i poveri, dove farli
Quello di Napoli si distingue dagli altri per complessita’ e dimensioni, perche’ la povertà nel territorio
Napoletano e’ consistente, e questo edificio e’ pensato quindi come luogo in cui rinchiudere i poveri,
educarli e rimetterli nella societa’. Per cosa passa l’educazione dei poveri? Educazione come
inserimento nella societa’, passa anche questa per 2 vie: un’educazione religiosa, considerata
essenziale per il buon vivere in societa’, e un avviamento professionale, dove i poveri sono istruiti in
una attivita’ (tessitura o manifatture), a Napoli si favoreggia di manifatture di vario tipo e l’economia e’
un aspetto non trascurabile dell’architettura del ‘700.
Grandi edifici questi alberghi dei poveri, che nascono in varie citta’ d’Italia, in cui le frange piu’ deboli
della popolazione sono rinchiuse, private della propria liberta’, ma con
l’obbiettivo di reinserirli in una collocazione che sia piu’ facilmente
controllabile (lavoro, famiglia, messa, bravi cittadini).
SECONDA VERSIONE:
(Domanda: “Lei ha detto che c’e’ una separazione tra uomini e donne, ma le famiglie venivano
separate o esistevano degli spazi appositi? Risposta: Non credo, penso venissero separati, non lo so
sinceramente, non credo neanche sia tanto facile stabilirlo, nel senso che dovete tenere conto che noi
abbiamo delle informazioni molo indirette su queste pratiche, sappiamo come funziona la macchina,
abbiamo magari registri delle spese, ma e’ molto difficile sapere esattamente chi viene rinchiuso e
come, non e’ un carcere quindi non ci sono dei processi giudiziari, pero’ suppongo venissero separati
molto tranquillamente. Domanda molto interessante però fatta con un’ottica molto attuale. Sono un
po’ imbarazzata perche’ piccola parentesi personale, il mio dottorato di ricerca e’ sugli alberghi dei
poveri, nel senso che ve ne posso raccontare 50mila pero’ per esempio questo aspetto, anche della
letteratura dei poveri, non salta fuori, perche’ noi di loro non ne sappiamo niente, tutto quello che
possiamo dire e’ visto dalla parte dell’autorita’.”)
la Chiesa, posizionata quindi dentro il cortile, non mi aiuta più a definire il prospetto.
Il prospetto rimane quindi centrato su 2 elementi fondamentali: la scala, perche’ il cortile e la Chiesa
sono a un livello superiore rispetto alla strada, e questo grande atrio a 3 arcate, a 3 fornici, come
segno di accoglienza all’interno dell’edificio, non solo i poveri, ma anche i benefattori, i poveri sono
poi indirizzati dentro questo atrio dal re e dalla regina, il re indica la strada agli uomini e la regina alle
donne, mentre i poveri vengono smistati da questa grande macchina di redenzione sociale, civile etc..
Architettonicamente Fuga fa una scelta molto interessante, cioe’ quella di lasciare la facciata con una
serie di aperture, che sono dei buchi fondamentalmente, che vengono scanditi da questa specie di
piccolo risalto, che non e’ un vero e proprio ordine, parasta, ma questi risalti, che almeno nella parte
centrale della Chiesa, differenziano quella parte dagli altri cortili dove invece non c’e’ proprio niente,
solo la funzione, solo finestre e muro. Adesso si vede un po’ male perché è tutto bianco e con la luce
di Napoli il risultato e’ quello di perdere questi giochi di chiaroscuro.
che viene incaricato a un certo punto di costruire all’interno del Colosseo una
Chiesa, Tempio dei martiri cristiani, ma si pensava addirittura di trasformare il
colosseo anche quello in un’opera di carita’, cioe’ in un’opera per i poveri.. lo so
che vi vengono i brivide e fate dei risolini un po’ nervosi di fronte a questo
progetto, ma state tranquilli, non lo hanno fatto, ma ne hanno pensati tanti cosi’ ed
era anche una cosa meno irriverente di quanto uno possa pensare, anche perche’
Carlo, che ‘e tanto bravo, fa un progetto bellissimo, di questa Chiesa a pianta
centrale circolare, che diventa poi anche modello
per altri suoi interventi in Spagna etc..
vedete siamo molto, molto, legati in questi anni alla pianta centrale