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Parafrasi A ZACINTO.doc

Il sonetto 'A Zacinto' di Ugo Foscolo esprime la nostalgia per la sua terra natale, Zante, e riflette sul tema dell'esilio, paragonando la sua condizione a quella di Ulisse. Attraverso riferimenti alla mitologia greca e alla bellezza della natura, Foscolo esalta la poesia come unica eredità per la sua terra. La struttura circolare del poema sottolinea l'impossibilità di un ritorno, culminando in una sepoltura priva di lacrime in terra straniera.
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Il sonetto 'A Zacinto' di Ugo Foscolo esprime la nostalgia per la sua terra natale, Zante, e riflette sul tema dell'esilio, paragonando la sua condizione a quella di Ulisse. Attraverso riferimenti alla mitologia greca e alla bellezza della natura, Foscolo esalta la poesia come unica eredità per la sua terra. La struttura circolare del poema sottolinea l'impossibilità di un ritorno, culminando in una sepoltura priva di lacrime in terra straniera.
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A ZACINTO Ugo Foscolo

Parafrasi

Non toccherò mai più le sacre1 rive


dove il mio corpo di fanciullo riposò,
o mia Zacinto, che ti specchi nelle onde
del mare greco2, dal quale Venere nacque pura
e rese feconde quelle isole
col suo primo sorriso, motivo per cui (onde) celebrò
le tue limpide nubi e la tua vegetazione,
il verso famoso di colui che,
cantò i viaggi per mare voluti dal Fato e l’esilio in mille luoghi diversi,
in virtù dei quali (per cui), celebre per la fama e per le sventure,
Ulisse (di nuovo) baciò la sua pietrosa Itaca.
Tu non avrai altro3 che (questa) poesia di tuo figlio,
o mia terra materna; (perché) il destino ha stabilito per noi (esuli) una sepoltura senza
lacrime4.

1 sacre= Zacinto è sacra in quanto gli ha dato i natali e anche perché dalle sue acque è
nata Venere.

2 mare greco= Mar Ionio

3 Non avrai altro…= non le spoglie cioè, destinate a essere sepolte in terra straniera

4 sepoltura senza il compianto delle persone care, un sepolcro sul quale i parenti non
potranno versare lacrime, perché appunto lontano).

PARTE FACOLTATIVA

Analisi

Commento: Questo sonetto fu composto fra l’agosto del 1802 e l’aprile del 1803 ed è
dedicato all’isola dove il poeta nacque, Zante, nel Mar Ionio. Foscolo vi visse solo nella
prima infanzia (1778-85) e non vi ritornò mai più. Al motivo autobiografico del ricordo
dell’infanzia, egli intreccia quello dell’esaltazione della poesia. La Grecia per Foscolo non
è solo la terra materna perduta ma anche la terra d’origine della poesia e dei miti, e perciò
luogo sacro, unico, incantato. Essa appartiene infatti ad una terra verso la quale egli si
protendeva con nostalgia struggente, come altri romantici europei, che nella Grecia
classica vedevano l’incarnazione suprema d’un ideale di bellezza, di piena e totale
armonia umana. Venere, infatti, raffigura l’ideale della bellezza, di una cosmica armonia.
Nel mito di Ulisse Foscolo vede riflessa la propria vocazione e il proprio destino: Omero è
la poesia, che esalta l’eroismo e i valori umani più alti; in Ulisse, infine, “bello di fama e di
sventura”, il poeta vede l’immagine di se stesso, esule e perseguitato dal destino. Il
comune destino di esule si differenzia nell’epilogo, infatti Ulisse, al contrario del poeta,
riuscirà a far ritorno nell’amata Itaca. La sognante evocazione della patria si conclude col
presentimento di una sepoltura “illacrimata” in terra straniera. Negli ultimi versi troviamo la
composta e virile accettazione del proprio destino di sofferenza, confortati dalla fede della
propria grandezza e in una propria missione nel mondo.
Nel sonetto sono presenti i temi fondamentali della poesia foscoliana: il tema dell'esilio - il
mito del sepolcro – i temi Neoclassici – il mito della poesia – la bellezza della natura. Ma
con la terzina finale Foscolo intende anche ritornare ai primi versi e chiudere così il
componimento entro una struttura circolare; riprende quindi il tema da cui è partito, e cioè
l’impossibile ultimo ritorno a Zacinto.

Schema e Forma metrica: sonetto di endecasillabi rimati, costituito da due quartine a


rima alternata (ABAB, ABAB) e da due terzine a rima invertita (CDE, CED).
Le prime 3 strofe, le due quartine e la prima terzina, costituiscono un unico periodo
sintattico che lega efficacemente tra di loro una lunga serie di immagini in un lungo
crescendo. Nell’ultima terzina la tensione emotiva si smorza in un’enunciazione secca e
concisa di un sepolcro lontano, privo di affetti e di lacrime. Numerosi enjambement,
caratterizzano le prime tre strofe con l’effetto di dilatare il ritmo del componimento creando
una continuità ritmica. Le rime delle quartine sono tutte assonanti in e. Vi è una netta
prevalenza dei tempi verbali passati, in particolare del passato remoto, nella parte centrale
del sonetto nella quale viene rievocato un passato lontanissimo, addirittura mitico. Nei
versi 1 e 12, che aprono rispettivamente la prima e l’ultima strofa, troviamo invece due
futuri introdotti entrambi da una negazione, più forte e incisiva quella del primo (né più
mai), attenuata quella del v.12 (non altro che).

Dal punto di vista lessicale prevalgono termini aulici (onde, ove…), colti, latinismi e
grecismi (Zacinto, inclito, fatali, diverso sono testimonianza della cultura classica su cui
Foscolo si è formato).

La descrizione della poesia è circolare: si parte da Zante per passare al mare Ionio, a
Venere, alle isole, ai poemi omerici, a Omero, a Ulisse e Itaca ed infine ancora a Zante.

Temi Romantici:

Patriottismo, eroe romantico in esilio, sepolcro e morte, natura.

Temi Neoclassici:
-Presenza di Grecismi e Latinismi (cioè parole di derivazione latina e greca come Zacinto,
inclito, fatali, diverso)
-figure mitologiche (Venere, Ulisse) e Omero
-esaltazione della bellezza e armonia della natura

Intreccio Romantico e Neoclassico:

Il tema romantico si intreccia con quello neoclassico quando Foscolo richiama l’attenzione
sul personaggio mitologico di Ulisse, sottolineando in particolar modo la patria ed il fatto
che, anche lui come Ulisse, era in esilio. Comunque la figura mitologica (neoclassica) in
questo caso, coincide con l’eroe romantico.

Identificazioni del poeta:


Il poeta si rivede in parte nella figura mitologica di Ulisse, perché Ulisse è potuto ritornare
nella sua patria Itaca, mentre Foscolo è destinato a restare lontano da Zante anche dopo
la sua morte.

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