2 - materiali a base di argilla
2 - materiali a base di argilla
Con “materiali ceramici” si intendono solitamente tutti i prodotti ottenuti dalla cottura di argille. E’ un
materiale estremamente povero ricavabile in diverse cave italiane.
Diverse proprietà:
- Materiale facilmente lavorabile e plasmabile
Riesce ad assorbire molta acqua, fino al 70% del proprio peso.
- Riesce a restituire anche molta umidità: assorbe l’acqua e la restituisce all’esterno.
- Elevata inerzia termica: frenare l’onda termica (raggio di sole che attraversa il laterizio) che attraversa
il materiale
- Ottima traspirabilità della muratura: collegata alla capacità di cedere facilmente l’acqua.
- Evita la formazione di muffe
- Trattiene polveri e neutralizza gli odori.
La cottura dell’impasto costituito da argilla e acqua consente la realizzazione di una serie diversa di prodotti
che trovano differenti applicazioni in edilizia. I parametri da considerare per l’impasto a base di argilla sono:
- Costituenti mineralogici dell’argilla
- Impurezze dell’argilla
- Temperatura di cottura
- Plasticità̀ dell’impasto
- Composizione granulometrica dell’argilla
In relazione alla variazione di questi parametri si possono ottenere diversi prodotti quali:
- Prodotti a pasta porosa colorata
o Laterizi: sono le terracotte più fini, prodotti industrialmente, di forma prestabilita e usati in
edilizia con molte funzioni. Colore rosso aranciato.
o Terracotte: vengono cotti con forme diverse rispetto a quelle dei laterizi, e utilizzano
un’argilla di più bassa qualità e per tanto non è destinata ad usi costruttivi. Ottenuti mediante
cottura a circa 800°C. Sono caratterizzate da alta stabilità, leggerezza (grazie alla porosità) e
particolare resistenza all’uso.
o Maioliche: Terraccote con una superficie riccamente decorata, rivestite con dei materiali
impermeabili (rivestimento simil vetro, molto lucido, sopra il quale si possono fare delle
decorazioni). Le piastrelle in maiolica vengono rivestite a caldo da uno smalto impermeabile,
oppure verniciate al fine di fornire l'effetto vetrificato. Spesso utilizzate nei bagni e nelle
cucine.
o Faenze: usati per piccoli oggetti decorativi e non. Si tratta di terracotte/maioliche in cui il
rivestimento è trasparente e applicato direttamente sulla terracotta.
- Prodotti a pasta porosa bianca
o Terraglie: virano sempre su un colore bianco sporco. Superficiamente ricoperti di
rivestimento vetroso trasparente destinati a diversi usi.
o Gres Porcellanato: Deriva dalla cottura dell’impasto arigilloso ad una temperatura compresa
tra 1200°C e 1350°C (anche 14000), temperatura così elevata perché hanno la necessità di
avere una resistenza maggiore. Finitura per i pavimenti, ma anche rivestimenti verticali.
L’obbiettivo è sempre quello di realizzare una rivestitura estremamente compatta, può avere
anche dei colori diversi. Resiste molto bene agli urti.
o Porcellane: fragilità causata dallo spessore esiguo del materiale.
o Clinker: ibrido, non è né un legante né un prodotto argilloso. Materiale intermedio che deriva
dall’argilla cotta ad altissime temperature serve come base per la realizzazione del cemento.
Quando viene cotta l’argilla con l’acqua, crea minuscole palline che sono alla base per la
costruzione del cemento armato. Colore grigiolino.
- Prodotti a pasta compatta
o Gres Fini
o Porcellane
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IL LATERIZIO
Uno dei materiali più diffusi a livello storico insieme alla pietra. In alcuni materiali sottosviluppati l’argilla
viene ancora usata senza la sua cottura, definiti come mattoni di argilla crudi: la miscela di acqua e argilla
da cui nasce il laterizio viene lasciata essiccare al sole. I romani cominciano a sistematizzare a un processo
produttivo, capiscono che per rendere il laterizio resistente bisogna cuocerlo ad alte temperature.
Utilizzavano il laterizio come materiale di finitura, prevalentemente per rivestimento superficiale o per le
ossature di rinforzo per le grandi masse di calcestruzzo.
Ma usavano anche l’opus cementizio: l’antenato del cemento → capiscono che per avere una muratura
resistente bisognava avere anche un materiale che resistesse a compressione, dunque realizzano una miscela.
Usati come paramento esterno.
Descrizione dell’opus cementizio di Giovan Battista Piranesi: esterno in laterizio, mentre il paramento interno
viene realizzato in opus cementizio. All’interno si ha una muratura irregolare, alternata a volte con corsi di
mattoni, molta malta.
I processi produttivi
La fase di lavorazione dei prodotti ceramici è varia a seconda del tipo di prodotto finale che si vuole ottenere.
A differenza del materiale lapideo, il laterizio necessita di un processo produttivo standard.
Limitando la trattazione alla sola produzione del laterizio si possono distinguere diverse fasi relative alle
diverse destinazioni d’uso:
1. Laterizi per murature
2. Laterizi per solai
3. Laterizi per coperture
4. Laterizi per pavimenti e rivestimenti
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La percentuale di foratura dell’elemento è espressa dal rapporto percentuale di foratura ovvero F/A:
- A = Area della superfice ortogonale alla direzione dei fori (faccia inferiore + faccia interiore)
- F = somma delle aree dei fori passanti e non passanti compresi nell’area A.
Riguardo alla percentuale di foratura, vengono così classificati ulteriormente mattoni e blocchi:
- Mattoni Pieni: F/A ≤ 15%
- Mattoni e Blocchi semipieni di tipo A: 15% < F/A < 45%
- Mattoni e Blocchi semipieni di tipo B: 45% < F/A < 55%
- Mattoni e Blocchi forati: F/A > 55%
- Blocchi alleggeriti: viene aggiunto nell’impasto di cottura il polistirene espanso, o comunque prodotti
che in fase di cottura il materiale legante esplode, si genera una piccola cavità che si riempie di aria e
ne aumenta la porosità→ conferiscono maggiore capacità di resistere all’onda termica → parzialmente
termoisolante.
1: Mattone pieno
Il Mattone UNI è 5,5 x 12 x 25 cm.
E’ una misura ergonomica, definita già nell’antichità. Si adatta alla manovrabilità del mattone, usando anche
una sola mano.
Nel momento in cui si realizza un muro, uno dei problemi principali è lo
spigolo: ammorsare ad angolo retto due mattoni. Nelle murature eseguite
con mattoni tradizionali, lo sfalsamento dei giunti verticali si realizza
ricorrendo a sottomultipli ottenuti per spacco o per taglio del formato base.
Si hanno così il quarto (o bernardino), il mezzo, il tre quarti e il mezzo
lungo.
E’ più conveniente utilizzare queste forme poiché giocano con i multipli
delle misure del mattone. Solitamente si affiancano due mattoni (muratura
a due teste), ma anche tre o 4 (muratura a tre o quattro teste).
Si possono avere diverse diposizioni, pur mantenendo lo stesso spessore.
A seconda della diposizione s vede la costa piuttosto che la faccia.
In una muratura a due teste si ha uno spessore di 24 (12+12) + 1 cm di
Malta = 25 cm. → sopra si pone la lista lunga di 25 cm.
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2: Mattoni e blocchi semipieni
I blocchi sono riconoscibili data la grande dimensione rispetto a quella di un mattone. I blocchi semipieni sono
sempre forati (altrimenti massa troppo pesante). È variabile la percentuale di foratura e la dimensione che
dipende dalla casa produttrice (non ci sono dimensioni standard). Da non confondere con il mattone Uni che è
sempre pieno. Possono essere di tipo A o di tipo B.
Sono presenti sempre uno o due fori centrali: possono avere due utilizzi:
- Principalmente infilare il pollice in un buco e negli altri le dita restanti.
- Alcuni di questi blocchi possono essere utilizzati per la muratura portante. Vengono armati (inseriti
dei tondini di acciaio verticalmente).
Tra i blocchi portanti, troviamo i Blocchi Rettificati che presentano le pareti laterali completamente lisce. Sono
lavorati e tagliati con una lama di precisione che li rende perfettamente rettilinei e complanari → abbiamo
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bisogno di meno malta (permette di collegare saldamente due mattoni) per giuntare i blocchi
l’uno di fianco all’altro. Più agevole la posa, rapida, non ci sono discontinuità poiché sono
posti in aderenza l’uno con l’altro.
Se così non fosse, abbiamo bisogno delle scanalature in cui si inserisce la malta e permette
di giuntarli.
I blocchi rettificanti utilizzati principalmente per una muratura portante: non ha bisogno di una struttura
portante poiché è lei stessa che supporta i carichi che vengono dai piani superiori. Permettono anche un buon
isolamento termico.
In questo caso, le cartelle (che prima erano dei fori passanti e vuoti in
cui passava l’aria) ora sono state riempite con del materiale
termoisolante.
Possono essere riempiti con diversi materiali, es. materiale isolante in
fibre di legno in conifere (scarti di produzioni isolanti), o polistirene
additivato con grafite.
Lo spessore dei giunti deve essere compreso tra i 5 e i 15 mm. Anche la malta
deve avere delle caratteristiche specifiche. Devono essere continui (coprire
l’intera faccia verticale ed orizzontale del blocco di laterizio) e presentare:
- una resistenza meccanica di almeno 50 kg/cmq → per le murature
portanti ordinarie.
- una resistenza meccanica di almeno 100/cmq → per le murature
portanti armate.
Nelle pareti costruite con elementi a fori orizzontali, poiché́ la foratura non deve mai essere rivolta verso
l’esterno per non perdere l’efficacia dell’isolamento termico ed evitare infiltrazioni d’acqua, in corrispondenza
delle aperture di porte e finestre si useranno pezzi speciali a fori verticali.
L’allineamento deve essere sempre da evitare: il giunto di malta non ha una buona resistenza meccanica o a
compressione a differenza del laterizio, è semplicemente il materiale che collega i mattoni. Quando il carico
viene verticalmente si distribuiscono i pesi a destra e a sinistra; quindi, la malta distribuisce i pesi e non la
sostiene. Altrimenti, si scaricherebbe tutto in verticale e cadrebbe tutto sulla malta che non è in grado di
sostenere il peso.
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LE MURATURE IN LATERIZIO (1.1)
La muratura monostrato è una struttura realizzata o con mattoni tradizionali, in opera a una o più teste, o con
blocchi a tutto spessore di muro.
Gli elementi in laterizio assumono generalmente e contemporaneamente funzioni statiche, termoisolanti e di
protezione acustica, con diversi livelli di prestazione in funzione dello spessore e
della posa.
- Muratura di tipo a: a una testa: spessore di 12cm a netto degli intonaci.
- Muratura di tipo b: muratura a due teste, a seconda del filare. Si vede
sempre due teste e una lista, in questo modo si ottiene lo sfasamento della
malta. Spessore di 25cm: 12 + 1 di malta + 12. A netto degli intonaci.
All’esterno ha una tessitura particolare, chiaramente identificabile, in cui si
alternano la lista con la testa.
- Muratura di tipo c: muratura a tre teste. Le teste non sono mai allineate
poiché altrimenti non ci sarebbe lo sfasamento. Abbiamo una testa + un lato
lungo + testa… spessore di 38 cm a netto degli intonaci.
La muratura di tipo b e di tipo c sono murature storiche, che non vengono più
realizzate.
Oggi le murature più frequenti sono murature monostrato con blocchi forati per muratura esterne.
Tende a “specializzare” la funzione svolta da ogni strato. Le murature a doppio strato hanno
un’intercapedine isolato: due filari di muratura con un pannello termoisolante (strato giallo → materiale
termoisolante. Può essere rappresentato anche con una linea curva ad S gialla). (per rappresentare un
materiale isolante di natura cellulare si utilizza l’esagono).
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2. Muri portanti: sui piani verticali agiscono le forze verdi sollecitati da azioni verticali che si scaricano
lateralmente sul perimetro rettangolare. Ci sono anche le azioni orizzontali che lavorano
perpendicolarmente, date dagli agenti atmosferici (vento) e onde sismiche (che fanno spanciare i muri).
3. Muri di controvento: interessati dai carichi orizzontali che arrivano al perimetro del piano e quelli
paralleli al piano stesso. Sisma e carico superiore.
2 tipi di murature per muri esterni: per le murature perimetrali si possono avere la muratura portante o la
muratura di tamponamento.
1: Muratura portante
Si assume la funzione di sopportare i carichi che vengono dai piani superiori e da quelle perpendicolari degli
agenti atmosferici. Nella foto, la muratura è tutta rossa → muratura continua, tutta portante, si trova anche
all’interno: si dice muro di spina. L’intermedio ha lo stesso spessore delle murature perimetrali poiché sostiene
i carichi superiori.
Non ci sono pilastri e travetti, è la muratura perimetrale che permette di scaricare completamente i pesi. I
blocchi forati in questo caso sono portanti: comprensibile dalla presenza di ferri che rendono la muratura
portante. Il muro di spina serve per evitare e rendere impercettibili gli spanciamenti, ma tuttavia non è
necessaria la sua presenza.
2: Muratura di tamponamento
E’ quella prevalentemente utilizzata. I carichi che giungono sui muri e sui solai vengono sostenuti da un telaio
fatto di portali: simulano l’elemento trilitico. Sistema a portale o a telaio che ha funzione portante.
Ogni pilastro ha bisogno di un suo piede di fondazione chiamato plinto. La muratura in questo caso ha una
funzione di tamponamento, in cui grava solo il peso proprio. Tutti i pesi della muratura si scaricano sulla trave,
che poi si scaricano sul plinto. Si dice struttura a telaio portante, realizzato in calcestruzzo armato.
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Disegno: ossatura rossa di tamponamento. La parte di muratura è data dal telaio e le
travi di cordolo (percorrono tutto il perimetro). I travetti servono per completare il
telaio portante e realizzare il solaio intermedio. L’architrave permette di realizzare il
foro della finestra, che ha la stessa funzione della trave (raccogliere i pesi e scaricarli).
Anche nella muratura portante per realizzare il foro di una finestra è comunque
necessaria la presenza di un architrave.
Muratura armata:
Ha la necessità di presentare dei tondini di armatura a passo costante sia in verticale che in orizzontale. Il foro
centrale è occupato dall’armatura, i fori laterali invece sono maltati per non lasciarli vuoti.
LA MURATURA DA TAMPONAMENTO
Nel nostro territorio è la tecnologia più diffusa. La muratura ha la funzione di chiudere l’edificio e di creare
una barriera tra interno ed esterno, costituisce l’involucro edilizio. Ha anche la funzione di proteggere dagli
elementi atmosferici e di rendere confortevole l’atmosfera interna, limitando le dispersioni di calore e isolando
la stanza dai rumori.
Anche le murature di tamponamento, se caratterizzate da spessori superiori a 10 cm devono essere in grado di
assorbire le deformazioni della struttura, mantenendo la capacità autoportante nei confronti dei carichi
verticali.
Caratteristiche:
- Più leggera: realizzata con elementi di solito più forati.
- Potere isolante termico e acustico
- Durevolezza: pur non avendo una funzione portante, è necessario che duri nel tempo.
- Basso costo
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Non deve essere necessariamente monostrato, il più delle volte si realizza con una
stratigrafia su più livelli (per rispondere meglio alle funzioni che i vari strati, interno ed
esterno, che devono soddisfare).
Gli strati più massivi, pesanti sono posti all’esterno, gli strati più leggeri sono posti l’interno:
questo è funzionale anche per l’applicazione dell’impianto elettrico all’interno.
Nella foto: mattone Uni all’esterno, blocco forato più leggero all’interno. Non
necessariamente, quando lo spessore del muro è pari a 25 cm ci troviamo davanti a una
muratura portante: si può avere all’interno un pilastro in calcestruzzo armato 25x25.
- Fig. 4a, b: Pareti doppie per tamponamenti esterni con il tavolo interno in elementi forati, senza e con
isolante.
- Fig.5: parete gettata, armata (tondini delle barre), e foratino da 8. Si trova spesso nel vano scala e nel
vano ascensore.
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- Parete a cassetta: nell’intercapedine si riempie con solitamente un pannello termosiolante, in questo
caso giuntato, una volta veniva riempito con materiali di scarto (più spesso, più termoisolante); spesso
isolato con della schiuma.
o Parete di tamponamento con spessore di 28 cm: all’esterno blocco forato, intercapedine vuoto,
e blocco da 8 cm.
o Spessore di 33 cm, termoisolante.
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- la disposizione "in spessore" in cui gli elementi presentano soltanto la lista in ogni corso (caso tipico
delle murature di rivestimento a vista, di spessore cm 12);
- la disposizione "in foglio" o "in taglio", in cui il mattone presenta in vista la faccia mentre la lista
costituisce lo spessore del muro.
SOLUZIONI D’ANGOLO
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ALTRI ELEMENTI IN LATERIZIO
Gli elementi in laterizio per strutture orizzontali (solai) consentono, in unione al calcestruzzo armato la
realizzazione di orizzontamenti di elevata rigidità̀ , alte prestazioni strutturali e, contemporaneamente, di
estrema leggerezza.
I laterizi per solai sono elementi di forma pressoché́ parallelepipeda, posti in opera a fori orizzontali, con
percentuale di foratura compresa tra il 50 e il 75%.
A seconda del tipo di esecuzione prescelto, sono disponibili per solai da gettare in opera, oppure i cosiddetti
"interposti", che richiedono l'impiego di travetti prefabbricati - ad armatura lenta o precompressi - sui quali
appoggiano con opportuni risalti (alette) sporgenti dai lati.
Blocchi in laterizio vengono utilizzati nella prefabbricazione di pannelli o come alleggerimento in
combinazione con lastre in calcestruzzo armato, soluzioni particolarmente indicate in presenza di una marcata
modularità̀ esecutiva.
Le pignatte sono laterizi forati di forma parallelepipeda, dotati di alette inferiori, per la realizzazione de solai.
Si di distinguono in tre tipi:
- Tipo A, o volterrana, il più leggero e con sola funzione di riempimento.
- Tipo B, rinforzato con scanalatura.
- Tipo C, rinforzato liscio.
I tipi rinforzati hanno funzione portante in quanto è loro affidato l’assorbimento
dello sforzo di compressione e per tale motivo hanno la parte superiore (in genere
pari ad 1/5 dell’altezza) con una percentuale di foratura non superiore al 50%. Le
facce dei blocchi devono essere leggermente rigate per migliorare l’aderenza con
il calcestruzzo.
Per le pignatte le norme UNI stabiliscono le seguenti dimensioni:
- interasse i=33, 40, 50 cm;
- altezza h da 12 a 28 cm (con intervalli da 2 cm);
- lunghezza l=25, 33 cm.
Le pignatte hanno la funzione di coprire la luce tra un solaio e l’altro. La pignatta è molto leggera,
comprensibile grazie alla presenza di numerosi spazi vuoti → elemento di alleggerimento.
Altezza variabile → al variare dell’altezza della pignatta varia l’altezza del solaio che si realizza. All’interno
è necessario realizzare un getto di calcestruzzo (getto di completamento) che rende solidale e stabile il solaio
che ha uno spessore di 4 cm. Il solaio minimo che si può realizzare ha uno spessore di 12
cm → tot: 16 cm.
Tra un travetto e l’altro sono disposte le pignatte. Per realizzare queste operazioni, sotto si
utilizza un’impalcatura, con elementi che sorreggono la struttura su cui viene realizzato il
getto di calcestruzzo e posta la pignatta. Una volta che tutto è solidale, si può togliere
l’impalcatura.
Procedimento: impalcatura → travetti → pignatte → getto.
Il getto una volta solidificata ha un’ottima resistenza, come quella lapidea. La soletta di
completamento ha il compito di distribuire i carichi.
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Solaio in laterocemento gettato in opera:
Con solo le pignatte, il solaio non è completo: si possono aggiungere diverse barre di armatura che
costituiscono la rete retro saldata. In sezione si vedono solo le barre che escono. Viene disposta prima di
posizionare il getto per distribuire meglio i carichi.
Nel disegno di destra: non ci sono gli elementi tralicciati: si ha un solaio completamente gettato in opera. La
differenza è che gli altri beneficiavano del fatto che i travetti arrivavano in cantiere già pronti che potevano
essere messi in opera subito. In questo caso, anche i travetti vengono realizzati in cantiere: la pignatta non ha
l’aletta di appoggio perché non c’è il travetto, si appoggia esclusivamente sulla barra di armatura.
Non si realizzano dei solai completamente in calcestruzzo per via del peso eccessivo che deve sopportare.
massetto alleggerito. Spessore mai inferiore ai 10 cm. Malta di allettamento, sopra c’è il pavimento. Spessore
di 10-12 cm- Massetto alleggerito per impianti spessore 20 c.
Strato portante sotto, strato portato sopra. Non sempre serve la malta di allettamento, ad esempio per un
pavimento in resina non è necessario.
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Solaio prefabbricato con travetti precompressi:
Hanno una forma abbastanza predefinita, servono per sostenere carichi maggiori e di coprire uno spazio di luci
libere più ampio, posizionati sul lato corto. Raramente utilizzato per un edificio residenziale, è utilizzato per
spazi molto ampi. A mano a mano che si coprono delle luci libere più ampie, maggiore è lo spessore del solaio.
L’ala della pignatta si adatta alla forma del travetto. La precompressione garantisce maggiore resistenza, sia in
direzione trasversale che longitudinale.
Si possono avere dei casi in cui il solaio è sottoposto a carichi considerevoli, in cui si inserisce una nervatura
trasversale, che è un’armatura in acciaio: ha uno spessore maggiore e la pignatta deve essere più bassa.
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Solaio SAP
Un altro tipo di solaio prefabbricato a lastra, che si usava fino agli anni 50, che
è privo di travetti tralicciati con delle armature inserite nei fori di laterizio. Oggi
non si utilizza più. Le armature inferiori non erano abbastanza per sostenere il
carico; quindi, venivano aggiunte le armature dentro al laterizio → solaio SAP.
Il travetto ancora non era sviluppato, poiché nel 1925 il calcestruzzo armato non
era ancora stato brevettato.
Si utilizzavano delle pignatte molto più quadrate, molto forate, dentro ai fori
della pignatta si lasciava passare l’armatura. Detto anche solaio di laterizio
armato. Non ha la stessa resistenza dei solai che si trovano oggi.
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2: TAVELLE E TAVELLONI
Sono facilmente identificabili grazie alla loro forma: forma parallelepipeda molto
snella e schiacciata, sviluppo prevalentemente orizzontale → usati nei solai
principalmente.
La classificazione viene eseguita in base alle misure dell’altezza e della lunghezza
- Tavelloni: Elementi ampiamente forati (fattore di leggerezza) e grazie alla loro
lunghezza servono proprio per coprire la luce libera nel solaio → quando h ≥
5 cm e L ≥ 50 cm
Impiegati principalmente sia per realizzare strutture orizzontali, appoggiati su
appositi travetti o muricci, sia per strutture verticali di controfodera o
tramezzatura.
- Tavelle: lunghezza più contenuta → quando 3,5cm < h < 5 cm e L ≥ 35 cm.
Trovano impegno nelle controsoffittature, nelle “fodere” delle pareti verticali e in specifici interventi
di isolamento termico.
- Tavelline: piuttosto corte e hanno la funzione di coprire la luce libera tra un travetto e l’altro, più snelle
sottili → quando h ≤ 3,5 cm e L ≥ 25 cm.
La funzione principale è quella di coprire la luce libera.
Per essere appoggiati alla trave lignea hanno un taglio obliquo piuttosto che retto e favoriscono l’aggancio al
vicino travetto ligneo. A volte si possono trovare, soprattutto gli elementi più snelli e leggeri, come elementi
di controsoffittatura.
Alcuni possono essere utilizzati anche come tramezzi verticali: pareti divisorie che non hanno funzione
portante. In questo caso il tavellone viene posto con il foro verticale, si possono avere diverse tipologie:
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- Solaio in legno e tavelle:
Viene detta a doppia orditura: questo perché abbiamo delle travi più spesse (travi principali)
nella direzione più corta e superiormente abbiamo anche una seconda orditura di travetti in
legno nella direzione lunga → in questo caso è utile utilizzare delle tavelline. Può essere sia una
copertura piana che inclinata.
- Tetto ventilato
Utilizzate spesso quando vogliamo fare un solaio resistente e realizzare quella che è la camera
di ventilazione: usati tavelle e tavelloni perché creano una superfice abbastanza continua che
può raccogliere il calore e distribuirlo.
- Frangisole orizzontale in tavelle:
Le tavelle i tavelloni vengono anche usati anche come elementi di schermatura di facciata:
come frangisole o brisesoleil, usati come elementi orizzontali che con la loro ombra coprono
la facciata sottostante, sostenuti da una struttura metallica a lamelle.
3: LATERIZI DA COPERTURA
Parliamo di manto di copertura per indicare gli elementi che rivestono la falda o il tetto. Serve a proteggere gli
elementi sottostanti dagli agenti atmosferici.
Può essere realizzati in coppi, tegole, elementi continui in lamiera:
- Tegole = elementi piatti. hanno una primo andamento orizzontale e una leggere curvatura ma sono
sicuramente più piatte.
- Coppi = elementi curvi, con taglio conico. Ha una forma romboconica che si rastrema a circa metà in
questo modo i coppi si possono incastrare sia in direzione orizzontale che in quella verticale (si
potrebbe anche fare un doppio strato).
A sinistra abbiamo una sezione con un manto di copertura in coppi, a destra invece abbiamo le tegole che sono
piatti. Abbiamo anche gli elementi porta coppi o tegole che vengono agganciati ai rispetti elementi e servono
per rendere stabili le tegole/coppi e non farli cadere.
Le tegole principali sono quella portoghese, olandese e marsigliese.
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Le altre vengono usate negli ambienti caldi e poco piovosi dato che la pioggia non è frequente e dunque si può
ridurre la lunghezza. A mano a mano che si sale in altitudine prevale il coppo sulla tegola.
4: ARCHITRAVI
La struttura del travetto tralicciato di un solaio è costituita da un fondello in laterizio. Da questa tecnica si basa
l’architrave: l’elemento orizzontale che permette di realizzare un foro → è l’elemento che permette di
supportare i carichi verticali. Può essere realizzato in calcestruzzo, legno, pietra ma anche laterizio pur essendo
quello meno utilizzato.
L’architrave in laterizio viene realizzato con un fondello. In tal caso si dice architrave in laterizio armato.
Quando lo spessore è notevole potrebbero essere necessari due architravi ravvicinati (spessore totale di 25 cm).
5: VESPAI
Oggi vengono realizzati dei vespai in ghiaia: tra il terreno e il primo solai abbiamo un prima soletta di 5/8cm
+ rete elettrica, e poi viene riempito di ghiaia che ha la funzione di evitare che l’acqua di risalita giunga alla
nostra struttura.
Un’altra soluzione è quella di sostituire la ghiaia con dell’argilla espansa, che hanno la medesima funzione.
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Vengono detti casseri a perdere perché una volta che vengono gettati non si vedono più. Sopra al
cordolo si posano le armature su cui poi sorgono i pilastri.
Analizzando l’immagine: base rigida su cui vengono fatti appoggiare
gli igloo. C’è un tubo che passa attraverso la muratura e permette di
lasciare passare l’umidità che è stata accumulata. Simbolo del
radioattivo: la funzione del tubo è anche quello di far uscire
eventualmente i gas Randon (nocivi per la salute umana). Sopra agli
igloo viene fatto un getto di completamento con anche una rete retro
saldata la cui funzione è sempre quella di ripartire i carichi in modo
omogeneo. Sopra abbiamo una barriera impermeabile, per
proteggere ulteriormente dalle infiltrazioni dall’acqua.
Spesso utilizzate nelle campagne emiliane. Consistono nella realizzazione di grigliati che avevano la funzione
di areazione; venivano dunque realizzate realizzate delle intere pareti murarie in grigliati, principalmente per
recinzioni o parapetti: è una vera e propria arte. La loro esilità le rende particolarmente sensibili alle
deformazioni della struttura portante e per tanto le malte che uniscono i mattoni dovranno essere piuttosto
elastiche. Diverse disposizioni:
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DEGRADO DEL LATERIZIO
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