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2 - materiali a base di argilla

I materiali ceramici, ottenuti dalla cottura di argille, presentano diverse proprietà come la lavorabilità, l'assorbimento e la restituzione dell'umidità, e l'inerzia termica. I prodotti derivati includono laterizi, terracotte, maioliche e gres porcellanato, ciascuno con specifiche applicazioni in edilizia. Il processo produttivo del laterizio comprende fasi di estrazione, preparazione, formatura, essiccazione e cottura, con diverse classificazioni basate sulla percentuale di foratura e le dimensioni.

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2 - materiali a base di argilla

I materiali ceramici, ottenuti dalla cottura di argille, presentano diverse proprietà come la lavorabilità, l'assorbimento e la restituzione dell'umidità, e l'inerzia termica. I prodotti derivati includono laterizi, terracotte, maioliche e gres porcellanato, ciascuno con specifiche applicazioni in edilizia. Il processo produttivo del laterizio comprende fasi di estrazione, preparazione, formatura, essiccazione e cottura, con diverse classificazioni basate sulla percentuale di foratura e le dimensioni.

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I MATERIALI A BASE DI ARGILLA

Con “materiali ceramici” si intendono solitamente tutti i prodotti ottenuti dalla cottura di argille. E’ un
materiale estremamente povero ricavabile in diverse cave italiane.
Diverse proprietà:
- Materiale facilmente lavorabile e plasmabile
Riesce ad assorbire molta acqua, fino al 70% del proprio peso.
- Riesce a restituire anche molta umidità: assorbe l’acqua e la restituisce all’esterno.
- Elevata inerzia termica: frenare l’onda termica (raggio di sole che attraversa il laterizio) che attraversa
il materiale
- Ottima traspirabilità della muratura: collegata alla capacità di cedere facilmente l’acqua.
- Evita la formazione di muffe
- Trattiene polveri e neutralizza gli odori.

La cottura dell’impasto costituito da argilla e acqua consente la realizzazione di una serie diversa di prodotti
che trovano differenti applicazioni in edilizia. I parametri da considerare per l’impasto a base di argilla sono:
- Costituenti mineralogici dell’argilla
- Impurezze dell’argilla
- Temperatura di cottura
- Plasticità̀ dell’impasto
- Composizione granulometrica dell’argilla

In relazione alla variazione di questi parametri si possono ottenere diversi prodotti quali:
- Prodotti a pasta porosa colorata
o Laterizi: sono le terracotte più fini, prodotti industrialmente, di forma prestabilita e usati in
edilizia con molte funzioni. Colore rosso aranciato.
o Terracotte: vengono cotti con forme diverse rispetto a quelle dei laterizi, e utilizzano
un’argilla di più bassa qualità e per tanto non è destinata ad usi costruttivi. Ottenuti mediante
cottura a circa 800°C. Sono caratterizzate da alta stabilità, leggerezza (grazie alla porosità) e
particolare resistenza all’uso.
o Maioliche: Terraccote con una superficie riccamente decorata, rivestite con dei materiali
impermeabili (rivestimento simil vetro, molto lucido, sopra il quale si possono fare delle
decorazioni). Le piastrelle in maiolica vengono rivestite a caldo da uno smalto impermeabile,
oppure verniciate al fine di fornire l'effetto vetrificato. Spesso utilizzate nei bagni e nelle
cucine.
o Faenze: usati per piccoli oggetti decorativi e non. Si tratta di terracotte/maioliche in cui il
rivestimento è trasparente e applicato direttamente sulla terracotta.
- Prodotti a pasta porosa bianca
o Terraglie: virano sempre su un colore bianco sporco. Superficiamente ricoperti di
rivestimento vetroso trasparente destinati a diversi usi.
o Gres Porcellanato: Deriva dalla cottura dell’impasto arigilloso ad una temperatura compresa
tra 1200°C e 1350°C (anche 14000), temperatura così elevata perché hanno la necessità di
avere una resistenza maggiore. Finitura per i pavimenti, ma anche rivestimenti verticali.
L’obbiettivo è sempre quello di realizzare una rivestitura estremamente compatta, può avere
anche dei colori diversi. Resiste molto bene agli urti.
o Porcellane: fragilità causata dallo spessore esiguo del materiale.
o Clinker: ibrido, non è né un legante né un prodotto argilloso. Materiale intermedio che deriva
dall’argilla cotta ad altissime temperature serve come base per la realizzazione del cemento.
Quando viene cotta l’argilla con l’acqua, crea minuscole palline che sono alla base per la
costruzione del cemento armato. Colore grigiolino.
- Prodotti a pasta compatta
o Gres Fini
o Porcellane

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IL LATERIZIO

Uno dei materiali più diffusi a livello storico insieme alla pietra. In alcuni materiali sottosviluppati l’argilla
viene ancora usata senza la sua cottura, definiti come mattoni di argilla crudi: la miscela di acqua e argilla
da cui nasce il laterizio viene lasciata essiccare al sole. I romani cominciano a sistematizzare a un processo
produttivo, capiscono che per rendere il laterizio resistente bisogna cuocerlo ad alte temperature.
Utilizzavano il laterizio come materiale di finitura, prevalentemente per rivestimento superficiale o per le
ossature di rinforzo per le grandi masse di calcestruzzo.
Ma usavano anche l’opus cementizio: l’antenato del cemento → capiscono che per avere una muratura
resistente bisognava avere anche un materiale che resistesse a compressione, dunque realizzano una miscela.
Usati come paramento esterno.

Descrizione dell’opus cementizio di Giovan Battista Piranesi: esterno in laterizio, mentre il paramento interno
viene realizzato in opus cementizio. All’interno si ha una muratura irregolare, alternata a volte con corsi di
mattoni, molta malta.

I processi produttivi
La fase di lavorazione dei prodotti ceramici è varia a seconda del tipo di prodotto finale che si vuole ottenere.
A differenza del materiale lapideo, il laterizio necessita di un processo produttivo standard.
Limitando la trattazione alla sola produzione del laterizio si possono distinguere diverse fasi relative alle
diverse destinazioni d’uso:
1. Laterizi per murature
2. Laterizi per solai
3. Laterizi per coperture
4. Laterizi per pavimenti e rivestimenti

Il processo produttivo del mattone pieno prevede alcune fasi fondamentali:


1. Estrazione delle materie prime: si estrae l’argilla dalla cava
2. Preparazione dell’impasto: setacciatura dei diversi tipi di
argilla (a seconda della profondità della cava può avere diverse
costituzioni, che possono alterare l’impasto). Subisce poi
processi di raffinazione, bagnatura e miscelazione poiché è
ancora poco omogenea.
3. Formatura: si utilizza una mattoniera (stampo) dove l’argilla
viene estrusa attraverso una filiera, ovvero pressata e fatta
uscire un orifizio che ha la sezione del pezzo che si vuole
produrre. Poi un’apposita taglierina suddivide il filone nei
singoli mattoni.
4. Essicazione: la pasta è ancora umida, dunque subisce questo
processo, essenziale: il mattone deve perdere una certa dose di
umidità, altrimenti l’evaporazione sarebbe troppo rapida e
altera la qualità meccanica del mattone. Essiccatoi artificiali,
stanze a umidità e temperatura controllata in cui vengono
riscaldati ad una temperatura abbastanza bassa.
5. Cottura: avviene in un forno orizzontale detto tunnel (stretto e
lungo); la temperatura è elevatissima
→ il mattone esce ed è pronto per l’imballaggio.

Classificazione dei laterizi:


- Mattoni: prodotti di forma generalmente parallelepipeda con un volume minore o uguale a 5500 cm3
- Blocchi: prodotti di laterizio generalmente di forma parallelepipeda con un volume maggiore a 5500
cm3. Possono essere a fori orizzontali o verticali rispetto al piano d’appoggio
- Mattoni e blocchi da rivestimento: prodotti di laterizio generalmente di forma parallelepipeda,
comunemente chiamati mattoni a faccia vista; destinati per quelle coperture che si vogliono lasciare a
faccia vista.
- Pezzi complementari speciali o di corredo: sottomultipli, mazzette etc.

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La percentuale di foratura dell’elemento è espressa dal rapporto percentuale di foratura ovvero F/A:
- A = Area della superfice ortogonale alla direzione dei fori (faccia inferiore + faccia interiore)
- F = somma delle aree dei fori passanti e non passanti compresi nell’area A.

Riguardo alla percentuale di foratura, vengono così classificati ulteriormente mattoni e blocchi:
- Mattoni Pieni: F/A ≤ 15%
- Mattoni e Blocchi semipieni di tipo A: 15% < F/A < 45%
- Mattoni e Blocchi semipieni di tipo B: 45% < F/A < 55%
- Mattoni e Blocchi forati: F/A > 55%
- Blocchi alleggeriti: viene aggiunto nell’impasto di cottura il polistirene espanso, o comunque prodotti
che in fase di cottura il materiale legante esplode, si genera una piccola cavità che si riempie di aria e
ne aumenta la porosità→ conferiscono maggiore capacità di resistere all’onda termica → parzialmente
termoisolante.

1: Mattone pieno
Il Mattone UNI è 5,5 x 12 x 25 cm.

Le facciate dal mattone prendono nomi diversi:


- 5,5 x 12: si chiama testa o punta
- 5,5x25: si chiama lista o fascia
- 12x25: si chiama faccia
A seconda della località geografica possiamo
anche avere dei nomi diversi.

E’ una misura ergonomica, definita già nell’antichità. Si adatta alla manovrabilità del mattone, usando anche
una sola mano.
Nel momento in cui si realizza un muro, uno dei problemi principali è lo
spigolo: ammorsare ad angolo retto due mattoni. Nelle murature eseguite
con mattoni tradizionali, lo sfalsamento dei giunti verticali si realizza
ricorrendo a sottomultipli ottenuti per spacco o per taglio del formato base.
Si hanno così il quarto (o bernardino), il mezzo, il tre quarti e il mezzo
lungo.
E’ più conveniente utilizzare queste forme poiché giocano con i multipli
delle misure del mattone. Solitamente si affiancano due mattoni (muratura
a due teste), ma anche tre o 4 (muratura a tre o quattro teste).
Si possono avere diverse diposizioni, pur mantenendo lo stesso spessore.
A seconda della diposizione s vede la costa piuttosto che la faccia.
In una muratura a due teste si ha uno spessore di 24 (12+12) + 1 cm di
Malta = 25 cm. → sopra si pone la lista lunga di 25 cm.

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2: Mattoni e blocchi semipieni

I blocchi sono riconoscibili data la grande dimensione rispetto a quella di un mattone. I blocchi semipieni sono
sempre forati (altrimenti massa troppo pesante). È variabile la percentuale di foratura e la dimensione che
dipende dalla casa produttrice (non ci sono dimensioni standard). Da non confondere con il mattone Uni che è
sempre pieno. Possono essere di tipo A o di tipo B.

3: Mattoni e blocchi forati

Sono presenti sempre uno o due fori centrali: possono avere due utilizzi:
- Principalmente infilare il pollice in un buco e negli altri le dita restanti.
- Alcuni di questi blocchi possono essere utilizzati per la muratura portante. Vengono armati (inseriti
dei tondini di acciaio verticalmente).

L’ossatura che costituiscono i fori si chiama cartella.


Tanto più un mattone è forato, più si comporta bene dal
punto di vista termico: riesce ad opporsi al passaggio di
calore, e lavora come se fosse un materiale termoisolante.

I blocchi non hanno misure standard, solitamente largo dai


30 ai 29 cm (?).
Il secondo tipo di foro circolare è un foro aggiuntivo che
rappresenta il luogo di inserimento dell’armatura di ferro;
ci sono comunque i fori di presa.

4: Mattoni alleggeriti: laterizio porizzato o alleggerito in pasta


Sono blocchi o mattoni forati. A prima vista, non si coglie se è polarizzato o meno, non presenta caratteristiche
visive.
Presenta una diversa costituzione chimica: la pasta è diversa. l laterizio porizzato è un mattone il cui impasto
cotto risulta alleggerito con alveoli ottenuti additivando all'argilla cruda, prima della fase di formatura, una
ben determinata quantità̀ di alleggerenti.
E’ più leggero del blocco standard e ha una maggiore capacità termoisolante. Si possono avere anche
macroporizzazioni ottenute additivando per esempio del polistirolo espanso, o microporizzazioni additivando
farine fossile, di cellulosa, di legno ed altri dimagranti e/o alleggerenti di natura organica o non. In entrambi i
casi l’impasto rimane disseminato di alveoli (macropori o micropori) tra loro non comunicanti, conteneti solo
aria.

Altri tipi di blocchi: blocchi portanti rettificati

Tra i blocchi portanti, troviamo i Blocchi Rettificati che presentano le pareti laterali completamente lisce. Sono
lavorati e tagliati con una lama di precisione che li rende perfettamente rettilinei e complanari → abbiamo

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bisogno di meno malta (permette di collegare saldamente due mattoni) per giuntare i blocchi
l’uno di fianco all’altro. Più agevole la posa, rapida, non ci sono discontinuità poiché sono
posti in aderenza l’uno con l’altro.
Se così non fosse, abbiamo bisogno delle scanalature in cui si inserisce la malta e permette
di giuntarli.
I blocchi rettificanti utilizzati principalmente per una muratura portante: non ha bisogno di una struttura
portante poiché è lei stessa che supporta i carichi che vengono dai piani superiori. Permettono anche un buon
isolamento termico.

Altri tipi di blocchi: Blocchi in laterizio termoisolanti:

In questo caso, le cartelle (che prima erano dei fori passanti e vuoti in
cui passava l’aria) ora sono state riempite con del materiale
termoisolante.
Possono essere riempiti con diversi materiali, es. materiale isolante in
fibre di legno in conifere (scarti di produzioni isolanti), o polistirene
additivato con grafite.

I GIUNTI NELLA MURATURA

Una muratura è costituita da: mattoni, o blocchi + giunti di malta.


I giunti sono essenziali per garantire resistenza e stabilità alla muratura (si dice che la muratura è in umido).
Il giunto è definito come una discontinuità tra due elementi di una costruzione. I giunti murari sono superfici
di contatto dei conci di mattoni o di pietra in cui è interposta la malta.
È importantissima la loro disposizione: i giunti devono essere sfalsati. Lo sfasamento ha una funzione
strutturale (distribuisce i carichi) ma anche una funzione estetica poiché definisce una tessitura.
La morfologia dei giunti (le caratteristiche, lo spessore) è ciò che garantisce la durabilità nel tempo: osservando
dei giunti romani, essi sono ancora presenti pur essendo la malta sgretolata.

Lo spessore dei giunti deve essere compreso tra i 5 e i 15 mm. Anche la malta
deve avere delle caratteristiche specifiche. Devono essere continui (coprire
l’intera faccia verticale ed orizzontale del blocco di laterizio) e presentare:
- una resistenza meccanica di almeno 50 kg/cmq → per le murature
portanti ordinarie.
- una resistenza meccanica di almeno 100/cmq → per le murature
portanti armate.

Nello spigolo, il giunto deve essere necessariamente presente. Lo spigolo è


l’elemento fondamentale per garantire la stabilità della muratura, dei muri attaccati. Quando si ricorre a locchi
di grande formato, lo sfasamento del giunto si ottiene utilizzando elementi di dimensioni minori, evitando il
ricorso a frammenti di blocchi o mattoni, utilizzati per realizzare nel modo opportuno gli angoli e gli incroci
fra i muri.
Talvolta si possono anche usare dei muri di spina: muri perpendicolari alla muratura. Lo spigolo in questo caso
viene risolto con un mezzo mattone.

Nelle pareti costruite con elementi a fori orizzontali, poiché́ la foratura non deve mai essere rivolta verso
l’esterno per non perdere l’efficacia dell’isolamento termico ed evitare infiltrazioni d’acqua, in corrispondenza
delle aperture di porte e finestre si useranno pezzi speciali a fori verticali.

L’allineamento deve essere sempre da evitare: il giunto di malta non ha una buona resistenza meccanica o a
compressione a differenza del laterizio, è semplicemente il materiale che collega i mattoni. Quando il carico
viene verticalmente si distribuiscono i pesi a destra e a sinistra; quindi, la malta distribuisce i pesi e non la
sostiene. Altrimenti, si scaricherebbe tutto in verticale e cadrebbe tutto sulla malta che non è in grado di
sostenere il peso.

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LE MURATURE IN LATERIZIO (1.1)

Le murature possono essere di diversi tipi:


a) Monostrato: lo spessore del muro coincide con
lo spessore del muro.
b) A doppio strato o pluristarto dipende da
quanti blocchi o mattoni si utilizzano. Lo
spessore è ottenuto mediante due o più strati in
laterizio.
c) Miste: tra lo strato esterno e interno c’è
un’intercapedine che può essere riempito con
materiale isolante o di scarto. Costituito da tipi
diversi di blocchi con questo riempimento. Gli
strati sono fra di loro compenetranti.

1: Le murature in laterizio monostrato

La muratura monostrato è una struttura realizzata o con mattoni tradizionali, in opera a una o più teste, o con
blocchi a tutto spessore di muro.
Gli elementi in laterizio assumono generalmente e contemporaneamente funzioni statiche, termoisolanti e di
protezione acustica, con diversi livelli di prestazione in funzione dello spessore e
della posa.
- Muratura di tipo a: a una testa: spessore di 12cm a netto degli intonaci.
- Muratura di tipo b: muratura a due teste, a seconda del filare. Si vede
sempre due teste e una lista, in questo modo si ottiene lo sfasamento della
malta. Spessore di 25cm: 12 + 1 di malta + 12. A netto degli intonaci.
All’esterno ha una tessitura particolare, chiaramente identificabile, in cui si
alternano la lista con la testa.
- Muratura di tipo c: muratura a tre teste. Le teste non sono mai allineate
poiché altrimenti non ci sarebbe lo sfasamento. Abbiamo una testa + un lato
lungo + testa… spessore di 38 cm a netto degli intonaci.
La muratura di tipo b e di tipo c sono murature storiche, che non vengono più
realizzate.
Oggi le murature più frequenti sono murature monostrato con blocchi forati per muratura esterne.

2: le murature in laterizio a doppio strato

Tende a “specializzare” la funzione svolta da ogni strato. Le murature a doppio strato hanno
un’intercapedine isolato: due filari di muratura con un pannello termoisolante (strato giallo → materiale
termoisolante. Può essere rappresentato anche con una linea curva ad S gialla). (per rappresentare un
materiale isolante di natura cellulare si utilizza l’esagono).

LE MURATURE IN LATERIZIO (1.2)


Una muratura in laterizio è una struttura realizzata dall’unione di elementi resistenti (mattoni o blocchi) posti
in opera, generalmente, mediante giunti di malta.
Le murature si dividono in tre principali categorie:
- portanti o strutturali;
- di tamponamento;
- Divisorie.

La concezione strutturale dell’edificio in muratura:


Nell'organismo strutturale murario si possono individuare elementi distinti per il diverso comportamento
statico e le diverse modalità̀ di trasmissione delle azioni alle fondazioni:
1. Orizzontamenti di piano e di copertura: impegnati da azioni normali al proprio piano medio (peso
proprio e sovraccarichi) e da azioni agenti nel piano medio legate alla funzione di distribuzione delle
forze orizzontali

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2. Muri portanti: sui piani verticali agiscono le forze verdi sollecitati da azioni verticali che si scaricano
lateralmente sul perimetro rettangolare. Ci sono anche le azioni orizzontali che lavorano
perpendicolarmente, date dagli agenti atmosferici (vento) e onde sismiche (che fanno spanciare i muri).
3. Muri di controvento: interessati dai carichi orizzontali che arrivano al perimetro del piano e quelli
paralleli al piano stesso. Sisma e carico superiore.

2 tipi di murature per muri esterni: per le murature perimetrali si possono avere la muratura portante o la
muratura di tamponamento.

1: Muratura portante

Si assume la funzione di sopportare i carichi che vengono dai piani superiori e da quelle perpendicolari degli
agenti atmosferici. Nella foto, la muratura è tutta rossa → muratura continua, tutta portante, si trova anche
all’interno: si dice muro di spina. L’intermedio ha lo stesso spessore delle murature perimetrali poiché sostiene
i carichi superiori.
Non ci sono pilastri e travetti, è la muratura perimetrale che permette di scaricare completamente i pesi. I
blocchi forati in questo caso sono portanti: comprensibile dalla presenza di ferri che rendono la muratura
portante. Il muro di spina serve per evitare e rendere impercettibili gli spanciamenti, ma tuttavia non è
necessaria la sua presenza.

2: Muratura di tamponamento

E’ quella prevalentemente utilizzata. I carichi che giungono sui muri e sui solai vengono sostenuti da un telaio
fatto di portali: simulano l’elemento trilitico. Sistema a portale o a telaio che ha funzione portante.
Ogni pilastro ha bisogno di un suo piede di fondazione chiamato plinto. La muratura in questo caso ha una
funzione di tamponamento, in cui grava solo il peso proprio. Tutti i pesi della muratura si scaricano sulla trave,
che poi si scaricano sul plinto. Si dice struttura a telaio portante, realizzato in calcestruzzo armato.

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Disegno: ossatura rossa di tamponamento. La parte di muratura è data dal telaio e le
travi di cordolo (percorrono tutto il perimetro). I travetti servono per completare il
telaio portante e realizzare il solaio intermedio. L’architrave permette di realizzare il
foro della finestra, che ha la stessa funzione della trave (raccogliere i pesi e scaricarli).
Anche nella muratura portante per realizzare il foro di una finestra è comunque
necessaria la presenza di un architrave.

3: Struttura portante mista

Una struttura mista presenta contemporaneamente i pilastri, le travi e la muratura portante.


Non si tratta di una soluzione standard ma si riscontra in casi di ampliamenti di strutture
esistenti.
Dunque, la parte più antica presenta il sistema a muratura portante, mentre la parte più
moderna, quella a telaio con travi e pilastri. Molto usata in America dove il telaio viene
realizzato in legno.

MURATURA PORTANTE O STRUTTURALE

Può essere armata (colonna di sinistra) o non armata (colonna di destra). Si


comprende poiché nello spigolo si gioca tutto il sistema in cui si scaricano i
pesi (se non c’è il pilastro è una muratura portante). Abbiamo un tondino di
acciaio dolce che costituisce la muratura portante, che deve essere realizzate
per forza in blocchi (negli edifici moderni). Nella colonna di destra non
abbiamo una copertura portante, il materiale termoisolante è posizionato
all’interno.
In questo caso il nodo dello spigolo è ancora più complicato da gestire. Ogni
due o tre corsi di blocchi si ha un’orditura armata anche in orizzontale (non
solo verticale).
Una muratura portante in Italia non può avere uno spessore inferiore ai 25 cm
(di solito spessore minimo di 30cm), perché spesso è una muratura a due teste.

I giunti nella muratura portante:


Pur essendo un punto debole, la malta deve comunque assolvere a una funzione
portante. Due metodologie per la posa della malta: due cordoni di malta abbondanti,
superano la metà dello spessore del blocco. Molto spesso, è stesa in modo non
uniforme. La distanza fra due cordoni di malta non deve essere maggiore di 2-3 cm.

Muratura armata:
Ha la necessità di presentare dei tondini di armatura a passo costante sia in verticale che in orizzontale. Il foro
centrale è occupato dall’armatura, i fori laterali invece sono maltati per non lasciarli vuoti.

LA MURATURA DA TAMPONAMENTO

Nel nostro territorio è la tecnologia più diffusa. La muratura ha la funzione di chiudere l’edificio e di creare
una barriera tra interno ed esterno, costituisce l’involucro edilizio. Ha anche la funzione di proteggere dagli
elementi atmosferici e di rendere confortevole l’atmosfera interna, limitando le dispersioni di calore e isolando
la stanza dai rumori.
Anche le murature di tamponamento, se caratterizzate da spessori superiori a 10 cm devono essere in grado di
assorbire le deformazioni della struttura, mantenendo la capacità autoportante nei confronti dei carichi
verticali.
Caratteristiche:
- Più leggera: realizzata con elementi di solito più forati.
- Potere isolante termico e acustico
- Durevolezza: pur non avendo una funzione portante, è necessario che duri nel tempo.
- Basso costo

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Non deve essere necessariamente monostrato, il più delle volte si realizza con una
stratigrafia su più livelli (per rispondere meglio alle funzioni che i vari strati, interno ed
esterno, che devono soddisfare).
Gli strati più massivi, pesanti sono posti all’esterno, gli strati più leggeri sono posti l’interno:
questo è funzionale anche per l’applicazione dell’impianto elettrico all’interno.
Nella foto: mattone Uni all’esterno, blocco forato più leggero all’interno. Non
necessariamente, quando lo spessore del muro è pari a 25 cm ci troviamo davanti a una
muratura portante: si può avere all’interno un pilastro in calcestruzzo armato 25x25.

Mattoni forati per murature di tamponamento:


Tipi di pareti:
- Fig.2: Parete semplice per le divisioni interne: parete con uno strato minimo, con la funzione
esclusivamente divisoria. Permane il disturbo acustico. Non può essere usata come muratura di
tamponamento.
- Fig. 3a, b: muratura da tamponamento, più spesso, con foratino da 8 verso l’interno.

- Fig. 4a, b: Pareti doppie per tamponamenti esterni con il tavolo interno in elementi forati, senza e con
isolante.
- Fig.5: parete gettata, armata (tondini delle barre), e foratino da 8. Si trova spesso nel vano scala e nel
vano ascensore.

Alcune soluzioni tecniche per pareti di tamponamento monostrato:


- Parete semplice di divisione di 10 cm: ad esempio tra una camera da letto e uno studio. Impossibile
come tamponamento esterno, è troppo sottile. Foratino di 8 + intonaco esterno/interno di 1 cm.
- Parete semplice di divisione con spessore complessivo di 14 cm: ad esempio nei bagni. Intonaco
interno ed esterno.

Soluzioni tecniche per pareti di tamponamento a doppio strato:


- Parete a cassa vuota, ora non più utilizzati perché hanno un’intercapedine vuoto:
o Parete con spessore di 24 cm.
o Parete con spessore di 28 cm: si trova
facilmente all’esterno.

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- Parete a cassetta: nell’intercapedine si riempie con solitamente un pannello termosiolante, in questo
caso giuntato, una volta veniva riempito con materiali di scarto (più spesso, più termoisolante); spesso
isolato con della schiuma.
o Parete di tamponamento con spessore di 28 cm: all’esterno blocco forato, intercapedine vuoto,
e blocco da 8 cm.
o Spessore di 33 cm, termoisolante.

Soluzioni tecniche per pareti di tamponamento composte:


- Forati verticali + mattone UNI forato. Il blocco all’esterno non può essere forato, il mattone si.
Spessore complessivo di 42
- Parete con blocchi con spessore di 45 cm.

- Parete con elementi semipieni (1 testa), spessore di 36 cm.


- Parete con elementi semipieni (1 testa) con spessore di 41 cm.

- Parete con elementi a faccia vista (1 testa) spessore di 34 cm.


- Parete di tamponamento/portante con elementi a faccia vista (2 teste) spessore di 43 cm.

GIACITURA DEI MATTONI NELLE MURATURE


Le più tradizionali disposizioni dei laterizi, fondamentali nella realizzazione di murature a faccia a
vista, sono:
- la disposizione "di punta/ di chiave/ di testa», in cui rimane in vista la dimensione minore
(detta "testa" o "punta"), mentre lo spessore del muro è pari alla dimensione massima
dell'elemento (detta "lista");
- la disposizione "a blocco", che presenta un corso di mattoni di testa e il corso successivo di
lista;
- la disposizione "di croce", simile alla precedente, ma con gli elementi di lista sfalsati di una
testa;
- la disposizione "gotica", in cui in ogni corso si alternano elementi di lista e di punta;
- la disposizione "fiamminga", che alterna a un filare con elementi di punta e lista un filare con solo
elementi di punta;

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- la disposizione "in spessore" in cui gli elementi presentano soltanto la lista in ogni corso (caso tipico
delle murature di rivestimento a vista, di spessore cm 12);
- la disposizione "in foglio" o "in taglio", in cui il mattone presenta in vista la faccia mentre la lista
costituisce lo spessore del muro.

SOLUZIONI D’ANGOLO

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ALTRI ELEMENTI IN LATERIZIO

Gli elementi in laterizio per strutture orizzontali (solai) consentono, in unione al calcestruzzo armato la
realizzazione di orizzontamenti di elevata rigidità̀ , alte prestazioni strutturali e, contemporaneamente, di
estrema leggerezza.
I laterizi per solai sono elementi di forma pressoché́ parallelepipeda, posti in opera a fori orizzontali, con
percentuale di foratura compresa tra il 50 e il 75%.
A seconda del tipo di esecuzione prescelto, sono disponibili per solai da gettare in opera, oppure i cosiddetti
"interposti", che richiedono l'impiego di travetti prefabbricati - ad armatura lenta o precompressi - sui quali
appoggiano con opportuni risalti (alette) sporgenti dai lati.
Blocchi in laterizio vengono utilizzati nella prefabbricazione di pannelli o come alleggerimento in
combinazione con lastre in calcestruzzo armato, soluzioni particolarmente indicate in presenza di una marcata
modularità̀ esecutiva.

1: BLOCCHI PER SOLAI – PIGNATTE

Le pignatte sono laterizi forati di forma parallelepipeda, dotati di alette inferiori, per la realizzazione de solai.
Si di distinguono in tre tipi:
- Tipo A, o volterrana, il più leggero e con sola funzione di riempimento.
- Tipo B, rinforzato con scanalatura.
- Tipo C, rinforzato liscio.
I tipi rinforzati hanno funzione portante in quanto è loro affidato l’assorbimento
dello sforzo di compressione e per tale motivo hanno la parte superiore (in genere
pari ad 1/5 dell’altezza) con una percentuale di foratura non superiore al 50%. Le
facce dei blocchi devono essere leggermente rigate per migliorare l’aderenza con
il calcestruzzo.
Per le pignatte le norme UNI stabiliscono le seguenti dimensioni:
- interasse i=33, 40, 50 cm;
- altezza h da 12 a 28 cm (con intervalli da 2 cm);
- lunghezza l=25, 33 cm.

Le pignatte hanno la funzione di coprire la luce tra un solaio e l’altro. La pignatta è molto leggera,
comprensibile grazie alla presenza di numerosi spazi vuoti → elemento di alleggerimento.
Altezza variabile → al variare dell’altezza della pignatta varia l’altezza del solaio che si realizza. All’interno
è necessario realizzare un getto di calcestruzzo (getto di completamento) che rende solidale e stabile il solaio
che ha uno spessore di 4 cm. Il solaio minimo che si può realizzare ha uno spessore di 12
cm → tot: 16 cm.
Tra un travetto e l’altro sono disposte le pignatte. Per realizzare queste operazioni, sotto si
utilizza un’impalcatura, con elementi che sorreggono la struttura su cui viene realizzato il
getto di calcestruzzo e posta la pignatta. Una volta che tutto è solidale, si può togliere
l’impalcatura.
Procedimento: impalcatura → travetti → pignatte → getto.
Il getto una volta solidificata ha un’ottima resistenza, come quella lapidea. La soletta di
completamento ha il compito di distribuire i carichi.

Solai a travetti: strutture in legno sono le solette provvisorie. L’elemento


arancione è il fondello: è un travetto tralicciato con un fondello di laterizio,
è un’alternativa al travetto tralicciato prefabbricato, lo ammorsa
profondamente. L’alternativa è un fondello di calcestruzzo in cui c’è già
stato annegato il travetto.
Differenza estetica: con il fondello in laterizio è visibile una riga di 12 cm
di laterizio e il fondo della pignatta in laterizio → superfice continua in
laterizio. Altrimenti, lo si vedrebbe di colore grigio, alternato al laterizio
arancione.

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Solaio in laterocemento gettato in opera:
Con solo le pignatte, il solaio non è completo: si possono aggiungere diverse barre di armatura che
costituiscono la rete retro saldata. In sezione si vedono solo le barre che escono. Viene disposta prima di
posizionare il getto per distribuire meglio i carichi.
Nel disegno di destra: non ci sono gli elementi tralicciati: si ha un solaio completamente gettato in opera. La
differenza è che gli altri beneficiavano del fatto che i travetti arrivavano in cantiere già pronti che potevano
essere messi in opera subito. In questo caso, anche i travetti vengono realizzati in cantiere: la pignatta non ha
l’aletta di appoggio perché non c’è il travetto, si appoggia esclusivamente sulla barra di armatura.

Non si realizzano dei solai completamente in calcestruzzo per via del peso eccessivo che deve sopportare.

Solaio con travetti tralicciati

massetto alleggerito. Spessore mai inferiore ai 10 cm. Malta di allettamento, sopra c’è il pavimento. Spessore
di 10-12 cm- Massetto alleggerito per impianti spessore 20 c.
Strato portante sotto, strato portato sopra. Non sempre serve la malta di allettamento, ad esempio per un
pavimento in resina non è necessario.

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Solaio prefabbricato con travetti precompressi:
Hanno una forma abbastanza predefinita, servono per sostenere carichi maggiori e di coprire uno spazio di luci
libere più ampio, posizionati sul lato corto. Raramente utilizzato per un edificio residenziale, è utilizzato per
spazi molto ampi. A mano a mano che si coprono delle luci libere più ampie, maggiore è lo spessore del solaio.
L’ala della pignatta si adatta alla forma del travetto. La precompressione garantisce maggiore resistenza, sia in
direzione trasversale che longitudinale.

Si possono avere dei casi in cui il solaio è sottoposto a carichi considerevoli, in cui si inserisce una nervatura
trasversale, che è un’armatura in acciaio: ha uno spessore maggiore e la pignatta deve essere più bassa.

Solaio prefabbricato a lastra


In cantiere arriva una porzione di solaio già completa, che contiene le
pignatte. Non è gettato in opera. Agevola notevolmente la realizzazione di
un solaio. L’unico elemento che manca è il getto, che deve essere realizzato
in opera: sono lastre singole che necessitano di essere collegate. Il getto
tripartisce i carichi e rende solidale il lavoro di tutte le lastre.
È riconoscibile dalla
presenza di piccoli
uncini che rimangono
nel solaio che vengono
utilizzati per il trasporto e la posa.
La lastra presenta una soletta di ripartizione sottostante che
crea una base rigida su cui si appoggiano le singole
pignatte e si innestano i tralicci.

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Solaio SAP
Un altro tipo di solaio prefabbricato a lastra, che si usava fino agli anni 50, che
è privo di travetti tralicciati con delle armature inserite nei fori di laterizio. Oggi
non si utilizza più. Le armature inferiori non erano abbastanza per sostenere il
carico; quindi, venivano aggiunte le armature dentro al laterizio → solaio SAP.
Il travetto ancora non era sviluppato, poiché nel 1925 il calcestruzzo armato non
era ancora stato brevettato.
Si utilizzavano delle pignatte molto più quadrate, molto forate, dentro ai fori
della pignatta si lasciava passare l’armatura. Detto anche solaio di laterizio
armato. Non ha la stessa resistenza dei solai che si trovano oggi.

Altri solai storici

Solaio con volterrane:


Hanno uno spessore maggiore, e hanno una forma curva a volta.

Solai storici in putrelle e voltine:


Solaio in voltini di laterizio: mattoni posizionati lievemente ad arco, l’armatura è
realizzata in putrella in acciaio. Abbiamo bisogno anche qui una rete di armatura che
ripartisca i carichi, e successivamente getto di completamento. Dal basso si vedono
le alette delle putrelle. Spesso utilizzati nelle stalle. Si possono utilizzare i singoli
elementi in laterizio oppure le volterrane a volte. Dipende dal sapere costruttivo degli
operai che sapevano mettere in opera il solaio.
Abbiamo anche voltine in foglio (adatte per carichi modesti) e voltine ad una testa
(anche per carichi più importanti)

Solaio Predalles con blocchi di polistirolo:


Non ha elementi in laterizio. È prefabbricato, abbiamo una lastra di base, il travetto tralicciato, ciò che varia è
l’elemento di alleggerimento che sono i blocchi di polistirolo: leggero e funziona bene a compressione. Sopra
viene comunque fatto il getto di completamento. Coprono luci molto alti e allo stesso tempo hanno uno
spessore maggiore. Utilizzati per coperture industriali.

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2: TAVELLE E TAVELLONI

Sono facilmente identificabili grazie alla loro forma: forma parallelepipeda molto
snella e schiacciata, sviluppo prevalentemente orizzontale → usati nei solai
principalmente.
La classificazione viene eseguita in base alle misure dell’altezza e della lunghezza
- Tavelloni: Elementi ampiamente forati (fattore di leggerezza) e grazie alla loro
lunghezza servono proprio per coprire la luce libera nel solaio → quando h ≥
5 cm e L ≥ 50 cm
Impiegati principalmente sia per realizzare strutture orizzontali, appoggiati su
appositi travetti o muricci, sia per strutture verticali di controfodera o
tramezzatura.
- Tavelle: lunghezza più contenuta → quando 3,5cm < h < 5 cm e L ≥ 35 cm.
Trovano impegno nelle controsoffittature, nelle “fodere” delle pareti verticali e in specifici interventi
di isolamento termico.
- Tavelline: piuttosto corte e hanno la funzione di coprire la luce libera tra un travetto e l’altro, più snelle
sottili → quando h ≤ 3,5 cm e L ≥ 25 cm.
La funzione principale è quella di coprire la luce libera.

Per essere appoggiati alla trave lignea hanno un taglio obliquo piuttosto che retto e favoriscono l’aggancio al
vicino travetto ligneo. A volte si possono trovare, soprattutto gli elementi più snelli e leggeri, come elementi
di controsoffittatura.
Alcuni possono essere utilizzati anche come tramezzi verticali: pareti divisorie che non hanno funzione
portante. In questo caso il tavellone viene posto con il foro verticale, si possono avere diverse tipologie:

- Solaio in legno e tavelloni:


Si ordisce sempre nella direzione più corta, e la funzione è sempre quella di ripartire i carichi.
I travetti lignei di solito sono più ravvicinati, ma a seconda del tipo di orditura si possono
avere luci anche più ampie. Abbiamo: getto di completamente per ripartire uniformemente i
carichi su tutta la superfice; dopo il getto abbiamo uno strato termoisolante (retino giallo), poi
strato di massetto per gli impianti, poi strato autonomo di malta di allettamento (colla per
collegare le piastrelle), poi piastrelle.
- Solaio in tavelle e travi in cls:
Travetto in calcestruzzo armato sia sotto che sopra che crea l’appoggio per due tavelle. La
forma è particolare proprio per rendere più facile l’appoggio → serviva per alloggiare gli
impianti. Viene detto anche solaio di tipo Varese. Pur essendo molto alto, riduceva la parte
strutturale perché non c’è lo strato adibito per gli impianti esterno, e al suo posto viene
utilizzato l’intercapedine. Utilizzato anche come controsoffitto. A causa della distanza tra gli
interassi di 60 cm, si usava sempre un tavellone con taglio obliquo e profilo inclinato di 45
gradi: si crea così un invaso che veniva riempito di calcestruzzo armato e rendeva saldo l’unione tra
gli elementi. Il tavellone è molto più lungo rispetto a una pignatta standard. E’ un solaio molto
particolare, in realtà la funzione principale delle tabelle è solaio ligneo.

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- Solaio in legno e tavelle:
Viene detta a doppia orditura: questo perché abbiamo delle travi più spesse (travi principali)
nella direzione più corta e superiormente abbiamo anche una seconda orditura di travetti in
legno nella direzione lunga → in questo caso è utile utilizzare delle tavelline. Può essere sia una
copertura piana che inclinata.
- Tetto ventilato
Utilizzate spesso quando vogliamo fare un solaio resistente e realizzare quella che è la camera
di ventilazione: usati tavelle e tavelloni perché creano una superfice abbastanza continua che
può raccogliere il calore e distribuirlo.
- Frangisole orizzontale in tavelle:
Le tavelle i tavelloni vengono anche usati anche come elementi di schermatura di facciata:
come frangisole o brisesoleil, usati come elementi orizzontali che con la loro ombra coprono
la facciata sottostante, sostenuti da una struttura metallica a lamelle.

SOLAI: ALCUNI CASI CRITICI

1) Solai in latero cementizio sfondellato:


Si è rotta, scoppiata la cartella (parte vuota sottostante) → la pignatta perde gran parte della sua
resistenza
2) Solaio in latero cementizio senza soletta:
Manca completamente la cappa, detto anche getto collaborante, che rende solidale tutta
la struttura.
3) Solaio in latero cementizio con soletta molto sottile o non armata:
non è sufficientemente spessa oppure sufficientemente armata. Non ha dunque una buona
funzione portante, e genera una minore rigidità del piano e una diminuzione della
funzione portante.

3: LATERIZI DA COPERTURA

Parliamo di manto di copertura per indicare gli elementi che rivestono la falda o il tetto. Serve a proteggere gli
elementi sottostanti dagli agenti atmosferici.
Può essere realizzati in coppi, tegole, elementi continui in lamiera:
- Tegole = elementi piatti. hanno una primo andamento orizzontale e una leggere curvatura ma sono
sicuramente più piatte.
- Coppi = elementi curvi, con taglio conico. Ha una forma romboconica che si rastrema a circa metà in
questo modo i coppi si possono incastrare sia in direzione orizzontale che in quella verticale (si
potrebbe anche fare un doppio strato).

A sinistra abbiamo una sezione con un manto di copertura in coppi, a destra invece abbiamo le tegole che sono
piatti. Abbiamo anche gli elementi porta coppi o tegole che vengono agganciati ai rispetti elementi e servono
per rendere stabili le tegole/coppi e non farli cadere.
Le tegole principali sono quella portoghese, olandese e marsigliese.

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Le altre vengono usate negli ambienti caldi e poco piovosi dato che la pioggia non è frequente e dunque si può
ridurre la lunghezza. A mano a mano che si sale in altitudine prevale il coppo sulla tegola.

4: ARCHITRAVI

La struttura del travetto tralicciato di un solaio è costituita da un fondello in laterizio. Da questa tecnica si basa
l’architrave: l’elemento orizzontale che permette di realizzare un foro → è l’elemento che permette di
supportare i carichi verticali. Può essere realizzato in calcestruzzo, legno, pietra ma anche laterizio pur essendo
quello meno utilizzato.
L’architrave in laterizio viene realizzato con un fondello. In tal caso si dice architrave in laterizio armato.
Quando lo spessore è notevole potrebbero essere necessari due architravi ravvicinati (spessore totale di 25 cm).

5: VESPAI

Sono quelle strutture che permettono di sollevare il primo


solaio da terra per evitare che l’acqua contenuta nel terreno
sottoforma di umidità e vapore d’acqua vada a inibire le
strutture.
La tecnica più ricorrente nell’antichità veniva realizzata con
muricci, dei muretti che creavano dei piedini lungo tutta la
sua estensione proprio per sollevare il piano. Avevano
bisogno anche di un piccolissimo piede di fondazione in cls.
L’altezza dipende dal tipo di terreno: se si è molto vicino ad
una falda acquifera l’esigenza è quella di sollevare il più
possibile. In questo modo all’interno del vespaio si creano delle correnti d’aria che allontanano l’umidità.
Queste correnti si generano a causa della differenza di temperatura che esiste tra i lati opposti dell’edificio sui
quali vengono realizzate aperture per garantire la ventilazione.
Dopo di che per la realizzazione del primo solaio non si potevano utilizzare le pignatte ma i tavelloni: talvolta
presentavano anche un mattone mancante così nel caso in cui ci fossero dell’infiltrazione d’acqua favorivano
il passaggio dell’aria.

Oggi vengono realizzati dei vespai in ghiaia: tra il terreno e il primo solai abbiamo un prima soletta di 5/8cm
+ rete elettrica, e poi viene riempito di ghiaia che ha la funzione di evitare che l’acqua di risalita giunga alla
nostra struttura.
Un’altra soluzione è quella di sostituire la ghiaia con dell’argilla espansa, che hanno la medesima funzione.

Come realizzare un vespaio:


1. Vespaio areato con casseri plastici a perdere:
Nella maggior parte dei casi viene quasi sempre utilizzato un vespaio su “igloo”: vengono
utilizzarti dei casseri a perdere.
La cupola in plastica impedisce in qualsiasi modo che l’acqua vada ad inibire la soletta
sovrastante. Misura standard che va dai 56 ai 71 cm, ciò che varia è l’altezza. La superfice a
cono consiste sia in uno sfiato per l’aria ma è anche un ulteriore appoggio per la cupola
sovrastante. Esistono poi degli elementi a soffietto più piccoli essenziali per riempire tutta la
luce libera mancante (altrimenti, a cause delle
misure standard, si ha uno spazio piccolo che
rimane vuoto che non può essere coperto con un
igloo normale).

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Vengono detti casseri a perdere perché una volta che vengono gettati non si vedono più. Sopra al
cordolo si posano le armature su cui poi sorgono i pilastri.
Analizzando l’immagine: base rigida su cui vengono fatti appoggiare
gli igloo. C’è un tubo che passa attraverso la muratura e permette di
lasciare passare l’umidità che è stata accumulata. Simbolo del
radioattivo: la funzione del tubo è anche quello di far uscire
eventualmente i gas Randon (nocivi per la salute umana). Sopra agli
igloo viene fatto un getto di completamento con anche una rete retro
saldata la cui funzione è sempre quella di ripartire i carichi in modo
omogeneo. Sopra abbiamo una barriera impermeabile, per
proteggere ulteriormente dalle infiltrazioni dall’acqua.

2. Vespaio areato con argilla espansa:


Analizzando la fotografia: in rosa (significa che è stato impermeabilizzato) c’è
il cordolo di fondazione, il centro è stato riempito di argilla espansa. Si parla di
uno spessore di 40cm fino a 50cm di argilla espansa (lo spessore dei casseri in
pvc). Anche qui si realizza la soletta in cls con la rete retro saldata interposta →
struttura portante.
Seconda immagine: la parte grigio scura è il massetto che non è armato e non ha
funzione portante, ma è in cls alleggerito per gli impianti. Dopo abbiamo la malta
di allettamento su cui si incollano le piastrelle.

3. Vespaio areato in ghiaia e ciottoli:


Al posto dell’argilla espansa abbiamo la ghiaia. Sarebbe buona norma, sempre per salvaguardare
infiltrazioni di acqua, inserire della ghiaia/argilla anche nella parte esterna del cantiere (foto); in questo
modo si può proteggere ulteriormente il piede di fondazione.
Un ulteriore espediente è quello di utilizzare un tubo di drenaggio all’esterno.

6: TESSITURE MURARIE E MOTIVI DECORATIVI

Spesso utilizzate nelle campagne emiliane. Consistono nella realizzazione di grigliati che avevano la funzione
di areazione; venivano dunque realizzate realizzate delle intere pareti murarie in grigliati, principalmente per
recinzioni o parapetti: è una vera e propria arte. La loro esilità le rende particolarmente sensibili alle
deformazioni della struttura portante e per tanto le malte che uniscono i mattoni dovranno essere piuttosto
elastiche. Diverse disposizioni:

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DEGRADO DEL LATERIZIO

Si manifesta principalmente a causa degli agenti atmosferici sottoforma di sali di affioramento.


Cause:
1) Acqua Meteorica: l’acqua battente può inibire la muratura e può causare alterazioni di colore, e se
nella notte l’acqua gela può alterare progressivamente il laterizio. Solitamente si manifesta in aree
limitate come cornicioni o davanzali.
2) Acqua di Risalita: per capillarità, l’acqua inibisce i primi corsi di mattoni che generano delle
efflorescenze saline: accumuli di sali sulla muratura. Eliminati con delle scope di saggina che risolve
la questione solo in modo temporaneo.
3) Efflorescenze Saline: Costituite da accumuli di Sali, tipicamente nitrato di potassio o salnitro, si
manifestano principalmente sulla superficie e all’interno della muratura.

ESEMPI DELL’ USO DEL LATERIZIO NELLE ARCHITETTURE CONTEMPORANEE

- Complesso residenziale Novetredici – Cino zucchi, Milano:


Realizzato in laterizio a facciavista, pur essendo a prima vista poco riconoscibile. La parte più
complicata da realizzare consiste in quella scalfita dalle finstre in concomitanza con rivestimenti in
vetro e in rame: il rame porta alla formazione di una sostanza detta cuprite che porta in un arco di
tempo variabile, all’ossidazione e genera il colore verde tipico del rame; nel frattempo tuttavia, tale
sostanza cola sui materiali sottostanti e genera alterazioni (di colore e altro).
- Edificio residenziale trilogia Navile, Bologna – Cino Zucchi
- Museo di Merida – Raphael Moneo:
L’intento è quello di mettere in mostra l’arte delle tessiture murarie romane, e per tanto tutto il muro è
realizzato con questo gioco di materiali lapidei come omaggio.
- Kolumba Museum – Peter Zumthor
Fa realizzare ad una fornace locale un mattone Kolumba solo per la realizzazione di questo museo: è
un mattone molto allungato e particolare. La forma così sottile permetteva di innestarsi su una
precedente muratura gotica storica, che viene completamente inglobata da questa nuova muratura →
la volontà è quella di connettersi al muro storico senza mangiarlo. Il rischio altrimenti era quello di
non permettere la distinzione ad uno spettatore. Seppur in continuità fisica, genera un contrasto e ne
determina la sua visibilità. Realizza inoltre una gelosia muraria creando una gioco di luci all’interno.

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