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Diritto e guerra

prof.ssa Giulia Maria Labriola


[email protected]

Corso di Filosofia del diritto


DSGE
2024/2025
Presentazione del corso

Guerra e diritto in prospettiva storica:


Grozio.

La guerra come problema filosofico: guerre


giuste, i dilemmi della guerra, il problema
della responsabilità

Pacifismo giuridico: il pacifismo come


dottrina filosofica, strumenti giuridici per
evitare la guerra, Peace through law
Norberto Bobbio, Lezioni sulla guerra e
sulla pace (1964; ristampa Laterza 2024);
parte di questo libro confluirà in un altro
testo di Bobbio, Il problema della guerra e le
vie della pace (1979; ristampa il Mulino
2024: questo testo fa parte del nostro
programma)

Un antecedente storico delle Lezioni:


la crisi dei missili a Cuba (1961-1962)

Nikita Krusciov – John Fitzgerald Kennedy


Guerra e diritto: quali sono i più rievanti
problemi teorici sottostanti a questo rapporto.

1. la questione del rapporto fra diritto e forza (il


diritto è in grado di limitare l’eccesso di forza
che si esprime nella guerra, o la guerra è capace
di sospendere del tutto il diritto?);
2. la questione della avalutatività del diritto (che
va perseguita nella fisiologia della vita degli
ordinamenti, ma deve cedere alla politicità del
diritto nei momenti di crisi, come la guerra)
3. il ruolo della democrazia nel contenimento del
ricorso alla guerra.
Guerra e diritto: quali sono i modi in cui si può leggere
questo rapporto.

1. antitesi totale; la guerra è la negazione del diritto,


ponendosi così in una posizione gerarchica superiore
ad esso.
2. la guerra è oggetto di regolamentazione del diritto,
nelle forme dello ius ad bellum (quando si può
dichiarare guerra; Carta ONU 1945) e dello ius in bello
(regole che disciplinano lo svolgimento della guerra; IV
convenzioni di Ginevra 1949): prospettiva che vincola la
guerra al diritto, ma la ammette.
3. la guerra è strumento di realizzazione del diritto (casi
limite: guerra di liberazione, Resistenza)
4. il diritto (spec. il diritto internazionale) è lo strumento
per evitare la guerra (o, se essa è stata inevitabile, per
risolverla).
Secondo Bobbio, sia i problemi teorici che i modi di
costruire il rapporto sottostanti al tema guerra/diritto
rispondono a una semplice logica di aut aut:
nel porsi di fronte alle questioni sollecitate dal
rapporto fra guerra e diritto, si possono avere
sostanzialmente solo due atteggiamenti.

O si accetta e contempla la possibilità della guerra, o


si rifiuta radicalmente la guerra, in favore del
pacifismo giuridico assoluto.
Nel primo caso, si dovrà procedere alla costruzione
di argomenti morali giustificativi della guerra.
Fra i vari argomenti storicamente elaborati, noi
tratteremo alcune teorie della guerra giusta.
La guerra, nella definizione minimale che ne dà
Bobbio, è «un conflitto violento tra gruppi sociali
mediante forze organizzate» (N. Bobbio, Lezioni sulla
guerra e sulla pace, Laterza 2024, Introduzione, p. 5).

Specifichiamo questa definizione, aggiungendo: tra


gruppi sociali non appartenenti alla stessa comunità
politica; questa è la differenza fra polemos e stasis
(guerra con un nemico esterno e guerra con un
nemico interno, cioè guerra civile, nella metafora
organicista detta ‘guerra intestina’, perché interna al
corpo politico), per usare i termini di Tucidide (Storie,
3.82.1-2).
Quali possono essere gli atteggiamenti nei confronti
della giustificazione morale della guerra:
assolutamente si;
assolutamente no;
la giustificazione morale della guerra è ammissibile
in alcuni casi: questo è lo spazio di agibilità delle
dottrine della guerra giusta.

In cosa può consistere la giustificazione morale di


alcuni tipi di guerra:
è buona in sé (corrisponde a assolutamente si);
è buona in vista di un determinato fine (corrisponde
alla tesi della giustificazione parziale).
Quali sono i caratteri della guerra che sono
interessati dalle dottrine della guerra giusta (in sé o
parziale, qui la differenza non rileva):
- la verifica dell’ammissibilità e quindi della
giustificazione morale della guerra può investire il
titolo (ossia la capacità soggettiva di dichiarare
guerra): in questo caso, di parla di guerra
legittima/illegittima
- la verifica dell’ammissibilità e quindi della
giustificazione morale della guerra può riguardare il
modo in cui la guerra viene condotta (ossia
l’esercizio): in questo caso, si parla di guerra
legale/illegale.

È evidente il parallelismo fra guerra e sovranità.


Breve (assolutamente parziale) excursus storico
delle più significative teorie della guerra giusta,
prima di Grozio:

- Cicerone (106 a.c.-43 a.c.), De Officiis, lib. I, §§


34-40 (citato da Bobbio); ma bisogna anche
considerare: De Republica, 2.17.31 e 3.23.35;
De Legibus, 3.3.9

- S. Tommaso (1225-1274), Summa Theologiae,


secunda secundae, quaestio XL

- Francisco de Vitoria (1483-1546), Relectiones


Theologicae, cap. XI (De jure belli)
Cicerone

De Officiis, lib. I, §§ 34-40


§34: Maxime conservanda sunt iura belli
§35: La guerra non deve essere considerata
come un fine in sé stessa, ma come un mezzo
per ristabilire la pace
§36: Quando si intraprende una guerra, è
necessario dichiararla
§37: Non si può combattere se non si è militari
§38 (Bobbio non lo cita, ma è forse il più
importante): la guerra è giusta se ha una giusta
causa
§39: Bisogna mantenere le promesse anche
con il nemico (pacta sunt servanda è uno di
quei principi generalissimi che persistono
anche in tempo di guerra)
De Republica, 2.17.31
La guerra deve essere denuntiata e indicta,
altrimenti è ingiusta e empia (giuridicità e
sacralità della guerra sono caratteri congiunti;
la sacralità, in particolare, deriva dal diritto dei
Feziali).

De Republica, 3.23.35 (frammento che


ricaviamo da Isidoro di Siviglia, quindi fonte
indiretta, benché sufficientemente consolidata)
Sono guerre ingiuste quelle intraprese senza
giusta causa; sono giuste quelle intraprese per
vendicare un torto subito o per cacciare i
nemici. La guerra non è giusta se non è
dichiarata.
De Legibus 3.3.9
La guerra giusta è quella conforme al diritto

Francesco De Martino, Storia della costituzione


romana, vol.II, 1973 (2 ed.), pp. 49-50: «la guerra è
un procedimento giuridico-religioso».
ID., p. 53: «la guerra abbisognava di una
giustificazione, doveva essere iustum piumque, avere
cioè giusta causa».

Per chi volesse approfondire, segnalo in libero


accesso questo bel saggio di Massimo Luciani:
M. Luciani, Dalla guerra giusta alla guerra legale?, in
Teoria politica, 2/2022, pp. 97-135
https://journals.openedition.org/tp/2340

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