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Il documento analizza le patologie delle alleanze, evidenziando il rischio di abbandono da parte degli Stati Uniti e l'intrappolamento degli alleati in conflitti come la guerra in Iraq. Si discute anche del ritorno della bipolarità con la Cina, che ha superato gli Stati Uniti in termini di PIL aggiustato per il potere d'acquisto, e della sua crescente potenza militare. Infine, vengono esplorate le reazioni dei paesi vicini alla crescente influenza cinese e le diverse strategie di risposta come underbalancing, buckpassing, appeasement e bandwagoning.

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Il documento analizza le patologie delle alleanze, evidenziando il rischio di abbandono da parte degli Stati Uniti e l'intrappolamento degli alleati in conflitti come la guerra in Iraq. Si discute anche del ritorno della bipolarità con la Cina, che ha superato gli Stati Uniti in termini di PIL aggiustato per il potere d'acquisto, e della sua crescente potenza militare. Infine, vengono esplorate le reazioni dei paesi vicini alla crescente influenza cinese e le diverse strategie di risposta come underbalancing, buckpassing, appeasement e bandwagoning.

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18/03

TEORIA DELLE ALLEANZE


Patologie delle alleanze:
-​ abbandono: non è chiaro proceduralmente come si faccia da parte americana sul
come non applicare l’articolo 5 (l’entourage del secondo mandato di trump, al
contrario del primo mandato, è molto critico nei confronti dei paesi europei sulla
stessa linea di trump-> critica ai valori democratici europei)
argomento dei presidenti americani, al di là del colore politico, è quello di alla luce della
prosperità economica dei paesi europei che hanno uno dei migliori sistemi di welfare che
chiedono all’europa di aumentare le spese di difesa così da dover avere meno commitment
in europa per garantire stabilità nell’area
-​ intrappolamento: quando per esempio nella global war on terror, dopo
l’applicazione dell’articolo 5 dopo l’11/9 gli stati occidentali hanno dovuto adempiere
allo sforzo bellico richiesto dall’america (dibattito nuova e vecchia europa durante
l’aggressione in iraq del 2003 -> vedi video ministro della difesa francese che
sostiene che in iraq non ci fossero armi di distruzione di massa)-> è una guerra che i
paesi europei non avrebbero mai fatto ma non potevano sottrarsi, vista l’alleanza
Adesso la Francia sostiene che l’europa debba comprare armi solo da paesi alleati tranne gli
stati uniti poiché non affidabili (in linea d’altronde con il loro sistema di armamenti nucleari
autosufficienti) mentre la posizione della Germania, UK (gli armamenti nucleari inglesi rely
su USA) e la Commissione Europea è quella di mantenere i rapporti economici di
compravendita di armi degli Stati Uniti.

CINA: ritorno della bipolarità


tra il 79 e il 2018 la cina è cresciuta del 10% all’anno dopo le riforme economiche del PCC, il
79 corrisponde all’anno in cui la Cina si apre all’occidente. ad oggi l’economia cinese, se
misuriamo il pil aggiustandolo per il potere d’acquisto, ha superato quello americano.
Come facciamo a valutare una grande potenza?
-demografia
-economica
la forza economica cinese corrisponde al 36% della forza economica americana, il range per
definire una grande potenza è tra il 17 e il 45% della prima potenza. se guardiamo il rapporto
tra pil del singolo paese e la superpotenza; abbiamo un continum per esempio la francia ha
il 17%, per la cina ha il 127%

-militare
spesa militare: la Cina è molto inferiore agli stati uniti, intorno al 30%
personale militare: la Cina è al 175% del personale militare americano
quindi il military build up cinese almeno in una delle sue dimensioni ha superato l’america
la cina dagli anni 90 ha messo in atto un processo di modernizzazione delle forze militari, ha
diminuito il numero per renderlo più efficiente ed ha sviluppato il programma missilistico
balistico (considerato ad oggi il primo al mondo e gli permetterebbe di colpire qualsiasi target
nel continente asiatico), ha sviluppato le competenze nella guerra informatica ed ha
sviluppato la marina militare, è una potenza nucleare (ad oggi uno dei 3 stati più potenti, il
suo arsenale ha il tasso di crescita maggiore al mondo ad un ritmo molto più veloce dei
competitor sia a livello quantitativo che qualitativo)
Dal 2015 Xi Jin Ping ha messo in atto delle riforme per modernizzare i propri sistemi militari
per un cambio di narrazione, dal “peaceful rise” negli enti internazionali.

In termini sistemici quindi siamo già passati in una situazione di bipolarità, al di là delle
questioni materiali c’è anche un fattore ideologico, anche la Germania e il Giappone dopo la
WW2 possedevano le caratteristiche di grandi potenze ma erano latenti poiché non si sono
mai imposte a livello ideologico (soprattutto per quando riguarda la militarizzazione a cui
erano contrari per gli espedienti vissuti durante la WW2) -> al contrario la Cina è una
potenza revisionista, che non necessariamente sposa i valori sorti dai risultati del 1945

parallelismi con URSS: al suo picco il pil dell’urss era al 37% del pil americano eppure non
abbiamo mai messo in discussione che ci fosse un sistema bipolare, perché oltre la
vicinanza della prima potenza dal punto di vista delle risorse materiali dalla seconda, è
importante il gap tra la seconda potenza e tutte le altre.

La Russia ad oggi non è vista né come superpotenza che come grande potenza ma come
potenza regionale significativa capacità materiale; al contrario l’India rientra dentro due dei
criteri delle grandi potenze tuttavia spende ancora troppo poco per le spese militari.

In termini teorici:
per i realisti: per la cina lo scopo ultimo è l’egemonia come unica garanzia di sopravvivenza
per i realisti difensivi: l’ascesa cinese non potrà che provocare una reazione di balancing dei
paesi vicini, come l’India, che implementeranno il proprio sistema di alleanze in funzione
anti-cinese avendo come nel caso dell’India anche un arsenale nucleare. secondo loro
tuttavia, come Bismarck, la cina riuscirà a crescere in modo subdolo così da non allarmare i
paesi vicini e quindi senza causare balancing.

Underbalancing: come nel caso europeo nei confronti russi per esempio a seguito delle
ingerenze in georgia nel 2008 e in crimea nel 2014.
buckpassing: una strategia in cui uno stato evita di affrontare direttamente una minaccia o
un problema internazionale, sperando che un altro stato si occupi della questione.
appeasement: e si riferisce alla strategia di fare concessioni a un paese aggressivo per
evitare un conflitto.
bandwagoning: si verifica quando uno stato si allinea con una potenza dominante invece di
opporsi ad essa. Questo può avvenire per motivi di sicurezza, economici o politici

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