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Lezione II (4_11) parte 2

La lezione esplora l'importanza di architetture storiche come la Basilica di Superga e l'Albergo dei Poveri, evidenziando come queste strutture integrino funzioni di rappresentanza e assistenza sociale. La Basilica, progettata da Juvarra, si distingue per la sua chiarezza volumetrica e l'integrazione con il monastero, mentre l'Albergo dei Poveri di Napoli rappresenta un tentativo di affrontare la povertà attraverso un'architettura che promuove l'educazione e il reinserimento sociale. Entrambi i progetti riflettono le sfide e le innovazioni architettoniche del '700 in Italia.

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Lezione II (4_11) parte 2

La lezione esplora l'importanza di architetture storiche come la Basilica di Superga e l'Albergo dei Poveri, evidenziando come queste strutture integrino funzioni di rappresentanza e assistenza sociale. La Basilica, progettata da Juvarra, si distingue per la sua chiarezza volumetrica e l'integrazione con il monastero, mentre l'Albergo dei Poveri di Napoli rappresenta un tentativo di affrontare la povertà attraverso un'architettura che promuove l'educazione e il reinserimento sociale. Entrambi i progetti riflettono le sfide e le innovazioni architettoniche del '700 in Italia.

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Sbobina lezione

La cosa molto interessante secondo me, e’ che, (sono moltissimi i siti reali), anche qui c’e’ il sito della
caccia, il casino sul lago Fusaro, fatto da Vanvitelli, che e’ un luogo di caccia, ma niente a che fare
con Stupinigi, e’ una palazzina piccolina sul lago, pero’ molto interessante il fatto che molti di questi
siti affiancano alla residenza reale dei luoghi produttivi. Quindi a San Leucio abbiamo una manifattura
tessile, mentre la reggia di Carditello e’ destinata all’allevamento del bestiame, ed e’ veramente
curioso vedere come queste funzioni di rappresentanza e economiche, si fondano in un sito che, si
vede molto chiaramente, e’ proprio costruito su impronta dell’antichita’, e’ un ippodromo con i 2
obelischi che fanno da perno, ha questo andamento cosi’ allungato, con la palazzina, palazzo al
centro, e con tutta una serie di ambienti sussidiari e di stalle per l’allevamento del bestiame.

Vi vedo un po’ spaesati ragazzi di fronte a queste architetture, abitazioni ..con queste cose territoriali,
visuali. Capisco che sia un po’ disorientante rispetto a tutti i ragionamenti che abbiamo fatto
sull’architettura del ‘500/’600.. però la storia cambia, bisogna cambiare registro, e entrare in un’ottica
un po’ diversa.

Le nostre opere di riferimento per questo periodo dell’italia, che sono Superga, Caserta, l’albergo dei
poveri, ci riporteranno un po’ a delle zone un po’ piu’ comfort zone, iniziamo percio’ con la basilica di
Superga

❖ Basilica di Superga (progettata tra 1715-1717)


Va inquadrata in tutto quello che abbiamo detto su Torino, ma va vista anche come opera
architettonica che dà una versione nuova all’eredita’ del passato. Superga come un punto di
riferimento per tutti gli architetti del ‘700, delle grandi maestranze del ‘500 fondendosi in qualcosa di
inedito con le novita’ del secolo precedente.
E’ una basilica decretata dopo l’assedio di Torino del 1706, basilica votiva, perché questo assedio
garantisce ed è quello da cui parte tutta la trafila che porta il ducato dei Savoia reale.
Progettata a grosso modo tra 1715-1717, conclusa al grosso nel 1726, ma ancora seguita da Juvarra
fino alla sua partenza per Madrid (dove morira’) anche negli anni successivi.

La prima cosa da notare, dopo la sua posizione, e’ il fatto che la Basilica di Superga
si caratterizza per una chiarezza di volumi veramente esemplare.abbiamo questo
grande pronao d’ingresso (molto profondo, quasi come quello del pantheon) e
abbiamo questo corpo circolare della chiesa che quasi non si vede perche’ e’
strettamente collegato, sembra far parte del monastero, che sta alle spalle della
chiesa e che e’ questo grande complesso con un grande cortile centrale. La chiesa
centrale e’ alla fine segnalata praticamente sola dalla cupola. Una cupola molto alta,
molto slanciata, con un tamburo che richiama un po’ quelle che abbiamo visto a
Roma, con le colonne binate, con la trabeazione cosi’ michelangiolesca, e poi un
secondo tamburo piu’ piccolo, aperto da finestre e una calotta che e’ leggermente
rialzata.
Perché sottolineo così tanto questa cosa dei volumi? Perche’ Juvarra
ragiona proprio cosi’, c’e’ un disegnino, foglietto piccolino, in cui comincia a
ragionare sulla Chiesa, e pensa bene, c’e’ la collina, metto la Chiesa sulla collina e il
monastero lo affianco piu’ in basso, a un livello secondo. E poi invece ci ripensa e il
monastero passa dietro, Chiesa e monastero diventano tutt’uno e si vede benissimo cio’ anche nella
facciata, perche’ la facciata e’ allo stesso tempo facciata della Chiesa e facciata del monastero (poi il
monastero ha 2 ingressi laterali, molto nobili, sempre disegnate dallo Juvarra). C’e’ quindi questo
cambiamento fondamentale nella posizione degli elementi principali del progetto, che e’ seguito da
una serie di riflessioni sull’aspetto di queste fabbriche.

Il bellissimo modello ligneo del 1716 ci fa vedere una soluzione in cui la chiesa
ancora si vede, anche se abbastanza integrata nel complesso del monastero,
questo perche’ sporge con un pronao schiacciato appena appena avanzato, e
quindi questo corpo cilindrico della Chiesa mantiene una sua identificabilita’,
identita’, rispetto al monastero.
La cupola e’ molto alta, questo perché l’idea di fondo e’ di mostrare questa
cupola da lontano, di fargli una specie di faro, di elemento centrale, quindi primo
tamburo, secondo tamburo e calotta, con naturalmente lanterna. I campanili,
come nell’edificio realizzato, sono posizionati ai lati della facciata del monastero,
e sempre in modo ambiguo, non si capisce se faccia parte o meno della Chiesa.
E’ tutto un gioco di sintesi e integrazione delle parti, per cui non e’ possibile
separare una cosa dall’altra.

Questo primo progetto viene poi modificato


cosi’

la chiesa non e’ che si sposti di molto, ma l’inserimento di questo


pronao mette tutto in discussione

Da notare anche i tratti delle murature dei campanili (piu’ spesse e


piu’ pesanti) siano molto simili alle murature della Chiesa → quindi
questa parte del complesso monastico si legge quasi piu’
facilmente in pianta come la facciata della chiesa, anche se poi
all’aspetto sembra la facciata del convento

Notiamo anche come i percorsi, prima insistevo tanto sulle visuali,


le visuali si modifichino, si determinino, si influenzano a partire dai
percorsi, e quindi sono molto importanti anche le scale che
circondano la basilica, sono importanti perche’ non e’ che io posso arrivare da dove mi pare, o salgo
da davanti o salgo di lato, e comunque questo elemento del pronao diventa un elemento perno di
tutta la Chiesa.

La pianta della Chiesa e’ una pianta circolare centrale, con dei pilastri disposti ad ottagono
che però non compongono un ottagono regolare perché gli assi maggiori sono più ampi e quelli
diagonali più stretti.
c'è una cappella maggiore con l’altare maggiore sul fondo, affiancata da altre cappelle minori,
sacrestie etc..

Questa pianta e’ molto simile a quella che Juvarra aveva presentato all’Accademia
di San Luca nel 1707 come omaggio accademico (nel momento in cui era entrato
come membro dell’Accademia).
Molto simile perche’ ci presenta tanti elementi che ricorrono: pianta ottagonale, con
assi maggiori e diagonali distinti, i due campanili che inquadrano la cupola, la
cupola stessa che ha un tamburo con delle edicole, al posto delle colonne, la
calotta forata dalle aperture alla base.
E questo disegno e’ interessante perche’ esiste una fase di progetto di questo
disegno, in cui J. gioca come se fossero dei lego, spostando elementi sulla pianta,
perche’ il risultato deve essere un organismo con tutte le parti integrate. Quindi i campanili che prima
erano pensati avanzati sulle diagonali a inquadrare la Chiesa, si spostano sull’asse maggiore a
diventare degli elementi laterali a inquadrare il corpo di fabbrica della Chiesa che avanza.

I modelli usati da J. sono sicuramente la


”Sant’Agnese” di Borromini e Rainaldi in Piazza
Navona, per l’impianto molto simile sia al dono
accademico del 1707 sia al’impianto di Superga, vi
faccio notare i pilastri con le cappelle sulle
diagonali e gli assi maggiori etc..ma anche questa
idea di continuitia’, di Chiesa che fa da parte di una
scenografia piu’ complessa, con la facciata e i 2
campanili esattamente come avviene a Superga.

Qui abbiamo una sezione di Superga e una vista dell’interno, perche’ ci


permette di vedere come questa cupola quasi a 2 tamburo, abbia in realta’ una
doppia calotta, una esterna piu’ alta e una interna piu’ bassa,
e’ una cupola cassettonata con una serie di costoloni pero’
(richiama Bernini), che rimandano a questo ordine gigante
dell’interno, che arriva dal piano di calpestio dell’aula
maggiore fino alla cornice di imposta della cupola

❖ Albergo dei poveri

Opera che si propone l'obiettivo irrealizzabile, cioe’ quello di eliminare la poverta’. E’ un’opera che si
inserisce in un lunghissimo processo che parte dal ‘500, di assistenza ai poveri.
Assistenza ai poveri che avviene lungo 2 filoni principali: quello della Chiesa, poveri come immagine
di Cristo, degni di essere assistiti, e anche da quello delle istituzioni civili, perche’ nel corso del ‘600 e
soprattutto del ‘700, il povero assume anche un’altra caratteristica, povero come pericolo, come
elemento di disturbo della societa’, come soggetto che non rientra nella societa’, quindi le istituzioni
civili, che fino ad adesso hanno seguito principalmente la linea ecclesiastica, a partire dal ‘600/700
assumono un po’ il controllo, in Italia ma anche in Francia. A Torino proprio alla meta’ del ‘600 si
istituisce un albergo dei poveri, albergo nel senso proprio di luogo in cui far abitare i poveri, dove farli

Quello di Napoli si distingue dagli altri per complessita’ e dimensioni, perche’ la povertà nel territorio
Napoletano e’ consistente, e questo edificio e’ pensato quindi come luogo in cui rinchiudere i poveri,
educarli e rimetterli nella societa’. Per cosa passa l’educazione dei poveri? Educazione come
inserimento nella societa’, passa anche questa per 2 vie: un’educazione religiosa, considerata
essenziale per il buon vivere in societa’, e un avviamento professionale, dove i poveri sono istruiti in
una attivita’ (tessitura o manifatture), a Napoli si favoreggia di manifatture di vario tipo e l’economia e’
un aspetto non trascurabile dell’architettura del ‘700.
Grandi edifici questi alberghi dei poveri, che nascono in varie citta’ d’Italia, in cui le frange piu’ deboli
della popolazione sono rinchiuse, private della propria liberta’, ma con
l’obbiettivo di reinserirli in una collocazione che sia piu’ facilmente
controllabile (lavoro, famiglia, messa, bravi cittadini).

L’albergo dei poveri di Napoli e’ questa sberla di edificio, da notare la


scala dell'edificio rispetto alla citta’, e le sue dimensioni sono una
caratteristica che risulta dalla particolare organizzazione di questi
istituti.

le premesse istituzionali per questa operazione, sempre secondo la


Francia che fa da traino di questa grande reclusione dei poveri, inizia
con una commissione istituita nel 1751, che incarica Ferdinando Fuga, (arrivato a Napoli qualche
anno prima nel 1748) di mettere a punto il programma di questo istituto, programma che deve essere
ricalcato dall’edificio, perche’ il programma funziona solo se l'edificio permette l’esercizio di tutte
queste funzioni.
Il caso di Napoli, e’ un caso abbastanza particolare perche’ l’organizzazione di questa opera
assistenziale e’ data, affidata, alla persona che progetta l’edificio, quindi una strettissima relazione tra
programma e architettura.

In questa foto aerea vediamo un edificio composto da 3


cortili, un cortile centrale e 2 laterali

progetto iniziale prevedeva perfino 5 cortili

edificio molto difficile da controllare alla scala edilizia


architettonica, una sfida per tutta l’architettura di questi
anni

Ma per arrivare a questa soluzione, Fuga parte da un


primo progetto con un impianto completamente diverso

parte da un progetto con pianta quadrata divisa a sua


volta in 4 cortili minori, con la Chiesa posizionata al
centro della facciata principale. Perche’ Fuga parte da
questo impianto? Perche’ questo e’ l’impianto di quasi
tutti gli alberghi dei poveri precedenti e soprattutto e’
l’impianto degli ospedali, ospedali da pensare al
‘400-500 come dei luoghi non tanto di cura medica,
quanto dei luoghi di assistenza, anche assistenza alla
povertà. Parte da un impianto tradizionale, anche perché
inizialmente l'edificio non era pensato per essere
posizionato li’, ma in basso, sul porto.
La posizione edificio nel contesto urbano e’ una questione importante. Si colloca sempre in periferia,
solo che attualmente e’ una periferia verso la strada che porta all’entroterra, in quello originale e’
invece una periferia verso il mare e porto, quindi in quella situazione li’, Fuga poteva contare su un
terreno che gli permetteva di inserire un impianto di questo tipo. Mentre questo impianto originale
non avrebbe funzionato dove e’ posizionata adesso, perche’ e’ un terreno più ripido e scosceso.
Ma ci sono anche ragioni sicuramente legate al ruolo che la Chiesa deve avere dentro il sistema
istituzionale, cioe’ dentro le attivita’ dell’albergo, qui, come vedete, la Chiesa e’ posizionata sulla
facciata, e naturalmente la facciata e’ definita dalla Chiesa stessa. Quindi siamo in una situazione in
cui l’edificio ha delle dimensioni grandi, ma controllabili, e tutto sommato, la Chiesa puo’ risolvere
anche la questione del prospetto, cosi’ come avveniva esattamente negli esempi '500-600 eschi di
ospizi, che, quasi sempre avevano la Chiesa al centro e 2 zone separate ai lati della Chiesa, perché
da un lato stanno gli uomini e dall’altro le donne.
Anche in questo assetto donne e uomini ovviamente sono separati, ma visto che questi
alberghi di ricovero sono dei luoghi di raccolta ecumenici, cioe’ racchiudono in se’ anche altre
istituzioni, per esempio quella destinata agli orfani, alle vedove, alle donne in pericolo di perdere la
loro virtu’ etc.. questi edifici si propongono un’assistenza universale e le categorie degli assisti sono
molto piu’ articolate, non solo per sesso ma anche per eta’, problematiche particolari etc..
C’e’ un’articolazione molto complessa della popolazione che deve essere garantita da spazi adeguati
a gestire le persone (all’Albergo dei poveri di Napoli ci stanno 1500 persone, sono villaggi, piccoli
paesi ). E quindi immaginatevi questo sistema di separazione, più i luoghi di lavoro, naturalmente
separati, luoghi di refettorio, di servizio, luoghi per tutto il personale che gestisce questi reclusi.. quindi
sono edifici di una complessita’ pazzesca, e quindi capite anche perche’ Fuga deve portare avanti
parallelamente l’organizzazione istituzionale e quella degli spazi.

Non vi sembra un po’ strana questa pianta come Chiesa?


Accidenti se e’ strana, soprattutto se tenete conto che l'altare
maggiore e’ sulla facciata, e non siamo in Inghilterra, non è
Inigo Jones, perche’? Perché anche nel momento in cui i
poveri assistono alla funzione religiosa, i poveri devono stare
separati. Quindi vedete qui a sinistra come questa Chiesa sia
una sorta di ibrido tra Chiesa e teatro, perche’ da ogni piano ci
sono come dei ballatoi sulla navata, che permettono agli
abitanti dei vari livelli di non dover scendere e mescolarsi tutti
nella navata, ma di assistere separatamente su vari livelli alla
funzione religiosa. La navata era riservata, suppongo, a chi
lavori all’albergo,e quindi le sue autorita’, e naturalmente ai
suoi benefattori (perche’ lo Stato paga), ma chiaramente queste opere sono opere che richiedono una
quantita’ di denaro spaventosa, per cui sempre molto piu’ importanti i benefattori che vengono a
sostenere l’opera.

SECONDA VERSIONE:

seconda versione, quella rappresentata dalla


pianta del duca di Noja, cambia tutto, i cortili si
dispongono uno in successione all’altro e la
Chiesa, al centro, occupa un intero cortile, non ha
una pianta riconoscibile e tanto definita, ma, e’ una
pianta che appunto, riporta le stesse problematiche
che dicevamo per la Chiesa del primo progetto,
cioe’, che lega queste varie navate a uno spazio
centrale, dove c’e’ l’altare, dove si celebra la funzione, ma queste navate, sempre a croce di
Sant’Andrea, (stessa pianta della palazzina a Stupinigi), queste navate sono collegate da scale e
collegate poi sempre con una serie di ballatoi a tutti i piani dell’edificio, cosicché si possa partecipare
indipendentemente alle funzioni.

(Domanda: “Lei ha detto che c’e’ una separazione tra uomini e donne, ma le famiglie venivano
separate o esistevano degli spazi appositi? Risposta: Non credo, penso venissero separati, non lo so
sinceramente, non credo neanche sia tanto facile stabilirlo, nel senso che dovete tenere conto che noi
abbiamo delle informazioni molo indirette su queste pratiche, sappiamo come funziona la macchina,
abbiamo magari registri delle spese, ma e’ molto difficile sapere esattamente chi viene rinchiuso e
come, non e’ un carcere quindi non ci sono dei processi giudiziari, pero’ suppongo venissero separati
molto tranquillamente. Domanda molto interessante però fatta con un’ottica molto attuale. Sono un
po’ imbarazzata perche’ piccola parentesi personale, il mio dottorato di ricerca e’ sugli alberghi dei
poveri, nel senso che ve ne posso raccontare 50mila pero’ per esempio questo aspetto, anche della
letteratura dei poveri, non salta fuori, perche’ noi di loro non ne sappiamo niente, tutto quello che
possiamo dire e’ visto dalla parte dell’autorita’.”)

la Chiesa, posizionata quindi dentro il cortile, non mi aiuta più a definire il prospetto.
Il prospetto rimane quindi centrato su 2 elementi fondamentali: la scala, perche’ il cortile e la Chiesa
sono a un livello superiore rispetto alla strada, e questo grande atrio a 3 arcate, a 3 fornici, come
segno di accoglienza all’interno dell’edificio, non solo i poveri, ma anche i benefattori, i poveri sono
poi indirizzati dentro questo atrio dal re e dalla regina, il re indica la strada agli uomini e la regina alle
donne, mentre i poveri vengono smistati da questa grande macchina di redenzione sociale, civile etc..

Architettonicamente Fuga fa una scelta molto interessante, cioe’ quella di lasciare la facciata con una
serie di aperture, che sono dei buchi fondamentalmente, che vengono scanditi da questa specie di
piccolo risalto, che non e’ un vero e proprio ordine, parasta, ma questi risalti, che almeno nella parte
centrale della Chiesa, differenziano quella parte dagli altri cortili dove invece non c’e’ proprio niente,
solo la funzione, solo finestre e muro. Adesso si vede un po’ male perché è tutto bianco e con la luce
di Napoli il risultato e’ quello di perdere questi giochi di chiaroscuro.

La Chiesa si presenta oggi cosi’, non perche’ sia stata bombardata, ma


perche’ non fu mai finita di costruire.

Interessante, perche’ ci si aspetta che la prima cosa da realizzare in


un’opera come questa sia la Chiesa, e invece no, prime realizzazioni
sono le manifatture, dalle quali si spera anche di avere un ritorno
economico per l’istituzione, e poi la Chiesa

Chiesa che ha comunque 2 riferimenti principali, modelli:

Michelangelo, progetto per San Giovanni dei Fiorentini

l’impianto molto simile, sempre una Chiesa centrale, su impianto ottagonale


regolare, con questi elementi, le grandi navate che entrano
Tutti hanno un po’ origine dentro il progetto di Michelangelo dei Fiorentini, che sono ripresi però
anche da Carlo Fontana.. abbiamo visto l’altra volta chi e’ chi non e’

Carlo Fontana, anfiteatro Flavio

che viene incaricato a un certo punto di costruire all’interno del Colosseo una
Chiesa, Tempio dei martiri cristiani, ma si pensava addirittura di trasformare il
colosseo anche quello in un’opera di carita’, cioe’ in un’opera per i poveri.. lo so
che vi vengono i brivide e fate dei risolini un po’ nervosi di fronte a questo
progetto, ma state tranquilli, non lo hanno fatto, ma ne hanno pensati tanti cosi’ ed
era anche una cosa meno irriverente di quanto uno possa pensare, anche perche’
Carlo, che ‘e tanto bravo, fa un progetto bellissimo, di questa Chiesa a pianta
centrale circolare, che diventa poi anche modello
per altri suoi interventi in Spagna etc..

vedete siamo molto, molto, legati in questi anni alla pianta centrale

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